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Autore: atlanta    30/07/2011    1 recensioni
Una settimana prima era stata la volta di Dan Brown. Mai letto, nemmeno lui; trovo però affascinante passare in libreria e riconoscere le copertine, leggere i titoli e sfogliare le pagine.
In quei momenti mi sembra quasi di averlo lì, di fianco a me, con i suoi capelli rossi, le lentiggini, gli occhiali spessi e la barba sfatta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luca sorseggiò il suo caffè poi posò la tazzina e aprì un libro.
Deca. Tolstoj. E dopo una quindicina di pagine circa, altro sorso di caffè.
Deca, mezza bustina di zucchero.
Oggi Guerra e Pace.

Non ho mai letto nessuno dei libri che gli vedevo in mano. Sapevo solo osservare.
Dopotutto è così, no? Ognuno nella vita si applica in ciò che gli riesce meglio. Io osservo.
Osservo Luca salire sulla metropolitana, lo osservo mentre timbra il biglietto, libro sotto braccio e caffè nella mano sinistra.
Quel giorno lesse circa quarantacinque pagine. Credo.

Una settimana prima era stata la volta di Dan Brown. Mai letto, nemmeno lui; trovo però affascinante passare in libreria e riconoscere le copertine, leggere i titoli e sfogliare le pagine.
In quei momenti mi sembra quasi di averlo lì, di fianco a me, con i suoi capelli rossi, le lentiggini, gli occhiali spessi e la barba sfatta.
Mi sembra di poter dire “Ecco, ora abbiamo qualcosa in comune. Vedi? Dostoevskij.”.

Un suo gesto mi risvegliò dalle mie meditazioni. Si era passato la mano tra i capelli. Si grattò il mento e poi girò pagina, il caffè sempre stretto nella mano sinistra e il libro deposto sulle ginocchia.
In quel momento estrasse una penna dalla tasca destra dai pantaloni, lo osservai sottolineare distrattamente qualcosa.
Penna rossa. Bic; annotai mentalmente.

La metro si fermò lentamente, scivolando pigramente sui binari, simile ad un grosso bruco. Sentii un tintinnio e le porte si aprirono.
Luca si alzò di scatto, vuotò il bicchere di carta e scese di corsa. Mi chiesi come mai non si era alzato prima.
Di solito lo faceva sempre.

Deca, mezza bustina di zucchero, capelli rossi, penna bic, barba spesso sfatta. Libro. Si alza una fermata prima.
Le porte si erano già richiuse che io ci stavo ancora pensando, anzi, mi ci stavo scervellando letteralmente.
In quel momento sentii una stretta alla mia mano destra. Alzai lo sguardo e sorrisi sorniona.

Stefano. Capelli castani. Non legge quasi mai, croissant e cappuccino per colazione.
Ah. E un anello di fidanzamento, Tiffany, al mio dito.
  
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