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Autore: Mushroom    28/07/2011    5 recensioni
#01 - Passato "In un libro il numero delle pagine è spesso proporzionale all’effetto sulle persone: quanto più è grosso, tanto più allontana coloro che vogliono interloquire con l’astuto lettore."
#02 - Presente "Erano quegli attimi del suo presente che non avrebbe dimenticato troppo facilmente."
#03 - Futuro "Era successo perché doveva succedere da troppo tempo."
#04 - Tempo "Aveva così paura di ciò che era stato da dimenticare quel che le rimaneva."
#05 - Senza Tempo "Semplicemente intrappolato in un istante senza tempo."
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Tempo
Passato

Kate Beckett non amava rievocare il passato.
Per lei la vita era proseguita a un ritmo sempre più confuso, con momenti di lunga apatia e altri di strenue visibilio.
C’era stato il bianco, c’era stato il nero, c’era stato il niente.
Il suo passato nasceva e moriva lì dove aveva perso sua madre, come se tutto quello che avesse fatto fino a quel momento e quello che avrebbe fatto in seguito si fossero rivelati niente meno che istanti irrisori.
Ma se assottigliava lo sguardo e si sforzava, riusciva a trovare (nel nero, nel bianco, nell’apatia) il momento in cui il passato aveva ricominciato ad essere tale.
Pioveva o faceva sole, quel giorno?
Leggeva? Sì, stava leggendo. Non ricordava il titolo, non ricordava di che diavolo trattasse; rammendava solo che era grande.
In un libro il numero delle pagine è spesso proporzionale all’effetto sulle persone: quanto più è grosso, tanto più allontana coloro che vogliono interloquire con l’astuto lettore. Sommergersi tra le righe, nuotare tra le parole e assaporare la carta è, per questi, la forma più nobile di divertimento e più pura di autodifesa.
Così, una volta al dì, prendeva quel grande tomo e usciva. Si posizionava nella sua panchina e guardava le folte pagine per qualche ora, fino a che non giungeva il momento di tornare a casa.
Poi ci fu qualcosa (Cos’era stato? Un rumore? Un istinto?) che la spinse ad alzare la testa. Lo sguardo le cadde sulla libreria antistante alla propria postazione. L’ampia vetrina mostrava a caratteri cubitali il nome di un autore – Richard Castle, lesse – e, semi coperto dal riflesso del sole, un titolo. Qualcosa con Storm.
Al di là della pila di libri, delle scritte e di quant’altro, vi era un uomo intento a firmare copie dei libri a una discreta fila di lettori. 
Sorrideva, sembrava impacciato, proseguiva, firmava.
Aveva quell’aria che Kate non possedeva più. Speranza.
Non seppe cosa la spinse a guardare di fronte, né cosa la fece entrare a comprare il romanzo.
<< L’autore sta firmando le copie >> le disse il negoziante << Se vuole approfittarne… >>
Ma lei aveva scosso la testa, prendendo il primo caso di Derrick Storm tra le mani.
Speranza.
<< Sarà per un’altra volta >>
Speranza.
In futuro, forse, chissà.

The One Hundred Prompt Project

 

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Note: Tutto quello che posso dire sulla mera idiozia flashfic che avete letto è: "Perchè diavolo alle tre di notte aveva senso?!". 
Partecipa al "The one Hundred prompt challenge"  e, seriamente, credo di aver contratto qualche virus (oppure e l'astinenza da telefilm, sto ancora decidendo xD) che mi spinge ad intasare questo fandom; ma ho letto il dodicesimo argomento e... posso usare la definizione "si è accesa una lampadina"?. Sarà una piccola racconta composta da cinque flashfic, ognuna delle quali su un arco temporale.
Ora mi dileguo ^^ alla prossima.

   
 
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