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Autore: pervancablue    29/07/2011    2 recensioni
"Sfrecciò per i corridoi freddi di dura pietra dei sotterranei diretto nella Sala Grande. Mai, mai si era sentito tanto in imbarazzo e punto nell'orgoglio.Come aveva osato quella piccola mocciosetta viziata..."
Non bastano i buoni sentimenti se non sono accompagnati da un buon utilizzo della Ragione.
Hogwarts è nuovamente in pericolo. Ma questa volta anche i sentimenti proveranno a mettere i bastoni tra le ruote alla vincita del bene.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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INTRODUZIONE

la storia si volge all'ultimo anno, ma i fatti accaduti da parte del quinto libro " L'Ordine della Fenice" in poi non sono mai avvenuti. Silente è vivo ed è ancora il Preside di Hogwarts. Come nel sesto libro, però, Lumacorno insegna Pozioni e Piton tiene la cattedra di Difesa. Nella battaglia al Ministero, (per me conta abbiano partecipato tutti i membro dell'Es) Voldemort è stato sconfitto e la maggiorparte dei Mangiamorte arrestata. Qualcuno, come Malfoy, è nuovamente riuscito a dichiarare la sua innocenza, altri come Bellatrix, sono riusciti a fuggire alla cattura. Sirius non è mai morto, ma non essendo stato trovato il corpo di Minus e non essendo stato egli arrestato, è ancora considerato un ricercato ed è costretto a nascondersi.


"ELIZAWIN"

Sfrecciò per i corridoi freddi di dura pietra dei sotterranei diretto nella Sala Grande. Mai, mai si era sentito tanto in imbarazzo e punto nell'orgoglio. Come aveva osato quella piccola mocciosetta viziata...
Due primini si trovarono malauguratamente sulla sua strada battibeccando per qualcosa di enormemente stupido, sicuramente.
-Finch! Boot! Non si urla nei corridoi, mi state facendo scoppiare le meningi, dieci punti in meno a Corvonero!-
I ragazzini parvero voler controbattere per l'ingiustizia della punizione ma guardando il viso nero di rabbia del Prefetto decisero essere molto più saggio levarsi dai piedi in tutta fretta.
Mai, mai si sarebbe aspettato che proprio con lui...
La Sala Grande non era tanto piena, era domenica e molti studenti o avevano già fatto colazione o stavano ancora dormendo e l'avrebbero fatta nel turno seguente. Non si diresse al suo tavolo, ma direttamente a quello dei Grinfondoro in cerca di una certa persona che non tardò a trovare...
-Elizawin!-
La ragazza in questione poggiò sul tavolo il suo bicchiere di latte e miele e alzò interrogativamente gli occhi dal suo libro di "Conseguenze dell'errato utilizzo delle Rune nel Medioevo".
Nonostante lo sguardo minaccioso del suo interlocutore lei non parve particolarmente turbata, schioccò la lingua infilando una penna nel libro per tenere il segno e chiudendolo. Il tutto con una calcolata calma e lentezza che lo fece, se possibile, irritare maggiormente. Quando parlò la sua voce risultò calma e vagamente annoiata, come se qualunque cosa lui stesse per dirle non la riguardasse in prima persona.
-Sì, Draco?-
Malfoy respirò un paio di volte cercando di darsi un contegno e recuperare il suo solito tono mellifluo e cantilenante, ormai parecchi Grifondoro si erano voltati verso di loro affamati di pettegolezzi, e di ritornare al suo colorito naturale. Non gli riuscì molto bene e quando parlò la sua voce risultò tagliente e leggermente alterata.
-Come hai osato...Mentre Zabini me lo diceva....non potevo crederci....con LUI!? Come ti sei permessa...mai, MAI! Non mi sono mai vergognato tanto...che cosa credevi di fare?-
La ragazza sbadigliò, fingendo noncuranza, e nell'atto di evitare di guardare il biondo negli occhi e perdere la calma, si finse estremamente interessata allo stato delle sue doppiepunte.
-Non capisco di cosa tu stia parlando Draco caro, e soprattutto non vedo come qualcosa che sia uscito dalla bocca di Zabini possa in qualche modo avere un senso o un'importanza per chiunque.-
Delle tante cose che Draco Malfoy non poteva sopportare in cima alla lista c'era quella di essere preso in giro come un cretino. Era un maestro in tante cose, ma mantenere la calma quando era fuori dai gangheri non era tra queste. E infatti quando riprese parola nella sua voce non era rimasta la minima traccia di freddezza.
-Smetti di fare la finta tonta, stupida ragazzina viziata!-
-Darmi della viziata non ti onora particolarmente Draco. Se io sono viziata lo sei anche te dato che ci hanno cresciuto le stesse persone.-
Ok non erano soliti litigare. E Draco capì perchè. Litigare con lei era impossibile. Tutta la saccenza, tutta l'arroganza dei Black che aveva tante volte scorto in sua madre durante i suoi bisticci con il marito li rivedeva ora in quella testarda ragazzina che aveva davanti. Ma anche lui aveva il sangue dei Black...
-Eliza ti avverto, mi sto stancando.-
Elizawin sospirò, lasciandosi andare sullo schienale della panca in un gesto strafottente, ma non per questo inelegante, poi puntò i suoi occhioni azzurrissimi in quelli di Malfoy.
-No Draco, io mi sto stancando. Dimmi cosa vuoi e vattene.-
Un nuovo moto di rabbia inondò il petto di Draco, partendo direttamente dal fegato.
-Come hai osato piccola stupida, andare a letto con lo Sfregiato!?-
Harry, Hermione e Ron, che proprio in quel momento si stavano per sedere alla tavolata decisi a fare colazione, si immobilizzarono. Le orecchie di Harry divennero di un adorabile color scarlatto mentre il suo viso sbiancava improvvisamente e Ron si girava a guardarlo con tanto d'occhi.
Il moretto tossicchiò imbarazzato, sfuggendo lo sguardo dei suoi due migliori amici e rinunciando all'idea di sedersi a fare colazione, spaventato anche dalle ripercussioni che la discussione tra i due litiganti avrebbe potuto avere su di lui.
-Emh...adesso che ci penso non ho poi così tanta fame....credo che...sì, andrò a finire quel tema di due metri per incantesimi per domani, Herm, che dici mi aiuteresti?-
Elisawin abbandonò la sua espressione distaccata e gli occhi che puntava in quelli grigi di Draco assunsero un'espressione accusatoria.
-Io vado a letto con chi mi pare!-
-No tesoro, tu non vai a letto con chi ti pare no! Tu sei fidanzata con Zabini! Come pensi che mi sia sentito quando Blaise m'ha raccontato che te la fai con Potter?-
-Beh certo, difendiamo il purissimo e castissimo Zabini ora! Che avrebbe quasi senso se tutta la scuola non sapesse che mi cresce una foresta di corna sulla testa!-
Elisawin si era alzata, sbattendo la mano sul libro e abbandonando il suo tono distaccato in onore di uno tra l'irritato e il ferito.
Draco le si fece avanti ormai completamente paonazzo per la rabbia.
-Questo è un altro conto!.-
-È un altro conto un cazzo!- Gli occhi di Elizawin si illuminarono di lacrime di rabbia e frustrazione che però, caparbiamente, non trovarono la via delle guance -Credevo che proprio tu, fra tutti! Proprio tu mi avresti capito! E invece....Draco, sei un idiota!-
Detto questo la ragazza raccolse il suo libro e scappò via dalla Sala Grande imprecando sulla stupidità degli uomini Serpeverde.
Draco restò un paio di secondi come pietrificato. Incazzato con Blaise perchè aveva capito male su come doveva trattare la sua Eliza, Incazzato con Eliza perchè andava a letto con qualcuno.
Incazzato con Potter perchè...beh, perchè era Potter! Grugnì voltandosi imperiosamente e si diresse verso i sotterranei più arrabbiato di quando era arrivato. Zabini l'avrebbe sentito...oh sì!

-Così ti sei fatto la Black?-
Harry sospirò, posando la sua penna e rinunciando a scrivere quel tema, con grande disappunto di Hermione. Si grattò un orecchio, imbarazzato.
-Sì.-
-E perchè diamine non me l'hai detto!? Me le dici sempre queste cose! Quante altre ragazze mi hai tenuto nascoste?-
Hermione che fino a quel momento si era limitata a scrutare Harry con un cipiglio severo degno della McGranitt si rivolse irritata a Ron.
-Oh Ronald, ma andiamo! Che domande sono!-
Il roscio guardò con disappunto prima Harry poi Hermione, per poi tornare a Harry.
-Ma che andate a letto insieme?!-
Il moretto si girò di scatto guardando scandalizzato il suo migliore amico. E sentì la sua risposta in contemporanea a quella della bella Grifoncina.
-No!-
-Non essere stupido, Ronald!-
Ron parve credere alla risposta decisa dei suoi amici e tornò all'argomento che più gli premeva. -Insomma Harry, quando ti sei fatto la Black?-
-Oh, per la barba di Merlino adesso basta! Mi avete stufato voi due! Vado a studiare in biblioteca!-
Hermione chiuse di scatto il suo libro di "Incantesimi di livello avanzato per maghi di classe superiore" e si alzò, raccogliendo il suo mantello.
-Quando voi avrete finito di parlare di ragazze come fossero oggetti, venite a cercarmi!-
Ron la guardò per mezzo secondo, ma quella che poteva essere un'espressione colpevole venne subito sostituita da una di curiosità nei confronti di Harry. Salutò Hermione distrattamente tornando a tempestare l'amico di domande.
La ragazza si allontanò, irritata. Certi discorsi era decisamente meglio farli una volta finito i compiti. Oh, ma quella sera non li avrebbe aiutati se loro non li avessero finiti. Assolutamente. Questa volta sarebbe stata inflessibile.
In realtà Harry era anche ben conosciuto nella popolazione femminile di Hogwarts per le sue doti amatorie, e non era solito tenere le sue conquiste sconosciute a Ron, ma con la Black era diverso. Non perchè fossero diversi i sentimenti che lui provava nei suoi confronti, no non c'era pericolo. Semplicemente la Black era diversa. Era opinione di tutti che andare a letto con Elisawin Black fosse cosa da tenere segreta. Che qualcuno, più d'uno, ci fosse andato era cosa risaputa. Apprezzata e decantata da voci di corridoio era quella che veniva definita "fantasia tra le lenzuola" della ragazza, fantasia che, come Harry aveva piacevolmente provato, lei effettivamente aveva. Ma nessuno prima d'ora s'era mai fatto avanti dicendo "Io mi sono fatto la Black". Lei era lì, ma questo alone di segretezza la rendeva irragiungibile e inappagabilmente eccitante.
L'alone di segretezza attorno ai patner sessuali della Grifoncina era dovuto soprattutto al fatto che nessuno voleva incorrere nell'ira di Malfoy. Perchè sì, insomma, lei era di Malfoy. Non che Malfoy la possedesse o ne avesse qualche forma di proprietà, assolutamente no. Lei era solo la sua adorata, preziosissima Elizawin. Cresciuti assieme come fratelli, ricoperti dallo stesso affetto e dagli stessi vizi dai genitori di lui, lei era l'unica ragazza che fino a quel momento si poteva vantare di avere qualche controllo sul cuore del Serpeverde.
Quindi, era chiaro il motivo per cui Harry non l'aveva sbandierato ai quattri venti, non di certo per timore di Malfoy, ma perchè così era semplicemente tutto molto più eccitante. Sospirò, pronto a rispondere a qualsiasi domanda del roscio o di Finnigan che si era unito altrettanto incuriosito della faccenda.

Hermione percorse a grandi falcate il corridoio del settimo piano. Inizialmente pensava di andare in biblioteca, ma camminando le era passata la voglia. Così si ritrovò a ciondolare per i corridoi, senza una meta precisa. Alla fine grazie all'arazzo di "Barnaba il babbeo bastonato dai troll", si rese conto di star ciondolando proprio nel corridoio dove doveva esserci la stanza delle necessità. Si fermò davanti al muro apparentemente vuoto, sperando in un luogo in cui avrebbe potuto trovare un pò di tranquillità e fece avanti e indietro le tre volte di rito. Esaudendo il suo desiderio magicamente apparve una porta.
Due freddi occhi azzurri le si impiantarono nei suoi non appena ebbe varcato la soglia.
Imbarazzata cercò di accampare una scusa per la sua irruzione.
-Oh...Black, scusami, davvero...no è che...pensavo non ci fosse nessuno...se è già occupata non appare, no?-
In realtà lei con la Black non ci aveva mai parlato. Anzi, a ben pensarci probabilmente nessuno ci parlava mai con la Black, come non esistesse. Fece per uscire, tornando alla sua idea iniziale di andare in biblioteca ma la voce annoiata dell'altra ragazza la fermò.
-Se vuoi puoi restare.-
Cosa la spinse a decidere di restare, probabilmente le sarebbe rimasto sempre un mistero, fatto sta che lo fece. Si addentrò nella stanza che somigliava a un accogliente salotto arredato con arte povera. Al centro esatto di esso un caldo caminetto scoppiettante di bluetto fuoco magico. Si sedette su una poltrona accoccolandosi e aprendosi un libro sulle cosce.
Incapace di concentrarsi, dopo quelli che a lei parvero secoli, ma in realtà erano solo pochi minuti, la riccia alzò gli occhi per studiare la sua compagna di classe.
Elizawin stava, in quel momento, sdraiata a pancia in sotto sul tappeto vicino al fuoco, assorta nel suo libro sulle Rune. Le fiamme bluastre le davano un colorito ancora più pallido di quello che già naturalmente aveva e i suoi lunghi e lisci capelli neri, così simili a quelli di qualcuno che conosceva, ma di cui al momento non le sovveniva il nome, si spargevano sciolti e scomposti sulla sua schiena. Un pizzico di stizza le salì in gola. Come faceva ad essere sempre così maledettamente elegante anche stravaccata a terra e spettinata?
-In realtà, Granger, io non so tu, ma non sono brava a rilassarmi con una persona che mi guarda fissa.-
Hermione abbassò gli occhi, imbarazzata. Poi tornò a guardarla. Eliza non si era mossa, aveva solo voltato pagina... ma quindi come?
-Come hai fatto a sapere che ti stavo guardando?-
Elizawin chiuse il libro, rovesciandosi a schiena sotto e allungando le braccia per stiracchiarsi. -Semplice, non riuscivo a concentrarmi. Mi capita solo quando la gente mi fissa.-
Hermione non rispose, continuando ad osservarla. C'era qualcosa nella voce cantilenante e vagamente annoiata della moretta...Qualcosa di ammaliante. Elizawin si rovesciò nuovamente fissando i suoi occhi blu in quelli ambrati di Hermione.
-Draco ti odia. E anche io, onestamente, non ti sopporto tanto.-
Sentì un moto di stizza salirle nel petto, ma come si permetteva quella sciocca e arrogante...
-Draco ti odia perchè tu rappresenti tutto ciò che gli hanno sempre insegnato a odiare. Tu sei una mezzosangue. Eppure non combaci affatto con quello che gli hanno detto siano i veri mezzosangue. Sei bella, oh sì lo sei, sei orgogliosa e sei intelligente. Sei, probabilmente, la strega più brillante di Hogwarts. La cosa lo affligge. Come è possibile che una volgare mezzosangue possa essere tutto ciò? Per me invece puoi essere quello che vuoi, la cosa non mi tocca minimamente. Solo...se tu fossi meno brava e meno bella probabilmente Draco non mi tartasserebbe l'anima a parlare sempre male di te.-
Non ci aveva mai parlato prima, ma una cosa le era più che evidente: con quel suo atteggiamento tracotante le stava decisamente antipatica. Le stava dicendo che era colpa sua se lei e Malfoy erano due razzisti dementi. Però, ormai, visto che c'era...
-Senti...ma perchè sei andata a letto con Harry?-
Elizawin sorrise, furbescamente. Un sorriso leggermente demoniaco che a Hermione ricordò quello descritto da James Barrie per il suo Peter Pan.
-Non c'è ragazza nel castello che non parli di quanto sia bravo a letto il bambino sopravvissuto. È ovvio che poi a una venga la pulce nell'orecchio di provare, no?-
-Ma lo stesso dicono di Zabini!-
-Appunto.-
-Ah.-
Hermione tacque. Che sciocca era stata. A chi interesserebbe avere un fidanzato bravissimo tra le coperte se poi il ragazzo in questione se la fa con mezza Hogwarts mentre ufficialmente sta con te?
-Ma perchè proprio con Harry? E poi perchè farlo sapere quando di solito non dici niente?-
Elizawin si alzò, afferrando il suo libro e il suo mantello.
-Volevo capire perchè mio padre lo preferisce tanto a me...- Hermione fece per dire qualcosa ma si ritrovò il naso dell'altra ragazza a neanche un centimentro dal suo -...poi volevo vendicarmi di Draco e Zabini-
Nel suo solito modo impalpabile Elizawin lasciò la stanza, lasciando Hermione nella sua perplessità.

-Dai Draco, non farla tanto lunga...-
Blaise Zabini stava stravaccato su una delle poltrone di lucida pelle nera della sala comune dei Serpeverde osservando il suo migliore amico fare avanti e indietro davanti a lui con aria furente.
-Non farla tanto lunga un cazzo Blaise! Ma come ti viene in mente di spassartela mentre sei ufficialmente fidanzato con Elizawin?-
Il moro sospirò, evidentemente annoiato da una conversazione che per lui stava prendendo una brutta piega.
-Anche tu non sei famoso per essere molto fedele Dracuccio caro.-
-Blaise non prendiamoci in giro, finchè tradisco una come la Parkinson è un conto, ma Elizawin è una Black!-
-Ma è fredda e lo sappiamo tutti che mi odia. Mi guarda come fossi qualcosa di sgradevole rimasto attaccato alla sua scarpa.-
-Per la Barba di Merlino Blaise! É una Black! Guarda tutti così!-
Zabini si alzò dalla sua poltrona, leggermente alterato. In piedi, in tutta la sua altezza, sovrastava di qualche centimetro Malfoy.
-Non guarda tutti così Malfoy. A te non guarda così. Basta e avanza. Inoltre la signorina è venuta tutta contenta, anche se fingendo noncuranza e distacco, a sciorinarmi le prodezze sessuali di Potter e, se permetti, la mia pazienza ha un limite. Stavolta mi sono proprio scocciato. Mi sembra inutile aggiungere che per quanto mi riguarda il fidanzamento può considerarsi rotto.-
Il ragazzo si voltò annoiatamente tornando alla sua solita e irreale calma e allontanandosi in direzione dell'uscita della Sala Comune -ah...e Draco? Manda tanti cari saluti alla tua preziosa Eliza da parte mia.-
Draco osservò furente l'amico sparire dietro la parete di pietra che dava accesso alla loro Sala Comune e si lasciò cadere di peso sulla poltrona occupata da questi poco prima.
Elizawin era sopravvissuta a tante cose: una madre squilibrata che aveva ben pensato di farsi esplodere, un incontro troppo ravvicinato con una megera per Notturn Alley, la rigida ed elitaria educazione a Malfoy Manor, lo Smistamento nella casata dei Grifoni invece che in quella di famiglia e la sua spiccata capacità di prendersi qualsiasi malanno esistente, ma non sarebbe passata del tutto incolume alla rabbia del suo amato Draco.

Hermione rientrò nella Sala Comune dei Grifondoro, sentendosi in corpo tutta la stanchezza dovuta alla conversazione con Elizawin. Doveva parlare con Harry e Ron, doveva capire che cosa intendesse dire la Black con quella frase. " Volevo capire perchè mio padre lo preferisce tanto a me.". Lei era una spocchiosa purosangue della nobile, nobilissima, purissima e piuttosto tendente alle Arti Oscure, famiglia Black. Lei era la preziosissima figlioccia dei coniugi Malfoy. E soprattutto lei era orfana. Com'era possibile che in qualche sconosciuto modo un padre probabilmente tendente al male più che ad altro, e soprattutto morto, potesse preferire il sentimentale, coraggioso, orgoglioso, intrapendente bambino sopravvissuto? La bandiera di tutto ciò che era il combattimento contro le Arti Oscure? Si maledì di sè stessa avendo la sensazione che la risposta fosse forse la più ovvia esistente, la sensazione che la risposta già la conoscesse, ma non riusciva proprio a capire quale fosse. E poi la vide. Ginny. E la Black, con tutti i suoi problemi, le scivolò via dalla mente come fosse quello che effettivamente era, nulla di importante. Nulla di pericoloso alla normale vita quotidiana magica, solo la voglia e la curiosità di sapere qualcosa che gli altri non sapevano. Solo la necessità di riempire le sue giornate, altrimenti vuote, con una delle disperate ricerche che avevano accompagnato lei e i suoi due migliori amici nel passato, nel tentativo di salvare un mondo che non aveva più alcun bisogno di essere salvato.
La rossa stava seduta, da sola, in un angolino della Sala Comune apparentemente intenta nella lettura di quello che sembrava un qualche manuale sul Quidditch, ma Hermione che in tutti quegli anni aveva imparato a conoscere la piccola Weasley sotto una vasta molteplicità di aspetti, sapeva perfettamente che quella che le scendeva silenziosa sulla guancia non era una lacrima di commozione dovuta a non si sa quale affascinante storia di un qualche giocatore su una scopa volante, bensì a qualcosa di più profondo, personale, doloroso e irritante.... oh Harry.
Hermione Jane Granger era una donna che amava i fatti. Niente "se" o "ma" niente che non fosse seguito poi da qualche conferma. Ok i sentimentalismi erano ben accetti, ma se seguiti da prove. Amava le certezze. Si nutriva di certezze belle e documentate. Si poteva dire fosse la donna delle certezze. E se c'era una certezza che aveva accampato negli anni supportata da numerose, numerosissime prove, era che Ginny ed Harry si amavano. Seguita dalla certezza, pultroppo, che Harry fosse un completo, inguaribile idiota.
Si sedette a terra, sul morbido tappeto dai ricami dorati ai piedi della poltrona su cui giaceva accoccolata la sua amica.
-deve essere un libro davvero appassionante...-
Ginny non alzò nemmeno gli occhi dal suo tomo, cercando di simulare un tono di voce non troppo incrinato dal pianto.
-Già...- non le riuscì troppo bene.
Hermione sorrise, comprensiva.
-Deve essere anche parecchio commovente...e irritante, stupido o ottuso forse sono i termini più adatti. Probabilmente a causa di una ferita alla testa infertagli quando era ancora solo un albero. Ferita che oltre a lasciare una cicatrice dalla forma particolare sulla copertina, deve anche aver intaccato qualcosa di importante all'interno...o forse è semplicemente un libro maschio. Può succedere, sai? È che manca qualcosa proprio in quel gene che determina il sesso.-
Sorrise, accorgendosi che la rossa aveva chiuso il tomo sorridendole riconoscente.
-Herm...ma perchè pensi che Harry non riesca proprio a capire quello che provo?-
Sospirò, raccogliendosi le ginocchia sotto al mento.
-In realtà, Ginny, non ne ho idea. Sono sempre stata convinta che lui fingesse di non provare nulla per te, senza riuscirci troppo tra parentesi, perchè aveva paura di metterti in pericolo. Lui è Harry Potter, il ragazzo che porta sulle spalle il peso del mondo o che ha sempre creduto di farlo. Credevo non ti volesse mettere in pericolo come lui pensasse dovesse essere chiunque gli stesse accanto.-
-Ma Voldemort è morto!-
-Infatti non lo capisco. Sai Ginny, se c'è una cosa di cui sono sicura è che quel cretino sia irreparabilmente cotto di te. Da anni lo è. E può andare a letto con chi gli pare fingendo che non sia così, ma sa benissimo essere un dato di fatto. Quello che non mi spiego è perchè non lo accetti.-
Ginny parve incupirsi pensando a qualcosa.
-Ed ora è andato a letto con la Black...-
Hermione si voltò verso di lei scoprendosi a pensare a quanto odiasse sempre di più quella brutta copia al femminile di Malfoy.
-sinceramente, Ginny, la Black non ha niente di più delle altre ragazze che si è portato a letto, è una come tante, nulla di speciale. Anzi, se vuoi che io sia del tutto sincera, stamattina con la Black ci ho anche parlato. É spocchiosa, arrogante e tracotante. È odiosa. La personificazione di ciò che dovrebbe essere un Serpeverde. È come parlare con un Malfoy più educato e femmina. Non credo sia ciò che Harry cerchi in una ragazza.-
In parte la Weasley parve sollevata, però la sua voce tradiva gli stessi sentimenti di inadeguatezza di prima.
-Lei non è una come tante Herm, non è una Serpeverde, è una Grifondoro e un motivo ci sarà, inoltre è la Black, portarsela a letto ti fa entrare nell'Olimpo degli stalloni di Hogwarts e sappiamo bene che nessun uomo è immune alla voglia di mettere piede su quell'unico piedistallo. Inoltre anche io una volta ci parlai per caso l'anno scorso e, mi costa dirlo, sa essere molto gentile e ammaliante. Herm io non so proprio cosa fare...vorrei che Harry mi notasse ma in questo caso credo di essermi messa nei guai da sola.-
-prego?-
-Beh...-Ginny prese a strapazzarsi l'orlo della gonna, evidentemente imbarazzata. -Potrei aver spinto io, in qualche modo, la Black tra le braccia di Harry...-
La riccia parve sorpresa, in tanti anni, si rese conto, nessuno di loro aveva mai fatto particolarmente caso alla sua compagna di classe e adesso, improvvisamente, sembrava che tutti ne avessero in qualche modo avuto a che fare, come guidati dai fili di un burattinaio invisibile.
-In che senso, scusa?-
-Beh...lei potrebbe...in qualche modo....non era nulla di premeditato eh! È accaduto e basta! Io ero lì, lui era lì. Ed Harry mi aveva ignorato per l'ennesima volta..poi...-
-Ginny, arriva al sodo-
-Oh e va bene! Elizawin potrebbe avermi scoperto a letto con Zabini! E per vendicarsi di me si è lanciata nel letto di Harry!-
Snocciolò tutto d'un fiato, tenendo caparbiamente gli occhi chiusi. Hermione parve seriamente sconvolta. Rimase in silenzio per qualche secondo, troppo sconcertata per poter dire o fare qualcosa, poi, infine, riprese l'uso della parola, afferrando una mano della sua amica nella sua.
-Non credo le interessi particolarmente con chi vada a letto Zabini, mi sembra più che evidente che lei odi il ragazzo. Inoltre ti assicuro che secondo me non aveva alcuna intenzione di ferire te, credo volesse farla pagare principalmente a Zabini e Malfoy e farlo con la persona che loro odiano di più le è sembrata la soluzione migliore.-
Ora, in qualche modo, Ginny parve davvero più sollevata, come se l'idea di non avere contro la giovane prediletta di casa Malfoy la rassicurasse.
-Però il fatto che sia andata a letto con Harry rimane.-
Hermione sorrise, comprensiva.
-Sì e tu sei andata a letto con Zabini.-
Ginny arrossì.-Beh...ecco...io-
-Che poi, Santo Cielo, Ginny! Zabini!-
Quando Hermione scoppiò in una risata, chiaramente per prenderla in giro, le orecchie di Ginny si tinsero dello stesso colore dei suoi capelli, ma non riuscì a impedirsi di aggiungersi alle risa della sua amica, leggermente più sollevata di quanto lo era stata per tutta la mattinata.
In fondo, Harry era uno stupido, ma lei lo amava.
   
 
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