Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Root    25/07/2011    6 recensioni
[Sam/Frodo *impl*]
Sam non aveva progettato nulla. Non aveva mai pensato seriamente al momento in cui si sarebbe recato ai Rifugi, sarebbe salito su una di quelle splendide navi elfiche e sarebbe partito, sparendo per sempre dalla Terra di Mezzo. Semplicemente il momento giunse.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frodo, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: After
Personaggi/Paring: Frodo Baggins; Samwise Gamgee; Sam/Frodo
Avvertimenti: One Shot; Introspettiva; Slash
Note: Ahimè, non potevo non scriverla! Finito di rilggere il libro ho pianto, come una fontana, e finito di rivedere il film misono sentita triste come mai, quindi ho dovuto farlo u.u Nel libro più ti fa capire che Sam un giorno andrè ad Ovest, ma nel film è come se non potesse farlo, poichè quella che aprte è l'ultima nave ç_ç Quindi ovviamente faccio riferimento al libro ^^
Lo slash potete vederlo così come potete non vederlo; ho messo l'avvertimento perchè l'ho scritto con quell'intenzione. Ma diciamo che il legame che in questa fic lega Sam e Frodo è presente anche nel libro, quindi non saprei (tanto per me quel libro è slash all'estremo XD). Ho usato uno stile diverso, più simile a quello usato nel Silmarillion, è devo dire di essere abbastanza orgogliosa del risultato ^^ Spero possa piacervi!! *^*

After



"-Dove state andando padrone?
-Ai rifugi, Sam.
-E io non posso venire.
-No Sam. Non ancora, comunque, non oltre i rifugi. Benche' sia stato anche
tu Portatore dell'Anello, per poco tempo. Forse verra' la tua ora. Non essere troppo triste, Sam. Non puoi essere sempre lacerato in due. Dovrai essere uno e sano per molti anni. Hai tante cose da godere, da vivere, da fare."



Sam attese a lungo che la sua ora giungesse; aspettò con pazienza, senza alcun bisogno di affrettare il tempo, di poter raggiungere il suo padrone. Desiderava seguire il suo ultimo, saggio consiglio, e smettere finalmente di essere lacerato in due. Visse la sua vita, la vita che si era scelto, con sua moglie e i suoi amati figli e, così come Frodo aveva detto, fu uno e sano per molto, molto tempo.
La sua vita fu felice come poche altre, eppure Sam poteva sempre avvertire qualcosa nel suo cuore, un piccolo spazio vuoto, incolmabile da tutto ciò che possedeva. Lui sapeva bene cos'era, ed imparò a conviverci, tirando fuori da quel vuoto i ricordi di un' esperienza che sembrava ormai lontana molte Ere, che pareva essere irraggiungibile. E alle volte, mentre guardava il Libro Rosso sistemato sulla scrivania, si stringeva il petto, sentendo che poteva piangere come ormai non faceva da molto. Quindi tirava un lungo sospiro e si tratteneva; richiamava alla mente l'immagine del suo padrone, così come lo ricordava, e mostrava a lui e a se stesso uno dei suoi sorrisi migliori.
Riuscì a convivere felice con tutto ciò ma, sebbene questi pensieri rimanessero sempre vividi dentro di lui, gli pareva che appartenessero ad un sogno, qualcosa che, più passava il tempo, più sbiadiva.
Sam non aveva progettato nulla. Non aveva mai pensato seriamente al momento in cui si sarebbe recato ai Rifugi, sarebbe salito su una di quelle splendide navi elfiche e sarebbe partito, sparendo per sempre dalla Terra di Mezzo. Semplicemente il momento giunse.
Quando Rosie morì, e lui era ormai vecchio, sentì che più nulla lo tratteneva, che non c'era per lui, più nulla di tanto importante da impedirgli di andare. In realtà in quel momento si affollarono in lui tanti sentimenti, confusi e contrastanti; lo stesso Sam non fu mai in grado di spiegare esattamente il suo stato d'animo. Era ad un tempo come se il mondo fosse privo di ogni colore e ne fosse tinto di nuovi. Era triste, stringeva la mano della moglie, non volendola lasciare andare, ma si sentiva al contempo come se gli fosse stata donata una sorta di libertà. E, semplicemente, seppe che era arrivato il momento, per lui, di partire, di abbandonare la terra che era stata la sua casa, ed intraprendere il suo ultimo viaggio. In cuor suo sperava -anche se sapeva che era una speme vana- di poter ritrovare, al di là del mondo, anche la sua Rosie.
Così partì, e mettere piede su quella nave, fu per lui una sensazione strana, ma tra le più belle che avesse mai provato. Mente il vento soffiava tra i capelli bianchi, si sentiva come rinascere, come se potesse, con una scrollata di spalle, far cadere tutti gli anni che pesavano su di lui. Il viaggio fu altrettanto strano; durò secoli e durò un istante, Sam si rendeva ora conto di star andando in luogo in cui il tempo non esisteva, almeno non nella concezione di un Hobbit.
Quando giunse sulle bianche sponde, Frodo era lì, come se per tutti quei lunghi anni si fosse recato in quel luogo ogni giorno, ad aspettare l'arrivo di una nave che gli portasse il suo Sam. Eppure Sam era certo non fosse così; allo stesso modo in cui lui era stato consapevole che sarebbe partito, Frodo aveva capito che sarebbe arrivato.
Sam trovò il suo padrone bello come quando lo aveva lasciato, anzi molto, molto di più. Era una bellezza quasi elfica, ma lontana da quella degli elfi; Sam pensò che non ci potesse essere nulla di più bello di lui in quel momento. Gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo, sentendo lacrime di gioia salirgli agli occhi e lasciando che sgorgassero fuori, come un fiume in piena. Frodo gli prese il viso tra le mani e gli baciò la fronte come aveva fatto quando si erano detti addio. Sam avrebbe potuto rimanere così, in una gioia eterna, legato al suo padrone col desiderio di non separarsi mai più da lui.
L'Hobbit si sentì tutt'a un tratto di nuovo giovane, colmo di vitalità come forse non era mai stato; tutti i suoi anni gli caddero giù dalle spalle, lasciandolo libero di vivere ancora.
Passeggiarono a lungo, lui e Frodo, attraverso prati sempreverdi inondati di una luce chiara ed intensa di una perenne aurora, alle volte parlando alle volte in silenzio. Sam all'inizio gli raccontava di come erano andate le cose nella Terra di Mezzo da quando lui l'aveva lasciata; di Re Elessar, della Contea, dei suoi viaggi, di Merry e Pipino e della sua numerosa famiglia. Frodo ascoltava, felice di sentire nuovamente parlare della terra su cui aveva vissuto e che era stata la sua casa, riuscendo finalmente a non avvertirla più tanto lontana. Non era come se provasse nostalgia; certo gli mancava, ma non desiderava tornarvi. Era come un bambino che desideri dormire ma non voglia abbandonare la magnifica luce del mattino.
Frodo mostrò a Sam quelle terre, il Reame Beato di cui parlavano tanto le antiche canzoni; Sam rivide Gandalf, Galdriel, Elrond e tutti erano come quando erano partiti, eppure molto diversi. Alle volte Gandalf si accompagnava a loro, ridendo più spesso di quanto non parlasse.
Ma di solito erano soli, camminando mano nella mano in un mondo immenso e perennemente giovane, in cui il male non esisteva e la beatitudine era eterna. Entrambi sarebbero riusciti ad andare avanti anche solo grazie alla presenza dell'altro, e quel contatto di mani che mai si allentava, come se avessero paura di perdersi ancora, ma sapessero che non sarebbe mai potuto accadere. E mentre stesi sull'erba fresca e morbida, Sam tratteneva tra le sue braccia il corpo minuto di Frodo che si stringeva a lui, pensavano che doveva essere quella la vera felicità e che per loro quel Reame era Beato solo perché vi erano entrambi.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Root