Qualcosa per cui vivere.
Riuscì a
ordinare a pikachiu un ultimo attacco e loro iniziarono a correre.
Si avvicinò a sua madre. Tremò.
Non cadere.
In lontananza erano ancora visibili tre chiazze
scure che si muovevano.
Non cadere.
Non ancora.
Anche l'ultima ombra fu scomparsa alla sua vista.
Ora puoi
cadere.
Crollò sulle ginocchia e vide il sangue gocciolare
davanti ai suoi occhi. Passandosi una mano fra i capelli li scoprì appiccicosi,
portandosi una mano davanti agli occhi vide rosso, nient'altro che rosso
appiccicoso e metallico.
E poi lo sentì: il dolore. Gli arrivò come una
scarica di elettrica, tutta d'un colpo. Gli prese le gambe, la schiena, la
testa, il polso.
Dio se faceva male.
Era completamente andato.
Sicuramente rotto.
Sentì dei passi affrettati. Sembravano famigliari.
“ASH!!”
Puoi finalmente riposarti.
Poi divenne tutto buio.
Buio.
Soltanto buio.
Sento un peso, un peso addosso. Proprio
all'altezza del petto.
Allungo
una mano, vedo dei capelli rossi, una schiena nuda, un paio di ali.
Cerco di raggiungerla, invano.
Sono forse morto?
“Mis…”
"Ash"
Ancora
buio.
"Ash!"
"Ash! Svegliati grandissimo scemo.
Svegliati, ti prego!"
Un
piccolo sprazzo di luce in mezzo al buio.
Spalancò gli occhi.
*
Mi scoppia la testa.
Si mise una mano premuta sul
volto.
Voglio vomitare.
"Ash... Ash mi
senti!?"
Parla piano, la testa mi scoppia. Voglio vomitare.
Mosse la testa.
Errore!
La stanza iniziò a girare come una trottola.
Oddio. Mi viene da vomitare. Datemi una bacinella per favore. Una
bacinella.
Annuì piano, ringraziando mentalmente che avesse
smesso di urlare. Sentì le sue braccia tirarlo su, ma dovette subito ridistendersi
posanti la testa sul cuscino
Voglio vomitare
"Misty?"
"si?"
"mia madre?"
"è nella sua stanza con Brock e un dottore...
Non ti preoccupare starà bene."
Chiusegli occhi, la testa prese a girargli
maggiormente, la nausea aumentò e dovette correre in bagno di corsa inciampando
nei suoi stessi piedi.
Gli sembrò
di vomitare anche l'anima. La mano di Misty posata sulla schiena che si muoveva
cercando di confortarlo.
Dio,
mi sento male
Ash fu letteralmente
tirato a sedere sul bordo della vasca. Si sentiva meglio anche se svuotato.
"Ash che ne dice di fare un bagno?"
Misty stava già cercando di sfilargli la felpa
quando Ash si ritrasse di colpo
"non voglio fare il bagno. Voglio vedere come
sta mia madre"
Cerco di mettersi in piedi ma un giramento di
testa lo costrinse a tornare seduto.
"Ash, mi è stato ordinato di non farti uscire
di qui e così faro! a costo di prendere il libro che c'è sulla scrivania e tiratelo
in testa"
Riuscì a strappargli mezzo sorriso, una smorfia
più che altro, ma Misty si sentì soddisfatta. Iniziò a togliergli i vestiti
lentamente stando attenta a non compiere nessun movimento brusco che avrebbe
potuto fargli male o spaventarlo. Sotto lo sguardo di un Ash rosso fuoco.
Quando arrivò ai pantaloni glieli tolse guardando
da tutt'altra parte, spingendolo poi con delicatezza nella vasca con un pò di
stupore dell’altro.
"forse quelle è meglio che le tieni"
Si riferiva alle mutande, e le sembrò la cosa
migliore lasciargliele addosso. Accese l'acqua l'asciandola scorrere per
qualche minuto, quando fu calda al punto giusto, bagnò una spugna e prese a
pulirgli il viso dal sangue. Aveva preso una botta alla testa ma il dottore
dandogli un occhiata veloce aveva constatato che non fosse niente di così grave
e che avrebbe potuto pensarci dopo. Quando il sangue fu del tutto sparito dal
suo volto Ash si sentì immediatamente meglio e la nausea passò in un batter
d'occhio. Misty gli insaponò per bene i capelli e li sciacquò con cura dal
sangue rimasto.
"così va meglio vero?"
Misty gli sorrise aiutandolo a uscire dalla vasca
e avvolgendolo in un accappatoio pulito, e al contrario di quello che si aspettava
Ash l'odore dell'ammorbidente non gli fece tornare la nausea. Misty gli porse i
vestiti puliti e dopo avergli frizionato velocemente i capelli uscì dalla
stanza dandogli da possibilità di cambiarsi.
Ash iniziò a vestirsi
nonostante il polso rotto gli mettesse difficoltà, provo anche a infilarsi la
maglietta ma gli usciva estremamente difficile, allora se la mise sotto braccio
Mi aiuterà
Misty
Odiava dipendere dagli altri, ma in quel momento
farsi aiutare dall’amica era l’unica cosa possibile. Fece un passo incerto
verso al lavandino e con la mano sana dovette subito aggrapparsi al bordo per
non ruzzolare per terra come un salame. Si guardò allo specchio, aveva due
grosse occhiaie sotto gli occhi, e il viso pieno di tagli e lividi.
non sembro
più io.
Si girò verso la porta e con passo in certo gli si
avvicinò, le gambe iniziarono a tremargli violentemente facendolo accasciare
sulle ginocchia
Cristo.
Vide la maniglia della porta abbassarsi e subito
dopo entrò Misty che vedendolo a terra corse ad aiutarlo. Gli infilò la
maglietta stando attenta al polso, poi passandosi un braccio dietro alla
schiena lo aiutò ad alzarsi e lo condusse a letto.
Sul comodino Ash trovo un vassoio pieno di roba da
mangiare, gli si chiuse lo stomaco a vedere tutte quelle prelibatezze.
"Misty non ho fame"
"Ash e da ieri sera che non mangi, e hai
bisogno di recuperare forze"
"Misty davvero, mi viene da vomitare"
"Dai Ash, fallo per me. mangia almeno questo,
solo un morsetto"
Misty gli sventolava davanti un toast fumante guardandolo
con occhio preganti. Ash afferrò il toast con la mano sana e avvicinandolo
piano al viso gli diede un piccolo morso. Scoprì pero di avere una gran fame e
velocemente finì il toast sotto lo sguardo allibito di Misty
"Ma non ti veniva da vomitare?"
Aash scrollò le spalle bevendo un sorso del succo
poggiato sul vassoio poi afferrò l'altro toast e in pochi morsi finì anche
quello. Quando ebbe finito di mangiare Misty prese il vassoio vuoto e dopo aver
dato un ultima occhiata a Ash si volto verso la porta per uscire
"Misty?"
"Si Ash?"
"Grazie"
Misty sorrise prima di uscire dalla stanza
Quando Misty rietrò nella stanza con al
suo seguito il dottore, Ash aveva la testa posata sulle ginocchia stretta fra
le mani. Tremava.
Mamma.
Si precipitò da lui abbracciandolo e prendendogli
ad accarezzare i capelli
"Ash va tutto bene"
Ash posò il viso nell'incavo del suo collo
prendendo un respiro profondo
"Signorina forse è meglio se ci lascia soli.
Dovrei visitarlo"
La senti annuire e fece per allontanarsi ma lui si
strinse di più
"Ti prego no"
Misty tornò ad accarezzargli i capelli
"non me ne vado, tranquillo... Dottore la
prego mi faccia restare."
sperò in un consenso e così fu perchè Misty si
stacco dall'abbraccio e dopo aver preso la sedia della scrivania si sedette
vicino al letto tenendogli la mano
"Ora diamo un occhiata a questo polso"
Il dottore prese a visitarlo e dopo aver
constatato quello di cui già era sicuro gli fasciò sia quello che la testa dove
aveva preso il colpo.
"ora è meglio che ti riposi, poi provvederemo
a mandarti in ospedale a farlo ingessare per bene"
Fece poi per uscire ma Ash lo fermò
"Mia madre?"
"purtroppo non è niente di sicuro. Bisogna
sperare che si svegli, e le speranze sono davvero poche"
E usci dalla stanza
le speranze
sono davvero poche.
"avevi detto che stava bene"
Misty lo abbracciò posandogli un bacio sul capo
"Si riprenderà vedrai"
Devo
andare da lei.
Sfilo la mano da quella di Misty e dopo
aver posato i piedi nudi sul freddo pavimento di camera sua si tirò in pidi,
prima di uscire coprì la ragazza con la coperta che poco prima stava adagiata
ai piedi del letto.
Con le mani tese davanti a se percorse
il corridoio che portava alla camera della madre e dopo aver trovato la
maniglia della porta, con la mano sana la abbasso facendola cigolare appena.
Delia Ketchum, giaceva nel letto, il
pallido volto illuminato dai raggi della luna. Il viso contratto, coperto di
graffi. Ash si avvicinò piano e le accarezzò il volto con la mano sana,
sedendosi sul bordo del letto vicino a lei. Le bacio entrambe le guancie, scese all’altezza del cuore e vi posò
l’orecchio destro come faceva da bambino. Il battito era lento e regolare
Lasciandosi cullare dal battito del
cuore della madre Ash si addormentò
Tum… Tum… Tum… Tum…………………
Sentiva delle voci.
Il suono era ovattato come se qualcuno
gli premesse le mani sulle orecchie.
Non sentiva più il battito del cuore si
sua madre, che non fosse riuscita a resistere alla notte?
Eppure lui lo aveva sentito, il cuore batteva regolare sotto al suo orecchio.
Tu-Tum…
Tu-Tum… Tu-Tum.
Eccolo di nuovo.
Il battito era accelerato rispetto a quello sentito la sera prima.
Sorrise. L’importante era sentirlo.
Un profumo. Dolce.
Sua madre odiava i profumi dolci.
Aprì gli occhi e la prima cosa che vide
non fù la maglietta azzurra del pigiama di sua madre, ma ben si una stoffa
gialla. Gialla come il sole.
E quel profumo, ora che riusciva a
sentirlo bene, sapeva a chi apparteneva
Misty?
Misty gli strinse di più il viso contro
al suo petto quasi non volesse fargli sentire nient’altro che il battito del
suo cuore.
Abbasso il capo appoggiando la sua
fronte sui suoi capelli corvini, singhiozzava.
“Mi dispiace Ash. Mi dispiace tanto”
Ash comprese all’istante. Capì perché
per minuti non era riuscito a sentire il cuore di sua madre, capì perché Misty
gli teneva le mani premute sulle orecchie e lo teneva stretto. Capì le sue
lacrime.
Sua madre non c’era più, e lei non
voleva fargli sentire quello che il dottore stava dicendo in quel momento.
Non
può esserlo davvero.
Lacrime gli bagnarono le guancie, stava
piangendo.
Si aggrappo alle spalle di Misty e prese a singhiozzare come mai aveva fatto in
vita sua.
Sua madre era appena morta e lui si sentiva vuoto.
Quando riaprì gli occhi era sdraiato nel
suo letto il viso ancora rigato dalle lacrime. Al suo fianco sdraiata vicino a
lui, giaceva Misty, il braccio ancora stretto alla sua vita e gli occhi puntati
su di lui. Si accorse di avere i pugni stretti sulla stoffa della sua
maglietta, e seppe che lei le era stata vicino tutto il tempo. Mentre era
dormiente riusciva a sentire il suo profumo e la sua figura adagiata vicino a
lui, riusciva a farlo sentire meno solo.
“Ash.”
Dolce come non mai Misty si sfilo dalla
sua presa sedendosi sul letto a gambe incrociate, la mano ancora posata sul suo
fianco. Ash seppe che era arrivato il momento di raccontare la verità, lo
leggeva negli occhi verdi della sua amica.
“Ash, sta mattina quando ti abbiamo
trovato vicino a te c’era un biglietto, diceva di non portarvi all’ospedale. Se
avremmo detto qualcosa allo polizia ci avrebbero uccisi.
Per favore dimmi cosa è successo”
Ash non riusciva a sostenere il suo
sguardo colmo di preoccupazione, si fisso le mani come se fosse la cosa più
interessante.
“Ti prego Ash. Ho bisogno di saperlo,
senò come faccio…”
Si blocco, mentre Ash sentì la sua mano
spostarsi a stringere la sua
“come faccio ad aiutarti? Come faccio a
starti vicina?”
Lo disse quasi con rabbia, quasi se si
stesse incolpando per non riuscire a consolarlo.
“Misty…”
“Ash, ti prego, voglio aiutarti”
E alzando lo sguardo Ash notò gli occhi
verdi pieni di dolore, ma in fondo spiccava la determinazione con l’avrebbe mai
lasciata. Ash sapeva che non l’avrebbe scampata non con lei, sospirò e chiuse
gli occhi, pronto a parlare.
*
Era notte fonda quando, senza un vero perche, si era alzato dal letto per
dirigersi in salotto con Pikachiu alle calcagna. Quel piccolo topo giallo, non
lo lasciava mai, e Ash ne era ben felice, molte volte era stata la sua unica
ancora di salvezza.
“Hey Pikachiu hai sentito?”
il piccolo drizzo le orecchie saltando sull’attenti, all’esterno sentiva delle
voci parlottare fitto fitto, una lo colpì di più sembrava quasi dolorante.
Mamma
Non ci pensò due volte spalancò la
porta, Pikachiu al suo fianco.
Delia era li, stesa a terra una pistola puntata alla tempia.
Il volto sporco pieno di ferite e tagli.
Una macchia rossa all’altezza del petto.
Si precipito immediate da lei, accucciandosi al suo fianco.
“Ash, figlio mio. Ti voglio bene
ricordalo sempre”
“Mamma!.. Oddio, ti prego resisti”
Un altro scatto e un'altra pistola fu puntata verso di lui. Erano in tre,
armati per di più.
“che cosa volete da noi?”
Ash lo sussurrò appena, ma loro
sembrarono sentirlo e aprirono il loro ghigno.
“non credo che ti interessi”
Ghignò uno dei tre avvicinandosi appena
A quel punto n on ci vide, si butto su uno di loro disarmandolo con un colpo
alle braccia.
Senti una sicura scattare gli altri due gli puntavano la pistola addosso e l’altro
dopo un momento di debolezza sembrò riprendersi e lo spintonò a terra facendolo
cadere. Il suo polso sembro morire sotto al suo peso.
“La prossima colta ci penserai due volte
prima di fare l’eroe” gli tirò un calcio in pieno stomaco, la vista gli si
annebbio.
“Pika-pììì”
L’arrivo di pikachiu lo sorprese non
poco, si era del tutto dimenticato della sua presenza, gli fu assestato un
altro calcio in pieno volto, e un altro ancora. Pikachiu sembrava pronto all’attacco,
aspettava solo il suo via.
“Pikachiu tuono shock!”
Lo sussurrò, ma pikachiu lo senti
chiaramente, si preparò all’attacco e quando la scarica parti Ash e gli uomini
ch egli erano attorno vennero presi in pieno. Si libero di quello che gli stava
addosso con un calcio agli stinchi e si rotolò sul fianco togliendosi dalla sua
traiettoria.
“Pikachiu agilità e poi coda acciaio!”
Pikachiu prese a correre velocemente schivando agilmente i colpi di pistola che
i tre uomini gli mandavano contro, quando fu pronto saltò colpendò forte il
terreno, questo prese a spaccarsi violentemente facendo cadere a terra i tre
uomini e procurando a lui non poco dolore alla schiena e al polso.
Si alzò a fatica e dopo essersi allontanato da loro guardò pikachiu e lui si
preparò a sferrare il suo ultimo attacca
“PIKACHIU E ORA FULMINE!”
Lo urlò con quanto più fiato aveva in
gola tanto che la sentì infiammarsi. Pikachiu sferro il suo attacco , e i tre
dopo essere stati colpiti non riuscendo più a recuperare le loro pistole scapparono
con la coda fra le gambe.
Ash si avvicinò a sua madre.
*
Ash si era rannicchiato su se stesso.
Ricordare gli faceva male.
Non era riuscito a salvarla, non era riuscito a rimediare niente, se non un
polso rotto e una grande ferita al cuore.
Per quanto Misty si facesse sentire vicino a lui stingendogli la mano lui si
sentiva solo. Estremamente solo. Aveva appena sua madre, la donna che fin da
piccolo la consolava per la mancanza del padre e ogni volta che piangeva era
pronta ad accoglierlo fra le sue braccia. Aveva appena perso il suo unico
motivo per tornare a casa, il suo unico motivo per restare presente anche nei momenti
più difficili. Che senso aveva vivere se l’unica persona che amava veramente lo
aveva lasciato da solo così velocemente?
“Non sono riuscito a salvarla”
Lo sussurrò soltanto ma Misty sembro
percepirlo come un urlo forte all’orecchio, gli si butto contro stringendolo al
petto
“Tu hai fatto del tuo meglio, Ash!”
“NO! Non l’ho salvata. Sono stato
inutile!”
Le immagini di sua madre coperta di sangue erano ancora vivide davanti ai suoi
occhi, sembrava di avere ancora le mani imbrattate di liquido rosso e viscoso.
“Ash il proiettile era vicinissimo al
cuore. L’ha colpito di striscio, non avresti potuto salvarla comunque . Hai
messo in gioco la tua vita per riuscire a salvare tua madre, è morta tra le
braccia di suo figlio. Non poteva chiedere di meglio”
Era decisa, e se non fosse stato per i sussulti a ogni parola e le lacrime che
in quel momento gli bagnavano la guancia poteva quasi affermare che lei non
fosse disperata.
“Sei un eroe”
“a che cosa serve essere un eroe se
adesso non ho piu nessuno? Sono solo!”
La sentì scostarsi dall’abbraccio in cui
l’aveva accolto. Scuoteva la testa ondeggiando i capelli rossi
“Non sei solo. Perché tu hai me”
E lo abbracciò ancora, soffocando le
lacrime contro alla sua spalla. Ash gli si aggrappò contro con tutte le forze,
e mentre grosse lacrime gli rigavano il viso seppe che aveva ancora qualcosa per cui vivere.