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Autore: Satomi    28/07/2011    1 recensioni
[La capitana del Yucatan] [REVISIONATA il 24/08/2012]
Non arrossire quando ti guardo...” mormora Dolores del Castillo mentre le guance del marinaio s’imporporano; un battito gioioso e frenetico le preme sullo sterno, scuotendola tutta.
"Ma ferma il tuo cuore che trema per me."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come una volta

 
“Desiderate altro, marchesa?”
Le parole di Juanita si perdono nella delicata e insolita brezza che quella sera soffia su Merida. La cameriera meticcia alza le spalle, i pensieri già rivolti alle faccende che l’occuperanno assieme al resto della servitù; quelli della sua signora vagano invece incerti come il passo con cui ha raggiunto la veranda.
Dolores del Castillo sospira portandosi dietro la sedia ove il suo ospite riposa, il capo greve di sonno e chiacchiere piacevoli, le prime da quando a contare nei discorsi erano le strategie d’attacco e difesa. Una mano carezza pensosa il serapè dalle tinte vivaci poggiato sulla spalliera e indugia sui fiocchi che ne ornano i bordi, prima di sfiorare il profilo del viso e i folti baffi dell’uomo.
“Marchesa...?” Due occhi spaesati fissano quelli della vedova. “Perdonate, mi sono addormentato... forse il vino...” Doña Dolores accoglie la goffa scusa con un impercettibile sorriso; la mano colpevole viene nascosta dietro la schiena, l’altra cala sulla spalla dell’ospite che stava per alzarsi.
Il marinaio fissa stupito quelle dita delicate che non accennano a scivolare via, anzi aumentano la loro stretta. Poi rivolge lo sguardo alla marchesa: ha la fronte rannuvolata, gli occhi fissi sui palazzi di Merida ma assenti.
“Pensate al Yucatan, n’è vero?”
“Affatto.” La voce di lei è ferma. “Mai i miei pensieri sono stati tanto lontani dalla sorte sventurata della mia nave.”
“Allora cosa vi turba, doña Dolores?”
“Nulla, Cordoba.” La nobildonna si porta in avanti in un fruscio di merletti e velluto, facendo d’improvviso gravare il suo pur leggero peso sulle gambe dell’ospite. Ottiene in risposta un’esclamazione sbigottita ma non è difficile, per una donna avvezza a scrutare gli orizzonti, scorgere un sottile piacere in quegli occhi neri.
“Una volta mi facevi danzare sulle tue ginocchia. Ricordi?”
“Ricordo, doña Dolores. Ma allora eravate una bambina.”
“E tu un giovane e già promettente marinaio.”
“Mi lusingate, doña Dolores.” Cordoba oppone all’affettuosa confidenza della marchesa una cortese formalità, che s’incrina non appena avverte un tocco leggero sulla sua guancia.
E capisce che a svegliarlo non era stato il vento.
Percorre cogli occhi la figura di lei, l’abito rosso al pari della casacca che vestiva quand’era capitana del Yucatan. Ma ora la marchesa è ferma sul presente, sull’uomo che per lei non è più il suo secondo ma solo un amico. Il suo amico più fedele che, a modo suo, l’ha amata e l’ama ancora.
S’appoggia a lui colla confidenza d’una giovane donna che mostra affetto verso il fratello più caro. Ed è un bacio leggero, fraterno quello che posa sulle labbra di Cordoba. “Non arrossire quando ti guardo...” mormora Dolores del Castillo mentre le guance del marinaio s’imporporano; un battito gioioso e frenetico le preme sullo sterno, scuotendola tutta.
Ma ferma il tuo cuore che trema per me.


[480 parole]

 

Note dell’autrice: dopo i primi tre libri del Ciclo delle Antille, ritengo “La capitana del Yucatan” il romanzo migliore uscito dalla penna di Emilio Salgari, perlomeno tra quelli al momento letti da me. Ad avermi colpito non sono stati soltanto la trama solida e accattivante e i personaggi ben tratteggiati, quanto la mancanza di una relazione amorosa (costante, generalmente, delle opere salgariane). Tanto più che, in questo caso, speravo fino all’ultimo che tra la marchesa del Castillo e il luogotenente Cordoba uscisse qualcosa di più della semplice amicizia che dimostrano nel corso del romanzo; incredibile ma vero, sono stata delusa.
Non sono il tipo da concentrarmi su pairing inesistenti, tutt’altro, però questi due mi hanno ispirata fin da subito: Cordoba, che dire, è il mio personaggio preferito e lo considero uno dei migliori co-protagonisti salgariani (dopo Carmaux e Wan Stiller, s’intende v.v), ma non mi dispiace neanche la giovane capitana, che ha evidenti tratti mary-sueschi ma riesce a conquistare.
Questa flashfic si ispira allo Sfigapairing contest indetto da Feel Good Inc. La frase “Non arrossire quanto ti guardo, ma ferma il tuo cuore che trema per me”, presa dalla canzone “Non arrossire” di Giorgio Gaber, era una delle citazioni disponibili per il contest.
Satomi

   
 
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