Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: TheMaster    28/03/2006    0 recensioni

Il nemico è dentro di noi. Attorno a noi. Nei nostri libri. Nelle nostre case.
Il nemico è invincibile. Inavvicinabile.
Tutti ne parlano. Tutti lo invocano. Tutti lo pregano.
...perchè nessuno conosce la verità.
Genere: Azione, Dark, Fantasy, Guerra, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New Page 1

"Dio non esiste. Non l'ho mai visto in quarant'anni. Non mi ha mai aiutato, non mi ha mai soccorso e non ha mai deviato un solo colpo che fosse indirizzato a me.

Mia moglie è... è stata assassinata da uno stronzetto che cercava qualche spicciolo in casa nostra...

Leonard, il buon Leonard... Lei lo conosce, no? Era da vent'anni senza gambe e s'è beccato un fottuto cancro che lo ha ridotto ad una ameba attaccata a una macchina d'ospedale. Perchè mai dovrei credere che Dio esiste, Padre?"

Le parole erano riecheggiate per l'ala destra della Cattedrale di Saint Patrick, Fifth Avenue, New York.

 

"Figliolo... Non sempre Dio ci accompagna in ogni nostro passo." Disse sconsolato Padre Gabriel. "Non senti la sua mano perchè non vuoi sentirla, non pensi? Ma prima o poi arriverà, e tu sarai lì. Credimi."

 

"...Quando arriverà avrò molte domande da porgli, statene certo." Rispose Vincent, alzandosi dalla panca di legno con un movimento secco. Si sistemò la giacca di pelle nera con un colpo spiovente delle mani, piegò la testa di lato e disse le sue ultime parole della serata: "Grazie Gabriele, nonostante tutto... sei un buon amico."

 

Si mosse verso l'uscita, dando le spalle all'ecclesiastico, mentre quest'ultimo lo salutava con le solite parole di rito. Inforcò la porticina sita nell'anta destra delle imponenti doppie porte della cattedrale e si ritrovò lanciato nella più grande città del mondo. New York. Il simbolo dell'america. Il simbolo della vita sulla terra.

Si strinse nel giubbotto, imprecando a bassa voce, sferzato dal vento e dalla pioggia autunnale, gelida e affilata; per poi tuffarsi in quella piazza che sembrava più un lago, per fare ritorno alla casa dei suoi sogni e dei suoi incubi.

Perchè proprio un incubo stava per avere inizio.

 

 

 

Là, dove tutti vorrebbero andare, una figura angelica mosse i suoi passi su un pavimento di luce bianca, senza pareti né soffitti, senza fare alcun rumore. Nel luogo dove la luce era più intensa e l'oscurità meno fitta, là sedeva qualcuno. E questo qualcuno parlò: "Sono arrivati, finalmente. Che tutto abbia inizio. Ora."

 

La figura angelica annuì e si lasciò scrivolare sul pavimento, sprofondando in esso e diventando parte del bianco, un nulla nella luce. Poi la luce si spense e lasciò spazio alla notte.

 

 

 

"...dopo la nostra rubrica politica passiamo ora alla cronaca extraterrestre. Ancora rivolte da parte dei minatori d'acqua su Titano. Il Primo Console del satellite mantiene la sua linea di condotta e la manifestazione è stata sedata con l'ausilio di personale militare.

Nessun notizia della U.R.E.W. Salieri II, dispersa da giovedì notte nella costellazione del Toro. Il Ministero Aerospaziale ha emesso un bollettino nel quale viene confermata l'ipotesi di un impatto con un corpo non ancora identificato. Una nave della Repubblica si sta ora muovendo verso le coordinate degli ultimi messaggi.

Alcuni scienziati venusiani hanno rinvenuto in una cava di argento un minerale anomalo la cui scoperta ha..." La televisione si spense senza lamenti, lasciando la stanza in un surreale silenzio, interrotto soltanto dal passaggio di qualche aeroveicolo.

Vincent si girò sul letto, fissando il soffitto così bianco da sembrare nuovo, spalancando le braccia e restando fermo immobile nel suo nulla. Attese. Vagava nei suoi pensieri, preoccupato dalle mille grane che la vita gli aveva riservato. Non si accorse quando scivolò nel mondo dei sogni, ma stava sognando Marta quando il telefono suonò facendolo sussultare.

Il sole era tramontato, la pioggia era cessata e si sentiva anchilosato, come se fosse stato fermo per ore. E forse era così.

Scivolò in piedi, infilando le ciabatte di pelo correttamente al secondo tentativo, per poi arrancare verso il salotto. Nel corridoio lanciò un'occhiata alla grande parete a specchio del bagno attraverso la porta aperta, e l'immagine che gli fu restituita era la solita, anche se un po' sfocata. Non era una figura eccessivamente particolare: alto circa un metro e novanta, spalle da nuotatore, fisico asciutto, forse troppo magro. I capelli negli anni erano cresciuti rigogliosi sulla sua testa e ora gli scivolavano oltre le spalle, incastrati dietro le orecchie. Gli occhi, ora arrossati, erano come sempre spenti. Come sempre, da quando l'amore della sua vita aveva trovato la pace eterna tra le braccia di un medico incapace di salvare le vite altrui. Non si fermò oltre, non era il momento di lasciarsi andare a elucubrazioni sul suo passato.

 

"Pronto?"

"Capitano Vincent Baker?"

"Capitano non troppo, Vincent un po'."

"Sono il Generale LeHavre, si ricorda di me?"

"Chi non si ricorda di lei?"

"Questo mi fa piacere. Da quanti anni è in congedo, Capitano?"

"Tanti."

"... Quanti, Capitano?"

"...Otto."

"Da quando sua moglie..."

"Già."

"..."

"..."

"Il Comando ha bisogno di lei, Capitano."

"Con rispetto, Generale, non penso proprio."

"Io penso di sì. Siete un soldato, no? Uno dei migliori."

"I migliori sono morti su Callisto, mentre io..."

"Mentre voi facevate il vostro lavoro sulla vostra nave, Capitano. Ora mi ascolti: lei è ufficialmente richiamato in servizio. Non se ne rammarichi, probabilmente sarà soddisfatto da ciò che l'aspetta. Penso di ricordarmi ancora i suoi... gusti."

"Navi veloci, musica e qualche bella ragazza?"

"Navi veloci, soldati veloci e armi veloci."

"Di che si tratta?"

"Lo saprà presto, ho inviato il Sergente Timmer a portarle il materiale necessario, arriverà questa sera verso le nove."

"Fantastico, avevo giusto in mente una serata romantica."

"La saluto, Capitano. E le auguro buona fortuna, a presto."

"A presto, Generale."

 

BIP, emise il ricevitore al termine della chiamata, prima di essere posato su un alto tavolino circolare, di vetro.

Vincent si mosse verso le ampie vetrate del suo salotto, dalle quali si affacciava tutta la metropoli. Di fronte a quello spettacolo di chaos organizzato, a cui era solito assistere durante l'ora di punta, si accorse di avere fame. Erano le otto: in meno di un'ora il Sergente Timmer sarebbe arrivato, e non avrebbe saputo resistere a un buon piatto di curry. Proprio come una volta.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: TheMaster