Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Zest    25/07/2011    0 recensioni
Ogni volta che andiamo in un museo, quando osserviamo un quadro ci soffermiamo sempre sul quadro in se, ma mai su ciò che sta intorno, a quella benedetta pittura...
FanFic classificatasi 2a al Contest [MiniOriginal Concorso] La Cornice e L’Invisibile
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Cornice o dell'Invisibile


Forse  è il mio destino…

Non che io ci trovi niente da dire, non mi posso lamentare, però…

Costretta sempre a limitare, a circoscrivere, a chiudere…

Che io sia in oro zecchino, o in legno dorato, che sia costruita in argento, acciaio o sia fatta del vile ferro… non lo so nemmeno io, molti mi reputano indispensabile, essenziale, quindi perché…

Perché non c’è mai una buona parola per me, un segno di riconoscimento, uno sguardo… un qualcosa che mi faccia sentire, come dire, considerata.

Io racchiudo al mio interno tramonti, stelle, riesco a tenere dentro il mio perimetro l’inafferrabile Amore, la giusta, cupa e triste Morte, posseggo al mio interno cultura e sapienza infinita, posso circoscrivere un attimo di eterno dolore, passione o gioia.

Al mio interno trovano spazio il tradimento, l’amicizia, il sacrificio e la vigliaccheria, la forza degli Dei decaduti, di quelli regnanti e degli uomini. Io contengo l’estro e il genio dell’umana natura.

Custodisco gemme preziose di unica fattura, cose che gli uomini ucciderebbero per avere.

Allora perché… perché io, costruita dagli umani e per gli umani, non ricevo nulla, ma vengo costretta dagli stessi miei creatori a scomparire… vengo relegata ad un ruolo di eterno sacrificio, di eterna sottomissione, di eterno silenzio.

Di eterna Invisibilità.

Solo perché sono una Cornice, un elemento trascurabile in confronto al quadro, ciò che c’è ma che non fa parte dell’opera d’arte, che nel conteggio del pezzo non appare, che agli occhi ammirati dell’amante non ha considerazione, valore, peso.

Invisibile.

Perché le Cornici sostengono, preservano ciò che ha valore, custodiscono e danno risalto, ma non sono…

Non sono e basta. Invisibili.

Pezzi di materia che sono cose sacrificabili, intercambiabili, il momento in cui acquistiamo valore è quello in cui siamo inutili al nostro scopo, vecchie e tarlate ci separano dal nostro protetto e ci mettono via.

Per preservarci, dicono. Quello che capisco io è che non sappiamo più raggiungere il nostro scopo e quindi non serviamo più.

Veniamo sostituite.

Semplicemente.

Perché siamo Invisibili.

E lo sappiamo. Accettiamo da secoli il nostro antico fardello e senza un lamento portiamo a termine ciò per cui siamo state create, sapendo perfettamente a cosa siamo condannate. Noi Cornici.

Eppure…

Eppure rimane sempre nei nostri cuori quella speranza mai sopita, che ci sussurra di non arrenderci, che ci fa trattenere il fiato quando un nuovo umano passa davanti a noi ed al nostro protetto, nella speranza che ci noti. Uno sguardo.

Ma ciò non accade mai…

Così il canto silenzioso delle Cornici si levava nel grande e famoso museo del Louvre, tentando di catturare, con un barluginio, un riflesso in più, l’attenzione dei milioni di visitatori che accorrevano da ogni parte del mondo per ammirare le inestimabili opere d’arte… non le Cornici che le contenevano.

Tuttavia un giorno una bambina, con un blocco da disegno in mano, si fermò davanti ad un quadro… per ammirarlo.

Veloce cominciò a disegnare tutta impegnata ciò che vedeva.

La Cornice strideva particolarmente con il suo protetto, che raffigurava una violenta scena di guerra.

Lei, in legno massiccio placcato in oro, rappresentava insieme l’uomo e la natura. Era rettangolare, posta per il lato corto, alla sua base erano scolpiti solidi basamenti di colonne gotiche, poste in misura a dir poco infinita, che si slanciavano in alto per tutti e due i bordi verticali in una longilinea ricerca di altezza, cambiando nel percorso la loro natura finendo per trasformarsi ognuna in un tronco nodoso e poi, in cima, in una chioma frondosa.

Finemente cesellata, un’immaginazione fervida avrebbe potuto veder agitarsi quelle foglie o avrebbe potuto sentire lo stormire del fogliame.

Eppure lei veniva sempre ignorata…

Una maestra si accostò alla bambina

-“Tesoro, cosa stai disegnando?”-

Tutta concentrata la bambina non rispose, indicò invece il quadro davanti a lei.

La maestra osservò la pittura, poi il disegno.

-“Non c’è mica bisogno di concentrarsi così tanto sulla cornice per disegnare il quadro, lo sai? Puoi anche solo abbozzarla”- spiegò premurosa

La bambina finì di disegnare, guardò soddisfatta il suo lavoro, poi guardò la maestra e rispose

-“Ma io non volevo disegnare il quadro”- e raggiunse il resto dei suoi compagni lasciando sorpreso l’adulto.

A quelle parole la Cornice ebbe un sussulto, mentre avvertiva distintamente l’indignazione del suo protetto, sentì dentro di se allargarsi un calore sconosciuto ma piacevolissimo, ci mise poco a riprendersi dallo stupore, poi prese a consolarlo, con un sorriso in più.

Quella sera, mentre i due guardiani di turno facevano il giro di ronda, venne illuminata da una torcia, casualmente.

-“Ben?”-

-“Cosa vuoi Jean?”-

-“Vieni un po’ qui”-

Sbuffando, l’uomo si accostò

-“Se è una delle tue solite impressioni da idiota francese ti caccio la torcia tu-sai-dove…”-

Jean alzò gli occhi al cielo

-“Vai a cagare, senti non ti sembra che questa cornice rispetto a ieri sera sia un po’, come dire, più frondosa?”-

Ben lo guardò stranito

-“Lo sapevo che era una tua nuova stronzata poetica. Amico mio ti do un consiglio: leggi di meno, a te fa male…”- e se ne andò bofonchiando.

Un’ultima occhiata alla cornice ed un ‘sarà, se lo dici tu’ tra i denti e poco dopo lo raggiunse anche Jean.

Le cornici di solito sono invisibili all’occhio dell’osservatore, lui è lì per il quadro…

 Le cornici di solito non vengono notate mai…

Beh, quasi mai.


Piccolo angolo dell'autrice...

Vi lascio con il giudizio ed il meraviglioso bannerino del contest!!!

Ditemi che ne pensate!!!

Zest

Grammatica, sintassi, ortografia e lessico: 7 / 10 
Sviluppo della trama: 9 / 10 
Caratterizzazione dei personaggi: 9 / 10 
Espressività: 8,5 / 10 
Originalità: 8,5 / 10 
Attinenza al tema e ai parametri posti: 10 / 10

Valutazione finale: 8,67 / 10
A livello di forma la storia contiene alcuni errori di vario tipo. Soprattutto però vengono usate tantissime virgole, di per sé non in modo sbagliato, ma rendono comunque il testo poco scorrevole.
A livello di contenuto ho trovato la storia piuttosto originale e con una buona espressività. La trama si sviluppa bene e viene data una buona importanza ai passaggi fondamentali, inoltre i personaggi sono caratterizzati bene (anche se avrei dato più peso alla bambina). Molto carino il passaggio finale dalla depressione acuta ad una nota di speranza… Confesso però che non sono d’accordo sulla visione che viene data delle cornici, da quel che ricordo delle mie scarse visite ai musei veniva sempre dato un occhio di riguardo anche a ciò che contorna il quadro, e io stessa vi faccio molto caso quando appendo qualcosa in camera mia!
Temi e parametri sono stati rispettati senza problemi, interessante la scelta di unire cornice e invisibile in questo modo. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Zest