Riccioli e seta

Quei capelli erano davvero strani: lisci come la seta che produceva, neri come i gorghi più profondi del mar Mediterraneo, senza però quel colore caldo.
Era davvero strana, quella donna.
Portò la mano all’altezza di una ciocca di capelli, che strinse tra le dita, facendoli scivolare tra esse: erano brillanti come se fossero oro, lisci come la seta, e scuri come la notte.
Il viso della loro padrona era smunto e pallido, e anche corrucciato: gli occhi dorati parevano fissare qualcosa sulla sua testa, incuriositi.
Vide una mano alzarsi davanti i suoi occhi e …
«Ahi!»
… stringere un ricciolo.
 
 
C’è un uomo seduto su una roccia, le gambe incrociate, l’aria da bambino spensierato che stona con la sua armatura da militare, un sorriso enorme su un volto che non è asiatico.
È incuriosita, vuole sapere chi sia: anche perché si trova nella sua terra, nella sua Nazione, che ha forgiato con il sacrificio della sua gente, e anche quella insulsa pietra le appartiene.
Si avvicina e si china verso l’uomo scrutandolo, quando questi prende tra le sue mani una ciocca di capelli.
I suoi capelli però sono ancora più strani, sembrano ghirigori.
Ne prende uno tra le dita e stira.
 
 
«Ahi!»
«Scusa, scusa!»
«Per Giove, accetterò le tue scuse solo se mi dirai il tuo nome»
«Per chi?»
Il romano le prende i polsi tra le mani – non sa, che se solo volesse, la cinese potrebbe ucciderlo anche con due sole dita.
«Su, su, dimmi il tuo nome».
«Non vedo perché dovrei, straniero»
«Mi chiamo Romanus», l’uomo insisteva cecamente.
Cina sbuffò: «Il mio è Wu Chao», con un gesto secco dei polsi ruppe la presa di Romanus e portò le mani ai fianchi: «Siete contento, ora?», e così come era venuta si voltò e tornò ai suoi alberi maledicendo il romano e la sua terra.
Romanus rimase sconcertato da quello spettacolo e appena Wu raggiunse i suoi alberi tirò la testa indietro e rise.
La sua risata era rumorosa oltre ogni dire, sebbene così spontanea.
E il romano avrebbe giurato che tra le lacrime che gli offuscarono gli occhi poté vedere le labbra rosse e sottili della donna tirarsi su in un’eco del suo riso.
 
 

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Okay, questo è non-sense ;___;
Potevo anche impegnarmi di più per il titolo della fic *shame on me!*
Mi scuso con i lettori delle mie long-fic, ma ultimamente avrò una specie di blocco dello scrittore per cui ho iniziato millemila fic, e non ne ho conclusa nessuna.
Quindi ho pensato che magari con qualcosa di leggero mi riprenderò :3
LOL, per Giove :'D Per Giove pluvio~
Spero …
Grazie per aver letto!
_Ayame_