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Autore: sfregiatoefuretto    29/07/2011    7 recensioni
I personaggi di questa fanfiction non mi appartengono ma sono creazione di J.K. Rowling. Questa storia non ha scopo di lucro e sopratutto non vuole violare alcun copyright.
In questa breve one-shoot Albus Severus Potter è alle prese con una profonda crisi e Scorpius tenterà di consolarlo.
*In questa storia sono presenti scene a sfondo omosessuale. Qualora siate contrari o non approviate, chiudete il testo e andatevene.*
P.S. E' la prima ff che posto, siate clementi! ^^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Non piangere...




-Non piangere, Al, ti prego...
Scorpius abbracciava dolcemente Albus, il cui volto era rigato dalle lacrime e il corpo scosso da singhiozzi irrefrenabili. Con le braccia, Scorpius accarezzava la schiena del suo ragazzo, tentando di placare i suoi singhiozzi, ma senza successo. Il suo cuore sussultò nuovamente e il dolore gli fracassò il petto, ma si sforzò di non piangere anche lui: non avrebbe aiutato il suo piccolo amore. Ma la consapevolezza di essere la causa del malessere di Albus era una cosa che non riusciva a sopportare.
Tecnicamente, non era lui, Scorpius Malfoy, a essere la causa principale del pianto di Al, ma era suo padre, Draco.
Non si sapeva come, ma proprio suo padre aveva scoperto la relazione che già da molti mesi era in corso tra suo figlio Scorpius e il figlio del suo peggior nemico, Harry Potter, cioè Albus. Scosse la testa chinandosi a baciare la guancia bagnata di Albus, e sentì il sapore delle sue lacrime sulla lingua.
-Ti prego, Albus, fallo per me... smetti di piangere...
Con una chiarezza quasi diabolica, gli esplose nella mente la lettera che gli era arrivata via gufo qualche ora prima, e che ora stava accartocciando tra le fiamme del camino della Sala di Serpeverde. C’erano poche lettere vergate di fretta e furia da suo padre.

Scorpius,
sono veramente deluso da te e dal tuo comportamento. Non ti dirò assolutamente come, ma ho scoperto che frequenti un ragazzo, il figlio di Potter, Albus Severus. Non so se piangere per te o vomitare. Ti rendi conto del grande errore dentro il quale  sei incappato? Ti stai rovinando la vita, frequentando quel Potter. Merlino, non solo ricchione, ma anche inciuciato con POTTER. Non voglio più sentire niente di te fino a quando non capirai che devi tornare a vivere una vita normale. Perché ora non lo sei, Scorpius, credimi.
Addio.
Draco Malfoy.

Quella lettera aveva avuto un effetto disastroso su Scorpius, che si era sentito il mondo crollare sulla testa ed il cuore spezzarsi in un doloroso crack. Da solo, approfittando dell’assenza del resto della Casa, davanti al caminetto, aveva pianto fino allo sfinimento, fino a sentire solo il sapore delle sue lacrime, fino a essere colpito da un mal di testa lancinante che lo aveva portato via dal mondo. Ma poi aveva realizzato che, quella cosa, ormai se l’aspettava. Sapeva come suo padre fosse schifosamente omofobo, e sopratutto quanto odiasse Potter e la sua famiglia, e sapeva altrettanto bene che prima o poi avrebbe scoperto che suo figlio, il suo UNICO figlio, era gay e frequentava un Potter. Ed allora si era calmato un po’.
Ma la reazione di Albus era stata un macigno sul cuore quasi più pesante.
Rientrato dopo una sgobbante serata sui libri di Trasfigurazione, in biblioteca, Albus si era ritrovato davanti uno Scorpius debole, il volto rosso e bagnato dalle lacrime ed una lettera sbaffata stretta convulsamente tra le mani. Scorpius aveva tentato di fermarlo, ma Albus gli aveva strappato il foglio di carta dalle mani ed aveva letto quelle poche righe. Ed aveva iniziato a piangere come un piccolo cucciolo ferito, e non aveva ancora smesso.
Scorpius lo aveva abbracciato, baciato, consolato, gli aveva sussurrato con il suo tono fermo e deciso che non gli importava niente di suo padre, che era solo un vecchio orso omofobo e che lui, Albus Severus Potter, non doveva sentirsi in colpa. Ma aveva fallito nel suo intento.
Albus alzò il viso, e Scorpius si sentì in pena per lui. I suoi occhi erano rossi e gonfi, quasi chiusi, le gote pallide e inzuppate di lacrime lucenti, la bocca piccola e carnosa stretta in un ghigno di puro dolore. Albus strinse la presa sulle spalle di Scorpius e, dopo ore di singhiozzi, riuscì a biascicare con difficoltà: -S-s-scusa-a-mi... E’-è tu-tu-tutta colpa mi-mia...
-Non dire sciocchezze, amore mio- gli soffiò Scorpius nell’orecchio -Da quando l’amore è una colpa?
Scorpius gli prese il viso tra le mani e, con la sua dolcezza infinita, gli asciugò le lacrime che colavano inesorabilmente dagli occhi gonfi. E non ce la fece: anche il suo viso fu rigato da una piccola lacrimuccia, ma stavolta non era una lacrima di disperazione, ma di amore.
In mezzo a tutta quella disperazione, Scorpius sorrise.
-Al- sussurrò dolcemente -Albus... guardami...
Albus alzò gli occhi, le sue mani strette a quelle di Scorpius, e puntò lo sguardo verso il suo amore.
-Albus Severus Potter- esordì Scorpius accarezzando le nocche di Al -tu... sei un ragazzo fantastico. Il ragazzo più fantastico che io abbia mai conosciuto, ed è per questo che ti amo e ti amerò... per sempre...
-Non è vero!- gracchiò Albus con la voce rotta dai singhiozzi -Un ragazzo fantastico non farebbe perdere un padre ad un’altra persona!
Scorpius scosse il capo e strinse la presa sulle sue mani, come per paura che potesse svanire da un momento all’altro: -No no no, Albus, ascoltami bene... Se ho perso mio padre, come dici tu, non è assolutamente colpa tua. Anzi, la colpa è solo e soltanto di mio padre.
Albus lo guardò un po’ confuso, mentre reprimeva a fatica un singhiozzo. Scorpius proseguì: -E’ vero, amore mio, è solo colpa di mio padre. E’ lui che è limitato mentalmente, che non riesce a uscire dal suo piccolo mondo fatto di orgoglio e di sesso sfrenato e a guardare con occhi diversi la realtà che lo circonda.
Doveva ammetterlo, Scorpius era davvero bravo con le parole. Una dote da Serpeverde, si era sempre detto.
-Se è omofobo non è di certo per colpa tua, mio piccolo Al, ma solo del suo cervello e della sua rigida istruzione familiare. Capisci, Albus, che tu non c’entri nulla?
-Sì, ma- singhiozzò Albus avvicinando il suo viso a quello di Scorpius -nella lettera ha specificatamente detto che detesta il fatto che tu mi frequenti...
-Oh andiamo!- sbottò Scorpius -Come tra le ragazze, anche tra i ragazzi sono libero di frequentare chi voglio, Albus. Io ho scelto di frequentare, e di amare, te, non per la fama di tuo padre o per qualsiasi altro motivo, ma semplicemente perché sei una persona estremamente dolce, romantica, sensibile, bella, perché sono riuscito a capirti, a comprendere il tuo grande universo fatto di sogni e ti ho fatto diventare una parte del mio cuore.
Scorpius portò la mano destra di Albus sul suo petto, dove il cuore palpitava irregolarmente. Albus guardò prima la sua stessa mano, poi il viso di Scorpius e riuscì a fare un piccolo sorriso lacrimoso. Scorpius lo ricambiò mentre il secondo macigno scivolava via dal suo petto.
-Bravo, piccolo mio- sussurrò Scorpius leccando via altre lacrime di Albus -Non piangere.
E lo baciò, lo baciò come non lo aveva mai baciato prima. Incastonò la sua bocca su quella di Albus, e la sua pelle entrò in contatto con le perle di lacrime. Accarezzando i suoi ribelli capelli corvini che amava strapazzare, fece entrare con passione la sua lingua nella bocca del suo piccolo amore, che fece entrare la sua, e seguirono attimi di un amore intenso che non poteva essere di certo rotto da una stupida lettera scritta da uno stupido uomo.
Ancora aggrappato alle labbra del suo Angelo, Scorpius sorrise, e sentì Albus che faceva lo stesso. E fu come veleggiare tra le morbide coltri del Paradiso.
-Amore mio, ti prego, non piangere più così...- si raccomandò Scorpius staccandosi e carezzando il viso di Albus.
-Ci proverò, amore... lo farò per te...
-Ti amo... e ti amerò sempre...
-Anche io...

FINE

  
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