Terrore
Cominciava anche a perdere le lucidità: le palpebre le si abbassavano da sole, tanto che neanche nei momenti in cui qualche tuono o lampo illuminava il cielo, lei non vedeva niente. Il buio la stava letteralmente inghiottendo per darla in pasto ai suoi inseguitori. Un buio gelido che portava solo terrore.
Ad aggiungersi a questo, le riaffioravano i ricordi di quella notte…ed il crudele destino di sua sorella…Le veniva da piangere, ma dopo quasi dodici anni di sfoghi le lacrime le erano finite e a lei restava solo il senso di colpa. Oh, quello non si era affievolito neanche un po’…Ormai era il cielo a piangere per lei e con quei continui lamenti dava voce a tutti i tormenti interiori che lei non poteva esprimere. Per questo le piaceva la pioggia.
Stava a poco a poco perdendo le speranze, quando vide il tanto cercato pino avvicinarsi. Per la prima volta, dopo tanti anni, si sentì a casa. Aveva passato giorni e giorni a scappare senza sosta, ma ora era quasi arrivata, e…
Uuuuuuhhhhhhhh…..
Un potente ed agghiacciante ululato spezzò il suo pensiero a metà. Purtroppo sapeva bene di chi era.
Dei del cielo, mi hanno trovata!–pensò terrorizzata.
A quel punto provò ad accelerare il passo, ma un dolore lancinante la fece cadere in ginocchio. Si tastò la gamba in cerca del problema, quando lo vide: un grosso taglio profondo e lungo le solcava il polpaccio. La paura aveva preso parte così tanto in lei che non se ne era accorta. Ecco come avevano fatto a rintracciarla. Rialzatasi in piedi si strappò un lembo della felpa sbrindellata e lo legò sulla ferita. Le pareva di morire da un momento all’altro per il male, ma non poteva arrendersi. Non poteva darla vinta a loro, piegandosi al loro volere. Lei non si scoraggiava. Anche se solo poche persone avrebbero pianto sulla sua tomba…
Sentiva già il fiato maleodorante dei suoi inseguitori sul collo e i lunghi artigli sulla sua carne.
Finalmente arrivò in cima alla collina. Si fermò un istante per prendere il fiato, con lo sguardo sul terreno del confine, ricordando la prima volta che ci aveva messo piede, ma cercò subito di cancellare l’episodio dalla testa. Si premette una mano al fianco destro dove sentiva ancora i segni della lotta per ricordarsi di non svenire.
Stava per passare nel campo, quando lanciò un grido agghiacciante nella sua testa: l’avevano presa. L’ultima cosa che poté sentire fu il calore del sangue mischiato alla pioggia fredda, poi il buio. Il suo adorato buio.
Prima fict su Percy Jakcson.
Ho provato ad immaginare la fine di una ragazza che, pur essendo speciale, non ha avuto la fortuna di sopravvivere al suo destino. È un po’ triste, per questo mi sono fermata a darle un nome e una sorella, morta anc’essa per lo stesso motivo…
Spero che vi piaccia almeno un po’:)
Sara