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Autore: Lavie Head    31/07/2011    0 recensioni
La serata trascorse -purtroppo per i due giovani- molto velocemente. Joe, quasi costretto da Jamie, la aiutò in cucina ma, quando dovette montare la panna e unire i restanti ingredienti (ovvero zucchero e vaniglia), per completare il Rice Pudding riuscì quasi a farla sgonfiare. Per fortuna l'intervento pronto e rapido della canadese salvò la situazione.
I due ragazzi si divertirono molto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jyou Kido/Joe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Six feet from the edge

 

La giornata oggi si presentava particolarmente serena. Tra le strade di Tokyo vigeva una quiete quasi surreale, non una macchina bloccata nel traffico che suonava frenetica il clacson, non un cane che abbaiava al padrone troppo distratto per notare la bicicletta che gli stava andando contro, non un bambino che piangeva disperatamente a causa del rientro a scuola.
Joe scese le scale del suo condominio fischiettando, quasi contagiato dal bel tempo e dalla giornata che si prospettava splendida. Quando varcò il portone di casa non poté non coprirsi il viso con una mano dal tanto il sole oggi accecava.
“Finalmente un po' di sole..” pensò il ragazzo tra sé ricordando quanta pioggia era scesa la settimana scorsa.
Si avvicinò proprio all'albero davanti all'ingresso di casa sua, estrasse dalle tasche una piccola chiave, liberò la sua bicicletta dal lucchetto e subito ci si mise in sella.
“Le 8.13, che puntualità!” sorrise beffardo ben sapendo che non avrebbe mai e poi mai fatto un ritardo in vita sua.
La bicicletta sfrecciava veloce tra le strade trafficate della capitale giapponese. Una svolta a destra, poi una a sinistra, ancora un tratto in salita, poi finalmente l'ultima svolta a destra per ritrovarsi davanti al parco di Ueno, nonché lo shitamachi di Tokyo, vale a dire il quartiere popolare.
Osservò l'orologio e poi si guardò intorno. Vi erano tantissimi bambini che attraversavano il parco con degli zaini più grandi di loro, pronti ad affrontare il loro primo giorno di scuola, adulti, già pronti per andare a lavorare, con una tazza di caffé, il giornale o cellulare alla mano, anziani seduti sulle panchine fermi a contemplare la bellezza degli alberi dipinti con colori caldi.
-Salve signor Kido- disse una voce femminile alle spalle di Joe.
Il ragazzo per tutta risposta si voltò e le sorrise calorosamente -Jamie, ciao-.
La ragazza che si presentava davanti a sé era molto carina, occhialoni al viso, capelli rossicci tenuti a bada da una treccia che le percorreva quasi tutta la schiena, lentiggini sul naso e sulle gote, occhi celesti e fisico asciutto. Era vestita molto castamente con una camicetta poco aderente che non lasciava trasparire alcuna forma del proprio corpo ed una salopette marrone che scendeva larga sulle gambe.
-Spero proprio di non essere in ritardo- disse la ragazza un po' trafelata.
-Ma figurati, sei puntualissima- le rispose lui non smettendo un secondo di sorriderle.
-Non sai quanto ti sono grata per avermi invitata fuori. Oggi a casa penso che mi sarei annoiata tantissimo da sola- disse la ragazza scostando una ciocca ribelle dal viso.
Jamie si era appena trasferita in Giappone per un progetto Erasmus di un anno presso l'università che frequentava Joe. La ragazza in verità era canadese anche se le sue origini erano francesi ed aveva la stessa età del digiprescelto dell'affidabilità.
-Ti va se ti mostro un po' la città?- le domandò Joe un po' incerto su come dovesse muoversi con una ragazza così carina per lui.
-Volentieri- rispose la ragazza sorridendogli.

-Ieri a scuola il professore Matsuyama mi ha affidato un compito da svolgere ma sinceramente non capisco molto la consegna, sai devo ancora fare molto pratica con il giapponese, è una lingua così difficile- disse la ragazza per spezzare il silenzio tra i due mentre si avviavano lungo i viali del parco macchiati con foglie rosse, arancioni e gialle.
-Stai scherzando?- disse Joe -Parli benissimo, e pensare che sei qui da così poco tempo-.
La ragazza arrossì immediatamente quando Joe le fece il complimento.
-Eccoci arrivati, questo è il Tempio di Jomyoin.- disse Joe indicando il luogo da lui nominato -In Giappone è ben noto per le sue 84000 statuette in pietra di Jizô e il bodhisattva che nella religione buddista sarebbe la persona che si impegna alla realizzazione del proprio Essere, non solo per beneficio personale, ma per aiutare le altre persone.- spiegò diligentemente Joe -Se vuoi è già aperto, possiamo entrarci, tanto l'ingresso è gratuito-.
Gli occhi della ragazza si illuminarono -Mi piacerebbe tantissimo-.
I due ragazzi, perciò, trascorsero la giornata visitando diversi tempi e musei.
Completata la visita al primo tempio, Joe portò Jamie al Tempio di Kanei-ji.
-Oggi non rimane altro che l’edificio principale e una piccola pagoda. Si trattava del più grande centro buddista di Edo all’epoca degli shogun Tokugawa. Allora contava all'incirca 36 edifici e pagode e 36 templi.- proseguì Joe facendo da guida alla straniera.
Le fece visitare anche il Museo Nazionale di Tokyo e quello della Scienza ed, infine, come ultima tappa la portò a visitare il Santuario di Toshogu.
-Questo santuario è stato costruito nel XVII secolo ed è dedicato a Ieyasu Tokugawa, il fondatore dello shogunato dei Tokugawa.- disse Joe riagganciandosi anche al discorso che le aveva fatto nel tempio precedente -Il santuario principale è molto decorato, la pagoda è composta da cinque piani e il viale è completamente lastricato e conduce al santuario, bordato da numerose lanterne in pietra e, soprattutto, da 50 lanterne in bronzo offerte dai signori feudali di tutto il paese. Pensa addirittura che questo santuario è stato classificato Tesoro Nazionale.-
L'espressione che aveva Jamie ogni qual volta che Joe le indicava qualche particolare e glielo spiegava mostrava quanto la ragazza fosse interessata all'argomento e quanto gli piacesse passare il tempo così costruttivamente con Joe.
Ormai si era fatto tardi ed era bene che entrambi i ragazzi ritornassero alle proprie abitazioni.
Joe insistette nell'accompagnarla sotto a casa, a quel punto a Jamie venne spontaneo dire -Beh, perché non ti fermi a cena? Così magari mi aiuti a tradurre le istruzioni della lavastoviglie che proprio non riesco a capire. Oggi pensavo di cucinare Ratatouille En Salade e poi del Rice Pudding.- spiegò la ragazza arrossendo lievemente.
-Sono tipici delle tue parti?- domandò Joe incuriosito nonostante fosse palese quanto si trovasse in imbarazzo in quell'istante.
-Sì, la Ratatouille En Salade è una ricetta francese che mi ha tramandato mamma, ma si tratta per lo più di una ricetta popolare, affatto sofisticata, ma ti assicuro che fa il suo effetto sul palato. Mentre il Rice Pudding è un classico dolce canadese, letteralmente sarebbe un budino al riso- spiegò la ragazza portando una mano sotto il mento quasi per ricordare attentamente il tutto.
-Beh come posso dire di no all'apprendimento? In campo culinario non sono affatto esperto perciò lascerò che sia tu questa volta ad insegnare a me- rispose Joe immensamente felice dentro di sé.

La serata trascorse -purtroppo per i due giovani- molto velocemente. Joe, quasi costretto da Jamie, la aiutò in cucina ma, quando dovette montare la panna e unire i restanti ingredienti (ovvero zucchero e vaniglia), per completare il Rice Pudding riuscì quasi a farla sgonfiare. Per fortuna l'intervento pronto e rapido della canadese salvò la situazione.
I due ragazzi si divertirono molto. Vista la beata ignoranza del giapponese nei confronti della ricetta francese di Ratatouille En Salade, Jamie decise di fargli vedere il cartone della disney “Ratatouille”. Le risate si elevarono tantissimo quella sera, probabilmente la prima volta (ma si spera non l'ultima) che Joe rideva così di gusto e per lo più affiancato da una ragazza.
Terminato il video, Joe spiegò velocemente come usare la lavastoviglie e ne approfittarono subito per evitare di lavare i piatti di quella serata.
Jamie, particolarmente timida coi ragazzi e in genere con poca iniziativa, non riuscì a resistere a quell'impulso violento che c'era dentro di lei, davanti al portone di casa sua afferrò dolcemente Joe e lo baciò molto pudicamente a fior di labbra.
Il ragazzo era al settimo cielo. Tornando verso casa sua gli veniva quasi istintivo saltare, sognare ad occhi aperti, girare su se stesso.

Eh l'amour...

   
 
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