Anime & Manga > Alice nel paese di Heartland
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Autore: Silene Nocturna    31/07/2011    1 recensioni
Salve a tutti voi!
Sono nuova del fandom, ma non del sito^^
Questa fan fiction mi è venuta oggi pomeriggio “ammazzando il tempo”… e tutto per esternare la fissazione che ormai ho per il fantastico Blood Dupre *_*
Ecco, narro un pò di vicende sconclusionate che si svolgono in Heartland, vicende che coinvolgono unicamente il Cappellaio, alle prese coi matti! Quanto c'entra una ragazzina bionda ed impudente? XD
[Blood x Alice] anche se è unicamente Blood il protagonista.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Straniera

Guardiani

…Alice? Alice, sei sveglia?

Il Cappellaio

 

Matto?

Chi osava definire tale Blood Dupre?

Se lì c’erano matti, erano quei pazzi dei “guardiani”. Senza un briciolo d’amor proprio, sempre in giro qua e là, a zonzo per il paese, combinando un bel niente insieme a quella sciocca ragazzina dai capelli biondi.

Sera.

Il suo mondo era perfetto, la Villa era il mondo perfetto; perché dovevano esistere altri territori i cui malefici proprietari cospiravano ogni giorno contro il “Clan del Cappellaio”…? Una cosa inaudita, indecorosa! Lui chiedeva soltanto di elevarsi al di sopra di tutti coloro i quali non erano in grado di svolgere le mansioni assegnate…

Il peggiore era senz’altro Julius Monrey, pensò sorseggiando una fumante tazza di tè. Quel tipo era svitato come un’orologio! Che senso aveva essere neutrali quando le conquiste da fare erano poche per avere in pugno Heartland? Davvero non lo capiva! Si convinse -continuando ad imburrare una fetta di pane, sia sotto che sopra- che non c’era altra spiegazione, se non quella che con i suoi sotterfugi e l’aria misteriosa che dava l’impressione di possedere, fosse il più scaltro cospiratore… Sorrise. Mai quanto lui, doveva ammetterlo.

Pomeriggio.

Cosa aveva fatto per avere una sorte tanto malevola, in fondo?

Non era di certo colpa sua se Mary Gowland aveva un nome tale, non l’aveva scelto lui, Blood: non era lui l’artefice di un simile colpo di genio. Il suo gioco preferito era infierire contro il proprietario del Parco di divertimenti… E con ciò? Ambedue dovevano pur ammazzare il tempo in quel posto, in cui le ore non passavano mai.

Mezzodì.

Quello non era decisamente il momento del tè! Pensò lasciando cadere mestamente la fetta di pane imburrata, che si arrestò sulla superficie lignea imbrattando la tovaglia rosa tenue; guardò le pietanze disposte con ordine, adirandosi per il fatto che ancora una volta erano andate sprecate. Quei cambiamenti repentini lo stavano facendo impazzire.

- Elliot!- chiamò a gran voce incrociando le braccia al petto.

Osservò l’incedere impetuoso del suo servitore che accorreva nervoso, il volto era madido di sudore… Probabilmente anche lui aveva trascorso del tempo insieme a quella “straniera”, chissà dove, chissà con chi. La lepre scivolò maldestramente, agitando le braccia per non perdere l’equilibrio; dopodiché, appoggiandosi alla tavola imbandita, si prodigò di ascoltare le richieste del suo eccentrico padrone.

- Mi hai chiamato, Blood?

- Conosci qualcun altro che risponde al nome di “Elliot”? Potresti presentarmelo!

- N-no… ecco. Ero molto lontano, credevo di non aver sentito bene.- rispose sghignazzando, con la sua solita aria impudente.

Inutile continuare il discorso, inutile cercare di salvare l’insalvabile… La tovaglia era ormai troppo sporca: Blood non avrebbe potuto invitare ospiti per quel giorno.

“Si tratterà di aspettare il meriggio seguente…” ci rimuginò portandosi una mano al mento. “E se si divertissero a prendermi in giro, facendolo arrivare troppo presto? Non avrei tempo per imbandire di nuovo la tavola.” Perché nessuno faceva mai come voleva senza che egli gliel’ordinasse?

Guardò Elliot, poi socchiuse gli occhi, rimanendo in silenzio. Era uno scocciatore anche lui, ma a differenza d’altri non aveva orologi da svitare… Ghignò mantenendo la sua ineguagliabile indifferenza: Elliot era fedele e non chiedeva nulla in cambio. Blood c’era, Elliot ci sarebbe stato. Chiese di rimanere ancora una volta da solo, non soddisfacendo la curiosità della lepre.

Crepuscolo.

Si alzò dalla propria poltrona, deciso ad attraversare il corridoio della grossa abitazione, poi l’ingresso, per entrare nella foresta… Non aveva una meta precisa, mentre camminava in quel posto si rendeva conto soltanto di quanto fosse poco intricato… Quell’idiota dell’Asso di cuori lo faceva apposta? Non era la prima volta che finiva nella sua Villa, piuttosto che giungere al Castello. Aveva davvero così poco senso dell’orientamento? Il suo fare doppiogiochista lo irritava: se c’era qualcuno che detestava, quello era Ace… Ognuno incarnava il suo male; qual’era la scusa per celarsi dietro una maschera di gaia inettitudine? Quella, era la sua vera maschera; nessun orologio.

Ma come molti altri, era soltanto un servo della Regina Vivaldi: la bella e seducente regnante aveva dei gusti orridi, pensò ridendo.

Sera.

“Tagliate la testa a questo scansafatiche…”

“Di sera, mia cara?”

“Oh…”

Era una creatura notturna, come lui d’altronde. Il suo orologio segnava sempre la stessa ora, non poteva biasimarla, nonostante fossero nemici.

Mattina.

Un rumore improvviso ruppe il filo dei suoi pensieri, disturbandolo quasi, e con un’occhiata sdegnosa accolse il gatto pulcioso caduto da un ramo spezzato. Arrestò il suo incedere osservandolo pulirsi dal terriccio, dopodiché si prodigò di superarlo per continuare quella sorta di passeggiata. Quando aveva deciso di fare una passeggiata?

- Ehi, Blood! Dove te ne vai di prima mattina? Stai forse cercando Alice?-

Il Cappellaio si fermò udendo quel nome. Non stava cercando la straniera!

“Prima la salvo e poi la uccido… No, prima la uccido, quindi la salvo.”

- No- rispose gelidamente, maledicendo mentalmente quel gatto punk per la schiettezza con cui si rivolgeva.

- Béh, lei non è qui! Insomma, dove stai andando? Tutto dipende da dove stai andando… Lo sapevi?-

Decise d’ignorarlo; Boris Airay teneva poco al suo orologio, tanto da lasciare che gli altri se ne curassero per lui. Lo vide proseguire per il sentiero e poi allontanarsi insieme ai Bloody Twins: anche se venivano affidate loro importanti mansioni, nessuno si prodigava di svolgerle correttamente. Non era il tempo che fuggiva, erano loro a sprecarne molto. Doveva sempre fare tutto da solo.

Mezzodì.

Peccato che la partita veniva giocata in maniera così disonesta: se la Torre era gestita da un occulto studioso ed il Parco divertimenti da un tizio megalomane e suscettibile oltre ogni dire, il Castello vantava sin troppi adepti scomodi… Quel Bianconiglio era il primo che avrebbe volentieri trapassato con un proiettile. Se non fosse stato per lui a quest’ora non starebbe vagando nella foresta senza meta! Non sarebbe in vista della piazza neutrale senza un motivo valido.

O il motivo c’era e non era letteralmente fattibile… o plausibile?! Ma era meglio se la straniera non trascorresse del tempo insieme a quel maledetto Peter White, sadico e freddo calcolatore, come un orologio impazzito. Era inammissibile… per quanto lo detestasse, si chiedeva come facesse ad esserci in Heartland un personaggio che potesse mettersi in competizione con lui, Blood. Lo odiava per la morbosa convinzione che non era accettabile, in quel mondo senza regole, la sua esistenza: tanto viscido da sottomettersi ad una ragazzina, poiché infatuato.

Ma Alice Liddell era ormai già stata scelta.

Notte.

Come non dimenticarlo?

Si era assopito durante il lungo vagare, rimembrando gli eventi che avevano caratterizzato l’arrivo di quell’ospite inattesa, e così ci fu il modo di rivederlo… Nightmare Gottschalk.

- Buonasera, Blood.-

Non si voltò neppure, guardando indisturbato altrove, mentre il demone faceva lo stesso dandogli le spalle. Lui di orologi ne aveva fin troppi… Inutilizzati. Che senso aveva la sua esistenza?

Mattina.

La piazza era dinnanzi ai suoi occhi.

E la dannata ragazzina era lì al centro, alle prese con le manifestazioni affettive di quel White.

- Smettila, razza di coniglio pervertito!- la sentì urlare in vistoso imbarazzo.

Lui accennò un riso di scherno mentre osservava il ministro del regno di cuori allontanarsi mestamente… Si avvicinò solo in quel momento alla piccola figura della straniera, che parve non accorgersi della sua presenza. Lei sapeva quanto si adirava quando non prendeva parte ai suoi ricevimenti del tè per bighellonare insieme a quegli inetti, Blood non perdeva occasione per ricordarglielo.

Tese la mano per poi poggiarla sulla sua esile spalla: in un attimo si dissolse come aria nel vento, e l’ambiente circostante parve venire divorato dal buio.

Si ritrovò in un luogo al di fuori di spazio e tempo, decisamente poco sorpreso.

- Ti diverti a prenderti gioco di me, Nightmare?- proruppe calmo.

L’affascinante demone spiccò un balzo allontanandosi dal Cappellaio, permettendogli così di svegliarsi.

- Sei sicuro che questa non sia una scusa, Blood?- sussurrò prima di scomparire.

Era nella sua immensa e solitaria Villa, sulla sua comoda poltrona, dinnanzi alla tavola imbandita ed il suo grande orologio da taschino segnava precisamente le tre del pomeriggio. Non aveva mai abbandonato quel luogo, e il tutto si era ridotto ad essere solo un insignificante sogno… Percepì dei passi provenire dal corridoio, mentre un’espressione divertita –ed al contempo sadica- si andava disegnando sul suo bellissimo volto. Decisamente quello era stato l’incubo peggiore che avesse fatto: non avrebbe mai lasciato la sua abitazione per cercare in lungo e in largo Alice! Sarebbe sempre ed inevitabilmente accorsa da lui…

Dopotutto, l’orologio della ragazzina gli ricordava molto il suo: entrambi sentivano la necessità di qualcosa che non potevano ottenere.

Alice Liddell era intrappolata nel paese delle meraviglie, e voleva tornare a casa.

Blood Dupre voleva riscattare il suo mondo, farne la sua casa, ma vi era intrappolato.

Incontrò quegli occhi simili ad un cielo limpido, che davano sempre l’impressione di scrutargli la mente per perdersi in essa, accogliendo quella visione con un’impercettibile sensazione di sollievo: quella volta aveva rispettato l’invito. Non era il momento di ucciderla.

“Sei sicuro che questa non sia una scusa, Blood?”

 

 

Fine

 

Salve a tutti voi!

Sono nuova del fandom, ma non del sito^^

Questa fan fiction mi è venuta oggi pomeriggio “ammazzando il tempo”… e tutto per esternare la fissazione che ormai ho per il fantastico Blood Dupre <3

Spero vi sia piaciuta^^

Grazie per averla letta,

Lady Nihila

   
 
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