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Autore: amorelove    26/07/2011    2 recensioni
Che senso ha vivere se l'unica persona che hai veramente amato ti lascia solo così velocemente?
“a che cosa serve essere un eroe se adesso non ho piu nessuno? Sono solo!”
"Non sei solo. Perchè tu hai me!"
Forse Ash ha trovato qualcosa per cui ancora vale la pena di vivere.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Brock, Pikachu | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Qualcosa per cui vivere.

Qualcosa per cui vivere.

 

Riuscì a ordinare a pikachiu un ultimo attacco e loro iniziarono a correre.
Si avvicinò a sua madre. Tremò.

Non cadere.

In lontananza erano ancora visibili tre chiazze scure che si muovevano.

Non cadere. Non ancora.

Anche l'ultima ombra fu scomparsa alla sua vista.

Ora puoi cadere.

Crollò sulle ginocchia e vide il sangue gocciolare davanti ai suoi occhi. Passandosi una mano fra i capelli li scoprì appiccicosi, portandosi una mano davanti agli occhi vide rosso, nient'altro che rosso appiccicoso e metallico.
E poi lo sentì: il dolore. Gli arrivò come una scarica di elettrica, tutta d'un colpo. Gli prese le gambe, la schiena, la testa, il polso.
Dio se faceva male.
Era completamente andato.
Sicuramente rotto.
Sentì dei passi affrettati. Sembravano famigliari.

“ASH!!”

Puoi finalmente riposarti.


Poi divenne tutto buio.

 

 *


Buio.
Soltanto buio.
Sento un peso, un peso addosso. Proprio all'altezza del petto.

Allungo una mano, vedo dei capelli rossi, una schiena nuda, un paio di ali.
Cerco di raggiungerla, invano.
Sono forse morto?

“Mis…”

"Ash"

Ancora buio.

"Ash!"

Nient’ altro che buio.

"Ash! Svegliati grandissimo scemo. Svegliati, ti prego!"

Un piccolo sprazzo di luce in mezzo al buio.

Spalancò gli occhi.

 *


Mi scoppia la testa.

Si mise una mano premuta sul volto.

Voglio vomitare.

"Ash... Ash mi senti!?"

Parla piano, la testa mi scoppia. Voglio vomitare.

Mosse la testa.
Errore!
La stanza iniziò a girare come una trottola.

Oddio. Mi viene da vomitare. Datemi una bacinella per favore. Una bacinella.

"Ce la fai ad alzarti?"
Annuì piano, ringraziando mentalmente che avesse smesso di urlare. Sentì le sue braccia tirarlo su, ma dovette subito ridistendersi posanti la testa sul cuscino

Voglio vomitare

"Misty?"
"si?"
"mia madre?"
"è nella sua stanza con Brock e un dottore... Non ti preoccupare starà bene."
Chiusegli occhi, la testa prese a girargli maggiormente, la nausea aumentò e dovette correre in bagno di corsa inciampando nei suoi stessi piedi.

 

 *

 

Gli sembrò di vomitare anche l'anima. La mano di Misty posata sulla schiena che si muoveva cercando di confortarlo.

Dio, mi sento male

 

 *

 

Ash fu letteralmente tirato a sedere sul bordo della vasca. Si sentiva meglio anche se svuotato.
"Ash che ne dice di fare un bagno?"
Misty stava già cercando di sfilargli la felpa quando Ash si ritrasse di colpo
"non voglio fare il bagno. Voglio vedere come sta mia madre"
Cerco di mettersi in piedi ma un giramento di testa lo costrinse a tornare seduto.
"Ash, mi è stato ordinato di non farti uscire di qui e così faro! a costo di prendere il libro che c'è sulla scrivania e tiratelo in testa"
Riuscì a strappargli mezzo sorriso, una smorfia più che altro, ma Misty si sentì soddisfatta. Iniziò a togliergli i vestiti lentamente stando attenta a non compiere nessun movimento brusco che avrebbe potuto fargli male o spaventarlo. Sotto lo sguardo di un Ash rosso fuoco.
Quando arrivò ai pantaloni glieli tolse guardando da tutt'altra parte, spingendolo poi con delicatezza nella vasca con un pò di stupore dell’altro.
"forse quelle è meglio che le tieni"
Si riferiva alle mutande, e le sembrò la cosa migliore lasciargliele addosso. Accese l'acqua l'asciandola scorrere per qualche minuto, quando fu calda al punto giusto, bagnò una spugna e prese a pulirgli il viso dal sangue. Aveva preso una botta alla testa ma il dottore dandogli un occhiata veloce aveva constatato che non fosse niente di così grave e che avrebbe potuto pensarci dopo. Quando il sangue fu del tutto sparito dal suo volto Ash si sentì immediatamente meglio e la nausea passò in un batter d'occhio. Misty gli insaponò per bene i capelli e li sciacquò con cura dal sangue rimasto.
"così va meglio vero?"
Misty gli sorrise aiutandolo a uscire dalla vasca e avvolgendolo in un accappatoio pulito, e al contrario di quello che si aspettava Ash l'odore dell'ammorbidente non gli fece tornare la nausea. Misty gli porse i vestiti puliti e dopo avergli frizionato velocemente i capelli uscì dalla stanza dandogli da possibilità di cambiarsi.

 

 *

 

Ash iniziò a vestirsi nonostante il polso rotto gli mettesse difficoltà, provo anche a infilarsi la maglietta ma gli usciva estremamente difficile, allora se la mise sotto braccio

Mi aiuterà Misty

Odiava dipendere dagli altri, ma in quel momento farsi aiutare dall’amica era l’unica cosa possibile. Fece un passo incerto verso al lavandino e con la mano sana dovette subito aggrapparsi al bordo per non ruzzolare per terra come un salame. Si guardò allo specchio, aveva due grosse occhiaie sotto gli occhi, e il viso pieno di tagli e lividi.

non sembro più io.

Si girò verso la porta e con passo in certo gli si avvicinò, le gambe iniziarono a tremargli violentemente facendolo accasciare sulle ginocchia

Cristo.

Vide la maniglia della porta abbassarsi e subito dopo entrò Misty che vedendolo a terra corse ad aiutarlo. Gli infilò la maglietta stando attenta al polso, poi passandosi un braccio dietro alla schiena lo aiutò ad alzarsi e lo condusse a letto.
Sul comodino Ash trovo un vassoio pieno di roba da mangiare, gli si chiuse lo stomaco a vedere tutte quelle prelibatezze.
"Misty non ho fame"
"Ash e da ieri sera che non mangi, e hai bisogno di recuperare forze"
"Misty davvero, mi viene da vomitare"
"Dai Ash, fallo per me. mangia almeno questo, solo un morsetto"
Misty gli sventolava davanti un toast fumante guardandolo con occhio preganti. Ash afferrò il toast con la mano sana e avvicinandolo piano al viso gli diede un piccolo morso. Scoprì pero di avere una gran fame e velocemente finì il toast sotto lo sguardo allibito di Misty
"Ma non ti veniva da vomitare?"
Aash scrollò le spalle bevendo un sorso del succo poggiato sul vassoio poi afferrò l'altro toast e in pochi morsi finì anche quello. Quando ebbe finito di mangiare Misty prese il vassoio vuoto e dopo aver dato un ultima occhiata a Ash si volto verso la porta per uscire
"Misty?"
"Si Ash?"
"Grazie"
Misty sorrise prima di uscire dalla stanza

Grazie davvero. Grazie di essermi vicina.

 

 *

 

Quando Misty rietrò nella stanza con al suo seguito il dottore, Ash aveva la testa posata sulle ginocchia stretta fra le mani. Tremava.

Mamma.

Si precipitò da lui abbracciandolo e prendendogli ad accarezzare i capelli
"Ash va tutto bene"
Ash posò il viso nell'incavo del suo collo prendendo un respiro profondo
"Signorina forse è meglio se ci lascia soli. Dovrei visitarlo"
La senti annuire e fece per allontanarsi ma lui si strinse di più
"Ti prego no"
Misty tornò ad accarezzargli i capelli
"non me ne vado, tranquillo... Dottore la prego mi faccia restare."
sperò in un consenso e così fu perchè Misty si stacco dall'abbraccio e dopo aver preso la sedia della scrivania si sedette vicino al letto tenendogli la mano
"Ora diamo un occhiata a questo polso"
Il dottore prese a visitarlo e dopo aver constatato quello di cui già era sicuro gli fasciò sia quello che la testa dove aveva preso il colpo.
"ora è meglio che ti riposi, poi provvederemo a mandarti in ospedale a farlo ingessare per bene"
Fece poi per uscire ma Ash lo fermò
"Mia madre?"
"purtroppo non è niente di sicuro. Bisogna sperare che si svegli, e le speranze sono davvero poche"
E usci dalla stanza

le speranze sono davvero poche.


"avevi detto che stava bene"
Misty lo abbracciò posandogli un bacio sul capo
"Si riprenderà vedrai"

 

 *

 

Devo andare da lei.

Era notte inoltrata e Misty seduta sulla sedia si era assopita tenendogli la mano stretta fra le sue. Non voleva svegliarla ma aveva un enorme bisogno di andare da sua madre. Saperla nel letto da sola non tranquillizzava, anzi aveva un senso di vuoto. Un gran vuoto.
Sfilo la mano da quella di Misty e dopo aver posato i piedi nudi sul freddo pavimento di camera sua si tirò in pidi, prima di uscire coprì la ragazza con la coperta che poco prima stava adagiata ai piedi del letto.
Uscì piano dalla stanza, stando attento a non urtare niente nel buio, Brock in salotto dormiva beato, si sentiva dal suo respiro profondo e qualche borbottio incomprensibile.
Con le mani tese davanti a se percorse il corridoio che portava alla camera della madre e dopo aver trovato la maniglia della porta, con la mano sana la abbasso facendola cigolare appena.

 

 *

 

 

Delia Ketchum, giaceva nel letto, il pallido volto illuminato dai raggi della luna. Il viso contratto, coperto di graffi. Ash si avvicinò piano e le accarezzò il volto con la mano sana, sedendosi sul bordo del letto vicino a lei. Le bacio entrambe le guancie,  scese all’altezza del cuore e vi posò l’orecchio destro come faceva da bambino. Il battito era lento e regolare

Sta bene.

Lasciandosi cullare dal battito del cuore della madre Ash si addormentò

 

 *

 

Tum… Tum… Tum… Tum…………………
Sentiva delle voci.
Il suono era ovattato come se qualcuno gli premesse le mani sulle orecchie.
Non sentiva più il battito del cuore si sua madre, che non fosse riuscita a resistere alla notte?
Eppure lui lo aveva sentito, il cuore batteva regolare sotto al suo orecchio.

 
Tu-Tum… Tu-Tum… Tu-Tum.
Eccolo di nuovo.
Il battito era accelerato rispetto a quello sentito la sera prima.
Sorrise. L’importante era sentirlo.
Un profumo. Dolce.
Sua madre odiava i profumi dolci.
Aprì gli occhi e la prima cosa che vide non fù la maglietta azzurra del pigiama di sua madre, ma ben si una stoffa gialla. Gialla come il sole.
E quel profumo, ora che riusciva a sentirlo bene, sapeva a chi apparteneva

Misty?

Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi verdi coperti appena dalla frangetta arancione. Sotto riusciva benissimo a scorgere le lacrime che bagnavano le guancie arrossate.
Misty gli strinse di più il viso contro al suo petto quasi non volesse fargli sentire nient’altro che il battito del suo cuore.
Abbasso il capo appoggiando la sua fronte sui suoi capelli corvini, singhiozzava.
“Mi dispiace Ash. Mi dispiace tanto”
Ash comprese all’istante. Capì perché per minuti non era riuscito a sentire il cuore di sua madre, capì perché Misty gli teneva le mani premute sulle orecchie e lo teneva stretto. Capì le sue lacrime.
Sua madre non c’era più, e lei non voleva fargli sentire quello che il dottore stava dicendo in quel momento.

Morta.
Non può esserlo davvero.

Si dimenò con tutte le forze che aveva, ma non sembravano bastare Misty, la ragazza gracilina che aveva sempre viaggiato con lui, non accennava a diminuire la presa.
Lacrime gli bagnarono le guancie, stava piangendo.
Si aggrappo alle spalle di Misty e prese a singhiozzare come mai aveva fatto in vita sua.
Sua madre era appena morta e lui si sentiva vuoto.

 

 *

 

 

Quando riaprì gli occhi era sdraiato nel suo letto il viso ancora rigato dalle lacrime. Al suo fianco sdraiata vicino a lui, giaceva Misty, il braccio ancora stretto alla sua vita e gli occhi puntati su di lui. Si accorse di avere i pugni stretti sulla stoffa della sua maglietta, e seppe che lei le era stata vicino tutto il tempo. Mentre era dormiente riusciva a sentire il suo profumo e la sua figura adagiata vicino a lui, riusciva a farlo sentire meno solo.
“Ash.”
Dolce come non mai Misty si sfilo dalla sua presa sedendosi sul letto a gambe incrociate, la mano ancora posata sul suo fianco. Ash seppe che era arrivato il momento di raccontare la verità, lo leggeva negli occhi verdi della sua amica.
“Ash, sta mattina quando ti abbiamo trovato vicino a te c’era un biglietto, diceva di non portarvi all’ospedale. Se avremmo detto qualcosa allo polizia ci avrebbero uccisi.
Per favore dimmi cosa è successo”
Ash non riusciva a sostenere il suo sguardo colmo di preoccupazione, si fisso le mani come se fosse la cosa più interessante.
“Ti prego Ash. Ho bisogno di saperlo, senò come faccio…”
Si blocco, mentre Ash sentì la sua mano spostarsi a stringere la sua
“come faccio ad aiutarti? Come faccio a starti vicina?”
Lo disse quasi con rabbia, quasi se si stesse incolpando per non riuscire a consolarlo.
“Misty…”
“Ash, ti prego, voglio aiutarti”
E alzando lo sguardo Ash notò gli occhi verdi pieni di dolore, ma in fondo spiccava la determinazione con l’avrebbe mai lasciata. Ash sapeva che non l’avrebbe scampata non con lei, sospirò e chiuse gli occhi, pronto a parlare.

 

 *
Era notte fonda quando, senza un vero perche, si era alzato dal letto per dirigersi in salotto con Pikachiu alle calcagna. Quel piccolo topo giallo, non lo lasciava mai, e Ash ne era ben felice, molte volte era stata la sua unica ancora di salvezza.
“Hey Pikachiu hai sentito?”
il piccolo drizzo le orecchie saltando sull’attenti, all’esterno sentiva delle voci parlottare fitto fitto, una lo colpì di più sembrava quasi dolorante.

Mamma

Corse alla porta accostandovi l’orecchio, ora che la sentiva bene era più sicuro di prima, la voce tremante, quella più sottile fra tutte era proprio quella di Delia.
Non ci pensò due volte spalancò la porta, Pikachiu al suo fianco.
Delia era li, stesa a terra una pistola puntata alla tempia.
Il volto sporco pieno di ferite e tagli.
Una macchia rossa all’altezza del petto.
Si precipito immediate da lei, accucciandosi al suo fianco.
“Ash, figlio mio. Ti voglio bene ricordalo sempre”
“Mamma!.. Oddio, ti prego resisti”
Un altro scatto e un'altra pistola fu puntata verso di lui. Erano in tre, armati per di più.
“che cosa volete da noi?”
Ash lo sussurrò appena, ma loro sembrarono sentirlo e aprirono il loro ghigno.
“non credo che ti interessi”
Ghignò uno dei tre avvicinandosi appena
“Ora stai zitto, o altre persone verranno coinvolte. La rossa che abbiamo visto prima il caso sembrava desiderosa si assaporare un colpo di pistola”
A quel punto n on ci vide, si butto su uno di loro disarmandolo con un colpo alle braccia.
Senti una sicura scattare gli altri due gli puntavano la pistola addosso e l’altro dopo un momento di debolezza sembrò riprendersi e lo spintonò a terra facendolo cadere. Il suo polso sembro morire sotto al suo peso.
“La prossima colta ci penserai due volte prima di fare l’eroe” gli tirò un calcio in pieno stomaco, la vista gli si annebbio.
“Pika-pììì”
L’arrivo di pikachiu lo sorprese non poco, si era del tutto dimenticato della sua presenza, gli fu assestato un altro calcio in pieno volto, e un altro ancora. Pikachiu sembrava pronto all’attacco, aspettava solo il suo via.
“Pikachiu tuono shock!”
Lo sussurrò, ma pikachiu lo senti chiaramente, si preparò all’attacco e quando la scarica parti Ash e gli uomini ch egli erano attorno vennero presi in pieno. Si libero di quello che gli stava addosso con un calcio agli stinchi e si rotolò sul fianco togliendosi dalla sua traiettoria.
“Pikachiu agilità e poi coda acciaio!”
Pikachiu prese a correre velocemente schivando agilmente i colpi di pistola che i tre uomini gli mandavano contro, quando fu pronto saltò colpendò forte il terreno, questo prese a spaccarsi violentemente facendo cadere a terra i tre uomini e procurando a lui non poco dolore alla schiena e al polso.
Si alzò a fatica e dopo essersi allontanato da loro guardò pikachiu e lui si preparò a sferrare il suo ultimo attacca

“PIKACHIU E ORA FULMINE!”

Lo urlò con quanto più fiato aveva in gola tanto che la sentì infiammarsi. Pikachiu sferro il suo attacco , e i tre dopo essere stati colpiti non riuscendo più a recuperare le loro pistole scapparono con la coda fra le gambe.
Ash si avvicinò a sua madre.

Mamma. Ti prego

Tremò. Respirava ancora.  E solo quando non vide più le loro ombre si lascio cadere vicino a sua madre.

 *

 

Ash si era rannicchiato su se stesso. Ricordare gli faceva male.
Non era riuscito a salvarla, non era riuscito a rimediare niente, se non un polso rotto e una grande ferita al cuore.
Per quanto Misty si facesse sentire vicino a lui stingendogli la mano lui si sentiva solo. Estremamente solo. Aveva appena sua madre, la donna che fin da piccolo la consolava per la mancanza del padre e ogni volta che piangeva era pronta ad accoglierlo fra le sue braccia. Aveva appena perso il suo unico motivo per tornare a casa, il suo unico motivo per restare presente anche nei momenti più difficili. Che senso aveva vivere se l’unica persona che amava veramente lo aveva lasciato da solo così velocemente?
“Non sono riuscito a salvarla”
Lo sussurrò soltanto ma Misty sembro percepirlo come un urlo forte all’orecchio, gli si butto contro stringendolo al petto
“Tu hai fatto del tuo meglio, Ash!”
“NO! Non l’ho salvata. Sono stato inutile!”
Le immagini di sua madre coperta di sangue erano ancora vivide davanti ai suoi occhi, sembrava di avere ancora le mani imbrattate di liquido rosso e viscoso.
“Ash il proiettile era vicinissimo al cuore. L’ha colpito di striscio, non avresti potuto salvarla comunque . Hai messo in gioco la tua vita per riuscire a salvare tua madre, è morta tra le braccia di suo figlio. Non poteva chiedere di meglio”
Era decisa, e se non fosse stato per i sussulti a ogni parola e le lacrime che in quel momento gli bagnavano la guancia poteva quasi affermare che lei non fosse disperata.
“Sei un eroe”
“a che cosa serve essere un eroe se adesso non ho piu nessuno? Sono solo!”
La sentì scostarsi dall’abbraccio in cui l’aveva accolto. Scuoteva la testa ondeggiando i capelli rossi
“Non sei solo. Perché tu hai me”
E lo abbracciò ancora, soffocando le lacrime contro alla sua spalla. Ash gli si aggrappò contro con tutte le forze, e mentre grosse lacrime gli rigavano il viso seppe che aveva ancora qualcosa per cui vivere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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