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Autore: Cohava    25/07/2011    1 recensioni
Una giornata in spiaggia, due persone che si conoscono appena.
Una piccola storia d'amore a sfondo estivo.
Va beh, non sono mai stata brava a scrivere le introduzioni, ma tengo molto a questo racconto, contiene un frammento della mia anima: trattatelo con cautela
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                         Il sole bacia i belli

La calura era opprimente, nonostante tutti i tentativi di combatterla con bandane inzuppate nell'acqua e ombrelloni non esattamente dritti. Era da poco passata l'ora di pranzo e, non potendo immergersi in mare, la maggior parte degli utenti della spiaggia era distesa sugli asciugamani, trovando conforto in un sonnacchioso dormiveglia.
Per una volta, la ragazza seguiva beatamente la massa: il corpo accaldato e languido era mollemente disteso sul telo da mare, gli occhi semichiusi e il libro abbandonato al suo fianco invitavano irresistibilmente a un sonnellino; la musica proveniente dagli auricolari infilati nelle orecchie la isolava dai suoni del mondo esterno. Tutto era quiete. In momenti come questi la giovane si sentiva libera dai suoi tormenti adolescenziali, dai compiti non fatti che l'aspettavano a casa (probabilente si sarebbe decisa a iniziarli due giorni prima dell'inizio della scuola) e dai batticuori dovuti alla sua "cotta", tutte cose che durante l'anno sambravano avere un'importanza capitale ma che in estate, lontano da tutto e da tutti, sembravano insignificanti.
L'unica cosa che ancora percepiva nel suo sempre più profondo torpore, a parte il caldo, erano le voci allegre degli Abba, informandola che "L'amore non è facile" (Love isn't easy); anche questa informazione pareva priva di significato.
-Sally?! Sei tu?!-
Si riscosse dal dormiveglia e sbattè la palpebre in direzione della voce importuna che la chiamava.
'Oddio...' Fu l'unica cosa che riuscì a pensare, con il cuore in accellerazione e la bocca ancora impastata di sonno -C-ciao Victor- Mormorò timidamente. 'Coplimenti, eh... La tua originalità va migliorando di giorno in giorno' Si riprese mentalmente, osservando il ragazzo spuntato come per magia in una spiaggia a chilometri dalla loro città.
Per parecchi istanti Sally non seppe che dire, con la testa incastrata fra la gioia che lui non solo si trovasse là, ma l'avesse anche riconosciuta e salutata, e l' assoluta vergogna: d'un tratto percepiva acutamente sul proprio corpo il sudore, la leggera peluria dovuta all'incuria, i rotolini di ciccia, il sale che aggrovigliava i capelli in misteriose forme astratte degne di Chagall; finalmente la ragazza riuscì a connettere i due neuroni non ancora collassati per il caldo e miracolosamente scampati alla strage della timidezza, e chiese -Uh, senti... che ci fai quì? Cioè, non dovresti essere in Spagna con la tua ragazza?- Maledizione, incespicava troppo nelle parole e si vergognava come un cane per aver colto sul gruppo facebook (e tenuto a mente, laddove cose insignificanti come numeri di telefono e raccomandazioni di sua madre si perdevano) informazioni relative alle vacanze del suo compagno di teatro... Ma va beh, qualunque cosa pur di parlare, possibilmente senza sbavare, e non rimanere in silenzio come un pesce rosso facendo una figuraccia. Come se non l'avesse appena fatta, in quel momento, quando la sua voce si era incrinata sulla parola "ragazza".
Conosceva Christine solo di vista e per sentito dire, ma lo stesso ogni volta che i suoi pensieri andavano a lei provava, a parte l'ovvia gelosia, un avvilente senso di inferiorità. L' "altra" era bella, bellissima, simpatica, intelligente e colta: nessuna meraviglia che uscisse con Victor, che piacesse a Victor: sin da quando ne aveva sentito parlare per la prima volta Sally aveva capito di non avere speranze. Ma del resto, la sua era solo una "cotta", niente per cui perdere il sonno. Ma...
-Chris mi ha lasciato- Ecco come passare da "intimidita e gelosa" a "confusa, agitata, impietosita e vergognosamente felice" -Ho deciso di farmi rimborsare il biglietto, non avremmo potuto partire come se nulla fosse. E così, eccomi quà- Concluse il giovane.
-Mi dispiace...- Mormorò Sally, distratta nel vedere che lui stava estraendo un asciugamano dal borsone per piazzarlo a pochi  metri dal suo. Allora aveva intenzione di passare la giornata con lei!
Lo stomaco della ragazza si attorcigliò per l' emozione, ma la sua attenzione si concentrò immediatamente sulla risposta di Victor -Fa niente... Insomma, capita- Poi aggiunse, a voce più bassa, -Lo sapevo che era troppo bella per me-  A quelle parole Sal fu scossa da un brivido. Metà della sua testa le urlava di tacere come suo solito e l'altra metà, con voce altrettanto forte, la implorava di prestare ascolto alle parole della canzone che il suo fedele Ipod le faceva risuonare nelle orecchie in quel momento: "If you change your mind, I'm the first in line, honey I'm still free, take a chance on me..."
-Ma tu non sei brutto-
Okay, era fatta. Arrischiò un' occhiata al viso sorpreso di Victor e proseguì incerta, ma quasi senza fermarsi a rifiatare -V-voglio dire che.. beh, insomma, magari non avrai tutti 'sti lineamenti regolari ma sei bello, no, in realtà hai fascino. Non so perchè, in qualche maniera la tua voce (è molto bella, a proposito, lo sapevi? Così profonda...) e quello che dici, quello che fai, la passione che mostri quando reciti, si combinano e danno forma al tuo viso e al tuo corpo in modo che le cose che ti rendono attraente siano proprio le imperfezioni. Anche il tuo essere eccentrico contribuisce a darti carattere, a distinguerti.
A me piaci così come sei, con il tuo naso gobbo e un po' di ciccia intorno alla vita che non ti appesantisce ma ti ammorbidisce, con i tuoi occhi scuri, mhh... Charlotte dice che sono occhi da femmina, ma a me non sembra: sono belli e basta. E anche tu sei bello-  Decisamente, non era il caso di parlare anche di come le sue "doti nascoste" risaltassero attraverso la calzamaglia del costume di scena: proprio non ci teneva a rendersi ancora più ridicola. Terminò il suo discorso un po' affannata, senza osare guardare il ragazzo che le stava a fianco (chiaramente, per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo fisso sulla sabbia che li divideva).
-Grazie-
Lui aveva la voce soffocata. Che fosse imbarazzato? I due si guardarono negli occhi per un secondo e parve che Victor volesse aggiungere qualcosa ma ci rinunciò, limitandosi a un' alzata di spalle.
Adesso, se quello fosse stato un film, sarebbe stato il momento del bacio mozzafiato con sottofondo di musica sdolcinata e poi la scritta "THE END"; ma non era un film, e i due protagonisti si limitarono a scambiarsi, incerti, un accenno di sorriso, per poi sfuggire al silenzio imbarazzante rifugiandosi ciascuno nella sicurezza del proprio Ipod.
La spiaggia era più affollata di prima, e le urla di bambini eccitati che correvano verso il mare disturbavano più di una persona accaldata  che avrebbe tanto voluto dormire. Mescolati al resto della folla, un ragazzo e una ragazza sonnecchiavano al sole (i cui raggi avrebbero causato danni micidiali alle loro pelli chiare assolutamente prive di protezione) non troppo distanti l'uno dall' altra; osservandoli, sarebbe stato difficile capire quanto fossero emozionati... ma in verità in pochi facevano caso a loro se non quando venivano erroneamente colpiti con la pallina da uno dei tizi che giocavano a "tamburello" sul bagnasciuga.
Il sole continuava a splendere impietoso sulla gente spensierata che si godeva l'estate.


Epilogo-vent'anni dopo

-William! Johnny! Non potete fare il bagno, avete appena mangiato il gelato!-
Le grida di Sally rincorsero i due monelli, mescolandosi ai tanti altri richiami di madri apprensive che si udivano sulla spiaggia; la donna sbuffò contrariata, lanciando una mezza occhiataccia al marito che sghignazzava, apparentemente senza alcuna intenzione di aiutarla.
-Lizzy?- Esclamò quindi rivolta alla figlia primogenita   -Tesoro, non vieni a fare i castelli di sabbia con noi? E... perchè hai ancora addosso il vestito?- Per tutta risposta la ragazzina farfugliò qualcosa e abbassò gli occhi, cerchiati da ampi occhiali da vista, sui fumetti che stava leggendo. La donna si rivolse al marito con un minaccioso -Victor, badi tu ai piccoli, VERO?!- (Decisamente, non ne era più intimidita...) e si diresse verso l'ombrellone -Cosa succede cara?- Domandò premurosamente alla bambina, che si limitò ad arrossire. Entrambe rimasero in silenzio, ascoltando il rumore dei corpi fra le onde e gli strilli dei gabbiani, poi Lizzy bisbigliò pianissimo -Io sono brutta. Non voglio stare in costume davanti a tutti-
Sally osservò la spiaggia, la stessa spiaggia di vent'anni prima, e sorrise; poi guardò sua figlia, notando lo sguardo luminoso e intelligente dietro gli occhiali e i riccioli scuri che ricadevano sl viso paffuto.
-Elizabeth, ascoltami: tu sei bella... Sei bella proprio come tuo padre. Sei la ragazza più bella del mondo, fidati.-
-Davvero?-
-Ma certo! La bellezza non sta mai nei lineamenti ma nel sorriso, nello sguardo, nella voce... E nella persona che ti guarda. Adesso fila a metterti il costume: non vedo l'ora di mostrare a tutti la mia splendida bambina-
Una famiglia felice giocava sulla spiaggia, non dissimile da tante altre lì presenti: genitori dal sorriso sereno tenevano d'occhio bambini che correvano sulla sabbia bollente e disturbavano gli anziani signori che riposavano; forse, da qualche parte in mezzo a quella folla di persone stava nascendo una storia d'amore...
Il sole brillava nel cielo e in molti si spruzzavano addosso l'acqua in cerca di refrigerio ma tutti, nessuno escluso si stavano godendo quel giorno d'estate.




Angolo Autrice: salve! Nonostante siano le quattro del mattino sono assolutamente felice di aver finalmente concluso qualcosa, dopo mesi che Madama Ispirazione sembrava essersene andata ai Caraibi a fare il pirata. Fortunatamente questo concorso mi ha fatto tornare la voglia di scrivere...
Spero che sia tutto chiaro nella vicenda, comunque le due canzoni citate sono entrambe degli Abba, "Love isn't easy" e "Take a chance on me", mentre il tamburello è quel gioco simile al tennis ma che si gioca sulla spiaggia con racchette di legno.
La protagonista di questa storia, Sally, è caratterialmente ispirata a me, così come Victor riprende le caratteristiche, soprattutto fisiche, di una persona reale.
Che dire? Spero vi sia piaciuta!
  
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