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Autore: epiclove_    26/07/2011    9 recensioni
"Ginevra te lo prometto. Questa non sarà l’ultima volta che ti terrò stretta a me."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I love the way we used to smile

'no regrets, the don't work'


Due ragazzi stretti  per mano camminavano affannosamente lungo il prato.
Lui, alto e biondo, stringeva la mano di lei, più bassa e con lunghi capelli rossi.
Entrambi erano sporchi e feriti; i vestiti impregnati di sangue, lacerati.
Iniziarono a correre, sfidando il suolo fangoso.
La ragazza continuava a voltarsi indietro, tenendo stretta la propria bacchetta.
Lui, non avendo una meta precisa, avanzava ansiosamente cercando riparo.
- Draco lì, la stamberga! -  disse al ragazzo indicando una catapecchia poco distante.
Il biondo annuì e prese a correre verso il punto indicato dalla ragazza.
Lei, meccanicamente, si girava ogni 5 secondi indietro per paura di essere inseguita; ciò che vedeva a malincuore, 
nonostante fosse notte inoltrata, era un bagliore rosso accecante provenire dal castello che illuminava tutto, perfino la foresta.
In lontananza si udivano urla strazianti, uomini e donne che scandivano malefici ed esplosioni.

La battaglia di Hogwarts. Tra bene e male. Tra giusto e sbagliato.

Giunsero ai piedi della stamberga strillante e vi entrarono.
Notarono con piacere che era deserta.
Si sedettero per terra e Draco abbracciò la ragazza, avvinghinandola a se come a volerla trattenere da qualcuno o qualcosa che gliela stava portando via.
-Ho paura, Draco. – sussurrò lei e il viso le si innondò di lacrime.
-Lo so Ginny, lo so. – rispose lui, stringendola se possibile ancora più forte.
- … e tutto questo perché? Perché? Mio fratello è morto, molti dei miei amici sono in fin di vita e io non posso neanche…  stringere a me il ragazzo che amo per l’ultima volta solo perché… 
perché FIGLIO DI UN MANGIAMORTE!!! – urlo lei in preda ai singhiozzi.
Draco guardò intenerito la ragazza e le baciò la fronte.
-Te lo prometto amore mio… stasera ce la faremo. Insieme. Non mi interessa quanti mangiamorte dovrò uccidere. Non mi interessa se dovrò pubblicamente tradire mio padre e unirmi a voi. 
Non mi interessa se dovrò scontrarmi io stesso con il signore oscuro. Non mi interessa nulla. 
Io voglio solo che tu stia bene, che nessuno ti faccia del male e voglio stare con te alla luce del sole… in un mondo dove non gliene frega niente  a nessuno di chi sei figlio… a chi devi la tua lealtà.
Ginevra te lo prometto. Questa non sarà l’ultima volta che ti terrò stretta a me. –

Ginny annuì e baciò il ragazzo dolcemente. Lo amava da impazzire, niente contava più.
Quelle parole.  
I due si guardarono negli occhi.
Gli occhi azzurro ghiaccio del biondo si intrecciarono in uno sguardo innamorato con quelli castani della ragazza.
Era come se fossero sospesi un mondo parallelo. Le grida, il freddo, il dolore delle ferite sgorganti sangue. Più nulla, non contava nulla se non la presenza dell’altro.

Si ribaciarono. Questa volta però con passione.
Entrambi avevano mentito. Sapevano benissimo che quella poteva essere per davvero l’ultima notte passata insieme.
Fuori c’era una guerra e entrambi rischiavano la vita.
Draco con delicatezza inziò a spogliare la ragazza; le tolse il caridgan ormai lacerato e bucato e poi le sfilò la camicetta sporca di sangue. Lei fece lo stesso con lui.
Gli accarezzò il petto, gli addominali.
Era bellissimo pensò Ginny. Draco, il suo Draco.
Si ritrovarono ben presto nudi a fare l’amore.
C’era passione, c’era amore.
Le loro mani erano intrecciate. I loro occhi non smettevano di scamabiarsi sguardi di intesa.
Ansimavano e si volevano come non mai.
La mente di Ginny lavorava febbrilmente. Ricordi. Quanti ricordi. Bellissimi.


Gli incontri clandestini, la loro prima volta, tutte le bugie dette per incontrare il ragazzo di nascosto.
E poi il giorno che si accorse che quella non era solo una cotta. Era innamorata.
L’amore folle, quello che lacera dentro, quello che ti fa urlare di gioia, quello che ti fa fare delle pazzie.
L’amore vero e sincero.
Le promesse. Di una vita insieme, fuori dalla scuola, lontana dalle famiglie che di certo non avrebbero approvato. Lontano dalla guerra, dai mangiamorte e dall’ordine della fenice.
Una vita, insieme.


Un  turbinio di emozioni e pensieri avvolse il cuore di Ginevra.
I loro corpi erano in armonia, intrecciati in quell’atto d’amore che non era mai stato più intenso e potente.

Poi rimasero li. Abbracciati e distesi per terra avvolti dai vestiti insanguinati e da una coltre di polvere che ricopriva il suolo ghiacciato. Freddo, come l'aria, come l'atmosfera che li avvolgeva.

-Ti amo Ginevra. Ora come non mai ho qualcosa, qualcuno  per cui lottare. – disse lui.
Lei non rispose, aveva troppa paura. Paura di quello che sarebbe stato, di quello che dovevano affrontare.
Si rivestirono e impugnarono le bacchette.
Le mani si intrecciarono e si strinsero forte.
-Sono pronta… - disse lei debolemente e con gli occhi gonfi di lacrime.
Uscirono fieramente dalla stamberga, andando incontro al loro destino.










Un debole sole faceva capolino da dei grossi nuvoloni neri.
C’era un silenzio perfetto, solo il rumore del vento che si infrangeva provocando dei bisbigli soffocati.
Un leggero rumore di passi che si infrangevano sulla ghiaia accompagnava una figura di donna vestita di nero.
Ginevra Weasley stava onorando come ogni anno il suo impegno.
Aveva freddo, le mani erano ghiacciate come il suo cuore.
Calore. Calore umano.
Una piccola manina calda la strinse forte.
-Mamma, stai bene? – disse il proprietario della manina.
Un piccolo bambino di 5 anni appena.
Biondo con gli occhi azzurro cielo. Un angelo. Un bambino bellissimo,perfetto.
-Si  Arthur, la mamma sta bene. – rispose lei debolmente.
Prese la mano del piccolo e procedette per la strada.
-Mamma è qui che sta papà?- chiese lui incuriosito.
-Si certo, lo andiamo a salutare. – disse Ginny.




Le due figure si fecero strada tra le lapidi e i monumenti  per raggiungerne una alta, di marmo.
Erano in un cimitero, in una quantomai fredda giornata primaverile.
Era immensa, bianca e vi erano intarsiati dei motivi floreali; dei caratteri dorati recitavano:



Draco Malfoy
5 Giugno 1980 - 2 Maggio 1998
caduto combattendo valorosamente il signore oscuro
"I cuori più puri non verranno mai dimenticati, anche dopo essere stati inghiottiti dalla nera morte."

Ginny ruppe il silenzio con un pianto liberatorio.
Si inginocchiò di fronte a quella lapide fredda dove era sepolto l'amore della sua vita.
Fu ben presto stretta da due minuscole braccia, che cercavano di proteggerla.
Ginevra abbracciò come non mai suo figlio.
- Arthur Lucius Malfoy, ecco qui c'è papà. - disse lei accarezzandogli il viso e indicando la lapide.
Il bambino guardò la tomba e ne accarezzò la punta.
-Sarebbe orgoglioso di te... gli somigli così tanto. - aggiunse lei e si perse a contemplare il viso del figlio, e per un'attimo gli sembrò di rivedere lo sguardo fiero di Draco.
Il bambino si buttò a capofitto tra le braccia della madre e la baciò sulle guancie,  bagnate dal pianto.
-Davvero mi somiglia papà? - disse lui con la sua vocetta da bambino.
Ginevra annuì e sorrise debolmente.

La donna poi si rialzò e prese in braccio suo figlio.
Insieme, stretti in un unica figura, abbandonarono quel cimitero, lasciando li un pezzo di cuore.


'a bitter aftertaste' 
   
 
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