31/07/2011
16 recensioniQuestione di genetica
“Gli occhi dell’uomo si sono abituati alla luce fioca delle candele e non vedono la luce del sole.” Kahlil Gibran
Ho sempre creduto che anche le cellule grigie si passassero di genitore in figlio. Questione di genetica, no? Sapevo di non aver sposato un genio e ritengo di averlo capito subito, soprattutto dopo che lo vidi giocare con quel dannato boccino come un bambino di cinque anni. Sempre al centro dell’attenzione. Ecco, in questo Harry ha preso da suo padre. Negato in Pozioni. Ed era la mia materia preferita, oltre a essere quella in cui andavo meglio. Sconosce il significato delle regole. Sono sempre stata una persona molto ligia al dovere e precisina. Ritardatario. A volte, avrei voluto trasfigurare Remus in un orologio da taschino, pur di far arrivare James in orario alle lezioni. Insomma, avrà preso qualcosa da me, a parte il colore degli occhi? Sarà meglio continuare a guardarlo… Mi piace osservarlo, vedere come trascorre le sue giornate, sentire la sua voce. Mi piace vedere mio figlio. È in Sala Comune con Hermione e mi diverto a osservarli. Figlio mio, ma chi vuoi prendere in giro? Credi non ti abbia visto come la fissi? Ovviamente, anche in questo ha preso da suo padre. Stesso sguardo perso nel vuoto, mentre in realtà studia ogni singolo dettaglio del suo viso. La fronte corrugata. Il mordicchiarsi nervoso del labbro. Le dita che giocano con i capelli. Devo aspettare ancora molto, Harry? “Hermione?” chiede mio figlio, interrompendo lo studio “Hermionesco”. “Sì?” domanda la sua “presunta” migliore amica. Mi faccio più vicina a loro, anche se mi sento un po’ una guardona, ma la curiosità, almeno quella l’ha presa da me. “Mi spiegheresti questo capitolo?” Ecco, lo sapevo. Cieco. E non parlo della miopia! Maledetta genetica…