Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: binca    25/07/2011    11 recensioni
Nella storia di ognuno di noi c'è l'estate che cambia la vita...
Forse, però, non sempre riusciamo subito a capire di quale si tratta.
Un salto indietro nel tempo e la consapevolezza di non aver fatto le scelte giuste, di non aver sposato l'uomo giusto...
Sono passati più di dieci anni da quando Clara ha visto l'ultima volta il suo amore estivo di ragazzina, ormai è sposata, ha un figlio di tre anni ed è incinta del secondo, ma una foto un po' sfuocata le fa battere forte il cuore e quelle farfalle nello stomaco che non provava più da tempo tornano a muoversi facendole prendere la decisione di fare una gita in montagna... li, dove tanti anni prima è stata felice come mai nella sua vita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CIAO A TUTTI ^^
QUESTA STORIA E' DEDICATA A QUELLA CHE PENSAVO FOSSE LA MIA MIGLIORE AMICA, MA CHE ALLA FINE SI E’ RIVELATA SOLO ESSERE UNA FALSA… 
ED ANCHE AD aronoeleee E A Vicky154ever  LE UNICHE CHE NON MI HANNO ABBANDONATA NEL MOMENTO DEL BISOGNO MA COSA PIU' IMPORTANTE, E STATA SCRITTA PER TUTTE QUELLE RAGAZZE CHE SI SONO RITROVATE SOLE E SONO STATE DELUSE DALLE PERSONE A CUI VOLEVANO BENE


 
 SEI UNA FALSA!


«Mamma mamma!» Urla mio figlio Edoardo correndomi incontro con un foglio in mano.
«Hey piccola peste che succede?»
«Guarda cos'ho trovato» risponde tutto felice, passandomi poi il materiale con le sue manine paciocotte. Sorrido e gli bacio la testolina, mentre lui, per tutta risposta si mette a parlare con la mia pancia che continua a crescere giorno dopo giorno.
«Ciao Jacopo, manca poco e ci potremo vedere, non vedo l’ora di insegnarti un sacco di cose perché questo è il compito del fratello maggiore». Sto ancora sorridendo quando il mio sguardo cade sulle carte ingiallite dal tempo che ero convinta di aver buttato via secoli prima.
Una foto un po' sfuocata raffigura due ragazzi abbracciati che devono avere all'incirca quattordici o quindici anni.
Tremante accarezzo i capelli castani di mio figlio e lo bacio dolcemente sulla nuca prendendolo in braccio.
Sono passati ben 12 anni da quando è stata scattata quella foto, da quando è trascorsa quella stagione estiva che per me ha rappresentato tutto.
Ormai ho 26 anni, un figlio di tre, tra pochi mesi avrò il mio secondo genito, ho promesso eterno amore all'uomo con cui sto trascorrendo i miei giorni e con cui passerò il resto della vita.
Eppure, un ricordo sempre acceso si fa strada dentro di me: il ricordo di un ragazzo dai lineamenti perfetti, dagli occhi azzurri, dai capelli castani e soprattutto dal carattere menefreghista.
Non l'ho mai dimenticato …
Nella storia di ognuno di noi c'è l'estate che cambia la vita e di questo ne sono più che convinta.
Nessuno a parte me si ricorda di lui, del mio primo grande e soprattutto vero amore.
Edoardo. Così si chiamava il mio principe all'età di quattordici anni. Edoardo come mio figlio.
Avevamo due anni di differenza, e a quel tempo eravamo troppo piccoli per capire che i nostri mondi erano uno l'opposto dell'altro, troppo diversi, troppo distanti fra loro. Tutti me lo dicevano, ma io non ci ho mai fatto caso e mi sono affezionata sempre di più a lui creando quel legame speciale che non sono mai riuscita a spezzare.
«Mamma, chi è quello della foto?» Domanda il bambino, mentre il mio cuore continua a battere sempre più forte.
«E' un vecchio amico.. » sussurro incerta, dirigendomi in sala da pranzo per farmi un caffè.
Erano anni che non ci pensavo, anni in cui avevo cercato di dimenticarlo per sempre. Anni dove avevo cercato di dimenticare quella fantastica e allo stesso tempo orribile estate per rispetto nei confronti di mio marito, ma soprattutto per rispetto nei miei confronti.
Con le lacrime agli occhi apro quel foglietto, quella lettera scritta al liceo che non sono mai riuscita a dargli per fargli capire che io a lui tenevo ancora. Una volta finito di leggere sono quasi in un mondo parallelo popolato da ricordi e sogni infranti. Sconsolata a con mille dubbi in testa, esco di casa e gironzolo per le vie di Venezia cercando di liberare la mente.
Voglio vederlo un ultima volta ...
Voglio capire cos'è per me ...
Quando torno a casa e giro le chiavi nella serratura, mi ritrovo ad osservare mio marito che gioca con il piccolo.
Rabbrividisco quando per la prima volta nella mia vita mi rendo conto di aver cercato più somiglianze possibili con la mia prima cotta, sperando così di poter riempire quel buco che da quando non ho più visto Edoardo, è sempre stato dentro di me.
Capelli castani, spalle larghe, faccia rotonda, pelle chiara ...
Tremo e mi avvicino a quella che ormai è la mia famiglia.
«Filippo, hai voglia di fare una vacanza?» Mormoro cercando di sembrare il più naturale possibile.
«Una vacanza?»
«Si..Una vacanza ... »
«Beh.. si.. credo di si.. e dove vorresti andare?»
«In montagna … » Capto che mio marito è sorpreso, gli ho sempre detto di detestarla, ma è arrivato il momento di tirare fuori la grinta e affrontare questa paura che da quando è nato, mi ha sempre impedito di portare mio figlio nei boschi, nei prati..
«Se ne sei sicura volentieri …» Risponde dopo un attimo di incertezza, mentre un sorriso a trentadue denti si dipinge sul mio viso. Non so se sia la cosa giusta da fare, non so se tutte le idee malsane che si stanno formando nella mia mente, possano essere sbagliate, so solo che da quando il mio piccolo uomo ha aperto quella scatola che tenevo nascosta nell’armadio, una ferita da poco chiusa, si è riaperta nel mio cuore.
 
***
UNA SETTIMANA DOPO
 
Quando intravidi il campanile verde, il mio cuore che già da un bel po' batteva forte, cominciò una gara funesta.
Rabbrividii nuovamente e pregai mio marito di lasciarmi in piazza con Edoardo, mentre lui andava a scaricare i bagagli nell'albergo poco lontano.
«Dove andiamo mamma?» Domandò il bambino stropicciandosi gli occhi, mentre io immobile cercavo le parole giuste per rispondergli.
«A trovare un mio vecchio amico» sussurrai poco dopo. Detto questo lo presi per mano e mi incamminai su per la salita, verso la casa dai muri gialli che all’epoca per me aveva rappresentato una meta sicura e accogliente.
Mai avrei pensato di tornare in quel luogo insieme alla mia nuova famiglia ed ora che ero li, mi stavo pure pentendo della mia decisione. Mi sembrava di essere osservata da tutti, ma capivo che quella, era solo un'impressione o almeno così speravo.
Edoardo si guardava intorno rapito da quell'ambiente tranquillo completamente diverso dal nostro di città. E come dargli torto?
Lui che tanto amava la natura, proprio come l’amavo io quando era piccola, lui che desiderava più di qualsiasi cosa avere un cane, rotolarsi nell’erba, fare il bagno nell’acqua ghiacciata di un fiume, finalmente si trovava nel luogo dove tutto ciò era permesso.
«Amore vai a guardare gli animali che ci sono in giardino» mormorai poco dopo spingendolo verso il retro della casa, prima di trovarmi a contemplare una porta verde. Non sapevo neanche se si era trasferito, se aveva cambiato paese o addirittura regione, con che coraggio mi presentavo alla sua porta?
A quel pensiero, dopo aver fatto un respiro profondo, con mano tremante suonai il campanello, neanche dieci secondi dopo, la porta si aprì facendo uscire un uomo trasandato, ma con dei lineamenti perfetti.
Sapevo che era lui, riuscivo a vedere i suoi capelli scuri, i suoi occhi azzurri.
«Posso aiutarla?» Domandò guardandomi dall’alto in basso con un sopraciglio alzato.
«Hem.. io...n...no.. anzi... sei.. si insomma, sei Edoardo?» Chiesi con il cuore in gola, mentre l'uomo, sempre più stupito annuiva.
Senza rendermene conto, seguii il mio istinto e mi trovai ad abbracciare la figura davanti a me. Il suo profumo dannatamente buono, la sua pelle dannatamente morbida, tutto era esattamente come dodici anni prima.
«Scusi ma ci conosciamo?»
Mi sorrise.
Cercai di ricambiare quel sorriso.
«Clara ti dice qualcosa?» Sussurrai, mentre le sue mascelle diventavano tese e le sue mani mi allontanavano frettolosamente da se.
«Ti avevo detto di non avvicinarti mai più a me, sei una falsa. Quante volte te lo dovrò dire ancora?» Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre la mia mente tornava a quella sera estiva di tanti anni prima.
 
 
"In giro con la mia migliore amica prendo il cellulare e scrivo un messaggio super veloce al mio ragazzo : " Hey ... Senti sta sera possiamo parlare con calma un attimo? Anche perchè da quel che ho capito, hai informazioni false.."
Sospiro e torno a parlare come se niente fosse con la mia accompagnatrice, sapendo benissimo che dalla risposta dipenderà il mio futuro con Edoardo.
" Parliamo, e vediamo cosa mi dici "
Questa volta sorrido, con la consapevolezza che se mi ha risposto così, non è tanto arrabbiato e forse, le voci che girano, non sono ancora arrivate al suo orecchio.
Per tutta la sera guardo l'orologio aspettando impaziente le nove e quando finalmente mancano pochi minuti, mi incammino verso la piazza dove lo vedo arrivare.
E' vestito come piace a me, felpa della BURTON verde chiaro, pantaloncini bianchi con contorni neri dell'ABERCROMBIE e cresta in testa.

 
  
 
Impacciata rispondo al suo saluto e lo seguo per spostarmi un po' dal gruppo.
«Allora? Cosa mi devi dire?»
Deglutisco e lo guardo negli occhi, mentre lui saltella da un piede all'altro.
«Si ecco, mi sono arrivate delle voci e si. non so da dove iniziare.. »
«Beh.. intanto dimmi che genere di voci» sbuffa lui facendomi poggiare con la schiena alla parete della chiesa
«Tipo che sto con Stoffy e che bacio tuo fratello.. »
«A beh, mi mancava che ti baciavi mio fratello! O meglio, mia mamma mi ha detto che tutte le volte che esce con te si fa la doccia, cosa che non fa quasi mai, si lava i denti, si mette il Gel,ma saranno tutte coincidenze vero?» Rabbrividisco, so che si sta arrabbiando ma con quale coraggio può incolparmi di baciare suo fratello, il mio nanetto che ha solo nove anni?
«Ora dimmi, in otto mi dicono sta cosa di Stoffy. Tu che mi dici?» Continua lui senza darmi il tempo di intervenire.
«Io ti dico che non è vero!» Sussurro, anche se dentro di me, vorrei dirgli che ho baciato il suo amico, non suo fratello, ma il suo amico si.
«Ne sei sicura? No sai perchè se fosse stata una o due persone ok. Però sono otto o nove!»
«Si, ma .. »
«Ma un cazzo! Tu sei una persona di cui mi fido anche abbastanza, però sei una e loro sono tante e per di più, di loro mi fido anche di più perchè sono i miei migliori amici».
«Si, ma..»
«Niente ma ti ho detto» sta urlando e questo mi fa paura. I suoi amici, con cui io non ho un bel rapporto ci osservano e io sono costretta ad abbassare lo sguardo, mentre le mie mani tremanti lo prendo per le tasche e lo attiro a me.
«Mi hai fatto le corna con Stoffy?» Nego nuovamente con la testa, mentre mi do della stupida da sola.
 Perchè l'ho baciato?
Perchè non ho fatto niente per evitarlo?
Il mio cuore batte forte davanti all'unico ragazzo di cui mi sia veramente innamorata.
Vorrei potergli dire che è uno stronzo, che si, gli ho fatto le corna e che l'ho fatto solamente per attirare la sua attenzione.
L'ho fatto perchè ultimamente il rapporto che avevamo non era un rapporto, era solo una presa in giro!
Se lui ci fosse stato quando ne avevo bisogno, se lui per una sera mi avesse messa davanti ai suoi amici, io non avrei sentito il bisogno di sentirmi amata da qualcun altro.
Era già tanto se mi salutava con un bacio. Che razza di relazione era quella?  
«Sei sicura?» Domanda nuovamente «Guarda che non è una scopata, se l'hai fatto ci hai messo cinque secondi non di più!»
«Non ho fatto niente te lo giuro!»
«Peccato che me lo dicano tutti!»
«Io non ho fatto niente!»
Deglutisco e lui fa lo stesso prima di lanciarmi un ultima occhiata e sussurrarmi un ok all’orecchio prima di baciarmi e abbracciarmi forte.
Impalata lo guardo avvicinarsi alla mia migliore amica che come avevo appurato pochi minuti prima, voleva parlargli.
Ero contenta, tutto sommato l'avevo messo sulla fase: "non so a chi credere" e questo voleva semplicemente dire che avevo ancora un po' di tempo prima che la verità saltasse fuori. Tempo per dirgli la verità, tempo per fargli capire le mie motivazioni fra una coccola e l’altra.
Stavo ancora pensando fra me e me, quando i due si avvicinarono nuovamente.
Come d’abitudine mi avvicinai prendendolo per mano, ricevendo però, per tutta risposta, un'occhiataccia come mai ne avevo ricevute e uno spintone che mi obbligò a rannicchiarmi contro lo steccato.
«Vattene, sei una falsa, vai da Stoffy che magari ti da qualcosa in più!» Mi urlò contro, mentre io lo guardavo a bocca aperta avvicinarsi e poggiare un braccio sulla spalla della mia migliore amica.
«Che .. che cosa hai fatto?» Domandai alla mora, che come se niente fosse mi guardò quasi sfidandomi.
«Cazzo, glie lo dicono in quattro non puoi negare!» E con quelle parole si allontanò insieme a quello che ormai non era più il mio ragazzo da pochi secondi.
Senza rendermene conto mi rannicchiai ancora di più alla staccionata cominciando a piangere.
Era finita un altra volta e a questo punto, non sarei più riuscita ad averlo indietro.
 L'avevo perso davvero e questa volta per sempre.
Sapevo che era così!
Per uno stupido errore, un bacio sbagliato, avevo perso le persone più importanti".

 
Quella era stata l'estate della mia vita, estate dove avevo perso tutto, dove avevo perso il mio ragazzo, dove avevo  perso la mia migliore amica, dove avevo perso tutta la compagnia, dove era finita la mia adolescenza.
«Sono passati dodici anni» urlai con le lacrime agli occhi osservando l’uomo davanti a me che mi guardava saltellando da un piede all'altro come faceva sempre quando era nervoso.
«Si, ma non è cambiato niente. Sei una falsa, lo sei sempre stata e sempre lo sarai».
Tremai a sentire nuovamente quella frase dopo tanti anni e con le lacrime agli occhi, mi attaccai alla porta per non cadere a terra, sperando ardentemente che le gambe non cedessero, mentre cercavo le parole per risponderli.
«Si ma.. » stavo per dire qualcosa quando il mio bambino mi corse incontro tutto arrabbiato.
«Mamma …»
«Si amore?» Chiesi prendendolo in braccio.
«Non ci sono animali la dietro».
«Mi dispiace piccolo, quando io venivo in vacanza qui, in quel giardino c’erano capre, conigli, cani, gatti e galline».
«Davvero? »
«Si.. direi proprio di si.. » mormorai ripensando al fratello di Edoardo che all’epoca aveva una piccola fattoria nel giardino di casa.
Stavo per continuare il discorso quando il mio piccoletto, si accorse dell'uomo che lo scrutava con interesse.
«E tu chi sei?»
«Io sono Edoardo e tu?»
«Anche io sono Edoardo» esclamò il piccolo tutto contento, mostrando i dentini bianchi bianchi.
Sentivo lo sguardo dell'uomo posato su di me, ma non avevo il coraggio di guardarlo. Aveva appena scoperto il mio segreto più grande.
«Gli hai dato il mio nome...»
«Non ti ho mai dimenticati...»
«Sono passati dodici anni...»
«Lo so...» dissi con le lacrime agli occhi.
«E non mi hai mai dimenticato?»
«E non ti ho mai dimenticato, già».
Per qualche minuto calò il silenzio, interrotto solo dalle macchine che passavano per la strada.
«Sai che giorno è oggi?» Chiese poco dopo.
«No... »
«E' la stessa data del giorno in cui noi due, tanto tempo fa ci siamo lasciati...»
«Dici davvero?»
«Si dico davvero. E ora, se non ti dispiace, vorrei fare questo» mormorò, mentre io girandomi di scatto mi trovavo con il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Terrorizzata lo guardai negli occhi.
Quegli occhi stupendi, azzurri, che per anni avevo desiderato mi guardassero nuovamente in una maniera speciale.
Sentivo il suo respiro sul mio collo.
Il mio cuore stava andando all’impazzata e saltava anche dei battiti.
In pochi secondi mi accorsi delle sue labbra che morbide si appoggiavano alle mie.
Per un attimo restai ferma, immobile.
Poi, dopo un attimo di riflessione, risposi a quel bacio che per tanto tempo avevo sognato.
«Mi sei mancato» sussurrai sprofondando le mie dita nei suoi capelli.
«Anche tu e comunque hai visto che sei falsa» affermò osservando il
bambino che ancora avevo in braccio.
«Cosa intendi dire?»
«Dico semplicemente che anche se sei mamma e per di più sposata, mi hai
baciato.. »
«Si, forse è vero».
«Però, su una cosa, non sei mai stata falsa, sui sentimenti che provavi e che provi per me»  disse poggiandomi un dito sulle labbra, mentre io stupita da quelle parole mi perdevo nel suo abbraccio.
« Forse hai ragione, ed ormai non possiamo più stare assieme».
«Mettiamola così allora... quello che ci siamo appena dati, era un bacio
d'addio».
Annuii e lo baciai nuovamente. Un bacio, sincero, appassionato e carico di emozioni, un bacio che aspettavo da ben dodici anni consapevole che il mio cuore, sarebbe sempre stato suo.
«Quell'estate non me la dimenticherò mai lo sai vero?» Sussurrò al mio orecchio mentre io annuivo.
«Lo so».
«Non mi dimenticherò neanche questa però...»
«So anche questo... »
«Immagino che saprai anche che ti amo e che ti amerò sempre» continuò prima di entrare in casa lasciandomi li fuori a constatare le sue parole.
Forse mi ero sempre sbagliata.
L’estate della mia vita non era quella trascorsa dodici anni prima, ma quella che stavo attraversando in quel momento.
E con quel pensiero mi incamminai ve
rso la piazza sussurrando fra me e me quelle quattro parole che mai sarei riuscita a dirgli: "Ti amo anche io"

 
CIAO A TUTTI !!!
SPERO CHE QUESTA STORIA VI SIA PIACIUTA...

NELLA VITA TUTTI FANNO DEGLI ERRORI, TRADIMENTI, BUGIE, SOTTERFUGI…
L’UNICO PROBLEMA E’ RIUSCIRE A METTERE LE COSE A POSTO
E NON CONFIDARE TALI SEGRETI ALLA PERSONA SBAGLIATA…
SOPRATTUTTO SE ESSA, PUO’, PER GELOSIA, ROVINARE TUTTO.
 
  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: binca