Salve a tutti.
Come qualcuno forse noterà, questa fan fiction era già stata pubblicata per intero un paio di anni fa e ringrazio chiunque l’abbia letta e commentata.
Tuttavia ho deciso di operare una revisione e ripubblicare da capo una fan fiction a cui sono particolarmente legata.
Spero vi piaccia e che la leggiate in molti, come è stato per la sua prima versione.
Buona lettura ^___^
Amami
Capitolo 1
Era il tipico giorno nuvoloso di
metà autunno, quel nuvoloso fitto e per una buona parte provocato dallo smog di
una grande città perennemente in movimento.
Lunedì mattina. Un via vai continuo
di gente davanti alla metropolitana.
Arianna se ne stava seduta su una
panchina, con le cuffie nelle orecchie, muovendo la testa a ritmo di musica e
osservando annoiata le persone che le scorrevano davanti, tutte dall’aria così
impegnata. Se c’era una cosa che non sopportava era la fretta. Soprattutto di
lunedì mattina.
Se ne stava seduta a gambe
incrociate, con i capelli raccolti sotto il cappellino e la visiera calata
sugli occhi.
Era meglio non farsi riconoscere.
Bhè, ovviamente non era così famosa da
dover rischiare assalti da parte di orde di fan inferociti, ma la sua manager
le aveva comunque consigliato di non farsi notare troppo. Ma in ogni caso tutta
quella gente che correva andando chissà dove, non avrebbe certo prestato
attenzione a una ragazza su una panchina.
Guardò l’orologio. Aveva oziato
abbastanza, era ora di mettersi al lavoro. Abbandonò la sua postazione e si
incamminò verso destra, diretta al grande grattacielo in fondo alla strada.
Le porte dell’ascensore si aprirono
al settimo piano, mostrando il volto irritato di una giovane donna vestita con
un tailleur gessato e i capelli raccolti sulla nuca. Aveva proprio l’aria di
stare aspettando qualcuno.
Arianna tentò di sgattaiolare di
lato, ma Emilia l’aveva già afferrata per il cappuccio della felpa.
-Lo sai che sei in ritardo? Di nuovo!- esclamò la manager.
Arianna la guardò con occhi
innocenti.
-La metro era in ritardo!
-Sempre la solita scusa! Per favore Arianna, niente chiacchiere e vai a
cambiarti!
-A cambiarmi? E perché mai mi dovrei cambiare per una riunione?
-È una riunione ufficiale, e non ti permetterò di presentarti con il
primo maglioncino della nonna che hai trovato nell’armadio!
Arianna sbuffò, ma con poca
convinzione e si diresse subito verso gli spogliatoi.
Appena aperta la porta, notò
all’istante una ragazza minuta e dai capelli mossi, seduta alla scrivania
accanto alla finestra; indossava un semplice maglioncino di cotone e un paio di
jeans sbiaditi. A quanto pareva nemmeno Camilla era pronta.
-Ciao Cami! Quando sei arrivata?
La ragazza si voltò verso la porta,
distogliendo lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.
-Credo dieci minuti fa. Perché?
-A sentire Emilia, sembra che la riunione sia iniziata già da un’ora!
-Bhè, veramente manca ancora un po’ di gente.
Lo sai che Emilia deve sempre drammatizzare tutto.
Arianna appoggiò la sua borsa sul
tavolo e si tolse il capellino, lasciando liberi i suoi capelli castani. Aprì
l’anta dell’armadio e rimase a fissarne il contenuto per venti secondi buoni.
Poi si girò verso Camilla che si era rimessa a leggere.
-Cosa accidenti mi metto?
L’altra guardò l’armadio e poi una
sedia lì accanto, sulla quale erano posati un completo di gonna e giacca e una
maglietta gialla a maniche corte. Guardò Arianna e poi di nuovo l’armadio.
-Dovrebbe esserci un completo di giacca e pantaloni.
Arianna frugò fra gli indumenti e
poco dopo emerse con quelli che cercava. Erano di un blu scuro che si adattava
perfettamente alla maglietta azzurra che portava sotto la felpa.
Mentre si cambiava si avvicinò a
Camilla che continuava imperterrita con la sua rivista.
-Si può sapere cosa leggi con
tanto interesse?
-Ah! È un articolo sull’ultimo film di Clint Eastwood, “Lettere da Iwo Jima”. Ho sentito che uno
degli attori giapponesi con cui dovremo collaborare è in questo film.
Arianna si avvicinò al tavolo e
osservò la foto dell’articolo che ritraeva il gruppo di soldati giapponesi
della seconda guerra mondiale.
-Qual è?
-Non è ho idea- rispose Camilla -Faccio fatica a distinguere i volti, mi
sembrano tutti uguali!
-Alla riunione ci daranno tutti i dettagli. Andiamo prima che Emilia
irrompa nella stanza brandendo un bazooka.
Le due ragazze erano sedute al
grande tavolo circolare, con i manager, i produttori e il regista. C’era anche
la terza co-protagonista del progetto, Dalia, che le altre due conoscevano già
grazie a precedenti collaborazioni. Per il resto, la metà della gente che si
trovava lì era ovviamente giapponese.
La riunione era ormai conclusa e il
regista e uno dei produttori parlavano fitto nella loro lingua madre. Le tre
ragazze erano sedute lì vicino, e cercavano di cogliere il significato delle
parole; tutte appassionate del paese del Sol Levante, da un paio di anni
avevano iniziato a dedicarsi all’apprendimento della lingua; non la sapevano
perfettamente, ma abbastanza da comprendere il dialogo che si stava svolgendo
lì accanto.
Arianna si voltò verso le due
amiche.
-Se non altro la nostra fissazione per il Giappone si sta rivelano
utile!
-Sul serio!- rispose Dalia -Ma voi conoscete questi Arashi?
Non li ho mai sentiti nominare, eppure sembra siano molto famosi!
Camilla assunse l’espressione vacua
di quando aveva un ricordo confuso in testa e tentava di farlo riemergere. Per
chi non la conoscesse sembrava semplicemente in catalessi.
-CI SONO!- esclamò entusiasta per essersi ricordata qualcosa -Ho visto
qualche drama di uno di loro! Andiamo a cercare
informazioni!
Le tre ragazze si guardarono intorno
per accertarsi che il loro abbandono della sala riunioni non causasse crisi
isteriche, per esempio ad Emilia.
Uscirono dalla stanza e si
impossessarono del pc di una segretaria che se l’era
svignata.
Presero delle sedie e si
accomodarono, mentre Camilla scriveva “Arashi” su un
motore di ricerca. Pop band giapponese, componenti Ohno
Satoshi, Ninomiya Kazunari, Sakurai Sho, Matsumoto Jun e Aiba Masaki.
Dopo di che una sfilza di nomi di dischi, singoli e varie produzioni. C’era
anche un trafiletto sul progetto in collaborazione con l’Italia.
-Cantanti eh?- esclamò Arianna -Cerchiamo delle foto!
Un attimo dopo stavano scorrendo le
immagini di questi idol giapponesi e ascoltavano un
loro singolo, “Sakura Sake”.
Non erano abituate a guardare dei
volti asiatici, quindi per il momento sembravano tutti uguali. Ma la canzone
aveva un che di interessante.
-Mi
piace molto! Sembra la sigla di uno degli anime che guardo sempre!- osservò
Arianna.
-Ma c’è uno che ha una voce stranissima!- intervenne Dalia -Sembra che
abbia un varano nei pantaloni che gli morde i testicoli!
-E credo che uno abbia l’asma!!- aggiunse Camilla.
Tutte e tre iniziarono a ridere
talmente forte che Dalia si ribaltò all’indietro con la sedia, finendo
esattamente ai piedi di Emilia.
-Cosa diavolo state facendo?- domandò la manager, che sembrava aver
inghiottito un limone intero.
-Ahahahahah! Niente!- rispose Arianna ancora
con le lacrime agli occhi -Ci stavamo solo informando sui nostri futuri
colleghi!
Lo sguardo che lanciò Emilia le fece
chiaramente capire che lei non apprezzava quella metodologia di ricavare
informazioni.
-Invece di ridere come delle
iene, dovreste iniziare a preparavi per il vostro viaggio! Non potete
permettervi alcun errore, questa collaborazione è estremamente importante.
-A proposito..- disse Arianna ricomponendosi con fare un po’ troppo
ostentato -Quand’è che partiamo?
Emilia la guardò inespressiva -Avete
il volo per Tokyo fra 7 ore.
-COSA?!