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Autore: Ariana_Silente    29/07/2011    1 recensioni
"Erano quegli occhi a essere capaci di zittirlo con una sola occhiata."
Checché i film li abbiamo trasformati in quarant'enni, James e Lily come io li immagino non sono adulti. Sono ragazzi con poco più di vent'anni, un bambino che deve nascere e una guerra da combattere.
Non dovrebbe essere troppo drammatica come storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Gocce di pioggia, ricordi di smeraldi, frammenti di rubini.

 

La ragazza dalla folta chioma rossa stava osservando assorta al di là del vetro della finestra, forse affascinata dallo sgocciolio ritmico della pioggia.
Grosse lacrime scendevano ma a causa della luce biancastra e irreale e dalla vicinanza del viso tondo al vetro non si capiva se erano al di qua o al di là, mentre le nubi che si gonfiavano al vento si rincorrevano tra le numerose vie del cielo, come cavalli imbizzarriti.

Un sospiro triste aleggiò nella stanza buia e una luce si accese in un angolo.

«Da quando questa politica di risparmio?»

La voce che voleva essere canzonatoria giunse alle orecchie della fanciulla, la quale si accorse dell'intenzione di distrarla dai suoi pensieri, ma non volle dargli tratto, non quel pomeriggio.
Il ragazzo che aveva parlato a braccia conserte, appoggiato dal lato opposto allo stipite della porta con noncuranza, il capo all'indietro e gli occhi che seguivano le venature del soffitto, di quella stanza silenziosa nonostante le sue parole, sbuffò e un ciuffo di capelli scomposti sulla fronte si sollevò per ricadere caparbiamente fuori posto e incastrarsi negli occhiali.

«Andiamo, non vorrai rimanere lì per sempre... Ho un paio di idee su come trascorrere il tempo a riguardo.»

Sogghignò al pensiero delle sue idee e si avvicinò con passo allegro alla ragazza che gli mostrava la schiena, chiusa nel suo mutismo.
Le circondò le spalle con il braccio e con la mano libera le prese il mento tra l'indice e il pollice.
La sua espressione, adesso, dopo il secondo tentativo fallito di riscuoterla, era seria e corrucciata.

Gli conferiva più anni di quelli che in realtà avesse.

Si concesse un attimo per studiarla: gli occhi erano di una tonalità di verde da farsi un baffo di quella di qualsiasi smeraldo, non si ricordava più le volte che se l'era ripetuto. Ed erano capaci di esprimere gioia e ira con la stessa intensità e a cambiare era nient'altro che la luce che li illuminava, non era mai riuscito a spiegarsi come fosse possibile.
Erano quegli occhi a essere in grado di zittirlo a una sola occhiata perché vi calava un'ombra minacciosa dalla quale era sempre stato segretamente intimorito. La fronte non era ampia e i capelli color rubino la coprivano creando un elegante sipario di fuoco.
Con l'indice seguì i contorni tirati di quel viso dolce e triste – la tristezza si era impadronita di quei lineamenti e lui, per tutti i bolidi maledetti, non riusciva ad eliminarla – e le labbra, per Godric, le sue labbra così piene e sorridenti in passato, erano assottigliate creando un'espressione strana, quasi una smorfia che James non aveva mai visto sul suo viso e che si ritrovò a odiare con tutto se stesso.

Perché sapeva cosa la causava, maledizione, se ne era consapevole. L'impossibilità di fare alcunché, poi, lo frustrava enormemente.
Odiò come non mai – forse anche più di Mocciosus ed era tutto dire – quella situazione claustrofobica. Odiò per l'ennesima volta la guerra e chi ne era l'artefice.

«Lily?» le sussurrò piano, carezzandole il ventre sporgente. Lei allontanò lo sguardo.
«L'ho sentito spostarsi, sai?» sussurrò. Lui capì che voleva nascondergli le lacrime – la paura.
Si passò stancamente una mano sul viso, un gesto inusuale per lui, la stanchezza non lo aveva mai sfiorato e se ne rammaricò.
«Ora vorrei che fosse la sua mamma a spostare il suo sguardo sul suo papà.» ci vollero un paio di minuti prima che Lily si decidesse a guardarlo.

Nonostante tutto, James sorrise. Non c'era mai stata discendente più bella di Morgana sulla Terra, si disse.
Eppure alcune gocce di pioggia rigavano le guance della ragazza, forse erano penetrate attraverso il vetro gelido, e soltanto due occhi innamorati potevano scorgervi la bellezza che celavano.
Rimasero a guardarsi in silenzio, lui continuò ad accarezzarla dolcemente e a sorriderle.

«Non mi chiedi perché sto piangendo?» si decise a rompere il silenzio. E la sua voce, nonostante il pianto, fu un balsamo per l'ansia di James.
«Se non piangi perché è da più di un'ora che non ti elargisco nemmeno un bacio, allora preferisco non saperlo. Potrei diventare geloso se scoprissi di non essere il tuo pensiero principale.» le sussurrò col miglior ghigno malandrino che riuscì a sfoggiare.
Lily non gli sorrise, questo no, ma gli permise di abbracciarla e sfregò il suo volto bagnato sul petto.

Era fatta.

James emise un altro sospiro, questa volta di sollievo.
Lily aveva ancora una volta letto tra le righe della sua risposta e aveva capito.
L'adorava per questo.

La guerra li spaventava, era un'entità più grande di loro e ci si erano ritrovati in mezzo, scoprendo di essere pronti a combattere piuttosto che aspettare di soccomberle.

E anche se non sapevano ancora bene né comequando, avrebbero rispolverato i vecchi sorrisi, le vecchie abitudini e la vecchia vita.
Questa era la loro certezza, una delle esigue speranze che, a differenza di altre, si stava consolidando con la crescita del loro bambino.

  
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