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Autore: Wizard boschina    29/07/2011    0 recensioni
La guerra rende la gente più aggressiva e in dolore, nessuno può fermarla, solo noi uomini uniti...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte insolita quella di Venerdì sera, tirava una brutta aria e io non riuscivo a dormire. Ero agitata ma non avevo alcun motivo per esserlo o almeno io non lo sapevo... Cercai di addormentarmi e per breve tempo ci riuscii fino... Sentii un fortissimo rumore venire da fuori, così uscii dalla porta e andai a vedere. Mamma e Papà erano agitati e mi costrinsero ad entrare in casa molto velocemente. Nei loro occhi però c'era un fremito di paura che nessuno in alcun modo riusciva a spiegare. Sembravano preoccupati, come se sapessero da secoli ciò che sarebbe capitato quella notte gelida di Venerdì. Mi rifugiai senza esitazione sotto le coperte del mio letto e non ne uscii fino all'alba del giorno dopo. Erano appena le sette del mattino. Mi tirai con un forte balzo giù dal letto e andai in cucina per parlare con mamma e papà. Nessuno dava segno di vita, non c'era più nessuno in quella casa a parte me. Cercai dappertutto in ogni angolo del paese e chiesi alla gente del villaggio se per caso avesse visto qualcosa. Ma niente, nessuno aveva notato stranezze quella sera. Possibile che ero stata l'unica a notare che quella era una notte abbastanza insolita? Non capivo, i miei genitori erano spariti e nessuno aveva loro notizie nemmeno gli amici più intimi. Mi recai alla stazione di polizia, ma vivere a Kabul non è il massimo, quasi nessuno può aiutarti e la gente stenta ad uscire di casa. Mio padre mi diceva questo, cioè che la gente stentava ad uscire di casa. Un giorno gli chiesi perché e lui rispose che avrei capito quando sarei cresciuta man mano. Kabul era stata da anni vittima di grandi guerre, ma non lo era più stata da almeno due anni. Quindi non ero preoccupata per quello. Mia sorella, quella maggiore è rimasta uccisa qualche anno fa durante la guerra civile, ora rimanevamo solo io e la mia sorella minore Tanya che quella sera era con i miei genitori.Ero disperata e ogni sera essere a casa da sola di notte mi spaventava, soprattutto pensando che i miei genitori erano in pericolo, di sicuro non erano scappati da me, qualcosa deve averli rapiti. Subito, sul momento, pensai ad un Kamikaze, era l'opzione più ovvia, abitando a Kabul. L'Afghanistan è piena di Kamikaze che ogni volta che si presenta una guerra fanno stragi. Comunque ora ero confusa e non sapevo a cosa pensare, ero spaventata e sola e non sapevo da dove cominciare la ricerca dei miei genitori. Dopotutto ero una bambina e non avevo abbastanza esperienza per compiere grandi cose. Ma sopratutto in questo momento non avevo neanche la forza per farlo, avevo perso la mia famiglia,l'unica cosa davvero importante che portava avanti la mia vita. Loro erano le miei fonti di sostentamento e senza di loro tutto crollerà.
  
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