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Autore: Edelwise    25/07/2011    2 recensioni
Bellatrix si troverà ad affrontare una situazione molto difficile,Una cosa molto più potente dell'amore stesso.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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L'antico stemma dei Black si trovava sopra il camino collocato nella parte destra dell'enorme salone.
Era un biglietto da visita ben visibile a tutti, la prima cosa che si notava.
Brillava come se fosse fiero e il signor Cygnus Black, ogni volta che alzava il suo severo sguardo su di esso, tirava fuori il petto come orgoglioso.
Così come la signora Druella Black, che per le vie della città non toccava i piedi per terra e con molta superiorità si faceva largo tra la folla.
I Black era la famiglia Purosangue per eccellenza nel Mondo Magico, temuta e stimata da tutti i suoi abitanti.
Temuta, poiché con la comparsa di Lord Voldemort avevano appoggiato in pieno i suoi ideali.
Il signor Black aveva tre splendide figlie: Bellatrix, Narcissa e Andromeda.
Quest'ultima ripudiata dall'albero genealogico poiché si sposò con un semplice Babbano.
Narcissa, la bellissima secondogenita, invece era stata promessa in sposa ad un giovane rampollo figlio di un'altra famiglia di maghi Purosangue: Lucius Malfoy.
Bellatrix, la primogenita, aspettava che il suo destino si compisse.
Aveva appena finito il suo settimo anno ad Hogwarts e pensava ad un suo possibile futuro e nel mentre aspettava con ansia che un pretendente si facesse avanti per richiedere la sua mano.
Probabilmente quello era il giorno giusto, perché qualcuno la stava mettendo alla prova.
Nel soggiorno della sua famiglia c'era aria di novità.
Lo si percepiva subito.
Druella aveva fatto indossare a sua figlia l'abito più bello, quello per le grandi occasioni, fatto arrivare dalle sartorie più prestigiose del Mondo Magico.
Aveva raccolto la folta chioma in uno chignon, lasciando libero solo un piccolo ciuffo che le ricadeva sugli occhi, si era accomodata nella poltrona singola di fianco al camino.
Erano tutti nel salone,stavano aspettando un ospite che, non tardò ad arrivare.
Era un uomo sulla quarantina, pochi capelli in testa e due occhi verdi come lo smeraldo che avrebbero catturato qualsiasi ragazza avesse posato le proprie iridi su di esse, la pelle diafana e candida forse troppo lo rendevano curioso, ma per Bella era l'uomo più affascinante che avesse visto.
“Buona sera.” salutò appena le passò affianco.
La più grande delle Black fece un cenno con la testa per contraccambiare il saluto.
Era troppo giovane per lui, se lo ripeteva costantemente, ma la sua presenza era decisamente notabile probabilmente anche in mezzo ad una folla.
Era impossibile non guardarlo, ogni tanto riusciva ad incrociare il suo sguardo e a scambiare un sorriso con il loro ospite.
“Sono lieto di essere vostro ospite quest'oggi nella vostra umile dimora.”
“L'onore è tutto nostro” disse il signor Black facendo un breve inchino con la testa.
L'ospite sorrise poi voltò lo sguardo sulla giovane ragazza “ Suppongo questa sia vostra figlia.”
“Esattamente” rispose la madre “ lei è la nostra primogenita, Bellatrix.”
La giovane Black sorrise.
“Anche tu condividi i miei ideali?” chiese osservandola meglio e con sguardo serio.
La ragazza annuì.
“Possiedi una voce?Sarei curioso di sentirla.”
“Si” rispose la ragazza imbarazzata “ trovo che i suoi ideali siano decisamente impeccabili.”
“Oh ma che voce graziosa” si complimentò “ potrei paragonarla al canto degli usignoli.”
La ragazza divenne rossa in viso, l'ospite sorrise “ E dimmi Bellatrix come procedono gli studi?”
“Ho appena concluso il settimo anno ad Hogwarts.”
“Una studentessa brillante scommetto, oltre che una fiera Serpeverde.”
“Bella è sempre stata una bravissima studentessa, fiera nel portare lo stemma dei Serpeverde come tutta la nostra generazione d'altronde.”
L'uomo sorrise e si alzò “ Credo si sia fatto tardi, sono passato per una semplice visita, vi ringrazio per l'amabile chiacchierata” salutò i famigliari per poi voltarsi verso la ragazza “Arrivederci Bellatrix.” la salutò con un ultimo sorriso per poi smaterializzarsi.
 

***   

 
Il pomeriggio seguente era decisamente uggioso e tipicamente autunnale.
La pioggia cadeva a piccole gocce, controllata e fine.
Piccole goccioline che potevano paragonarsi a piccoli cristalli preziosi.
Bellatrix si trovava per le vie della città, diretta verso un negozio di libri, avvolta nel suo cappotto nero e il viso coperto da un cappuccio in modo che la pioggia non potesse sfiorarle il viso.
Appena mise piede nella libreria, si levò il cappuccio e una chioma fluente nera ricadde sulle sue spalle.
“Buona sera, signorina Black.” salutò il libraio.
“Buon pomeriggio, Alfred.” Salutò lei pacata “ il mio libro?”
Il commesso sorrise “ E’ arrivato stamane.”
Si allontanò per andare a prenderlo,dopo pochi secondi l’anziano commesso ritornò con in mano un vecchio libro, glielo porse e si allontanò per servire un’altra cliente e soprattutto per far si che la giovane Serpeverde ne potesse valutare il contenuto.
“Ci rincontriamo.” disse una voce maschile alquanto famigliare, si voltò.
“Buon pomeriggio, Lord” salutò con un breve inchino.
Lord Voldemort fece un cenno con la testa per poi sorridere non appena scorse il titolo del libro.
Il Giglio Bianco” osservò “ ti piacciono le letture romantiche?”
“Sono letture che accompagnano i miei desolati pomeriggi.” rispose educatamente.
“Capisco” disse avvicinandosi pericolosamente a lei e iniziando a girarle intorno “ sai le nostre letture rispecchiano il nostro modo di essere…la nostra anima, Bella”
La ragazza si sentì come in trappola, quella voce così bassa e delicata, quel respiro moderato, quegli occhi che la scrutavano come se potessero vedere oltre la sua stessa carne, come se esaminassero la sua anima.
Faceva fatica a respirare e a mantenere il controllo, poca salivazione e poche parole, ci sapeva fare con le donne, questo la Black l’aveva capito.
L’uomo si allontanò di un passo “Non ti ruberò altro tempo” disse infine “ arrivederci, mia cara.”
Si allontanò per qualche secondo.
“Lei l’ha già letto?” chiese immediatamente.
L’uomo sorrise di spalle per poi voltarsi serio. “Certo mia cara,lettura interessante.” Si voltò ed uscì dal negozio.
In quel momento sul volto di Bellatrix comparve un sorriso.
 

***   

 
Sotto l’ombra di uno dei tanti alberi del maestoso giardino dei Black, giaceva la ragazza che leggeva il libro che aveva acquistato qualche giorno prima in libreria.
“Finalmente ti ho trovata!” esclamò una voce maschile.
“Ciao Regulus.” salutò lei.
“Sempre attaccata ai libri.”continuò il giovane sedendosi al suo fianco, quest’ultima chiuse il libro guardando il cugino sorridendo “ Che ci fai qui?”
“Volevo sapere come stavi.”
“Una ragazza no eh?”
“E tu un ragazzo?” domandò maliziosamente “ ovviamente che non sia qualche personaggio di uno dei tanti libri che leggi.”
La ragazza guardò il cielo.
“Cos’è quello sguardo?”chiese il ragazzo.
“Che sguardo?” chiese confusa Bellatrix.
“Quello sguardo da spensierata, innamorata forse”una pausa “ Avanti Bella, sei un libro aperto…metaforicamente parlando” spiegò.
“Neanche sotto tortura” disse sorridendo.
Regulus si alzò, guardò la dimora dei Black come pensieroso “ Spero sia un Purosangue, non vorrei che Cygnus faccia una seconda sfuriata e bruci anche la tua faccia, nell’albero genealogico, oltre a quella di Andromeda e Sirius.”
“Andromeda è una sciocca, non paragonarmi a lei!” quasi urlò mentre lo diceva “ E Sirius…”
“Sirius se l’è cercata.” tagliò corto il giovane.
Guardò furente il giovane e si diresse a grandi passi verso la casa.
“Aspetta, Bella…”
 

***   

Lo fissava costantemente da un paio di minuti.
Candido come il suo colore, non aveva osato toccarlo per paura che al suo solo sfiorarlo potesse rivelarsi qualche magia oscura.
Era uno splendido giglio bianco, posato sul davanzale interno della finestra della sua stanza.
A renderlo ancora più meraviglioso, era un raggio di Sole che lo sfiorava delicatamente.
Una cosa molto strana, considerando il fatto che poco prima pioveva.
Come se il Sole avesse capito.
“E’ qui da poco prima che tu tornassi, Bella.”
“Cissy, la curiosità porta a cattive conclusioni.” rispose la sorella.
Narcissa si fece avanti stando ad un passo dalla sorella “ Passavo per caso e l’ho visto.”
“Sei una splendida bugiarda” si complimentò sorridendo.
“Perché non lo metti in un vaso?”
“Non so nemmeno chi me lo manda, non so cosa ci sia sotto…”
“E’ pulito come il suo colore.”s’intromise la bionda.
Una seconda risata “ Dovevo immaginarmelo che avessi già dato un’occhiata tu.”
La sorella sorrise, mentre Bellatrix prese in mano il fiore ma al suo contatto successe una cosa che lascio senza parole le sorelle Black.
Il fiore si trasformò in una pergamena.
“Mah…” esclamò Narcissa.
“Dovevo toccarlo io...” rispose piano l’altra, stupita guardando la sorella.
“Che…Che cosa c’è scritto?” chiese con voce tremante.
“Una mente come la tua può essere erudita con altri tipi di studi. Ti aspetto domani alla mia dimora, per la prima lezione. L.V.”lesse a voce alta.
Le iniziale avevano fatto scattare un campanello d’allarme nelle mente della ragazza, guardò la sorella che sorridendo rispose “ Sei entrata nelle sue grazie.”
 

***

“Non si rifiutano gli inviti di un Lord.” aveva esclamato Narcissa, ed era proprio per quello che lei quella sera si trovava di fronte ad un cancello: nero e semplice, non vi era neppure un minimo particolare che potesse distinguerlo da un comunissimo cancello.
Lo sfiorò appena e questo si aprì, lo spinse piano per entrare e lo chiuse a suo seguito appena mise piede all’interno del giardino per poi seguire un vialetto ricoperto di ciottoli.
Il rumore dei suoi tacchi che sbatteva contro i ciottoli infrangeva quel silenzio che avvolgeva la casa.
Si fermò un attimo per guardarsi: e se non fosse stata all’altezza?
Narcissa le aveva dato dei buoni consigli per quel primo incontro, ma lei era poco convinta.
Si guardò ancora per poi sospirare “Al Diavolo!” e riprese a camminare.
Si ritrovò di fronte ad un portone marrone, bussò e questo poco dopo si aprì.
“Hai accettato il mio invito.” disse una voce bassa in mezzo all’oscurità.
“Gli inviti di un Lord non si rifiutano, è maleducazione.”rispose composta, ringraziando mentalmente la sorella per quella frase ad effetto.
Ci fu una piccola risata, uno schiocco di dita e la stanza si illuminò appena.
“Benvenuta nella mia umile dimora.”disse l’uomo avvicinandosi.
“Onorata, Lord.”rispose lei con un breve inchino.
Lord Voldemort si avvicinò sempre di più alla ragazza.
Lei era tesa come una corda di violino, questo lo si percepiva dal suo sguardo e dal suo volto che portava un espressione dura e tirata.
“Stai tranquilla”continuò lui girandole intorno “ sei qui solo per un’amabile chiacchierata” confessò “ sai, credo che streghe con il tuo potenziale non ve ne siano molte.”si complimentò “ Ma io questo potenziale lo voglio sviluppare,lo voglio rendere unico, invidiabile…”
“Non la seguo…”interruppe la ragazza.
Il mago si fermò di fronte a lei, le prese la mano destra e iniziò ad accarezzarla “Voglio farti diventare la strega più potente e più temuta di tutto il Mondo Magico.”
Bellatrix capiva a stento quel discorso, cercò di mettere in ordine i pensieri “Ma…Ma è lei…il mago…” balbettò.
“E’ vero mia cara,ma ho bisogno di un braccio destro…prima di poter formare il mio esercito.”
La ragazza deglutì velocemente alla parola- braccio destro-.
“Allora accetti il mio invito, Bellatrix?”
La ragazza ci pensò su qualche minuto. Nella sua mente intanto la fantasia prendeva forma e si vedeva, rispettata e temuta da tutti. Il bramare di tutto quel potere l’aveva resa elettrica, non poteva rifiutare un’offerta così grande. Sfoderò il suo miglior sorriso, si rilassò “Accetto, Lord Voldemort.”
 

***  

 
Giorno dopo giorno, veniva istruita severamente e a dovere.
Faceva progressi ogni giorno di più, ogni sera al calar del Sole, ogni sera per diventare terribilmente paurosa agli occhi della gente.
Narcissa rimaneva sveglia per ascoltare di quegli incontri e di quei discorsi che facevano durante le pause.
Incontri clandestini agli occhi dei genitori, ma lei era decisamente convinta che tra loro due potesse nascere un forte legame che andava oltre ogni rapporto.
Forse un vero amore, quello sognato, sospirato, desiderato dalla più grande delle Black.
Ma ciò che Bellatrix non vedeva era il suo lato cattivo che stava prendendo forma, che sgusciava fuori dall’angolino in cui era nascosto, che prendeva possesso del corpo della ragazza trasformandola in qualcosa di nuovo, in qualcosa di terribilmente pauroso.
“Dove vai?” chiese una voce femminile, prima che Bella potesse aprire la porta per andare dal suo Maestro.
“A fare una passeggiata, madre” mentì.
Druella si avvicinò alla figlia, scostò una ciocca di capelli dal suo volto “ Sei bellissima.”
La figlia sorrise.
“Stai attenta, Bella, ti prego…Non cacciarti in situazioni più grandi di te.”
“Tranquilla, madre è tutto a posto.” uscì accarezzandole la mano.
Dopo averla chiusa vi voltò ad osservarla, la madre aveva capito.
Aveva capito che era in mischiata in qualcosa di grosso, ma non poteva tirarsi indietro.
Non poteva deludere lui.
 

***

 L’ennesimo pomeriggio passato a ripassare le formule e gli incantesimi che Lord Voldemort le aveva insegnato. Era eccitata al sol pensiero che anche quella sera avrebbe passato del tempo con lui.
All’improvviso fu chiamata di sotto, Narcissa aveva uno strano sguardo come indecifrabile.
I suoi tacchi riecheggiavano festosi nel silenzioso andito che portava al salotto.
Ma quando varcò la soglia, tutto prese una diversa piega.
Il padre stava chiacchierando con un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi verdi.
Bellatrix si fermò ad osservarlo per qualche secondo, era un vecchio studente di Hogwarts, se lo ricordava bene, appartenevano alla stessa Casa.
“Bellatrix!” esclamò il padre, contento di vederla.
“Padre.” fece un breve inchino.
“Mia cara, ti presento Rodolphus Lastrange.”
Il ragazzo si alzò e fece un delicatissimo bacia mano alla ragazza.
“Ha chiesto la tua mano in sposa” il tono di Cygnus divenne alto, come se fosse estremamente contento.
La ragazza sgranò gli occhi, guardò la madre che sorrideva contenta mentre Narcissa fissava il pavimento.
“Tutto a posto, mia cara?”
“Credo di non aver capito, padre.”
L’uomo sorrise “ Rodolphus sarà il tuo futuro marito e io vi do la mia benedizione!”
Il cuore perse un battito o forse due.
I suoi sogni si frantumarono violentemente e i pezzi caddero sonoramente, mentre schegge si infilavano nel suo cuore che piano piano cominciava a sanguinare.
Il respiro divenne più corto, quasi affannato.
La nausea fece capolino.
L’ira era pronta ad uscire stava in guardia ad aspettare il momento giusto.
Le lacrime premevano per uscire ma il suo orgoglio le ricacciò dentro e sfoderando il suo miglior sorriso affermò “ Onorata” seguito da un breve inchino.
Il ragazzo si avvicinò a lei prendendola per mano “ Sei bellissima.”si complimentò.
Sorride dolcemente e falsamente allo stesso tempo.
Appena il signor Lastrange se ne andò, si rifugiò in camera per poi scappare verso una sola meta: lui.
 

*** 

 L’aveva accolta in silenzio e fatta accomodare nei suoi salotti, con una tazza di the cercò di tranquillizzarla.
“Che succede mia cara?”chiese tranquillo.
“Sono preoccupata.”
“Questo lo vedo, anzi lo percepisco.”
Bellatrix sorseggiò il suo the.
“Bella, mia cara,dovresti sfogare la tua rabbia. Tenersela dentro divora solo l’anima.”
“Sono stata promessa in sposa.”disse subito guardano in faccia l’uomo.
“Capisco. E’ questo che ti preoccupa?”
“Sono stata promessa in sposa ad un uomo che non amo.”
Voldemort rimase in silenzio ad osservala.
Lei aveva posato la tazza sul tavolino alla sua destra per poi torturarsi le mani.
“Ami qualcun altro?” chiese.
La ragazza annuì in silenzio, abbassando lo sguardo.
“E questo qualcun altro potrebbe essere accettato dai tuoi?” continuò.
Bellatrix annuì una seconda volta.
“Perché tenerglielo nascosto allora?”
La più grande delle Black alzò lo sguardo, guardò il suo mentore e poi sopsirò “ Quell’uomo è lei…”
L’uomo sgranò gli occhi, reazione che non sfuggi alla sua allieva.
“Sono una sciocca!” esclamò alzandosi.
“Non sei una sciocca” la bloccò “ trovo il tuo gesto, estremamente coraggioso…confessarsi, esprimere i propri sentimenti…non è mai stato facile e tu lo hai fatto, non sentirti stupida, sentita coraggiosa…unica…”
La ragazza si risedette.
“Ti ho insegnato molte cose, mia cara: pozioni, incantesimi, strategie, formule e tante altre cose. Ma c’è una cosa che devi sapere ancora” continuò “ Io non provo sentimenti di nessun genere e tipo, specialmente in fatto d’amore…io non so cosa voglia dire amare…”
Altre schegge s’infilazarono nel cuore della povera ragazza.
“Sono stato concepito con uno stupidissimo filtro d’amore. Quasi per gioco.” ridacchiò “ quella stupida di mia madre, ingannò mio padre…e questo è il mio prezzo da pagare, una vita senza amore…ma possiamo anche farne a meno dell’amore Bella.”spiegò “ Io voglio fare di te, la strega più temuta del Mondo Magico. Non voglio renderti la mia amante, ma la mia servitrice più fedele.”
Bellatrix ascoltava in silenzio, un moto di orgoglio iniziò a invadere il suo animo.
“I tuoi genitori non mi avrebbero mai accettato…”
“Perché?” chiese in fretta.
Si alzò in piedi dandole le spalle “ Quello che sto per dirti scioccherà la tua mente…”
Anche lei si alzò.
“Sono un Mezzosangue.”
“Lord Voldemort sono costernata da ciò.”disse
“Non ho bisogno della tua compassione, mia madre era una sciocca attirata dai Babbani…”
“Meglio stare affianco ad un Mezzosangue per cui si prova amore che un Purosangue imposto.”affermò.
L’uomo si voltò sorridendo “Non lo manderai mai giù questo boccone amaro del matrimonio?”
“Mai” sputò lei.
La fissava per qualche secondo poi si fece più vicino a lei “ C’è una cosa però che non potrà mai distruggere il nostro legame, anzi lo renderà più forte, più forte anche dell’amore stesso.”
Gli occhi della ragazza si accesero “ E cosa sarebbe?”
“Sei disposta a tutto?”
“Qualsiasi cosa” disse lei “ Anche la sua umile servitrice, se questo mi facesse stare accanto a lei per tutta la vita.”
Si avvicinò ancora di più e prese in mano il braccio sinistro, spostò la stoffa nera poi la guardò negli occhi
“ E’ il prezzo da pagare per amore.” soffiò puntando la bacchetta e pronunciando una sola parola: “Morsmordre!
 
 
 

  
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