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Autore: Melabanana_    01/08/2011    3 recensioni
{ Marco/Gianluca one-sided }
Pioveva.
Era una pioggia tranquilla, apparentemente, ma per il ragazzo fermo in piedi sul marciapiede di fronte al bar “Espresso” era motivo di angoscia, in un qualche modo.
Tuttavia, aveva deciso di restare lì.
Indossava scarpe da ginnastica consumate, jeans Levi strappati sulle ginocchia, una felpa troppo larga che gli cadeva pesantemente sulle spalle, zuppa.
I suoi riccioli rossi si attaccavano fradici alla fronte.
Fermo lì in piedi, aspettava.
Fermo lì in piedi, con gli occhi verdi fissi sulla fine della strada, Marco Maseratti aspettava.

[scritta da Roby]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gianluca Zanardi, Marco Maseratti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'FFI Slice of life'
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Ciao, ecco un'altra fic per la mia raccolta.
Protagonisti assoluti sono Marco Maseratti e i suoi sentimenti per Gianluca Zanardi. Scritta in un momento d'ispirazione imrovvisa ^^ è un po' triste... okay, è triste, punto e basta.
Spero che piaccia.
Kisses :)
Roby




Pioveva.
Era una pioggia tranquilla, apparentemente, ma per il ragazzo fermo in piedi sul marciapiede di fronte al bar “Espresso” era motivo di angoscia, in un qualche modo.
Tuttavia, aveva deciso di restare lì.
Indossava scarpe da ginnastica consumate, jeans Levi strappati sulle ginocchia, una felpa troppo larga che gli cadeva pesantemente sulle spalle, zuppa.
I suoi riccioli rossi si attaccavano fradici alla fronte.
Fermo lì in piedi, aspettava.
Fermo lì in piedi, con gli occhi verdi fissi sulla fine della strada, Marco Maseratti aspettava.

Due ore prima
La sala comune dell’Orpheus era gremita di persone che giocavano a carte, o a scacchi, in un clima mite e allegro che si contrapponeva violentemente all’esterno della stanza, dove il portiere Gigi Blasi cercava disperatamente di bloccare le mille fan di Fideo che reclamavano da lui un abbraccio.
Marco, infiltratosi a fatica fra le ragazze con il cappuccio tirato fin sul volto per non farsi riconoscere, tirò un sospiro di sollievo quando rientrò nella sala passando sotto il possente braccio di Blasi.

Il suo sguardo vagò nella stanza, scannerizzandola velocemente, e si fermò su un ragazzo impegnato in una partita a scacchi che sembrava tirarsi per le lunghe. Aveva carnagione pallida, capelli neri, occhi azzurri concentratissimi sulla prossima mossa da fare per chiudere la partita.
“Gianluca!” gridò e lo abbracciò da dietro.
Il compagno sobbalzò, soffocando un’imprecazione, e per poco non fece volare in aria la scacchiera. Si girò con occhi di fuoco.
“Ti sembra il modo di salutare, cretino?!” lo apostrofò con la sua voce tutt’altro che gentile.
Marco continuò come fosse diventato improvvisamente sordo.
“Andiamo a prenderci un caffè al bar all’angolo?”
“Ma sei scemo?! Non vedi che sto giocando?!”
Marco lo guardò sorpreso, come se effettivamente stesse notando solo in quel momento la scacchiera e l’altro giocatore, Raffaele, che li fissava accigliato.
“Sto cercando di fare scacco matto, se non ti dispiace!” aggiunse Gianluca seccato.
“Tutto qui?” replicò Marco. Fissò la scacchiera per alcuni secondi, poi allungò il braccio oltre la testa mora del compagno e spostò l’alfiere di tre caselle.
Uno scacco matto perfetto.
“Ora andiamo?” chiese con un largo sorriso.
I due scacchisti erano senza parole.
Raffaele osservava incredulo la propria disfatta, opera di quello che tutti consideravano un cretino.
Anche Gianluca era intento a fissare il proprio alfiere con occhi vuoti ed increduli. Impossibile che quel cretino avesse risolto con anche troppa facilità una situazione da cui lui cercava di uscire da circa dieci minuti, semplicemente impossibile però era accaduto in modo evidente.
Fu il primo a reagire, riuscendo finalmente ad aprir bocca.
“No! Così non vale!” boccheggiò.
“Dobbiamo fare un’altra partita” disse rivolto a Raffaele, che annuì.
“Eh?! Ma così ci metti una vita!” commentò Marco.
Gianluca lo fulminò con lo sguardo.
Marco sospirò, poi sorrise mettendo le mani in tasca in segno di resa.
“Va bene, va bene. Ma appena finisci vieni, io ti aspetterò.”
“Non verrò!” replicò istantaneamente Gianluca, torvo.
“Io ti aspetterò comunque!” disse Marco avviandosi verso l’uscita.
“Ma…” Gianluca tentennò, in cerca di una buona protesta. “Ma sta per piovere!”
“Io ti aspetterò comunque!”
“A me non piace nemmeno il caffè!”
“Io ti aspetterò comunque!”
“Ti odio, maledetto cretino!”
Marco scoppiò a ridere, quasi inavvertitamente.
“Io ti aspetterò comunque” ribadì, passò sotto il braccio di Blasi e sparì nella folla.

 



Erano passate ore, e Gianluca aveva ragione come sempre.
Non sarebbe venuto.
Stava piovendo.
Non gli piaceva il caffè.
E lo odiava.
Marco era bravo a fregarsene delle cose, a lasciare che gli scivolassero addosso così come niente.
Avrebbe voluto che fosse così anche con l’odio di Gianluca, invece…
Invece, lo gelava più della pioggia, più della solitudine, più dello stare da solo sotto la pioggia.
“Io ti aspetterò comunque” sussurrò.
Aveva deciso di aspettare lì.

Davvero non lo sai, Gianluca, che ti aspetto da sempre?
Davvero non lo sai che dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di te c’è stato qualcosa,
davvero non lo sai che niente di te mi scivola addosso senza lasciare cicatrici,
davvero non lo sai che queste due ore allungano soltanto la mia lenta agonia per te?
Davvero non lo sai che ti aspetterò comunque?
Davvero non lo sai, Gianluca?


........
Ehm....
Spero che mi perdoniate per il modo in cui ho trattato quel ragazzofigopucciosodolceassolutamenteadorabile di Marco >.< E' che sembra davvero un cretino no? Invece sono convinta che sia moooolto più profondo di quanto si creda u.u
La MarcoxGianluca ha cominciato a piacermi da un paio di mesi (sono la classica prova che gli opposti si attraggono! XD), ma non avevo mai scritto su di loro prima. Ho in cantiere una fic in cui sono di nuovo protagonisti.
E forse (forse) farò un seguito di questo, con un bell'happy ending!

   
 
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