Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ferao    29/07/2011    34 recensioni
Gli danno del matto. Del maniaco. Del paranoico.
Gli dicono che è noioso, esagerato, assillante.
Sì. Lo è.
Prima classificata al "De Solitudine - Contest" di Wynne_Sabia e vincitrice del premio Originalità
Prima classificata al "Cosa sceglierò? - Fast Contest" di MedusaNoir
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'Autrice:
Questa ff è stata scritta per il "De Solitudine - Contest" indetto da Wynne_Sabia. Il tema doveva essere la solitudine; tema che la mia mente ha collegato subito ai versi che aprono questa ff e che sono tratti da "The Rhyme of the Ancient Mariner" di S.T. Coleridge (da cui, come vedete, ho anche preso ispirazione per il titolo).
Tradotti significano letteralmente (la traduzione è mia, non ho il libro sotto mano...):

Solo, solo, completamente solo,
solo in un vasto vasto mare!
E mai un santo ebbe pietà per
la mia anima agonizzante.
Tutti quegli uomini, così belli!
Ed essi tutti morti giacquero:
e migliaia migliaia di cose melmose
continuavano a vivere; e così facevo io.


All'interno della ff, opportunamente modificata, è inserita la citazione di Charlie Chaplin "Sorridi, a che serve piangere?", così come richiesto dalle regole del contest (citazione di mia scelta, ovviamente).
In fondo il giudizio di Wynne e i Banner. Buona lettura.





La ballata del sopravvissuto





Alone, alone, all all alone

alone on a wide wide sea!

And never a saint took pity on

my soul in agony.

 

The many men, so beautiful!

And they all dead did lie:

and a thousand thousand slimy things

lived on; and so did I.

 

 




 

- Suvvia, Alastor, perché sei così triste? Vieni a cena da noi, stasera!

- Non sono triste, McKinnon. E ho già cenato, grazie.

 

 

Gli danno del matto. Del maniaco. Del paranoico.

Gli dicono che è noioso, esagerato, assillante.

Sì. Lo è.

Lo sarebbero tutti, se avessero visto quello che ha visto Alastor Moody.

 

 

- Ci credo che ti chiamano “Malocchio”! Sembra che tu voglia menar gramo a tutti, sempre così corrucciato!

Avanti: non vuoi proprio farmi un sorriso?

- Non seccarmi, Meadowes. Sto pensando ai turni per la prossima ronda.

 

 

 

Tanti anni, tante persone. Tante, tante storie.

Così tante che non ci starebbero tutte nella testa di un uomo.

Beh, forse nella testa di un uomo normale; perché uno come Alastor invece ricorda tutto.

Ogni viso, ogni anno, ogni storia.

 

 

C’era Marlene coi suoi capelli ricci.

Un sacco di capelli, folti e lunghi.
 

Una volta li aveva tagliati quasi a zero, perché le davano fastidio;

suo marito aveva aperto l’uscio di casa e l’aveva richiuso subito per non farla entrare,

non l’aveva riconosciuta.


 

C’era Dorcas col suo neo vicino al labbro.

Un neo piccolo, scuro.
 

Con la scusa di guardarglielo da vicino, una sera,

Fabian l’aveva baciata.

Aveva tentennato per mesi prima di decidersi a provarci.

 

 

 
 

- Sei triste, Malocchio? Ti vedo mogio…

- Benjy, lascialo perdere. Quando è così assorto vuol dire che sta pensando.

Meglio non disturbarlo.

 

 

 

Alastor Moody ha avuto una vita intensa.

Sempre in prima linea, perché aveva il fuoco nel sangue.

Sempre pronto al sacrificio, perché aveva il coraggio nel cuore.

Sempre attento a chi gli stava intorno, perché voleva bene a ciascuno dei suoi.

 

 

- Non starete andando davvero in quel locale! Ci girano persone che…

- Oh, avanti, Occhietto bello! Andare a bere un whiskey non ci ucciderà di certo!

 

 

 

Voleva bene a tutti; il suo modo migliore di dimostrarlo

era ripetere costantemente loro di stare attenti.

Di vigilare.

Sono anni però che nessuno vigila più. Loro preferiscono vivere.

 

 

Fenwick osservava tutti, capiva tutti al volo.

Ti capiva, si avvicinava e ti ascoltava.
 

Aveva gli occhi grandi, Benjy, occhi grandi e grande cuore.

Non era mai triste, ma capiva la tristezza.
 

 

Potter, il genio e la sregolatezza.

Sempre col sorriso, sempre incoraggiante, sempre saldo e deciso.
 

Sarebbe diventato padre a soli vent’anni;

nei suoi modi di fare c’era nuova consapevolezza, nuova maturità.

 

 

 

- A che serve essere tristi e piangere sempre?

Meglio essere felici, dico io!

 

 

 

Tante storie, tante persone. Tanti, tanti anni.

Ogni anno si era portato via uno – molti – di quei suoi amici.

Ogni anno Alastor ripeteva – implorava – di vigilare, di stare attenti,

perché non si sa mai.

Ogni anno poteva essere l’ultimo.

Finché Alastor non rimase da solo, a gridare in un mondo vuoto.

In un mondo pieno di assassini, vuoto di persone.

 

 

Marlene McKinnon fu uccisa con tutta la sua famiglia.

Non si sarebbe più tagliata i ricci.

 

Dorcas Meadowes duellò con Voldemort in persona.

Fabian non l’avrebbe baciata mai più.

 

Benjy Fenwick venne ridotto in pezzi.

Aveva ancora i grandi occhi aperti.

 

James Potter non riuscì a difendere la sua famiglia.

Sarebbe stato un ottimo padre.

 

E quanti, quanti altri.

Tutti.

Alastor li implorava di vigilare, ma loro preferivano vivere.

Finché non lo lasciarono solo, solo e urlante in quel maledetto mondo.

Solo, circondato da esseri immeritevoli di respirare.

Solo, dannato come sono dannati tutti i sopravvissuti.

 

Vigilò fino all’ultimo respiro.

Finché ebbe voce pregò i suoi amici di fare altrettanto.

Ma loro preferirono sempre vivere.

Sempre.

 

 

 

- Che fai, Malocchio, piangi?

Ti ho detto che mi sposo!

Sorridi, per Merlino! A che serve piangere?

- Non sto piangendo, Tonks.

 

 

Non serve piangere.

Non serve ridere.

Che tu rida o pianga rimarrai sempre solo,

se sei Alastor Moody.













Grammatica: 9,5/10
Stile e Forma: 10/10
Originalità: 10/10
Utilizzo della citazione: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi:10/10
Gradimento personale: 10/10
Eventuali punti bonus: 2/4

Totale: 61,5/64
Emm...sì, ecco, c'è davvero qualcosa da dire?

Premetto con il dirti che tu sei stata l'unica a scegliere uno dei personaggi che conferivano punti bonus, i quali, come ho detto prima, erano Alastor Moody, Horace Lumacorno e Tom Riddle.

La tua grammatica è quasi perfetta, ho trovato solamente un errore di battitura “tu ho detto” invece che “ti ho detto”, e un tempo verbale sbagliato “Sempre attento a chi gli sta intorno”, essendo la storia al passato, sarebbe stato più corretto usare “stava”. --> {Gli errori sono stati corretti in fase di pubblicazione!}

Lo stile è particolare, ma personalmente mi è piaciuto molto, non hai messo nulla a caso, tutto combacia, lo trovo molto innovativo, e del resto tropo anche molto originale la tua idea! Davvero, mi hai stupita. Avevo inserito Alastor curiosa di vedere se qualcuno sarebbe riuscito a trattare della solitudine con lui, e mi sorprendo di come tu sia riuscita a farlo senza mai ricadere nel banale. Hai scelto Marlene e Dorcas, di cui non si sa praticamente nulla, Benjy, che è quasi altrettanto ignorato, e poi James, che invece è un peronsonaggio piuttosto importante. Sei stata imprevedibile nelle tue scelte, ecco, e la presenza di Tonks era perfetta. L'utilizzo della citazione è degno di nota: mi piace il modo in cui ne hai capovolto il significato, e farlo dire a Tonks è stato geniale, perché quella frase suona un po' come la sua filosofia di vita, credo. Per Malocchio non c'è differenza fra ridere e piangere, mi piace, e qui mi ricollego alla caratterizzazione, che è perfetta! Malocchio è incredibilmente adatto, e per quel poco che dicono anche James e Tonks lo sono (mi è piaciuto molto l'appellativo “Occhietto bello” , lo trovo assai da Malandrino). Il modo in cui hai caratterizzato Marlene, Dorcas, Banjy e Fabian mi piace, dai ad ognuno il suo ruolo, benché siano tutti ruoli marginali.

Insomma, si sarà capito, la storia mi è piaciuta moltissimo! L'introspettivo è il mio genere preferito, e questa fic fornisce una introspezione di Malocchio davvero impressionente! L'elemento che mi è piaciuto di più è questo: “Vigilò fino all’ultimo respiro. Finché ebbe voce pregò i suoi amici di fare altrettanto. Ma loro preferirono sempre vivere.Sempre.” Lo trovo straziante e commuovente, oltre che tremendamente vero!

Tanti tanti complimenti, davvero!
 




AGGIORNAMENTO: questa ff ha partecipato anche al contest "Cosa sceglierò?" di MedusaNoir, classificandosi prima.

 

   
 
Leggi le 34 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ferao