Il momento era finalmente giunto. Il momento in cui Bellatrix si sarebbe riscattata era finalmente arrivato. Erano alla fine dei giochi, ormai. Nessuno poteva più tirarsi indietro dal suo destino.

Da qualche parte, forse nelle stesse costellazioni con cui i giovani Black venivano da secoli nominati, il fato di ogni anima presente nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e dintorni era già scritto. 

Bellatrix si trovava come sospesa nel tempo e nello spazio, mentre insieme a tutti gli altri Mangiamorte e, soprattutto, insieme all'Oscuro Signore si avvicinavano a quella scuola che le aveva aperto la strada verso la sua vera vocazione, ma che di certo era stata quasi inutile al confronto delle potenzialità che Voldemort stesso aveva sviluppato in lei, facendola diventare una grande duellista.

E' per questo che Bella scalpitava. Non vedeva l'ora di mostrare ancora una volta il suo formidabile potere e le sue immense conoscienze nell'arte della battaglia.

"Mio signore, è giunta l'ora" disse lei, avvicinandosi all'Oscuro Signore con passo felpato e arrischiando una mano verso il suo avambraccio, ma se ne pentì subito e lo ritrasse.

Era assolutamente affascinata dall'aura di potere e forza che Voldemort irradiava intorno a sè.

I suoi occhi erano illuminati dalla furia, e dal desiderio di vedere Potter morto. Una volta per tutte.

Lei gli era sempre rimasta accanto nella sua lotta forsennata contro Silente, e tutti coloro che avevano tentato di sbarrare la strada a Colui che non deve essere nominato. Era sempre stata la sua serva più fedele. L'unica che aveva affrontato Azkaban, i Dissennatori a testa alta, sicura che il suo Signore sarebbe ritornato e l'avrebbe condotta, insieme a lui, sulla via del controllo assoluto.

I sentimenti di Bellatrix nei suoi confronti avevano qualcosa di ambiguo. Neanche lei riusciva bene a capire se lo guardava come mentore e maestro, se ne era terrorizzata o se lo amava.

Se, nel caso del soggetto in questione, si fosse avvalorata l'ultima opzione era sempre un amore strano.

Andava ben oltre il sesso, o le moine che tutti gli altri si scambiavano in maniera incessante praticamente ovunque. Quel particolare sentimento non aveva niente a che fare con quello che avrebbe dovuto esserci tra lei e Rodolphus. 

Era un amore freddo e mentale, una sorta di relazione intellettuale.

L'Oscuro Signore non avrebbe ma potuto provare qualcosa che andasse oltre ciò. Lui non era in grado di amare in quanto concepito sotto l'effetto di un filtro d'amore. Non avrebbe mai conosciuto quel sentimento che tutti quanti nel mondo non fanno che elogiare. E Bella si stava adeguando a lui. 

Neanche lei sembrava provare alcun sentimento di natura umana. Non aveva esitato ad uccidere suo cugino e, se le avessero remato contro, avrebbe ucciso anche tutti i Malfoy in un solo colpo. Senza pensarci due volte.

E' davvero strano pensare a come la mente umana sia malleabile. Si pone degli obbiettivi che tenta di raggiungere, ma quando non ci riesce allora si adatta, tenta di avvicinarsi il più possibile alla persona che incarna pienamente i suoi modelli e le sue aspettative. E' questo che probabilmente era successo a Bellatrix Black.

"Miei fedeli, attacchiamo." disse Voldemort, che distolse lo sguardo perso nelle luci del castello, quasi come sollecitato dall'avviso di Bella.