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Autore: OperationFailed    30/07/2011    4 recensioni
Non sa come, o perché, o quando esattamente gli abbia dato il permesso – ha il dubbio di non averglielo dato mai – ma ora i giorni e le ore sono astronauti ingoiati da un razzo per la luna. Ora i respiri sono spiegazzati come carta straccia, ritorti di speranza, sommersi dalla luce nebulosa di occhi color della strada. Ora ci sono i suoi passi, il volteggiare del suo cappotto, un’aurora spezzata a loro disposizione. Ora c’è Sherlock Holmes.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: OperationFailed
Titolo: Stropicciarsi
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Rating: Pg13
Avvertimenti: introspettivo
Conteggio parole: 200 con fiumidiparole (esclusa la citazione finale)
Riassunto: John Watson è stato congedato dall'esercito e il ritmo dei giorni a Londra gli sembra lento, lento, lento. Quella noia travestita da quiete non fa per lui.
Note: flashfic, ispirato da una poesia di C. Pavese. Partecipa allo Sherlockfest_it
Prompt: Sei la grande fatica, e la notte che sazia.(C. Pavese)
Disclaimer: I personaggi di John H. Watson e Sherlock Holmes non mi appartengono, per loro fortuna, in quanto sono stati ideati da Sir. Arthur Conan Doyle, senza il quale noi non saremmo qui a consumarci cuore e cervello. L'adattamento BBC appartiene a Moffat e Gatiss, la citazione finale appartiene a Cesare Pavese. Questa fanfiction non è a scopo di lucro (anche perché ci guadagnerei ben poco) e non intende offendere la sensibilità di nessuno.









Ha attraversato continenti di minuti, galassie d’infinite ore.
Giorni di seta. Lisci, così piatti che ha pensato talvolta all’esistenza di un ferro da stiro per i respiri già usati, ad una governante col doppio mento che eliminava le pieghe dai suoi giorni-camicia. E che gli bruciava la stoffa, accidenti. Voleva le pieghe, lui! Spasmi e infarti e soffocamenti d’adrenalina, voleva.
I giorni non si rincorrevano più l’un l’altro, persino le nuvole passeggiavano assonnate per il cielo, come se fossero state turisti in pigra esplorazione.
Poi è successo.
Quando non lo credeva più possibile.
Come succede con le calamità naturali, che ruggiscono solamente quando le si crede in letargo. Esistono sismografi e diavolerie varie, ma dov’è la scala Richter per gli sconvolgimenti della vita?
Non sa come, o perché, o quando esattamente gli abbia dato il permesso – ha il dubbio di non averglielo dato mai – ma ora i giorni e le ore sono astronauti ingoiati da un razzo per la luna. Ora i respiri sono spiegazzati come carta straccia, ritorti di speranza, sommersi dalla luce nebulosa di occhi color della strada. Ora ci sono i suoi passi, il volteggiare del suo cappotto, un’aurora spezzata a loro disposizione. Ora c’è Sherlock Holmes.





Ora la terra e il cielo

sono un brivido forte,
la speranza li torce,
li sconvolge il mattino,
li sommerge il tuo passo,
il tuo fiato d’aurora. 
   
 
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