Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: eclissirossa    26/07/2011    1 recensioni
Io non tremo
E' solo un pò di me che se ne va
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci tengo a specificare che questa è la mia primissima fanfic, e spero, che vi piaccia almeno un pò :)
La citazione iniziale non è mia, ma è presa da un testo degli Afterhours ( Bye Bye Bombay ) , che mi ha ' ispirato ' :)


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‹ Io non tremo
e’ solo un po’ di me che se ne va. ›


Occhi chiusi. Schiena distesa sul materasso e gambe dritte, stese, quasi paralizzate da una forza esterna al suo corpo.
Braccia ripiegate ai lati dei fianchi, sistemate sovrapposte l’una sull’altra sul ventre, piatto. Movimenti impercettibili del petto , cuore che pulsa attraverso la pelle, veloce.
Paura.
Due enormi occhi del colore del cioccolato fuso si aprono, impauriti, spaesati; un unico pensiero in quella mente ancora assorta e assonnata.

Inuyasha!

Sbatte velocemente le palpebre, abituandosi velocemente al buio della stanza, lasciando scorrere gl’occhi nella penombra. Era a casa, a casa sua. Sotto di se il materasso morbido oscillava a ogni movimento del corpo fragile, le mani scivolano sul corpo, era in pigiama, il suo pigiama rosa con dei pupazzetti disegnati su di bianco e rosa più scuro. Sorride leggermente, al nulla, a nessuno. Era solo un sogno, Inuyasha stava bene, era arrabbiato, ma stava bene. Lei doveva riposare, doveva andare a scuola per un test, e doveva riposare, assolutamente.
Lascia che il corpo s’abbandoni nuovamente sul materasso morbido, rilassato, rassicurato, sorride ancora, al nulla, richiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare in sogni più rassicuranti.

DRIIIIIIIN!
DRIIIIIIIN!


Due enormi occhi del colore del cioccolato fuso si aprono – nuovamente – non più impauriti, ma terrorizzati. La sveglia. Stava suonando la sveglia. Veloce come non mai, salta giù dal letto, fiondandosi nel bagno e uscendone poco dopo con una cascata di capelli neri bagnati che dondolavano sulla schiena e un asciugamano rosa a coprire il corpo. Nuovamente, la figura sottile si fionda in camera, rivestendosi e correndo ancora una volta nel bagno ad asciugarsi i capelli in tutta fretta. Dal piano di sotto, intanto, tre figure sospiravano divertite, sentendo i passi pesanti rimbombare nella cucina.

‹ .. La sorellona sembra tornare sempre più.. strana. › mormora, una figura di un bambino seduta a tavola intenta a mordere una fettina di pane tostato, fissando con due occhi scuri una figura femminile ai fornelli, che si limita a sorridere scuotendo il capo, poiché non fa in tempo a parlare che la figura della ragazza si fionda veloce in cucina, recupera al volo una fetta di pane tostato e dopo aver baciato la madre e il nonno, e dato una leggera pacca sulla schiena al fratellino, si catapulterebbe fuori di casa, correndo lungo le scale del tempio, diretta di tutta fretta verso scuola, per dare quel maledetto test di matematica. Sorride, leggermente a un ricordo che le invade la mente..

* inizio flashback *

Una figura snella si avviava su una distesa versa, con chiara meta un pozzo, seguita da una macchia rossa e bianca , che sbuffava a ogni passo.

‹ Kagome, vedi d non perdere troppo tempo a sconfiggere questi… questi.. test o come hai detto che si chiamano! › Sbuffa, un ragazzo, vestito con un kariginu rosso,  e con una cascata di capelli del colore della luna che ricadevano sulle spalle, mentre sul capo, si muovevano leggermente due tenere orecchiete da cane. Gli occhi, del colore del grano maturo scrutano la figura di spalle che si avvia verso il pozzo, con aria offesa e quasi nervosa.

‹ Kagome, mi hai capito?! › Ripete quest’ultimo, con aria adirata, per la mancata attenzione della ragazza, che rallenta, stringendo le mani sullo zaino giallo che portava in spalla e socchiudendo gl’occhi con aria di chi sta perdendo la pazienza.
‹ SI! INUYASHA! SI! › Sbotta, tornando ad avanzare a passo più pesante e veloce verso il pozzo.
” Baka di un Inuyasha!!! Possibile che tu sia cosi.. cosi… arrogante?! “ E’ l’unico pensiero che le attraversa la mente, pensiero bloccato poi da un fiume di nomignoli del genere ‘ dannata femmina ‘ , pronunciati dalla figura maschile alle sue spalle. Sorride, la ragazza, in maniera quasi sadica, avvicinandosi al pozzo e poggiandovi un ginocchio .
‹ Bene, Inuyasha, ci vediamo tra due giorni e… A CUCCIA! › Urla , gettandosi nel pozzo, avvertendo un tonfo profondo accompagnare la sua discesa.

* fine flashback *

Il test era finito, aveva parlottato un po’ con le sue amiche che non vedeva da tempo, sentendosi sommersa da una miriade di domande riguardanti ‘ il tempista ‘ : come proseguono le cose? Ha ancora il piede in due scarpe? Si è dichiarato? Pesta ancora chi ci prova con te?
A queste domande si era dileguata con la scusa di dover aiutare il suo fratellino, Sota, a studiare, scappando a gambe levate.
Stava attraversando il parco, quando una leggera folla di ragazzi e ragazze della sua età , richiamano la sua attenzione . Allarga appena gl’occhi, stringendo lo zaino tra le dita e avvicinandosi di qualche passo, vedendo alcuni di questi ragazzi ridere tra loro e abbracciare diverse persone , dell’età più disparate. Sorride a una ragazza , che le si avvicina allargando appena le braccia. Le dona un’occhiata confusa , non capendo perché ora volessero abbracciare pure lei.

‹ Oggi è il free hugs day! Le dispiace..?› mormora questa ragazza, con i capelli legati in una treccia bassa e due occhi chiari che la scrutavano speranzosi. Free hugs day? Scuote piano il capo, lasciando che solo una mano regga la borsa, e l’altra si porti sulla spalla della ragazza, che l’aveva abbracciata. Nonostante fosse un’estrania era dannatamente confortante quell’abbraccio, le sembrava quasi un abbraccio conosciuto. Gli occhi appena schiusi vagano sulle figure dietro la giovane, ragazzi che abbracciavano passanti con un sorriso, con legati attorno al collo dei cartoncini con su scritto “ FreeHugsDay! “ con più colori. Sorrise, alla ragazza una volta allontanata, mentre questa la salutava, porgendole un piccolo segnalibro con scritto su l’evento, e la data, di un giallo pallido. La saluta, ringraziandola nuovamente, e inchinandosi piano, prima di correre verso casa con un ampio sorriso delineato sulle labbra rosa. Non aveva un motivo per sorridere, il test di matematica non era andato cosi bene, Inuyasha come al solito era una testa calda e i giorni da trascorrere a casa erano relativamente pochi, ma sorrideva comunque. Quel test di matematica infondo l’aveva affrontato, e Inuyasha per quanto fosse scorbutico, voleva solo che lei restasse al di là del pozzo, che sia per i frammenti o per suo solo piacere era una cosa che ancora tentava di scoprire, ma la voleva con se. Voleva che lei l’aiutasse. Voleva, sotto un certo punto di vista per quanto irreale, lei.

Si precipita in casa, sfilando le scarpe e sorridendo alle madre che l’avvisa che il pranzo è quasi pronto . Annuisce leggermente, salendo le scale fino alla sua camera, entrandovi con un sorriso altrettanto ampio, continuando a stringere zaino e segnalibro. Sorride ampiamente, appoggiandosi con la schiena alla porta e sospirando piano.

‹Ah! Finalmente ti sei degnata di tornare! Dannata!› Una voce scorbutica, la risveglia dai suoi pensieri. Lascia che gl’occhi vaghino sulla camera, fino a soffermarsi sulla finestra, dove , in bilico sul cornicione , c’era appollaiato un Inuyasha fintamente arrabbiato, ma di cui il viso, esprimeva una sorta di soddisfazione .

‹ Scusa Inuyasha!› Mormora, verso di lui , camminando lentamente fino alla scrivania sistemandovi sopra cartella e segnalibro. Si volta a fissarlo, lui , dal canto suo, aveva un espressione stupita. “ Perché ora quella dannata femmina si scusava?! “ le gote s’arrossano, e gl’occhi del color dell’ambra si puntano altrove, soprappensiero.

‹ Inuyasha..?› Una vocina delicata lo richiama, e lui , lentamente si volta, più serio ora.  .. talmente soprappensiero che non si era accorto che lei si era avvicinata lentamente. Deglutisce piano, osservandola e borbottando un ‘ Tse? ‘ di tutta risposta, ma lei, sembra non farci caso, alla risposta burbera del ragazzo, di cui , nuovamente, nel giro di poco minuti, si tingono di rosso le guance. Sorride a quella visione , prendendogli un lembo del kariginu , e tirandolo nella sua stanza , e lui, quasi come un automa esegue quella sorta di comandi, con aria attenta, come a voler capire dove lei volesse arrivare, ora. Deglutisce , quando la vede avvicinarsi piano, e abbracciarlo poi di slancio, stringendogli con le sue braccine esili il busto, affondando il viso e la chioma scura sul suo petto e nella stoffa del suo kariginu. La guarda, fissa la testolina scura, mentre le mani , con fare titubante si sposterebbero sulle sue spalle, cingendole piano e abbracciandola a sua volta. Non aveva idea del perché lei lo stesse abbracciando, quando era andata via sembrava abbastanza irritata, e ora, l’accoglieva in casa come se non fosse mai successo nulla, e non si fossero salutati come ogni volta, in un litigio. Per di più lo stava abbracciando, e il suo profumo dolce e fruttato giungeva alle sue narici sensibili, mandandogli in corto circuito la mente. Deglutisce con fare più forte, notandola smuoversi a quel rumore e puntare i suoi occhi scuri nei suoi. La fissa con attenzione , mentre una mano artigliata si alza e le scosta i capelli dal viso, che diavolo stava facendo ora?! Perché se la stava accarezzando come se fosse cosi.. cosi.. fragile. Ispira profondamente, e come un pugno al petto, il suo odore, lo colpisce in pieno, quella stanza ne era impregnata, dannazione.
Stringe appena gl’occhi, calandosi su di lei, voleva baciarla, si, lo voleva, quelle labbra lo stavano chiamando con una canzone melodiosa, se solo l’avesse studiato si sarebbe paragonato ad Ulisse, succube del canto delle sirene, ma non ne sapeva niente, non sapeva che doveva legarsi a un albero maestro. Si cala ancora su di lei, e un pensiero gli passa nella mente. “ Non ora “ . Lui .. doveva dichiararsi, voleva che lei sapesse ogni cosa, prima di baciarla, e sfiorarla, voleva che sapesse quanto.. l’amava?! Deglutisce, spostandosi piano, e deviando la traiettoria fino a baciarle con una leggera pressione la fronte, tornando a stringerla con forza a se. Sapeva che lei avrebbe capito, Kagome capiva sempre, ogni volta. La stringe con forza contro di se, sentendola ricambiare, e stringersi a lui, come se lui potesse proteggerla da tutto, e lui poteva, e l’avrebbe fatto. Quella piccola umana, tanto fragile, l’avrebbe protetta a costo di qualsiasi cosa.

‹ Kagome!! Kagome, il pranzo è pronto!!› La voce della madre la richiama, destandola dal piacevole abbraccio nel quale si era stretta. Sente Inuyasha muoversi piano, e allentare la stretta sulle sue spalle. Sapeva che stava per baciarla, sapeva che l’avrebbe, e che voleva farlo. Sorride a quel pensiero, alzando gl’occhi e fissandolo con un sorriso, notandolo fissarla pensieroso , ma.. sorridente, nonostante fosse perso in qualche pensiero sul suo viso, un sorriso sghembo faceva bella mostra di se.

‹ Andiamo a pranzo.› Mormora, prendendogli piano una mano e spostandosi verso la porta, tirandolo con se e sorridendo maggiormente.
‹ Brava! Cosi dopo torniamo subito dell’epoca Sengoku e ci mettiamo alla ricerca dei frammenti della sfera!› Sbotta lui, con aria nuovamente burbera e scontrosa. Era tornato Inuyasha , antipatico e scorbutico, che cercava come un matto quei frammenti della sfera. Stringe più forte la sua mano, sentendo la stretta essere ricambiata da lui e sorridendo maggiormente.
Lei gli voleva bene, e gliene avrebbe sempre voluto, da umano, mezzo-demone e demone, era pur sempre Inuyasha in tutte le sue forme, ed era convinta, lo sapeva, che lui, non le avrebbe mai fatto del male, mai e poi mai, e lei, lo sapeva, lo sapeva perfettamente.
Non immaginava che un semplice abbraccio, di una sconosciuta, potesse aprire una porta nella mente che le mostrasse le cose sotto una luce di versa, che potesse cambiare il suo umore alquanto nero cosi, in un batter d’occhio. Chissà se c’avesse portato Inuyasha, magari lui avrebbe pensato di ucciderli un po’ tutti, perché pensava che erano dei demoni che si impossessavano dell’anima degli altri con gli abbracci, diffidente com’era delle altre persone, ne sarebbe stato capace.

‹ Mamma, Inuyasha resta a pranzo con noi. › mormora, verso la madre, che le sorride piano, per poi spostarsi verso Inuyasha col quale parla gentilmente , facendogli segno di sedersi accanto a Kagome e parlandogli ancora con aria affabile , accarezzandogli le spalle metendolo quasi in imbarazzo.
Sorride a quella visione.
Magari un giorno ci avrebbe portato anche Inuyasha, a un freehugsday, sembrava che si stesse abituando alla vicinanza delle altre persone , e a fidarsi un po’ di più del prossimo. 
  
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