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Autore: MissysP    29/07/2011    1 recensioni
Aveva detto di no, voleva aspettare; ma non sempre tutto va secondo i propri piani. Sasuke Uchiha, tuttavia, non se lo sarebbe mai aspettato. Aveva notato il suo strano comportamento ma non ci aveva mai fatto molta attenzione. Quelle sue stranezze le aveva attribuite allo stress post-missioni. Aveva avuto un sogno, anche, che lo avvisava dell'imminente notizia che gli sarebbe stata detta. 
Così fra missioni, pensieri, sogni, cospirazioni e tanto altro Sasuke riceve la fantastica notizia.
Per quanto inaspettata, non poteva negare che l'idea gli piaceva. Certo, però, un Naruto Uzumaki avrebbe frenato le sue dolci fantasie sul futuro.
{SasuSaku - con altre coppie di sotto fondo}
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Giorni normali, più o meno'
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Tra sogni & padrino
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Un continuo tintinnio di pentole e ferri proveniva dalla cucina di una villa. Dall’esterno poteva sembrare vuota e solitaria, ma non era così.

Al suo interno ci vivevano una coppia di giovani ninja e adesso la ragazza era intenta a preparare una cena coi fiocchi, tutto per il suo compagno. I sacchetti della spesa erano ancora sul tavolo e la ragazza faceva avanti e indietro, correndo, perché il cibo non si bruciasse. La fronte era imperlata di sudore, il grembiule aderiva alle sue forme, leggermente arrotondate. In quegli ultimi tempi mangiava troppo e si vedevano i chili di troppo, tutto a causa del nervosismo che provava. Anche mentre preparava la cena si ritrovava a sgranocchiare un pezzo di cioccolato.

Ai fornelli era un genio, poteva vantarsene, e voleva fare una sorpresa al suo fidanzato. Sorrise, felice, ed arrossendo all’idea che dopo tanto tempo era riuscita a conquistare il ragazzo dei suoi sogni e adesso ci conviveva pure.  Se qualcuno l’avesse vista in quel momento, le avrebbe detto sicuramente che era rossa come un pomodoro, il suo cibo preferito, e gli occhi a forma di cuoricino; tutto quello che faceva gli ricordava lui. Nel formulare quel pensiero divenne ancora più rossa e mise una tale forza nell’affettare un pomodoro che non si rese conto di quello che stava facendo. Accidentalmente si era ferita un dito.

“Ahi!” esclamò, ritornando bruscamente alla realtà. Il sangue usciva dalla ferita, guardò il coltello anch’esso leggermente sporco del suo sangue. Si portò il dito alla bocca e succhiò, provando un leggero dolore al dito; riprese a fissare la ferita, che riprese a sanguinare. Assorta nel contemplare la ferita non si accorse del ragazzo alle sue spalle. La maschera da ANBU gli copriva il volto e avanzava sempre di più verso la ragazza che gli dava le spalle, l’abbracciò poggiando il mento sulla sua spalla. Ghignò sotto la maschera nel vedere come potesse essere così impacciata.

“Come al solito ti sei fatta male, eh?” scherzò il ragazzo, soffiando fra i soffici capelli rosa della compagna. La ragazza fu pervasa da brividi lungo tutta la schiena fino ad arrivare al cervello. Gli occhi verdi della ragazza cercarono un contatto visivo, dietro quella maschera, cercava quei occhi neri come la pece che sapevano incantarla, ammaliarla. Il sorriso di lei si allargò sempre di più; con la mano, “sana”, gli tolse la maschera per poi baciarlo. Il sorriso contagiò anche il ragazzo.

“Sei in ritardo” lo riprese; Sakura. Come al solito sul volto del ragazzo non c’era nessuna emozione, semplicemente si guardò attorno e alzò un sopracciglio nel vedere quanta roba stava preparando, ma pensandoci bene negli ultimi tempi preparava una quantità di cibo che bastava per quattro persone e non avanzava mai nulla. Non ci faceva molto caso, però; attribuiva quel suo abbuffarsi come conseguenza delle missioni.

“Per caso oggi verrà a mangiare un intero esercito?” domandò il ragazzo, ispezionando il contenuto di ogni pentola e contenitore. Sakura sorrise, soddisfatta del suo operato, mentre si curava. Sasuke, annusando tutti quegli odori, non resistette ed immerse un dito nella crema e subito dopo se lo mise in bocca.

“Ehi! Si mangia a tavola! Vatti a cambiare prima” lo rimproverò dandogli uno scappellotto sul collo. Sasuke ubbidì, anche perché temeva la sua forza.

Cenarono come al solito: Sakura che tentava di far conversare il ragazzo, ma invano, poiché lui rispondeva sempre a monosillabi. Alla fine della serata, entrambi andarono a letto.

 

Stava correndo per i corridoi dell’ospedale, agitato e affannato. I corridoi grigi e freddi di quella struttura lo innervosivano ancora di più. Proprio durante una missione doveva accadere? Represse qualsiasi istinto omicida, visto che ormai era fatta, e continuò a correre più forte che poté e quando vide l’unica porta presente nel corridoio, l’aprì di slancio e si catapultò verso il letto, in cui giaceva una donna con in braccio un fagottino azzurro. Quando a porta si spalancò con tutto quel baccano, rischiando di far svegliare il piccolo, la donna lo fulminò con i suoi occhi verdi brillanti.

“E’ nata!” esclamò il ragazzo, emozionato all’idea di esser diventato padre. Gli occhi gli brillavano, commossi ed entusiasti di far conoscenza con quella piccola creatura, un dono del cielo.

“E’ nato, vorrai dire” lo corresse la donna sorridendogli amorevolmente. Il ragazzo a quella notizia fu ancora più contento e gli parve di scoppiare di gioia. Sakura poteva ben vedere le lacrime di gioia che quel momento portava con sé.

“Stai piangendo, Sasuke?” domandò sorpresa e commossa, a sua volta. Sasuke non piangeva mai in pubblico e men che meno di fronte a lei, e vederlo piangere per loro figlio la rendeva orgogliosa di far parte di quella fantastica famiglia.

“Non sto pianendo… E’ la stanchezza della missione che si fa sentire” borbottò, cercando di cancellare qualsiasi traccia di quelle che potevano essere delle lacrime.

Orgoglioso fino alla fine, pensò Sakura. Scosse la testa, abituata a quel suo comportamento da duro.

“Non vuoi conoscere tuo figlio, papà?” chiese ridacchiando la donna. Gli pose il fagotto e in risposta Sasuke andò nel panico. Prese il bambino fra le braccia e lo teneva il più lontano possibile da sé e cercava di non sballottarlo da tutte le parti, per fargli male. Sakura ridacchiò divertita.

“Sasuke sta tranquillo, non ti mangia mica” disse.

“Ho paura di fargli male” ammise, arrossendo. Sakura si mise a sedere e gli fece cenno di avvicinarsi a lui, che ubbidì. Con delicatezza sistemò il bambino fra le braccia del padre e non poté non sorridere a quel quadretto familiare così tenero.

“Visto? Non è semplice?” chiese, osservandolo. Il ragazzo annuì e contemplò quella creatura, era bellissimo. I capelli neri,proprio come i suoi, e gli occhi di sicuro saranno quella della madre. Gli piaceva l’idea di quei occhi verde smeraldo contornato da quella nuvoletta nera. Sasuke poté solamente sorridere. Stava ancora dormendo dopotutto quel baccano.

“Ehi, piccolino! Sono il tuo papà” mormorò, chinandosi verso il faccino del piccolo per sfiorare la sua fronte con le proprie labbra.

Proprio in quel momento il piccolo riaprì gli occhi, mostrandoli per la prima volta al mondo. Sasuke li guardò, pronto ad elogiarli, ma si bloccò. Sakura notò questo suo cambiamento, ma non perse il suo sorriso.

“Cosa c’è, Sasuke?” gli chiese; il ragazzo deglutì, incapace di rispondere,e non riuscì nemmeno ad aprir bocca.

Quegli occhi rosso intenso non erano i suoi, né quelli di Sakura, piuttosto sembravano quelli di… il piccolo Asuma.

“Non è adorabile?” domandò Sakura.

Sasuke continuava a guardarlo negli occhi, nero nel rosso. Il bambino sembrava fissarlo con ostilità, sfidandolo. Non poteva credere ai suoi occhi, era un incubo. Il bambino prese a piangere e a dimenarsi fra le sue braccia, fino a quando no fu fra quelle della madre. Smise di piangere, coccolato, e guardò il “padre” con uno sguardo di soddisfazione. Sasuke non voleva crederci, non poteva essere suo figlio quel… quel…

“Amore! Che papà cattivo, vero? Ma di chi sei l’amore? Di chi sei l’amore?” canticchiò, con quella sua vocetta stridula e facendo delle pernacchie per far ridere il bambino; sembrò funzionare, perché con quelle manine  si agitava per arrivare al viso della madre, ridendo. Sasuke era rimasto ancora sconcertato, ma come poteva esser accaduto?

“Sasuke, così tratti tuo figlio?” domandò Sakura, sgridandolo per il suo comportamento. A quel punto scoppiò: cadde in ginocchio e stringendo i pugni li batté contro il pavimento.

“Nooooooooooooooooo” urlò più forte che poté. Voleva uscire da quell’incubo, ma sembrava proprio la realtà.

 

“Nooo” urlò, alzandosi dal letto trascinandosi dietro tutte le coperte. Era sudato ed ansante, quel sogno gli era sembrato così vivido. Una mano, calda e rassicurante, si posò sul suo braccio e attirò la sua attenzione. Il ragazzo si voltò verso la donna, che dormiva accanto a lui. Sorrise nel vederla lì, che dormiva, con i capelli rossa sparsi sul cuscino.

“Tutto bene, Sasuke? Ti sei preso tutte le coperte ed io ho freddo.” Mormorò, circondandosi con le sue braccia, in modo da riscaldarsi. Sasuke sorrise e, con mani tremanti ancora a causa del sogno, la coprì con le coperte, stendendosi affianco a lei. L’abbracciò e lei si strusciò contro il suo petto, sospirando. Cercò di riprendere sonno ma dopo quell’incubo, non ci riuscì.

 

“Allora Sakura glielo ha detto?” domandò la sua amica, premurosa e timida come sempre. Sakura sospirò e fece cenno di no. La sera precedente sperava di iniziare la discussione ma lui sembrava più annoiato del solito e non voleva fargli prendere un colpo, visto con non aveva molto gradito la visita di Naruto con il piccolo Asuma. Cercò di non pensarci più di molto e si concentrò sulla missione. Tsunade era al corrente delle sue condizioni e gli affidava compiti semplici, come quella che stava svolgendo: intermediario fra Konoha e Suna. Anche se la missione era semplice, Tsunade non voleva rischiare e la faceva accompagnare da qualcuno, Hinata.

“No alla fine non c’è l’ho fatta. E poi stamattina era più strano del solito, aveva fatto un incubo e credo che non abbia più dormito. Prima di andarsene mi sembra che abbia borbottato ‘odio quel bambino’ ” riferì, diventando triste. La compagna la raggiunse, mentre correvano nel deserto, ormai mancava poco a Suna. La ragazza comprendeva la sua tristezza, d’altra parte anche a lei le sarebbe piaciuto avere un bambino ma non era il momento giusto né per lei né per Naruto e su questo erano d’accordo.

“Non fare quella faccia, vedrai che quando lo scoprirà sarà felice di diventare padre” cercò di consolarla e Sakura le sorrise, grata.

“Si forse hai ragione. Dovrebbe renderlo felice l’idea di ricostruire il suo clan, no?” domandò, speranzosa di avere ragione.

 

Stavano saltando da un ramo all’altro, inseguiti da dei ninja avversari. Correvano sempre più forte, in modo da farli stancare e poi colpirli. Era semplice come piano, in un attimo avrebbero portato a termine la missione, peccato, però, che quel baka di Naruto non era dello stesso avviso. Assecondando il suo carattere da stupido irruento, aveva attaccato frontalmente il suo avversario. Così avevano incominciato a combattere e Sasuke non poté che fermarsi ed affrontare il suo avversario. Al contrario del compagno biondo, lui voleva finire al più presto quella missione per cui si sbarazzò al più presto di quel ninja da quattro soldi per poi andare ad aiutare anche il cretino, che dovrebbe essere il suo migliore amico.

Colpì alle spalle il ninja che cadde senza vita al suolo, e guardò in malo modo il suo compagno. Naruto si tolse la maschera da ANBU e mostrò il suo solito sorriso da eterno bambino.

“Oggi siamo più scorbutici del solito?” domandò, ridacchiando, e incamminandosi verso il villaggio. Sasuke guardò per l’ultima volta il ninja ormai morto e raggiunse il ragazzo. Erano avvolti dal più completo silenzio e continuavano a camminare.

“Sasuke si può sapere cosa ti prende? Il tuo silenzio mi da ancora più fastidio del solito” esordì il biondo sorpassandolo e camminando all’indietro davanti a lui. Sasuke non proferì parola e continuò a camminare, guardando davanti a sé, ignorandolo deliberatamente. Naruto gonfiò le guancie contrariato.

“Cos’è ti sei alzato con la luna storta? Ha certe occhiaie” notò il biondino. Sasuke si limitò a sbuffare.

“Non ho proprio dormito, Teme” esclamò irritato. Voleva essere lasciato in pace.

“E come mai?” domandò fra il curioso e il malizioso.

“Di sicuro non per quello che pensi tu! Ho fatto un incubo” rivelò, capendo che sarebbe stato impossibile arrivare al villaggio senza scoppiare per le troppe domande che Naruto gli avrebbe rivolto. Per cui si arrese davanti alle domande, già pronte del compagno, e sperò di non impazzire prima di arrivare a Konoha.

“E che incubo?” domandò Naruto. Sasuke alzò lo sguardo al cielo e sbuffò.

“Ho sognato quel maledetto bambino!” esclamò irritandosi ancora di più; già sopportare le continue domande assillanti di Naruto lo innervosiva, ma ripensare anche a quel bambino, che lo tormentava anche nei suoi sogni,lo faceva arrabbiare anche di più. Naruto non poté che guardarlo in modo confuso, non riusciva a capire di quale bambino stesse parlando; ma ci pensò, continuò a rimuginarci sopra fino a quando non realizzò di quale bambino stesse parlando. Sasuke non aveva mai avuto a che fare con i bambini se non per quell’unica volta in cui il piccolo Asuma era fra le braccia della sua fidanzata, battendolo su ogni fronte,non proprio tutti. La sua faccia prese ad illuminarsi sempre di più e Sasuke comprese che finalmente aveva capito di quale bambino stesse parlando, vista l’espressione che si stava formando sul suo viso. Il sorriso del biondo continuava ad allargarsi fino a scoppiare in una sonora risata, infastidendo ancora di più le orecchie del moro.

“Non ci posso credere! Sei ancora scocciato per quello che il bambino ti ha fatto?” domandò il biondo, continuando a ridere e tenendosi la pancia in modo teatrale. Sasuke socchiuse gli occhi guardandolo, sibilò qualche imprecazione contro la sensibilità del compagno, cercando un modo di sbarazzarsi di lui, in modo che nessuno del Villaggio collegasse la sua sparizione con lui, ma sarebbe stato impossibile visto che lui era l’unica altra persona in missione con quel cretino. Sospirò, lasciando da parte i suoi propositi d’omicidio, e prese a camminare il più veloce possibile e mettere più distanza fra loro. Naruto con un gesto veloce si asciugò le lacrime, che si erano formate per il troppo ridere, e lo raggiunse con un semplice salto.

“Ancora ti senti minacciato da lui? E come mai lo hai sognato?” domandò, curioso di sapere. Sasuke lo guardò, per la prima volta, incerto. Non si era mai confidato con nessuno, non voleva spifferare i suoi “segreti” in giro e di solito non voleva nemmeno ascoltare quelli degli altri, troppo preso a pensare a se stesso. Tuttavia, quella volta non riguardava solamente lui, ma anche Sakura. Nel sogno appariva anche lei ed un motivo c’era e forse proprio quel sogno glielo sapeva dire. Scosse la testa, ma che andava a pensare? Non aveva nessun collegamento con Sakura, se non per il fatto che era stata lei a portare a casa quella “cosa”, mentre il bambino serviva solamente per risvegliare il suo nervosismo. Colpa delle ultime missione che gli assegnavano, colpa dello stress senza alcun dubbio.

Però, Naruto continuava a guardarlo in attesa di una sua risposta. Aveva la tentazione di rimanere in silenzio, ma, per esperienza personale, sapeva molto bene che le sue domande si sarebbero fatte più insistenti e lui come sempre ne sarebbe uscito distrutto. In certe cose non poteva battere Naruto e la parlantina di sicuro non era il suo forte. Sospirando, sconsolato, si apprestò a rispondergli prima che scoppiasse con il suo fiume di domande.

“Non so perché lo sogno. Di sicuro sarà lo stress e poi il sogno è senza senso, visto che è presente anche Sakura. Che collegamento ci sarebbe fra i due?” l’ultima domanda era rivolto più a se stesso che al compagno, che lo aveva ascoltato. Naruto si fermò, interdetto. Quindi Sakura non gli aveva detto, ancora, nulla? Quando glielo avrebbe detto? Prima o poi, Sasuke, si sarebbe accorto dei suoi cambiamenti. Il moro si accorse del cambiamento di Naruto e si fermò a sua volta.

“Tutto bene, Dobe? “ domandò Sasuke. Naruto lo guardò, stava sudando freddo, non poteva dirgli nulla  altrimenti sarebbe andato contro le furie di Sakura, in quel momento rappresentante delle donne incinta e in preda a cambiamenti ormonali, e non voleva dire addio a quel modo tanto presto. Deglutendo, cercò di essere il più convincente possibile.

“Ehm… Magari… Magari è il fatto che non ti è andata giù il fatto che hai perso contro un bambino in fasce” cercò di rabbonirlo. Sasuke lo guardò, aveva percepito quella nota d’incertezza nella sua voce, e non si fidava. Forse, per una volta, poteva concedergli il beneficio del dubbio, visto che per una volta la pensavano allo stesso modo.

 

In quella giornata si ritrovò a sbuffare  anche fin troppo, aveva stabilito un nuovo record. Sasuke si ritrovava a percorrere quei corridoi vuoti e grigi, Naruto si era volatilizzato prima che potesse rifilargli  il resoconto della missione. Avrebbe piaciuto molto andare a casa e ritrovare quella tranquillità, che era solito a provare fra le mura domestiche. Invece, quel baka del suo compagno lo aveva mollato e lui si era trovato costretto ad allungare il suo percorso.

Bussò alla porta dell’ufficio dell’Hokage e senza attendere risposta, vi entrò. Si sarebbe aspettato di tutto da parte di quella donna egocentrica, ma non quella di vederla in ginocchio sulla scrivania, in intimo, con delle carte in mano. A farle compagnia c’era quel maniaco del suo vecchio maestro, Kakashi. Era stata l’influenza dei libri che leggeva ad averlo reso così. Li guardò, a bocca aperta e la richiuse subito dopo aver realizzato quello che stava accadendo.

“ehi, Sasuke! Corri c’è un’emergenza con… “ la voce squillante di Naruto gli pervase i timpani, ma anche lui fu costretto a bloccarsi alla vista raccapricciante di quello che si stava svolgendo in quell’ufficio. L’aria si fece pesante ed elettrica, Tsunade aveva gli occhi sbarrati dalla sorpresa e dallo spavento, mentre il loro maestro mostrava un’espressione di completo stupore ma non sembrava preoccupato dalle conseguenze che avrebbero potuto ricevere. I due ragazzi continuavano a guardali, come se li avessero sorpresi a fare sesso. Il primo a riprendersi fu Naruto, che scuotendo la testa si ricordò di quello che era venuto a fare.

“Non è questo il momento di perdere tempo- esordì, rubando il rapporto dalle mani del moro e lanciandolo versi i due vicino alla scrivania- Nonna noi andiamo a Suna” urlò Naruto, trascinando un Sasuke un po’ frastornato. Era appena ritornato da una missione esasperante, aveva appena assistito al lato peggiore delle persone che più considerava dei geni della lotta (visto e considerando il loro livello durante le battaglie) e adesso era sballottato per le strade di Konoha da un uragano senza esaurimento d’energie.

Dio mi serve proprio una pausa!, esclamò. Sasuke avrebbe tanto voluto mandare al tappeto quel chiassoso ragazzo, che lo stava trascinando in chissà quale parte di quella parte dell’emisfero, e andarsene a casa a riposare.

“Teme si può sapere cosa stai facendo?” ringhiò il moro, al limite della pazienza. Naruto continuava a correre per le strade, portandolo quasi in spalla per far prima e ignorandolo sia lui che le sue lamentele. Uscirono dal villaggio a tutta velocità e corsero per tutto il tempo. Non si fermarono nemmeno la sera a riposare e Sasuke non ne fu molto contento, anche perché non conosceva il motivo di tanta fretta.

“Teme mi vuoi dire perché stiamo correndo come dei forsennati? E per di più non mi fai nemmeno dormire!” si lamentò, non era nella sua natura lamentarsi ma ormai aveva raggiunto il limite. Naruto invece di fermarsi accelerò la sua corsa. Il moro, senza lamentarsi nuovamente, lo seguì.

“Stiamo andando a Suna, Sakura si è sentita poco bene” spiegò Naruto. E da quel momento non si rivolsero più la parola. Si concentrarono sulla corsa, per arrivare il più presto possibile alla loro meta.

 

“Dai Sakura, muoviti!” continuò a spronarla Hinata, continuava a tirarla per un braccio perché si sbrigasse ad andare alle porte dell’ingresso del Villaggio della Sabbia. Sakura si domandò come mai stava correndo per quelle strade sconosciute e di mattina presto.

“Hinata ma dove mi stai portando? Perché poi proprio a quest’ora?” si lamentò, nella sua voce si udiva la sua sonnolenza. Infatti, sembrava dormire in piedi.

Dopo essere riuscita a trascinare l’amica fino alle porte di Suna, finalmente, si fermarono per il sollievo della rosa.

Dopo la sveglia brusca da parte dell’amica, la sua pancia era subbuglio. Aveva la nausea e si sentiva più stanca del solito.

“Non mi sento molto bene…” mormorò, tenendosi la pancia con una mano. Cercò di resistere, per scoprire il motivo per cui Hinata l’aveva trascinata in quel modo per tutta la città. Le porte si aprirono in quel momento, mostrando due figure che correvano verso di loro. Sakura rimase sorpresa nel vedere che proprio Naruto e Sasuke avevano appena varcato la soglia di quelle grandi porte. I due ragazzi, vedendole, corsero da loro. Quando Sasuke appurò le condizioni della compagna, chiuse gli occhi e si voltò verso il biondo, che prontamente si era nascosto dietro la corvina.

“Naruto”  disse solamente. Le ragazze si voltarono a guardare il diretto interessato. Il biondo da parte sua, prese a deglutire per il nervosismo.

“D-dimmi” osò dire. Quando il compagno riaprì gli occhi mostrò il suo Sharingan Ipnotico. Naruto si ricordava molto bene i tentativi, di Sasuke, per eliminarlo e sapeva, anche altrettanto bene, che non aveva mai fatto sul serio altrimenti sarebbe già all’altro mondo. Quella volta, però, temeva che lo avrebbe spedito nell’alto nei cieli il prima possibile.

Il moro restò semplicemente in silenzio, non voleva più sprecare fiato con quel ragazzo, che si rifiutava di riconoscere ancora come migliore amico.

“Naruto, non dirmi che lo hai fatto venire di corsa” disse la sua fidanzata. Gli occhi color cielo, del ragazzo, si scontrarono con quelli lilla, della ragazza. Ogni volta che li guardava provava l’impulso di stare a fissarla per tutta la sua vita e di assecondare ogni suo volere. Sembrava proprio patetico e se ne rendeva conto. Assecondo, tuttavia, il suo voler sapere la verità, per cui annuì.

“E come mai lo hai fatto venire, proprio qui, così di fretta?” domandò la rosa. Il suo umore era cambiato un’altra volta e tutti se ne erano resi conto. Sasuke alzò un sopracciglio, irritato da quella domanda.

“Il dobe mi ha detto che ti era successo qualcosa ed io sono corso qui. Ma non ti preoccupare, me ne vado subito” disse indifferente il ragazzo. Prese a muovere alcuni passi verso le porte, per ritornare indietro. Quella volta il viaggio sarebbe durato più dei tre giorni, si sarebbe preso una lunga pausa, ne aveva proprio bisogno.

“Lo avevo fatto venire di corsa perché volevamo, io e Hinata, che parlasse. Sakura lo sai cosa devi dirgli, vero?” l’incoraggiò il biondo, prendendo per mano Hinata e trascinandola in direzione dell’ufficio del Kazekage. Sasuke si bloccò, girandosi lentamente verso la compagna. Ritornò indietro e l’osservò dall’alto, aspettando una sua risposta alla muta domanda che gli aveva posto. Che cosa intendeva Naruto? Sakura abbassò lo sguardo, aprendo e chiudendo la bocca, impreparata a quell’evenienza. Insomma, sperava di dirglielo in un momento migliore. Il dolore alla pancia aumentò, come il suo senso di nausea. Non sapeva come iniziare il discorso, ma doveva farlo.

“S-Sasuke, ecco… io… Devodirtiunacosaimportante” disse tutto d’un fiato. Il ragazzo rimase ancora in silenzio. Sapeva che Sakura aveva bisogno dei suoi tempi per esprimere quello che aveva dentro, a volte ci voleva solo un secondo e altre volte doveva attendere anche qualche settimana (il record era di due settimane, di solito era arrabbiata con lui e  si rifiutava di rivolgergli la parola anche durate le missioni, finendo così in guai ancora più grossi di quelli che creava Naruto).

“Va bene” rispose solamente, per incitarla a continuare il discorso. Sakura lo guardò da sotto quelle sue ciglia così lunghe, timorosa delle sue stesse parole. Prese un grande respiro e decise di buttarsi.

“Beh, ti ricordi del piccolo Asuma?” domandò Sakura.

“Si” rispose non capendo dove volesse andare a parare. Che avesse parlato nel sonno e lei se n’era accorta?

“Non ti piacerebbe avere un bel bambino, la tua copia magari, che gattona per le camere di casa nostra?” un’altra domanda. Perché quell’interesse, rinnovato, per i neonati? Pensava di aver chiarito la discussione, che aveva avuto con lei quel giorno, riguardante al fatto che avrebbero aspettato, e anche molto, prima di avere un marmocchio che li avrebbe visti indaffarati a corrergli dietro, per fare in modo che non si facesse male.

“Mi sembrava di aver chiarito questo punto. I bambini dovranno aspettare, siamo ancora giovani e poi l’ultimo incontro con quella “cosa” , il mio desiderio di avere subito un figlio non è molto alto” ammise, guardandola direttamente negli occhi, quei stessi occhi che presto si velarono di lacrime. Sasuke non ne capiva il motivo, perché doveva mettersi a piangere?

“Sakura…” la chiamò. La rosa si piegò su se stessa e prese a vomitare. Sasuke gli fu accanto, posando una mano sulla schiena e accarezzandola.

“Tutto bene?” domandò, una nota di agitazione traspariva dalla sua voce.

“No!” esclamò, scostandosi dalle carezze del fidanzato. Alzò lo sguardo verso di lui e lo fissò con rabbia.

“Sono incinta, Sasuke” esclamò. Al ragazzo parve di sentire il mondo cadere da sotto i suoi piedi, non era possibile. Erano stati attenti.

“Come può essere?” domandò incredulo.

“Di solito certe cose si fanno in due e stai pur certo che non ti ho tradito!” esclamò e mettendo in chiaro le cose, prima che potesse farsi venire in mente strane idee. Sakura cercò di rimettersi in piedi, doveva ritornare a casa, ne aveva proprio bisogno. Le gambe le cedettero appena si mise in posizione eretta, chiuse gli occhi e aspettò di sentire il contatto del terreno e poi il dolore, ma ciò non avvenne. Riaprì lentamente gli occhi, accorgendosi di trovarsi fra le braccia del ragazzo.

 

“Sakura!” esclamò Hinata entrando, seguita a ruota da Naruto, nella stanza dell’ospedale. Sasuke contro il volere della rosa, l’aveva portata all’ospedale per dei controlli. Non avevano parlato per tutto il tempo, non sapendo cosa dire. Tutti e due aspettavano che l’altro parlasse per primo ma ciò non avveniva.

“Come stai? Il bambino? Sta bene anche lui, vero?” domandò a raffica il biondino. Sasuke lo guardò male, lui lo sapeva, anzi, tutti lo sapevano ma non gli avevano detto nulla.

“Si, Naruto. Puoi stare tranquillo, sarai il suo padrino” lo rassicurò Sakura. Sasuke li guardò scettico.

“Scusate? Naruto farà da padrino al bambino? Non se ne parla nemmeno! Non voglio che mio figlio subisca un’influenza così negativa” esclamò, mettendo ben in chiaro la sua posizione. Sakura lo guardò sorpresa, non si sarebbe aspettata una reazione del genere da parte sua. Naruto lo guardò, sfoggiando il suo sguardo da cucciolo migliore.

“Non funziona con me, dobe. Ancora te la devo far pagare per avermi fatto arrivare a Suna in un giorno e mezzo senza nemmeno dormire. E poi se mio figlio seguirà il tuo esempio sono sicuro che diventerò pazzo” disse.

“Ma… Ma Sasuke! Io ci tengo sia a te che a Sakura e voglio essere il padrino di mio nipote” protestò, buttandosi ai suoi piedi e appiccicandosi ad una sua gamba. Le ragazze risero di quella scenetta così commovente.

“Mai. Preferirei morire!” esclamò Sasuke. E così i due ragazzi passarono il resto della giornata a litigare per il ruolo da padrino.






Okay, non ho idea da dove sia spuntata. Oh, si lo so da dove mi è spuntata fuori quest'assurda idea da  
Una giornata assolata.
Sasuke, dopo l'incontro ravvicinato con il piccolo e adorabile Asuma Jr, aveva affermato di non volere dei figli, ma a quanto pare il suo piano di rimanere "libero" è andato in fumo. Dovrebbe essere felice, visto che in questo modo ricostruirà il suo clan, no? Quel ragazzo è davvero incontentabile, certe volte. E Sakura sa essere anche una ragazza un po' paurosa, nonostante il carattere che si ritrova.
Bene spero che questa "cavolata" vi sia piaciuta e nella speranza che le fan della coppia SasuSaku non mi lincino per aver scritto questa 'roba' ^^
Spero che vi sia piaciuta lo stesso!!!
Bacioni
Ciao Ciao
_ilaria_94
  
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