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Autore: Mantheniel    26/07/2011    3 recensioni
Ok...Prima di tutto mi scuso per questa OS, perché non so come verrà fuori, ma dopo aver visto lo sneak peek della 4x01 del Comic Con dovevo in qualche modo sfogare quello che avevo dentro, e buttarlo su carta è parsa la soluzione più adeguata. Le parole sono le prime che mi sono venute in mente, e, anche se le ho limate un po’, non so come la OS sia venuta, dato il trambusto che ho in testa, spero, comunque, che piaccia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio questa canzone come sottofondo ---> http://youtu.be/gg4zxY1vF1w

Scendendo dall’auto, la prima cosa che Castle fece, fu quella di individuare dov’era l’ambulanza, e di correre immediatamente verso la barella che veniva fatta entrare di fretta e furia dentro all’ospedale, circondata da vari paramedici. Kate… Avvicinandosi vide che Lanie era tra loro, ed uno strano sentimento si impadronì di lui. Momentaneamente, e quasi impercettibilmente, Castle si sentì geloso. Kate era sua, era lui che doveva starle vicino, perché Lanie?nessuno oltre a lui poteva starle accanto. Ma poi si riscosse subito. Ma che discorsi erano?era diventato scemo?probabilmente sì. Lei era sua amica, nonché medico; avrebbe potuto essere indiscutibilmente molto più d’aiuto di lui. Kate, aspettami! C’era quasi, così vicino…la barella era a pochi metri da lui, poteva sentire le voci di Lanie e dei paramedici. Se solo fosse riuscito a raggiungerli! Ma voleva davvero vedere? voleva davvero rivedere Kate in quello stato? voleva veramente percepire quanto debole fosse la sua vita ora, quanto sangue avesse perso, su che filo sottile fosse appesa la sua vita, quanto di lui fosse morto? Il terrore muto che gli serrava il petto in una morsa ferrea, quel vuoto pugno che ora riempiva totalmente il suo petto, rendendogli difficile quasi il respirare, erano la risposta. Sì. Avrebbe  voluto esserle vicino a qualunque costo, sempre. Era così stanco che non sapeva neanche se correva o arrancava. La sua visuale era occupata dalla barella che andava avanti per il corridoio bianco, e le voci dei medici gli echeggiavano nella testa, creando un coro di parole che si intrecciavano tra loro formando frasi senza senso. I toni concitati lasciavano spazio a poca fantasia, e le mani di Lanie, di un altro paramedico erano sporche di…no, no…Sentì Lanie parlare a Kate “Tu non morirai, Kate Beckett!Tu non morirai, capito?” Morire? No, Kate, no. Per favore Kate, pensa alle persone che ti amano, pensa a me, si, pensa a me, e lotta, per favore non andartene Kate. Ascoltala, ascoltami, non arrenderti. Per favore…come faccio a farti sentire che ho bisogno di te?come faccio ad essere con te ora?Non andare…corri Rick, corrì, la barella è lì, vai. Ma poi Castle sentì la frase. Quella frase. “Ha perso i segni vitali proprio davanti a noi”. No. No. No. La sua mente andò temporaneamente in bianco, poi un urlo che avrebbe potuto radere l’intero ospedale a terra si espanse nella sua testa, dal momento che nessuno si voltò dalla sua parte, ma dato che nessuno l’avrebbe fatto comunque, dato che lui era niente e lei tutto. No. Non poteva essere. Kate…non rivederla più, non rivedere più le sue occhiate ironiche, non sentire più la sua voce, quel tono che prendeva ogniqualvolta pronunciava il suo nome; non vederla più davanti alla lavagna dei casi, niente più caffè alla mattina, finito tutto. Il suo sorriso, le sue lacrime, i suoi modi di fare un po’ schivi. Lei. L’eternità in un attimo passò davanti agli occhi di Castle, che per la seconda volta nello stesso giorno si ritrovò a camminare in un mondo sfocato e sobbalzante. Quello che era accaduto aveva scosso le fondamenta stesse del suo mondo, che ora andava sgretolandosi, trascinandolo giù. Stupide lacrime!voglio vederla, voglio stare con lei, fatemela vedere, fatemela toccare. Via! Oh Kate..così forte e così fragile. Perché l’ho permesso? E’ colpa mia, colpa mia!  Kate…stai qui, Kate, per favore. Quelle parole non erano vere, lei non era morta, lei non poteva essere morta. Kate! Il suo petto vuoto cercava lei, la sua presenza, il suo calore;  era come se una forza immensa lo stesse tirando verso la barella, verso la persona che vi era stesa sopra. Voleva sentirla contro di lui, voleva percepirne la presenza, voleva sentire che lei era ancora reale, e che non se ne sarebbe andata, voleva lei. Gli era così difficile respirare che Castle dovette diminuire l’andatura della sua corsa claudicante. Si appoggiò un attimo ad una parete, inutilmente. La sua stanchezza non aveva a che fare con niente di fisico. Kate non morire, Kate vivi, Kate non portarmi via con te. No…Riuscì a intravederle il viso. Così bella. Sulla barella pareva dormire profondamente, senza problemi, il viso sereno come forse non era stato da molto tempo, nessuna traccia dell’orrore e della paura che Rick le aveva visto negli occhi  negli ultimi momenti. Castle aveva voglia di urlare. Kate, Kate, Kate, svegliati. Ti ricordi? Sono io il tuo compagno fedele, la tua spalla! generalmente sono proprio quelli come me che vengono uccisi, vero? Ti ricordi?me lo hai detto tu..e perché ora tu sei lì, ed io qui? Dovrebbe essere il contrario, Kate. Non andartene, non lasciarmi. Kate. Non sai cosa darei per poter essere io lì, ed averti salva. Tra tutte quelle mani che ti premono la ferita, Kate, c’è anche la mia. Non è fisicamente lì, ma la mia anima ti segue Kate, e si impegnerà in qualsiasi modo per farti sopravvivere. Quell’alito di vento che ti segue, quell’invisibile presenza che ti accompagna sono io, stringimi la mano e stai con me, Kate. Resta con me, ritorna. Aiuto…non voglio morire. Aiutami Kate. Io ho bisogno di te.

Davanti a lui vide Lanie fermarsi. La sua mente non capì il perché, ma evidentemente una parte del suo cervello aveva immagazzinato la cosa, perché non gli parve strano; o forse era talmente al di là di qualsiasi emozione che ormai niente lo poteva più sorprendere. Castle si fermò poco dietro la dottoressa che guardava la barella allontanarsi nel corridoio bianco. Kate non te ne andare. Non voglio lasciarti andare. Ho paura di quello che potranno farti, ho paura di quello che tu potrai farmi. Sei sola Kate, ed io voglio essere con te. Se potessi ti cullerei tra le mie braccia, ti sussurrerei che va tutto bene, mi prenderei cura di te…ma…è proprio questo che non ho fatto, è proprio per questo che sei lì. Kate io non voglio lasciarti andare, per favore non lasciarti andare. Non sfumare nel bianco, fai battere il tuo cuore, aggrappati a me, graffiami, ancorati, scorticami, tutto purché tu rimanga con me. Basta che non te ne vai. La barella è ora lontana, scompare in un altro corridoio, ed io ormai non ti vedo più. Sento un enorme peso calarsi definitivamente dentro di me, ma mi rifiuto di arrendermici. No, Kate. Non volare via.
  
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