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Autore: Gael    30/03/2006    1 recensioni
Ho scritto di getto, in un momento di particolare.Provate a leggerla senza i kleenex.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia cade lenta, nella notte.

Ti bagna i capelli, quella camicia bianca lasciata aperta a mostrare il petto liscio.

Le cicatrici le hai dentro, dove nessuno può vederle: nel cuore.

Sei a piedi nudi ma non ti importa.

Senti il freddo del cemento sotto le piante, ma cosa vuoi che siano freddo e acqua ora che sei su quel cornicione?

La strada scorre indifferente sotto di te, ma tu hai occhi solo per il cielo.

Perché oltre quelle nuvole, lo sai, ci sono le stelle.

Vorresti essere lì.

Ed io con te.

Io, che ti guardo da dietro questo vetro, prigioniera di mura invisibili e sciocche paranoie.

Ci dividono pochi metri d’aria e decine di piani. In realtà, chilometri di pensieri e miglia di dolore.

Dovrei essere lì con te.

Ed è buffo tutto ciò, perché io…nemmeno ti conosco.

Tu mi hai sconvolto l’anima, così.

Non ti avevo mai visto prima d’ora, prima di avvicinarmi a questa finestra. Non eri nulla per me.

Non so nemmeno il tuo nome.

Ma quando ho alzato gli occhi e ti ho visto non ho potuto ignorarti. Mentre sei su quel cornicione, solo nella notte.

Qualcosa in me si è spezzato, ho visto il tuo dolore come un onda intorno a te e senza volerlo è diventato il mio.

Dio solo sa quanto già soffra di mio per poter sopportare altra sofferenza, eppure sono qui. Guardami.

Vorrei essere lì, accanto a te anche se tu non volessi, perché così sapresti di non essere solo.

Non fare un passo. Non fare quel passo!

Le stelle ti attenderanno ancora un po’.

Aspetta!

Urlo picchiando i palmi sul vetro. Perché non mi vedi?Sono qui!

Il mio urlo, la mia disperazione tutto si mescola ai vetri infranti. Frammenti di cristallo volano nell’aria verso di te, senza mai raggiungerti, attirando il tuo sguardo.

Finalmente i tuoi occhi color della notte sono per me.

Finalmente mi vedi.

È la pioggia o sono lacrime quelle che lente percorrono il tuo viso?

La tua bocca formula una parola che io non sento, però capisco: perché?

Cosa vuoi sapere: perché sei lì?

Perché sono qui?

 Perché ti ho visto o perché sono ancora qui tra i vetri infranti?

Solo per te. Solo con te, rispondo nello stesso linguaggio muto.

Sorridi.

Per te, per me o per le stelle.

Finché sarai lassù io starò qui come una novella Giulietta all’incontrario.

Ora che ti vedo non ti posso più lasciare.

Sarai tu a decidere di noi.

La notte ci è amica.

Ricordati di me che qui attendo, solo per te.

 

 

 

 

  
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