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Autore: Querthe    27/03/2006    0 recensioni
Una mia personale interpretazione di come sia nata questa strana, strana Terra...
Genere: Drammatico, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla vista della Fortezza dell’Oscurità lo stomaco di Helen ebbe un sussulto, come qualcosa che l’avesse colpita dolorosamente. Dall’alto la costruzione appariva qualcosa di estraneo all’ambiente, che di per sé era comunque morto, formato come era solo da pietre nere e alberi rinsecchiti da un fuoco malvagio.
- Sembra un cadavere che aspetta di marcire! - commentò il suo compagno di volo, l’avvoltoio, una delle poche creature che sapevano o dovevano resistere in un luogo come quello.
- Già… - mormorò in risposta la giovane filiforme, mentre osservava tre macchie colorate che si stavano facendo strada tra le fila nemiche lentamente.
All’improvviso una sfera di fuoco esplose poco distante dalle sue compagne, e buona parte delle ombre che stavano attaccando Erika, Terry e Dany scomparve in un fumo dall’odore acre, che colpì il già provato stomaco dell’elfa, che scese a spirale sfruttando le correnti create dal colpo.
- L’avevo pensato che quella bipede aveva un carattere focoso… - Sogghignò l’avvoltoio, adocchiando un cadavere non del tutto carbonizzato e dirigendovisi. - Al sangue, proprio come li preferisco!
Helen lasciò il suo compagno con disgusto, decisa a fare anche lei la sua parte contro l’esercito ombra. Richiamò con i suoi poteri vari avvoltoi ed evocò uno stormo di aquile che iniziarono a creare scompiglio nelle già non ordinate schiere nemiche, oltre a fare alcuni danni, anche se non gravi quanto gli esseri terrestri di Erika o le raffiche di acqua che scaturivano dalle mani di Terry, aiutata da una piovra gigante che aveva trovato delizioso il profondo fossato della fortezza che dovevano espugnare.
- Ma non c’erano dei mostri carnivori, nell’acqua? - chiese l’elfa atterrando a due passi dalla giovane dai lunghi capelli azzurri che aveva appena finito di inondare alcuni mostriciattoli.
- C’erano, appunto… - Sorrise l’amica. - Il mio cucciolo aveva dell’appetito arretrato…
- Ricordami di non invitarlo mai a cena! - esclamò la giovane dai capelli rossi e ricci, che le incorniciavano il viso come un alone di fiamme, arretrando verso le altre due mentre un raggio di calore bianco schizzava dalle sue mani e faceva letteralmente terra bruciata di tutto ciò che incontrava. - Ma la volete finire di spuntare dal nulla, maledette bestiacce? - gridò rivolta a i nemici, che sembravano senza fine.
- Ti scaldi per un nonnulla, Dany. Dovresti avere più pazienza. - la rimproverò scherzosamente Erika, dando alle tre un passaggio su un massiccio elefante che si fece largo fino al ponte levatoio senza badare a quanti calpestava o alle urla di dolore e di ossa rotte che provenivano da sotto le pesanti zampe, inzuppate di un liquido nerastro e denso.
Come per magia, anche se sapevano benissimo che era solo una ritirata momentanea, tutti i nemici sparirono nelle ombre di cui erano fatti. Davanti alle quattro si stagliava la massiccia costruzione, nera come la notte ma molto più fredda. Le finestre erano come dei tagli rossi nella struttura, illuminati da torce fumose così come la cima delle quattro torri era rischiarata da bracieri.
- Ora come entriamo?
- Se provassimo a bussare, Terry?
- Non dire sciocchezze, Helen. Secondo te basta fare del rumore contro la porta e quelli ci aprono? Non è mica una gita di piacere…
- Fateci entrare, se ne avete il coraggio, o il Re nero è bianco di paura? - sbraitò Dany, piantandosi davanti al ponte levatoio con le mani ai fianchi e fare spavaldo.
- Non mettertici anche tu, per favore! - La rimproverò Erika, seduta comodamente su una pietra poco lontana. Un’ombra su una delle torri attirò per un istante la sua attenzione, subito spostata su qualcosa di molto più appariscente. - Non ci credo!
- Vedete che bastava chiedere. - disse allegra la ragazza dalle ampie e bianche ali spruzzate di azzurro cielo, vedendo che il ponte stava scendendo cigolando sulle enormi, incrostate catene che lo sostenevano.
Una volta entrate, titubanti e guardinghe, il ponte si richiuse così come si era aperto, senza che apparentemente nessuno lo governasse. L’interno era ancora più desolante che l’esterno, e altrettanto tetro. Oltre alla scala che saliva al camminamento di guardia, sembrava che l’unico altro accesso alla fortezza fosse una porta, bloccata da una figura incappucciata, che sembrava aspettare tranquilla che qualcuno si avvicinasse.
- Attente ragazze. - sibilò Helen.
Senza badare a quello che l’amica le aveva detto, Dany sferrò una palla di fuoco bianco addosso allo sconosciuto, che la saltò agilmente e la congelò a mezz’aria, facendola svanire in una nuvola densa di vapore biancastro che si dissolse lentamente, restio a lasciare l’aria ferma e pesante della costruzione.
- Un generale ombra. - brontolò Dany, sapendo che solo loro potevano annullare il suo potere, o contrastarlo con uno identico.
- Il Custode della torre nord, per servirvi, madamigelle. - Si presentò il giovane, vestito di una pesante armatura azzurro scuro e da un mantello che fece scivolare a terra con noncuranza. - Credo di non sbagliarmi a pensare che siate qui per salvare la principessa…
- Esatto. - Si fece avanti Erika, mentre accanto a lei si formavano due grandi pantere nere dagli occhi verdi come due smeraldi. - Tu cosa vuoi fare? Aiutarci o ostacolarci?
- Direi la seconda, visto che sono uno dei quattro generali che dovrete sconfiggere per raggiungere la vostra cara ragazzina. Comunque, non credo che gli altri miei compagni avranno il piacere di vedere i vostri delicati visi, se non dopo che li avrò staccati dai rispettivi colli e appesi fuori dalla mia porta.
- Ma io ti stacco…
- Dany, ferma! - Il tono della voce di Terry fece bloccare l’amica, che non l’aveva mai sentita così decisa. - Il piacere sarà solo mio.
- Oh, se non erro tu sei Terry delle Acque. Sei migliorata rispetto al nostro primo incontro, se sei viva adesso…
- Già! Ho un conto in sospeso con te, caro generale, e ho intenzione di farti… annegare… negli interessi!
- Parole sciocche, ragazzina! Credi di essere cresciuta solo tu, nell’utilizzo dei poteri? Credi che il mio re non mi abbia concesso dei favori così come la tua amata sovrana li ha concessi a te per divenire la Signora delle acque?
- Vedremo. Io di certo non ho utilizzato innocenti villaggi per esercitarmi nelle mie facoltà, uccidendo tutti quelli che trovavo sulla mia strada! - strillò con la voce rotta dal pianto la ragazza stringendo i lembi del suo vestito, azzurro acqua come i suoi capelli e trattenuto da una sola spallina sulla destra.
- Ancora arrabbiata per come ho trattato quelle quattro catapecchie dove abitavi? - la stuzzicò il cavaliere.
- E delle persone che le abitavano cosa dici? Quel giorno hai ucciso tutti, tutti…
- Non è vero. - Rispose duro lui. - Qualcuno si è salvato perché aveva delle potenzialità, anche se poi ha deciso di abbandonare il suo maestro per abbracciare la cieca fede nella Luce e nell’amore.
Helen fu percorsa dal significato della frase come da un fulmine. Ecco spiegato come Terry aveva ottenuto i poteri, e del perché in lei il Diadema non spariva mai, cosa che accadeva solo a chi il potere è stato imposto, così come finalmente capiva il perché un’umana avesse alcune caratteristiche fisiche proprie degli elfi, come le lunghe orecchie a punta e gli occhi vagamente obliqui.
- Ora hai capito anche tu, vero elfetta alata? - sussurrò Dany triste.
- Tu sapevi?
- Come ha ottenuto i poteri e perché aveva le caratteristiche principali di un elementale come te pur non essendolo? Sì. Ma non mi aveva mai detto esattamente come era iniziato il tutto. Avevo intuito che era vittima di un sortilegio di fusione, ma non ho mai osato chiederglielo.
- Tu non sei mai stato il mio maestro, Iceheart. Tu sei stato il mio aguzzino, e a volte mi domando ancora cosa non mi ha permesso di morire mentre mi trasformavi in quello che sono adesso. Non più umana, mai del tutto elementale…
- Il processo di fusione è stato doloroso, vero? Ma mai quanto quello che subirai adesso, quando ti strapperò il cuore ancora palpitante dal petto e lo congelerò come ho fatto con quello dei tuoi genitori.
- Che tu sia maledetto per l’eternità! - gridò furente Terry evocando un turbine di acqua dalle sue mani e facendolo schiantare sul corpo del generale oscuro, che apparentemente senza sforzo lo congelò con un gesto della mano guantata e lo fece crollare accanto a lui, dove iniziò a sciogliersi.
- Una magia potente, ma non serve contro chi te l’ha insegnata. O già non ti ricordi più?
- Certo che me lo ricordo. Gli incubi mi perseguiteranno per tutta la mia vita…
- Quindi non ancora per molto, forse una decina di minuti, non oltre! - si beffò di lei Iceheart mentre dalle sue dita partivano spuntoni di ghiaccio che furono fermati da un muro di acqua spumosa da cui emerse un enorme coccodrillo che si avventò su di lui.
Entrambi i contendenti erano ormai immersi fino alle caviglie nell’acqua e nel ghiaccio che si stava sciogliendo ad una velocità anormale. Le altre detentrici dei Diademi erano vicine, ma separate da Terry, sapendo che era una sfida personale, e loro non avrebbero dovuto intromettersi. Dany era silenziosa, e fissava la scena con occhi assenti, solo due fessure rosse perse nel volto dalla carnagione scura, quasi bronzea.
Era una situazione di stallo, visto che ogni attacco di uno dei due veniva fermato dall’altro, mentre l’acqua era ormai arrivata a formare una pozza profonda quasi mezzo metro che si estendeva per tutto il cortile interno del castello. Se Erika si era rifugiata all’asciutto evocando un cavallo e Helen era sospesa sopra le due amiche, Dany sembrava indifferente alla cosa, non accorgendosi che attorno a lei l’acqua ribolliva come se fosse stata in contatto con del ferro rovente.
- Circoscrivi l’acqua attorno al generale a e Terry. - sentì nella sua testa l’elementale dell’aria, spaventandosi mortalmente.
- Dany, cosa ci fai nella mia testa? - pensò stupita.
- A dopo le spiegazioni, ora fai quello che ti ho chiesto, orecchie lunghe…
- Ma…
- Fallo e basta, o ti arrostisco in questo istante! - le ordinò la voce nella sua testa.
L’elfa fece come le era stato chiesto, così che la massa liquida si concentrò lentamente, sospinta da un forte vento, attorno a Terry e al suo avversario.
- Cosa credete di poter fare, accumulando acqua vicino a me? - Le schernì il giovane, ormai sommerso fino al busto. - So nuotare, quindi scordatevi l’idea di affogarmi. Anzi, inizio a stancarmi, quindi la farò finita con tutte voi. Ma prima… - Puntò lo sguardo su Terry, che era circondata da varie murene e piranha che la difendevano con la vita e con i denti dalle armi ghiacciate che venivano lanciate da Iceheart. - tu assaggerai il mio vero colpo di grazia. Preparati ad avere i brividi, ti spedirò nell’Inferno ghiacciato.
Attorno a lui l’acqua si raffreddò abbastanza da mostrare alcuni cristalli di ghiaccio al suo interno, mentre la detentrice del Diadema dell’acqua si ritrovò ad essere scossa da profondi tremiti e ad avere le gambe rigide, non protette come il suo avversario da pesanti scarponi e dall’armatura ma solo da sandali molto leggeri collegati da un filo sottile ma resistente ai parastinchi bianchi accuratamente decorati con conchiglie e linee che avrebbero dovuto rappresentare corsi d’acqua.
- Recupera da qualche parte un elefante e tieniti pronta al mio segnale a togliere Terry dall’acqua. - ordinò la voce di Dany nella testa di quella della Signora della terra, che avvertì il dolore dell’amica, anche se non ne comprese il motivo.
- Sicura?
- Pensa a farlo e non farmi arrabbiare.
L’animale comparve accanto alla ragazza vestita con una pelle di leopardo, che a malapena le arrivava a metà coscia e pareva strappata a morsi sul fondo, proprio pochi secondi prima che il generale oscuro lanciasse il suo incantesimo.
- Ora! - gridò Dany.
Tutto avvenne in una frazione di secondo. L’elefante allungò il suo naso e avvolse il busto di Terry, che fu velocemente portata fuori dalla zona invasa dall’acqua. Dany smise di esercitare il suo potere di controllo del calore esattamente quando Iceheart liberò l’energia necessaria alla sua magia, che però ebbe un effetto inatteso, congelando istantaneamente tutto il liquido in cui si trovava e lui stesso, così che divenne una statua di ghiaccio che si frantumò sotto il suo stesso peso. La testa, fissata per sempre in una smorfia di dolore, rotolò accanto al piede di Dany, che la guardò con disprezzo, senza osarla toccare. Le quattro se ne andarono incitate dalla Padrona delle fiamme, che precedette le altre su per le scale in un fruscio di vesti rosse e oro, tipiche dei maghi di alto rango quando il Conclave esisteva ancora, prima di essere raso al suolo durante una sanguinosa battaglia che vide uccisa la quasi totalità dei fruitori di magia.

Una figura ammantata di nero comparve da una delle tante ombre che popolavano il cortile e si avvicinò al cadavere decapitato del generale oscuro, sfiorando con le mani guantate di nero il busto congelato.
- Povero Iceheart… - Cominciò con una voce suadente e calda come del velluto prezioso. - Sei stato imbrogliato e ti sei ucciso con le tue mani. - Rise spostandosi verso la testa poco lontana. - Non ti sei accorto che la maga stava trattenendo il tuo freddo con il suo calore, e che quando ha smesso il tuo stesso potere ti ha distrutto. - Con grazia raccolse la testa ancora coperta dall’elmo nero. - Ma consolati: non potevi accorgerti di quello che stava accadendo, altrimenti non mi chiamerebbero la Regina delle illusioni. E poi, ora il tuo stato rispecchia il tuo nome.
Gettò la testa a terra e si avviò nuovamente nell’ombra, dove scomparve in un lampo di luce subito avvolta da delle tenebre innaturali.
   
 
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