Some rights reserved Incanta
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“Questa
tortura peggiorerà ad ogni Luna Piena finché non
sopraggiungerà la
morte per mano dei Mangiamorte o grazie all’Avemors
stessa”
Anelma
era seduta con le mani attorno alle ginocchia ad ammirare il
crepuscolo ripensando alle parole di Piton.
Cosa
poteva fare? Erano tre giorni che non mangiava e non ne sentiva il
bisogno; arrivò comunque ora di cena, ma lei non aveva fame
e non
voleva andare, preferiva rimanere sola immersa nei suoi pensieri.
All’esterno
del castello tutto taceva ed ogni tanto un piccolo pipistrello
passava indisturbato sopra il grande giardino.
Ora
che sapeva di dover morire, ogni cosa aveva preso un forte
significato.
Il
velo di tenebre piano piano ricopriva tutto facendo arrivare la
notte.
Bussarono
alla porta.
-Avanti-
disse piano la ragazza.
Severus
Piton entrò nella stanza, aveva un piatto in mano e lo
appoggiò sul
tavolo.
-Come
mai sei diventato così gentile con me?- chiese ad un certo
punto la
ragazza osservando la notte.
-Non
dovresti piangerti addosso e rifugiarti solo nei tuoi pensieri-
rispose Piton.
Lei
non rispose.
-E’
da tre giorni che non mangi, ti ho portato qualcosa-
-Grazie-
rispose la ragazza fece una piccola pausa poi continuò
-Senti
la mia mancanza?- chiese indifferente
-Sono
preoccupato per te-
Lei
lo guardò.
Piton
posò il piatto sul tavolo di fronte a lei.
Lei
lo osservò alzandosi dalla sedia di fronte la finestra e
avvicinandosi al tavolo.
-Buon
appetito- disse andando verso la porta.
-Grazie-
sussurrò con un tono quasi di scusa.
Piton
la guardò e poi se ne andò chiudendo la porta
alle sue spalle.
Anlema
rimase a guardare la porta.
Lei
era sempre stata brava a capire le persone ma Severus non rientrava
tra quelle.
C'era
qualcosa in quell'uomo di strano ma non riusciva a capire cosa,
eppure sentiva che qualcosa la legava a lui, qualcosa che la faceva
sentire al sicuro.
Guardò
il piatto con due cosce di pollo, insalata e patate al forno. Con una
mano prese la forchetta e piano piano iniziò a mangiare.
Il
volto perso nei suoi pensieri e nei suoi ricordi. Voleva sapere di
più sulla maledizione. E se esistesse una cura? E se
qualcuno di
nascosto la stesse creando?
Certo
erano tutti pensieri che non servivano in quel momento. Sapeva
benissimo che nulla di quello esisteva eppure ponendosi quelle
domande si sentiva più sollevata.
Dopo
alcuni minuti finì di mangiare. Era decisa ad andare da
Severus, non
più per sfidarlo in qualche modo, ma per ringraziarlo.
Riguardò
per qualche secondo la finestra stregata che proiettava il cielo
all'esterno e poi uscì.
La
porta della camera di Piton era di fronte la sua. Bussò
delicatamente temendo di disturbare la sua quiete.
La
porta si aprì. Severus la osservava senza dire una parola;
questo
suo silenzio imbarazzava violentemente Anelma.
-Scusami,
Severus, non voglio disturbarti- il suo tono di voce era simile al
suono di un violino che cercava di sfumare senza disturbare
l'orchestra del silenzio.
Piton
la guardò ancora ma poi si mosse e lasciò libero
il passaggio verso
la sua camera, invitandola, nel suo silenzio, ad entrare.
Anelma
non seppe cosa dire ma vi entrò.
Momenti
lunghi di silenzio circondavano i due. Anelma cercò di non
guardare
gli occhi neri del mago e viceversa.
Sentendo
la sua presenza non molto apprezzata da Severus, disse:
-Severus,
scusami il disturbo...io... forse è meglio che me ne torni
in camera
mia-
Girò
le spalle a Piton e fece per andarsene quando l'uomo la fermò
-No,
Anelma... Per favore resta-
L'aria
era colma di imbarazzo e Piton, che ancora era in piedi,
invitò
Anelma a sedersi sulla poltrona davanti a lui. Lei lo fece e anche
Severus si sedette.
-Anelma,
posso solo immaginare come ti senti-
La
sua voce era calma, non vi era nessun disprezzo.
-Forse-
rispose solo la ragazza
Ci
furono altri secondi di silenzio.
-Severus,
scusa se sono venuta qui da te. Avevo pensato, forse, di trovare
conforto vedendoti. Non voglio che tu sia costretto a tenermi qui-
rispose dispiaciuta.
-Se
fosse così non saresti mai entrata qui-
Anelma
sorrise.
-Severus,
veramente non esiste alcuna cura per questa maledizione?-
Sapeva
che la sua risposta non era quel conforto che lei sperava.
-No.
Una maledizione non può essere fermata-
Ancora
secondi interminabili di silenzio.
-Mi
spiace. Non volevo darti false speranze- continuò Piton
osservando
la ragazza che a stento lo guardava negli occhi.
Anelma
dovette dar ragione al mago. Era meglio una falsa verità o
la
realtà?
Sovrappensiero
Anelma osservò le mani dell'uomo che si stringevano a pugni.
Infine
fece per parlare quando ad un certo puntò bussarono alla
porta.
-Avanti-
disse Piton
Era
Silente. Anelma si alzò spontaneamente alla vista del
preside.
-Stai
pure comoda Anelma-
Entrò
nella stanza e osservò i due sorridendo ad Anelma che
ricambiò con
un sorriso forzato.
-Scusa
il disturbo Severus, devo dire una cosa importante ad Anelma e vorrei
che tu ascoltassi-
Piton
annuì.
Il
preside osservò la ragazza seduta.
-Il
libro di tuo padre, Anelma, so che tu non l'hai mai finito ma sono
qui per darti una cosa lasciata da lui per te-
Anelma
ascoltava curiosa.
Silente
le porse una busta ancora sigillata.
-Non
so cosa ci sia scritto ma sono sicuro che ci saranno cose molto
importanti-
Anelma
lo osservò. Dopo poco prese la busta e la aprì.
Cara
Anelma,
Mi
dispiace veramente averti lasciata sola in momenti di così
caro
bisogno per te. Ma so che crescerai forte e che cercherai di fare
tutto ciò che è nelle tue mani per difendere i
tuoi sogni. In
questa lettera non potrò scriverti tutti i segreti che io e
tua
madre abbiamo gelosamente custodito. Posso, purtroppo, darti solo
indizi e per te questa sarà come una “caccia al
tesoro”. Non mi
odiare per questo, sono l'ultimo che vorrebbe giocare con questo
segreto, ma non mi resta altra scelta. Io e Kanerva ti vogliamo bene
e non vorremmo mai metterti nei guai ma forse questo segreto
può
essere più utile a te che a noi.
Posso
dirti di cercare tra le pagine di Hogwarts e capire ciò che
non hai
mai visto al chiaro di sole.
Non
perdere mai la speranza di vivere tranquillamente anche se la stessa
vita ti porrà di fronte a problemi davvero complicati che ti
porteranno a pensare che la morte sia la sola e unica via. So che non
ci deluderai.
Tuo,
Eelis
Lei
stava facendo il contrario di quello che suo padre le aveva scritto.
Li aveva delusi?
Piton
si alzò e strinse le mani della ragazza che ancora tenevano
la
lettera. Anelma la lasciò cadere.
Non
si era mai sentita così delusa da se stessa.
Per
pochi secondi gli occhi gonfi di lacrime della ragazza incrociarono
quelli dell'uomo di fronte a lei.
-S...scusate-
singhiozzò trattenendo le lacrime
Si
liberò dalle mani di Piton e con una manica si
asciugò le lacrime
che non smettevano di uscire.
-Severus- chiamò Silente dopo aver letto la lettera.
Piton
si avvicinò a lui.
Iniziarono
a parlare senza farsi sentire da Anelma che li stava osservando.
Dopo
alcuni minuti il preside diede il libro a Piton e si rivolse alla
ragazza.
-Anelma,
riprenditi- sorrise accarezzandole la spalla e se ne andò.
Rimasero
di nuovo Severus e lei da soli.
Anelma
parve essersi calmata
-E'
la prima volta che leggo qualcosa dei miei genitori- si scusò
-li
ho delusi, Severus-
-Anelma,
non li hai delusi-
-Come
puoi dirlo?!- si scaldò e poi continuò
-Non
mi conosci non sai cos'ho fatto e se lo sai, non conosci tutto-
Piton
tacque.
-Scusa
Severus- disse più calma dopo alcuni secondi.
-Non
puoi trovare conforto in uno come me- sussurrò
impercettibilmente
Piton.
-Non
fraintendermi Severus-
I
due si guardarono intensamente.
-Non
voglio rubarti altro tempo- disse dispiaciuta
Lui
la guardò.
-E'
meglio che me ne vada- disse poi alzandosi dalla poltrona.
Piton
le prese il polso fermandola.
-Vieni
con me, Anelma-
Lei
lo guardò sconcertata.
-Ti
prego-
I
suoi occhi neri incrociarono leggermente l'azzurro degli occhi di
Anelma.
Lei
annuì.
Piton
si fece seguire. La sua camminata non era veloce come al solito, ma
camminava seguendo il passo di lei.
Non
parlarono molto durante il tragitto all'interno dei corridoi. Severus
la stava portando nell'enorme giardino di Hogwarts.
-Severus,
dove stiamo andando?-
Lui
la guardò e forse per la prima volta le sorrise.
Anelma
non contestò.
Si
fermarono..
Erano
davanti ad un muro di rami di un salice piangente.
Piton
scosse la bacchetta e Anelma assistette ad uno spettacolo fuori dal
comune. I rami si aprirono a sipario mostrando un paesaggio che anche
per dei maghi era impossibile credere.
Anelma
superò Severus incantata.
Tutto
quel paesaggio era stato nascosto da quel salice e chissà da
quanto
tempo.
Luci
di tutti i colori fluttuavano come orbs sopra i fiori e all'enorme
prato che sembrava intriso di riflessi dorati. Non si vedeva il
cielo, era sempre coperto dall'albero. La vicinanza con quella natura
sembrava avesse suscitato in Anelma un senso di calma e benessere.
Una
piccola lucciola rossa si posò sulla sua mando di lei
protesa in
avanti.
-C'è
una leggenda dietro tutto questo- disse Piton osservando la piccola
luce rossa sulla mano di Anelma.
Lei
ascoltava.
-Pochi
maghi hanno conosciuto questo posto mai descritto in nessun libro.
Queste luci sono chiamate “Luci della
Verità”. Scavano nel cuore
di una persona trovando sentimenti che nemmeno il soggetto in
questione ne è a conoscenza. Se una luce gialla si posa su
di te
significa che ci saranno momenti di guadagno. Ma attenzione, il
guadagno non comprende Galeoni, ma un cambiamento emotivo o se si
è
malati una prossima guarigione- fece una pausa. Guardava Anelma che
sorrideva, affascinata da quel posto.
-Ti
prego, Severus, continua-
Lui
annuì
-Se
è una luce verde, invece, a posarsi allora ti attende un
periodo
fortunato oppure un sentimento estraneo a te piano piano si
mostrerà
a tutti-
-Se
è una luce rossa, Severus?-
-Significa
che il tuo cuore si sta innamorando, Anelma-
Anelma
osservò il mago e vide alcune lucciole avvicinarsi a lui.
Una luce
rossa e una blu si erano posati sulla sua mano.
-La
luce blu, Anelma, significa un dolore o una sofferenza imminente. La
perdita di qualcosa a te caro- Lui guardò la ragazza. Anche
da lei
si posò una lucciola blu e con la rossa anche una luce lilla
che
poco dopo si posò anche su Severus.
-Il
lilla ha un'interpretazione difficile. Rappresenta il tuo cuore che
si rimargina da una profonda ferita oppure la tua morte-
Anelma
lo guardò. Forse si riferiva a quello che le
succederà per
l'Avemors.
Lei
si sedette ai piedi del salice e lo stesso fece l'uomo.
-E'
bellissimo, Severus-
-Sì-
-Come
l'hai scoperto?-
-Per
caso, cercavo un posto dove nascondermi-
Gli
occhi di Piton erano illuminati dalle varie luci che erano tutte
intorno a lui.
-Perchè
l'hai condiviso con me?-
-Voglio
che anche tu lo conosca, Anelma-
Lei
sorrise.
-Rimarrei
qui tutta la notte-
-Nessuno
te lo impedisce-
Ora
Anelma era spaesata. Dov'era finito il prepotente e sfacciato uomo
che aveva conosciuto?
-Sai,
mi chiedevo, come fai a sapere che cos'è l'Avemors?- chiese
tranquillamente.
-Su
questo non posso risponderti-
Lei
sorrise.
-Tu
non puoi essere Mangiamorte, per cui dubito che sia per questo che ne
sei a conoscenza-
-Come
fai a dirlo?- chiese curioso
-Penso
che mi avresti già uccisa- sorrise.
-Probabile-
disse in un sussurro Piton.
-Qui
mi sento libera- sospirò Anelma.
-Conosco
questa sensazione- sorrise Piton
-Ed
è bello vederti sorridere, Severus. Perchè non lo
fai più spesso?-
-Non
ho molto per cui sorridere-
-Quel
poco che credi di avere, mostralo-
Lui
sorrise.
Perchè
prima dell'Avemors non si era mai accorto di quando lei fosse dolce,
tranquilla, disponibile? Perchè lei è riuscita a
tirar fuori da lui
queste emozioni?
-Non
avrei a chi mostrarlo-
Lei
tirò un piccolo schiaffo sul braccio di Piton. Lui la
guardò con
gli occhi spalancati.
-Ci
sono io- Concluse Anelma.
Una
luce verde si posò su Piton.
Anelma
sorrise.
-Perchè
nessuno conosce questo posto?-
Anelma
si sentiva bene, anche se la morte le soffiava sul collo, era, anche
se per poco tempo, tranquilla e spensierata.
-Non
lo so. Come ti ho già detto nessun libro ne parla, sarebbe
inutile
cercare una risposta-
-L'hai
mai esplorato profondamente?- chiese la ragazza dopo alcuni minuti di
silenzio.
L'uomo scosse la testa.
-E' come se non mi permettesse di
guardare oltre. Questo posto ha qualcosa che io non posso sfidare-
La ragazza lo osservò. Si alzò ed
iniziò a camminare guardandosi attorno sbalordita.
-Severus, mi sento protetta qui- si
fermò a riflettere qualche secondo e poi concluse
-”capire
ciò che non hai mai visto al chiaro di sole” pensi
si riferisse a questo mio padre?-
Severus prese il libro che teneva
sotto al mantello.
Sfogliò alcune pagine e lesse ad
alta voce
-”molti
sono i luoghi governati dal mistero, pochi sono i luoghi vissuti
dall'ignoto. Quel giorno vidi lilla e forse per un piccolo istante ho
recepito tranquillità e felicità. ”-
fece una pausa.
-Probabile- concluse.
-Dove posso cercare? Cosa devo
cercare?- concluse riflettendo.
Severus continuò a leggere sperando
di capirne di più.
-”Oltre
il salice un orologio riflette, al di là delle fronde una
lancetta
si ferma sul tuo sguardo. Nell'oblio un mistero ti attende”-
Anelma lo guardò.
-Ci sono altri posti sotto queste
fronde?-
-Che io sappia no- concluse Piton.
Anelma iniziò a camminare su quel
prato sfiorando delicatamente i boccioli di fiori che lo rivestivano.
Si avvicinò al muro di fronde che
dividevano quel magico posto dalla realtà.
-Pensi sia oltre a questo?-
-Non lo so Anelma, ma ti prego fai
attenzione- disse alzandosi.
La ragazza annuì.
Provò ad aprire a sipario i lunghi
rami di fronte a se.
All'improvviso due rami fini di
colore verde le presero i polsi saldamente arrotolandosi su tutte e
due le sue braccia..
-Severus!- chiamò Anelma voltandosi
verso di lui.
L'uomo corse da lei. Osservò gli
strani rami che la tenevano immobile. Cercò di liberarla ma
i rami
non si vollero muovere ne tantomeno sciogliere la presa. Non poteva
usare nessun tipo di incantesimo. Poteva colpire Anelma.
-ah-
Anelma gemette. Probabilmente i rami
si strinsero ancora di più a lei.
Severus estrasse la bacchetta
puntandola su un braccio .
La ragazza lo osservò.
-Fidati di me-
Lei annuì.
Fece per pronunciare un incantesimo
ma un altro ramo lo bloccò e lo legò alla ragazza.
Non riuscirono a dire una parola e
subito vennero lanciati all'indietro dove caddero in un enorme buco
formatosi poco prima.
Piton abbracciò Anelma cercando di
tenerla stretta a se e di non perderla.
Passarono molti secondi, troppi. I
due stavano precipitando, la paura si fece sempre più forte.
Anelma chiuse gli occhi, non voleva
vedere le pareti del buco scorrere così velocemente.
Si aggrappò a lui stringendolo più
forte che poteva.
Ad un tratto si sentirono trascinati
e bloccati a mezz'aria. Quasi a perderne il fiato.
Delicatamente l'atmosfera li fece
toccare il suolo.
-Anelma- chiamò Severus in un
sussurro
Lei si mosse leggermente.
-Anelma- sussurrò di nuovo
-S-severus...- si mise a sedere
aiutata dal mago.
-Dove siamo?- concluse
L'uomo scosse la testa.
Si guardarono attorno.
Non era più il prato di prima.
Il paesaggio era polveroso. Tutto
intorno pareti, soffitto non erano di roccia bensì di terra-.
Anelma guardò in alto, ma il buco
da dove erano precipitati era scuro e profondo.
-Guarda Anelma- disse Piton
indicando uno strano orologio.
-è quello Severus- disse
avvicinandosi.
L'uomo la seguì. Man mano che si
avvicinavano all'orologio Severus si sentiva trattenuto da una forza.
Anelma non sembrava sentire questo
peso.
Si fermò un secondo per riprendere
le forze.
La ragazza intanto era vicino a
quell'orologio.
-Cosa ci fa un orologio d'oro qui
sotto?- chiese più a se che al mago.
Poi osservò indietro.
-Severus, va tutto bene?-
-Tranquilla- sorrise sforzatamente.
Il marchio oscuro iniziò a pulsare
più forte, come se questo volesse esplodere.
Il suo viso si piegò in una smorfia
di dolore.
Anelma, intanto,
aprì la cassa
dell'orologio dove un pendolo si muoveva ininterrottamente.
Si chiese perchè si doveva muovere
visto che l'orologio non possedeva lancette
Nascosta nel pendolo c'era una
piccola porticina.
La aprì.
Una lettera piegata in piccolissime
parti.
-Severus l'ho trovata- disse
tornando dall'uomo che tentava di nasconderle il dolore.
-C-cosa c'è scritto?- chiese
-Severus, cosa ti succede?- chiese
preoccupata
-Anelma, leggi la lettera- sussurrò
Lei annuì.
-E' scritta in finlandese- sussurrò
-”Cara
Anelma, sapevo che avresti raggiunto questo posto prima o poi.
Ora
in questa piccola lettera non ti spiegherò molto ma
l'essenziale. Ho
inserito delle barriere contro tutti coloro che posseggono il marchio
oscuro così che questi non possano raggiungere l'orologio.
Ma devo
trattenermi ancora nello spiegarti questo nostro segreto. Ti do un
altro indizio: kehellä[1].
Tuo
Eelis.”-
-che
indizio sarebbe?-
Il dolore si fece sempre più forte.
Era di questo che parlava Eelis. Lui possedeva il Marchio Oscuro e
chissà cosa potrebbe succedergli.
-Devo tornare a casa...- sussurrò
vedendo Severus sofferente.
Sulla sua mano sinistra iniziò a
scorrere del sangue.
-Severus, cosa ti succede?- chiese
avvicinandosi a lui.
Anelma avrebbe presto scoperto il
tatuaggio era questione di tempo.
-Non ti avvicinare!- esclamò
Severus cercando di tenerla più lontana possibile da quel
suo
segreto.
Lei non lo ascoltò e si avvicinò a
lui.
Lo fece sedere a terra dolcemente.
Iniziò ad arrotolargli la manica
del braccio sinistro. Lui non l'avrebbe fermata, prima o poi
l'avrebbe scoperto.
L'avambraccio sinistro era intriso
di rosso.
-Che ti è successo?-
Lui non rispose.
Anelma prese la sua bacchetta e con
un incantesimo rimarginò la ferita.
Il tatuaggio si rimarginò. Il nero
del Marchio si intravvedeva sotto il rosso del sangue.
La ragazza lo osservò negli occhi.
Non voleva crederci.
Asciugò il sangue e da lì si fece
vedere il simbolo di Lord Voldemort.
-Perdonami- sussurrò il mago.
Anelma ricordò le parole scambiate
con il mago poco prima
FLASHBACK
-Sai,
mi chiedevo, come fai a sapere che cos'è l'Avemors?- chiese
tranquillamente.
-Su
questo non posso risponderti-
Lei
sorrise.
-Tu
non puoi essere Mangiamorte, per cui dubito che sia per questo che ne
sei a conoscenza-
-Come
fai a dirlo?- chiese curioso
-Penso
che mi avresti già uccisa- sorrise.
-Probabile-
disse in un sussurro Piton.
FINE
FLASHBACK
Lasciò
cadere il
braccio di Piton.
-Che stupida sono stata- sussurrò
delusa alzandosi.
-Non è come credi, Anelma- cercò
di parlare Piton.
-Cosa, Severus? Dovrei non credere a
ciò che vedo?-
-No, ti prego...-
-Basta, Severus. Cosa aspettavi ad
uccidermi? Avevi tutto il tempo per farlo! Quando eravamo soli sul
prato, prima nel tuo ufficio!- esclamò irata.
I suoi occhi si fecero rossi.
Si alzò.
-Se sapessi come uscire di qui me ne
sarei già andata-
Piton per la prima volta in tutta la
sua vita non seppe cosa dire.
-Severus, ora siamo pari. Non voglio
aver debiti con un Mangiamorte. Tu mi hai “salvata”
dall'Avemors
e ora io ho curato te. Appena usciremo da qui non mi vedrai
più-
concluse rassegnata.
-Anelma hai bisogno di cure per
quella maledizione-
-Cure?! A cosa servono se poi muoio
ugualmente?!-
Piton si alzò.
-Ascoltami- sussurrò Piton
osservandola negli occhi.
Lei gli voltò le spalle.
Il mago le prese il polso.
Lei si voltò di nuovo verso di lui.
-Ascoltami, questo è il mio
passato-
-Non si può fare di Lord Voldemort
un passato, Severus-
Ci fu un po' di silenzio.
-Ti ha già ordinato di uccidermi?-
Lui abbassò lo sguardo.
-Lo sapevo. Ed ora puoi, Severus,
sono qui a portata di Maledizione- sorrise beffarda indietreggiando e
aprendo le braccia in segno di resa.
-Non ti ucciderò-
-Così disubbidisci al Signore
Oscuro-
-Non sono più legato a lui, Anelma-
-Provamelo- lo sfidò la ragazza.
Lui non si mosse.
-Quel tatuaggio è ancora di Lord
Voldemort-
Lui scosse la testa.
-Ora, se non ti dispiace, cerco di
uscire di qui- gli voltò nuovamente le spalle.
Iniziò a guardarsi attorno.
Di nuovo quella sensazione. La terra
iniziò a muoversi minacciosa intorno a lei.
E ancora Severus che correva verso
di lei aiutandola, dandole la pozione.
Ma questa volta lei non provava
dolore per ciò che le stava succedendo.
Faceva più male aver capito il
segreto dell'uomo che le aveva spezzato il cuore con uno stupido
tatuaggio.
Chiuse gli occhi, vedendo ancora per
ultima volta gli occhi d'ebano di Severus Piton.
1: spiegazione nel prossimo capitolo.
NDA:
ho avuto molte difficoltà durante la stesura di questo capitolo. Molte cose sono cambiate da come me le sarei immaginate. Ad esempio la scena delle luci e quello che succede poi non l'ho mai immaginato prima della scrittura di questo.
Nel prossimo capitolo si scopriranno moltissime cose. Mi raccomando continuate a Seguire Anelma. Il fatto della “ricaduta” di Anelma per colpa dell'Avemors è semplice da capire. La delusione, l'ira nelle sue parole mentre accusa Severus. La Luna Piena peggiorerà la Maledizione, quindi non sarà ad ogni Luna Piena un “attacco”... insomma dipende da lei.
Scusate il ritardo, molte volte non riesco a scrivere, ma vi assicuro che non ho abbandonato questa Fanfiction, anzi, non vedo l'ora di capire come andrà a finire.
Per il resto aspetto una vostra opinione.
Grazie a tutti per aver letto questa ff fino a qui, sperando non vi abbia deluso o non vi annoi.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno commentato e che l'hanno inserita tra le seguite, ricordate e preferite.