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Autore: _Aras_    25/07/2011    0 recensioni
| Teddy Lupin x Victoire Weasley + Nuovo personaggio |
« Paris, mon cheri. Proprio sotto la Tour Eiffel. Ricordo benissimo il sole alto, il venticello fresco e quel profumo di croissant... Era bellissimo. Davvero bellissimo. Quel giorno tuo padre ed io passammo una delle giornate più importanti della nostra vita insieme. »
« Maman, anch'io un giorno andrò a Paris?» Chiese la bambina, con gli occhioni lucidi e un sorriso speranzoso.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Paris, mon cheri

Nick: _Aras_
Titolo: Paris, mon cheri
Personaggi: Victoire Weasley/Teddy Lupin, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio
Pacchetto: Roma
Citazione: Noi cammineremo insieme, mano nella mano, anche nel regno delle ombre. (T. Mann)
Canzone: Ti vorrei sollevare - Elisa
Genere: Romantico, Fluff
Raiting: Giallo
Avvertimenti: One-shot
Introduzione:

« Paris, mon cheri. Proprio sotto la Tour Eiffel. Ricordo benissimo il sole alto, il venticello fresco e quel profumo di croissant... Era bellissimo. Davvero bellissimo. Quel giorno tuo padre ed io passammo una delle giornate più importanti della nostra vita insieme. »
« Maman, anch'io un giorno andrò a Paris?» Chiese la bambina, con gli occhioni lucidi e un sorriso speranzoso.

NdA: Mi sono presa la libertà di chiamare la bambina Ninfadora, in onore al personaggio. Il racconto è ambientato al 7° anno di Victoire, quando Teddy aveva già finito Hogwarts. La moto a cui mi riferisco era di Sirius, ma a quanto pare passerà ad Harry. Come novità, ho proposto il cambiamento di Teddy, il fatto che questa volta ha agito invece di subire le decisioni degli altri. Il monumento è la Tour Eiffel.

Paris, mon cheri

 

« "Di nuovo, questa giornata sarà orrenda." Questo era il mio pensiero, quando mi svegliai.
Mio padre non sopportava Teddy, e ancora non ho capito perchè. Forse era solo geloso della sua bambina, anche se ormai avevo diciassette anni ed ero maggiorenne. Teddy era un ragazzo calmo, tranquillo, aveva indubbiamente preso da suo padre, almeno così diceva chi aveva conosciuto Remus e Tonks. Sì, perchè a quanto pare a Ninfadora non piaceva il suo nome. Io non lo trovavo niente male. In ogni modo, Teddy non aveva ereditato solo la natura di metamorfomagus
da sua madre, sepolta sotto la pacatezza di Remus, c'era anche l'allegria e la frizzante vivacità di Tonks; ma fino a quel giorno non lo sapevo. Era Pasqua e, come tradizione, tutta la famiglia Weasley si sarebbe riunita dai miei nonni per pranzare insieme, e festeggiare una festa a cui quasi nessuno credeva davvero. Naturalmente, nonostante il profondo rapporto che Teddy aveva con zio Harry, non essendo un Weasley non era stato invitato; ma lui aveva ancora Andromeda, sua nonna, e sarebbe rimasto con lei. Nessuno sembrava mai notare la sua mancanza, nessuno aveva mai pensato di aggiungere due posti a tavola e invitare anche loro due. Tranne me, ovviamente. Una volta ne avevo parlato con mia madre, ma lei aveva detto che bisognava chiedere a nonna Molly, che aveva detto di parlarne con zio Harry, che mi aveva mandata da nonno Arthur, dicendo che la decisione era sua, in quanto proprietario di casa... era iniziato un passaparola enorme, e alla fine Pasqua era passata senza che Teddy e Andromeda sapessero nulla. D'altra parte, neanche Teddy aveva mai cercato di integrarsi maggiormente nella mia famiglia, era un ragazzo simpatico, ma non aveva mai preso l'iniziativa, neanche quell'anno. Avevo chiesto a papà di poter trascorrere la Pasqua con lui, ormai stavamo insieme da oltre due anni, anche se il vecchio Bill non aveva mai approvato quella relazione, così come le precedenti, brevi, storielle che avevo avuto. Senza nemmeno pensarci, la sua risposta era stata ferma e irremovibile: No. Disse che non mi avrebbe lasciata andare a casa di un ragazzo, il mio ragazzo, senza la supervisione di un adulto competente (a quanto pare Andromeda non contava, io e lei eravamo troppo simili perchè mi controllasse a dovere) e saltando, oltretutto, l'immancabile pranzo da nonna Molly. Io mi arrabbiai, ma non servì a nulla. Mandai un gufo a Teddy, chiedendogli di fare qualcosa, ma la sua lettera, breve e concisa, non fece che mandarmi ancora più sulle furie.

Mi dispiace amore, ma è meglio non far arrabbiare tuo padre.
                                                                                            Teddy

 

In quel momento odiai la sua calma, la sua totale incapacità di contraddire gli altri. Non sapevo che nel giro di poche ore avrei cambiato totalmente idea su di lui.
Per quanto quel giorno odiassi l'idea di andare dai nonni, e incontrare tutta la famiglia, non potei fare niente, se non prepararmi rancorosamente. Avevo indossato un abito rosso, arrivava al ginocchio ed aveva le spalline arricciate, con un'elegante scollatura circolare sulla schiena, lo avevo abbinato a delle scarpe nere, alte quasi quelle di mia madre. Avevo comprato quel vestito per Teddy, sicura che sarei riuscita a convincere i miei. Volevo essere bella per il mio ragazzo, volevo essere perfetta per lui, e mentre mi sistemavo i capelli, guardandomi allo specchio, pensavo "A che pro impegnarmi tanto, se poi sono l'unica a volere tutto questo?" Un'ora e mezzo dopo, ero seduta a tavola, spiluccando gli antipasti che aveva portato zia Audrey cercando di compiacere nonna Molly, a cui non andava ancora molto a genio. Il piccolo James, al mio fianco, ci stava raccontando animatamente di Martha qualcosa, la streghetta Corvonero per cui si era preso una cotta. Davanti a me era seduto zio Harry, che mi guardava con uno sguardo divertito, che con il passare degli anni avevo definito malandrino, da dietro quegli occhialetti rotondi, e cercava di nascondere un sorriso dietro al bicchiere di burrobirra che teneva in mano. Zia Ginny, accanto a lui, stava chiacchierando con mia madre e zia Hermione, ma ogni tanto la vedevo lanciarmi delle occhiatine. Cosa stava succedendo? Stavo per chiederlo a zio Harry, quando sentii un rombo lontano provenire dal cielo. Alzai la testa, insieme al resto della tavolata. Da est, lontano, grande come un chicco di riso, si vedeva avanzare qualcosa di nero. A poco a poco che quella cosa si avvicinava, riconobbi la motocicletta incantata di zio Harry. Ma se zio Harry era lì con me, chi la guidava? »
« Papà! » Una bambina dai capelli biondi e ricci saltò sul letto, battendo le mani e spalancando gli occhioni verdi.
« Sì, era papà! Ora posso continuare? » La giovane donna accarezzò la testa della figlia, rimettedola a sedere e sistemandola sotto le coperte. La bambina annuì, zittendosi all'istante.
« Non lo riconobbi subito. A quel tempo papà aveva i capelli azzurri, quel giorno erano neri. »

 

Mi hai lasciata senza parole

 

« Non me l'aspettavo, credevo che sarebbe rimasto con sua nonna anche quell'anno, mentre io sbuffavo con i miei parenti. Invece eccolo lì. Parcheggiò la moto a qualche metro dalla tavolata, con un abilità che non sapevo possedesse. Si avvicinò a noi con la sua solita aria tranquilla, che stavolta stonava un po' con la situazione in cui ci trovavamo. Mi sorrise, ignorando, o fingendo di ignorare, tutti gli altri. Poi parlò, e credimi ricorderò sempre quel tono sfacciato che non aveva nulla a che fare con la sua espressione. Disse: "Buongiorno gente. Vi faccio i miei auguri di buona Pasqua. Bene, ora se non vi dispiace, io e Victoire andremo a fare una piccola gita. Arrivederci." Mi prese per mano, aiutandomi ad alzarmi; ero davvero stupita, i miei movimenti erano assolutamente meccanici, guidati da lui. Nell'aria regnava il silenzio, poi nello stesso istante papà, nonno Arthur e zio Ron cominciarono a gridare. Solo in quel momento mi svegliai, e mi resi conto che stava succedendo davvero. Teddy era venuto a prendermi in moto, voleva portarmi via da lì, e sopratutto se ne stava fregando altamente dei rimproveri e delle urla che il suo gesto aveva provocato.

E questo è un raggio di sole,

un pensiero che si riempie

di te.

 

"Mi dispiace che non siate d'accordo, vi porterò un regalo per farmi perdonare." Avresti dovuto vederlo, era così bello, così sicuro di se. Sentivo di amarlo ogni momento di più. Salimmo sulla moto, per me era la prima volta, e sinceramente avevo un po' paura. Mi aggrappai alla sua camicia talmente forte che quando mi staccai era rimasta stropicciata. E quando arrivammo... dove mi aveva portata secondo te? »
La bambina si toccò il mento con l'indice, alzando gli occhi e concentrandosi a pensare; poi, sorridendo, esclamò « In una piscina con tante tante bolle e lo zucchero filato! »
Victoire rise, divertita dalla vivace mente della figlia, poi la corresse. « No, tesoro. Eravamo a Parigi. »

E l'attimo in cui il sole
diventa dorato
e il cuore si fa leggero
come l'aria prima che il tempo
ci porti via

 

« Paris, mon cheri. Proprio sotto la Tour Eiffel. Ricordo benissimo il sole alto, il venticello fresco e quel profumo di croissant... Era bellissimo. Davvero bellissimo. Quel giorno tuo padre ed io passammo una delle giornate più importanti della nostra vita insieme. »
« Maman, anch'io un giorno andrò a Paris?» Chiese la bambina, con gli occhioni lucidi e un sorriso speranzoso.
« Naturalmente. Non dimenticare che tu sei nata a Paris. »
Soddisfatta, la bambina tornò sotto le coperte, tirandole fino a coprirsi il mento.
« Bonne nuit, maman. »
« Bonne nuit, Ninfadora. » Sussurrò la donna, lasciandole un bacio sulla fronte e chiudendosi la porta alle spalle, dopo aver spento la luce.
Nella stanza buia, illuminata solo da una piccola fiammella azzurra, Ninfadora sognò quel principe azzurro dai capelli neri, che in sella ad una moto la portava a Paris, volando sopra l'oceano.
                                                                         

                                                                         * * *

 

« Ninfadora mi ha chiesto se la porteremo a Parigi. » Sussurrò Victoire, lasciando un dolce bacio sul torace del marito.
« Lo so. » Rispose Teddy, accarezzando i suoi lunghi capelli lisci e proseguendo con la mano lungo la schiena.
« Come lo sai? » Chiese la donna, alzando appena il capo dal torace di Teddy, smettendo per un momento di ascoltare il battito del suo cuore, guardandolo negli occhi.
I capelli dell'uomo assunsero una lieve sfumatura rossiccia, segno che l'imbarazzo si stava inoltrando dentro di lui.
« Hai origliato? » Avrebbe dovuto essere indignata, perchè origliare era sbagliato, sempre e comunque, ma ormai lo conosceva troppo bene, e lo amava troppo intensamente per riuscire anche solo a tenergli il broncio per poco più di cinque minuti.
« Passavo di lì per caso. » Questa fu la sola risposta che Teddy riuscì a darle.
Con uno sbuffo, Victoire tornò a stendersi su di lui, poggiando l'orecchio destro sopra al suo cuore.
« Che ne dici di quest' estate? Potremmo tornare all'hotel dell'ultima volta. Ci piaceva tanto... » disse, disegnando piccoli cerchi sul petto di Teddy; riportando alla mente le immagini nitide di come avevano trascorso la loro ultima vera vacanza a Parigi, prima della nascita della figlia. Fortunatamente erano maghi, ed avevano potuto lanciare incantesimi insonorizzanti alla loro stanza.
« Si, ci potrei fare un pensierino - disse Teddy, mentre le sue mani cominciavano a farsi più curiose, e i suoi pensieri più espliciti - che ne dici se rimandiamo la discussione a domani? »
Sorridendo, Victoire alzò il viso e lo baciò. Di nuovo. E poi ancora una volta, e un'altra ancora, finché i baci sembrarono non bastare, e le carezze sempre troppo poche; finché non furono di nuovo insieme, completamente insieme.

 

Noi cammineremo insieme, mano nella mano, anche nel regno delle ombre.

 

 

5° CLASSIFICATA AL “CITY CONTEST”
̴ Paris, mon cheri - _Aras_ 

Giudizio di _Alchimista_@
 
• Grammatica e sintassi 9.5/10 
• Caratterizzazione dei personaggi 9/10 
• Uso del pacchetto 9.5/10 
• Uso della citazione 3/5 
• Originalità 10/10 
• Stile 8.5/10 
• Gradimento personale 13/15 
• Canzone 1/1 
Per un totale di 63.5/71 

Bene, come di consueto partiamo dalla grammatica: non ho notato errori grammaticali, tuttavia la punteggiatura in alcuni punti reclama pietà. Hai praticamente ignorato l’esistenza dei due punti e del punto e virgola, sostituendoli con la classica, abusata virgola (alle volte preceduta ad un eccessiva “e” che già da sola avrebbe potuto adempiere perfettamente alle sue funzioni). Sia Victoire che Teddy mi hanno convinto abbastanza, cioè per quel poco che sappiamo li vedo davvero così; tuttavia, è l’atteggiamento ostile della famiglia Weasley ad avermi lasciata un po’ perplessa – soprattutto Bill. Va beh che non conosciamo il futuro di questi personaggi.. ma io non ce li vedo ad ostacolare a tal punto la loro relazione (da ciò deriva anche il gradimento personale). Ah, il monumento *-* che bello! Ottimo uno dell’oggetto! Il prompt non mi ha convinta al 100%... più che novità, forse, quello che hai descritto è un cambiamento.. ma, nel complesso, va comunque bene! Ottimo anche l’inserimento della canzone, mentre per la citazione avresti potuto fare di meglio: quella è profonda, molto… e messa lì, mi è sembrato un po’ riduttivo. Lo stile è buono.. forse un po’ troppo semplice, basso, in alcuni punti, ma nel complesso non è male! Insomma una bella storia, continua così! 

Giudizio di Bellis 
• Grammatica e sintassi 7/10 
• Caratterizzazione dei personaggi 9/10 
• Uso del pacchetto 7/10 
• Uso della citazione 4/5 
• Originalità 6/10 
• Stile 7/10 
• Gradimento personale 10/15 
• Canzone 1/1 
Per un totale di 51/71 

La caratterizzazione che hai dato ai personaggi in questo brano mi è subito piaciuta. Hai trattato della nuova generazione e lo hai fatto in modo plausibile. Anche sull'ortografia non ho nulla da dire, mentre la punteggiatura è un po' carente. 
Analizziamo, ad esempio, questa frase: 
Poi parlò, e credimi ricorderò sempre quel tono sfacciato che non aveva nulla a che fare con la sua espressione. 
Un modo a mio parere più sintatticamente corretto di formulare la frase avrebbe previsto questa costruzione: Poi parlò e, credimi, ricorderò sempre quel tono sfacciato che non aveva nulla a che fare con la sua espressione. 
Allo stesso modo, più in basso: 
Bene, ora se non vi dispiace, io e Victoire andremo a fare una piccola gita. 
Il fatto che dopo dispiace tu abbia inserito una virgola implica che tu apra l'inciso prima di chiuderlo... e la virgola dopo bene non si adatta allo scopo. Riformuliamo con: 
Bene; ora, se non vi dispiace, io e Victoire andremo a fare una piccola gita. 
Questi sono piccoli esempi delle "carenze" - diffuse più o meno in tutto il brano - che ho riscontrato in quanto a sintassi. 
Il lato della fanfiction che ho trovato, invece, decisamente inappropriato, riguarda l'uso della citazione scelta. Anche qui, è tutto completamente opinabile, per l'amor del Cielo... ma la frase a te fornita mi pareva un po' più adatta ad un brano drammatico, profondo, introspettivo, piuttosto che ad un racconto fluff che, alla fine, si risolve in un (grazioso, certo) flashback ed in una quieta dichiarazione di affettuoso amore. Il clima nostalgico e di impedimento, a mio parere, non giustifica affatto l'uso di una frase così solenne e pregnante come quella che ti è stata data quale spunto. 

TOTALE COMPLESSIVO 114.5/142 

 

   
 
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