CAPITOLO 1
Mimi si era da poco lasciata con Matt. Sfortunatamente la distanza aveva
giocato a loro sfavore e col passare del tempo il biondino aveva smesso di
amare la ragazza, soprattutto per questioni fisiologiche dovute a certi bisogni
dell’età. I due, infatti, avevano ormai 18 anni, un’età dura e caratterizzata
da continui esperimenti. Da una parte c’era il conseguimento della maggioretà,
dall’altra l’inizio di istinti violenti e involotari.
Mimi non aveva voluto fare alcun genere di sceneggiate all’amico, d’altra
parte poteva capire benissimo che cosa stesse passando e il solo vedersi una
volta ogni due mesi era al quanto distruttivo per entrambi. Il non potersi
sfiorare, neanche abbracciare li faceva impazzire. Anzi, inizialmente aveva
pensato fosse giusto rompere quel legame che si era creato, anche perchè era
impossibile sostenere una relazione che si basava quasi unicamente su email
giornaliere e chiamate serali.
La rabbia crebbe solo quando Mimi scoprì che Matt si era fidanzato con
un’altra ragazza solo 2 settimane più tardi. Sora, la sua migliore amica, le
aveva detto che non sarebbe durata tanto. L’unica cosa che legava Matt a questa
nuova ragazza era che quest’ultima suonava la batteria nello stesso complesso
musicale del digiprescelto dell’amicizia. Fatta eccezione per questo piccolo
dettaglio, i due non erano accomunati da nient’altro. Lei vestiva in maniera
sgargiante seppur con colori tetri, non conosceva l’amore e la dolcezza, per
lei andare con Matt era un semplice atto fisico voluto dai suoi istinti
primari, nulla di più.
Infatti, molto probabilmente Sora aveva ragione, anzi quasi sicuramente. Le
due amiche conoscevano perfettamente il biondino ed erano conscie del fatto che
la sua ragazza ideale era l’esatto opposto di quella pseudo-punkettona
vogliosa. Ciò non tolse il fatto che Mimi era particolarmente gelosa e
arrabbiata. Non poteva credere che il suo dolce Matt potesse lasciarla per il
semplice gusto di avere una sveltina di tanto in tanto.
Mentre le due ragazze erano al telefono su Skype, Mimi cercò di deviare il
discorso per evitare di ricadere nell’ennesima scenata di gelosia -Allora, con
Tai come procedono le cose?- .
-A dire il vero.. molto a rilento- sospirò Sora -Non capisco sai, a volte
siamo così vicini ed io sento fortissime emozioni dentro, tremolio della voce,
la sudorazione che aumenta come se avessero appena acceso un falò al mio
fianco, eppure.. lui continua a recitare la parte dell’amico. Non capisco
veramente quali siano le sue intenzioni-.
-Ma Tai è stupido lo sai, una battutina di tanto in tanto, i capelli
cotonati, il pallone al piede e un sorriso smagliante: ecco qua la formula
segreta per poter ricreare un Taichi perfetto- esclamò Mimi facendo un
occhiolino all’amica dalla webcam e ridendo di gusto -Lo sai, non ti devi
disperare. Lui è e resterà sempre se stesso, anche se ora tu e lui state
insieme. Sai, credo sia quasi un meccanismo di difesa-.
-Uhm..?- mugugnò l’amica perplessa.
-Sì, sai a cosa mi riferisco. Tutte quelle battutine, le risate, le
figuracce.. Magari sono solo un modo per farti capire che si trova a disagio e
non sa come altro reagire in certe situazioni-.
-Beh, effettivamente.. Ora che mi ci fai pensare più siamo in intimità e
più lui risulta suscettibile e caotico- valutò bene la situazione la rossa
massaggiandosi il mento -Certo c’è anche da dire che Tai non si trova mai a
disagio e non arrossisce mai.. Sai, lui è tutto d’un pezzo!-.
Seguì qualche minuto di silenzio.
-Piuttosto, quand’è che farete il grande passo?- domandò Mimi
sfrontatamente.
-Ehm, ma cosa dici Mimi! Cioè, ecco, io veramente..- Sora arrossì talmente
tanto da sentirsi quasi scottare la fronte -Non so bene, cioè non siamo mai
arrivati a restar.. come dire.. a restare tanto in intimità-.
Mimi sorrise dall’altra parte dell’apparecchio telefonico -Ti invidio,
sai?- disse sorprendendo la sua amica -Tu e Tai avete un rapporto splendido.
Certo, vi manca ancora una certa affinità sessuale che io e Matt, invece, già
avevamo, eppure.. Vi dite sempre tutto, non provate vergogna a tenervi mano
nella mano davanti agli altri, non vi fate nemmeno problemi a cambiarvi uno
davanti all’altro.. A me pensa che era una delle cose che mi imbarazzava di
più. Eppure io e Matt.. sì, insomma, già ci siamo visti completamente nudi,
mentre voi due no-.
-Capisco cosa intendi. Beh, tieni presente che io e Tai ci conosciamo dai
tempi dell’asilo e per noi è normale stare insieme. Ovvio, ora è diventato
qualcosa di più, ma prima di essere fidanziati io e lui siamo e restiamo
migliori amici ed è proprio questo che fa funzionare il nostro rapporto. Anche
se...- Sora lasciò la frase in sospeso dubbiosa mentre arricciava in maniera
frenetica una ciocca che le ricadeva sulla guancia.
-Anche se ancora non avete fatto il grande passo- la completà Mimi ridendo.
“Oh Mimi..” pensò Sora tra sé “Tu sì che mi capisci”.
***
Era ormai trascorso un mese da quanto Matt aveva lasciato Mimi e in quel
periodo si era passato ben 6 ragazze diverse. Tutto ciò che faceva con loro gli
veniva automatico, come se fosse diventato il suo nuovo passatempo andarsene a
letto con delle estranee. In parte si sentiva veramente al top, pensando di
essere l’unico a poter godere di così tante attenzioni e a non dover neanche
darsi un’occhiata in giro per poter trovare una ragazza. Quando ripensava a Mimi,
però, tutto diventava insignificante.
Si alzava regolarmente tutte le mattine alle 7 e si guardava allo specchio,
schifandosi di ciò che era diventato. Per lui l’atto dell’amore in sé era
sempre stato un qualcosa di prezioso e speciale, un grande regalo da dover dare
ad un’unica persona nella vita. Eppure, al momento si ritrovava a regalarlo
come se fosse una manciata di caramelle.
Scrutò meglio la figura che gli stava davanti: pelle color latte, zigomi
alti ma poco pronunciati, labbra sottili e rosee, capelli biondissimi e due
occhi color ghiaccio. Sì, era senz’altro
un bel tipo, eppure tutta quella bellezza, quella popolarità, quelle ragazze
intorno, ancora non facevano di lui il ragazzo più felice di Tokyo. Qualcosa
gli mancava e lui sapeva benissimo di
che cosa si trattava.
Si guardò nuovamente allo specchio con un sorriso beffardo prima di ridurlo
in mille pezzi con un pugno talmente violento da rimbombare fortemente
nell’angusta stanzetta.
-Qui qualcuno è nervosetto- disse una voce alle sue spalle.
-Sparischi- grugnì Matt.
-Suvvia, non vorrai mica cacciare di casa il tuo migliore amico, vero
Mattuccio caro?- rispose sarcastico Tai fingendo di non notare la sua ira.
-Taci e vattene, non ho voglia di scherzare oggi- rispose dunque l’amico
girandosi furibondo verso il moretto.
Tai, dunque, gli porse un oggetto a Matt e gli sorrise. Automaticamente
quest’ultimo guardò quella piccola pietra spenta e la strinse forte nel pugno:
la sua digipietra. Chiuse gli occhi come se cercasse una misera maniera per
tornare indietro nel passato. Tutto ciò non era possibile, ovviamente. Li
riaprì e il suo migliore amico era ancora lì che lo fissava con un tenero
sorriso.
-Se ci credi veramente, lei
tornerà da te- disse solamente prima di andare via.
-Che fai? Aspetta..- disse Matt prendendolo per un braccio -Non è che.. mi
accompagni a prendere il latte?-.
-Cavolo, speravo in un appuntamento un pò più romantico per noi due.. Ma va
bene, vecchio mio, anche il supermarket sarà perfetto come luogo di incontro
per i nostri appuntamentini- rispose Taichi girandosi verso l’amico e fingendo
di dargli un bacio sulle labbra -Certo la prossima volta avresti potuto
chiedermelo inginocchiandoti, oppure offrendomi una confezione di cioccolatini,
lo sai che li adoro-.
-Sei proprio un idiota, lo sai questo, vero? Non cambierai mai- rispose
Matt arrossendo e tirando una pacca sulla testa all’amico -i cioccolatini te li
spalmo per bene in faccia se non la finisci-.
***
Sora stava aspettando impaziente il messaggio di Tai che confermava alla
ragazza la sua presenza a cena quella stessa sera, ma ancora niente.
“Chissà dove cavolo ha cacciato il telefono” domandò tra sé e sé la rossa
mentre tentava di chiamarlo.
Riagganciò nonappena partì la segreteria telefonica e si sdraiò sul suo
letto.
Mille pensieri le tornarono alla mente, soprattutto le parole che l’amica
le aveva detto un pò di tempo prima: “Piuttosto,
quand’è che farete il grande passo?”. Al solo pensarci le veniva ancora da
arrossire.
“Maledetta Mimi”, alle volte era proprio capace di toccarla nel suo punto
più debole: Taichi.
Sorrise ripensando ad un sera di pochi giorni fa.
***Inizio Flashback ***
-Tesoro, mi passi per favore la senape?- domandò Tai guardando fisso il
televisore davanti a sé.
-Eccoti- Sora si sedette proprio accanto a lui porgendogli un tubetto
giallo.
I due ragazzi quella sera avevano in programma di guardarsi l’amichevole
tra Germania e Giappone. Inutile dire per quale squadra tifassero.
-Ma cavolo! Ma come si fa!- sbaritò Taichi dopo aver visto un giocatore
farsi fregare la palla proprio sotto il naso -Ma ce l’avevi lì, ma come diavolo
ci sei riuscito- si alzò di colpo dal divano tenendosi la testa tra le mani
sconvolto.
Sora lo guardava ridendo. Certo che quando si trattava di calcio Tai era
davvero incorreggile. Si alterava per nulla. Guai poi a spegnergli la TV o a
commentare la partita.
Le seconde due orette trascoresero abbastanza velocemente, tra gli
schiamazzi gioiosi e irati di Taichi e le grasse risate di Sora nel vedere il
ragazzo tanto agitato.
-Che partita del cavolo..- commentò alla fine il moretto.
-Su, non esserne deluso, era solamente un’amichevole- tentò di rassicurarlo
Sora.
Dopo aver sparecchiato e sistemato il salotto (sembrava che ci fosse
passato un uragano. Nda), i ragazzi andarono nella stanzetta di Sora. Le danze
si aprirono nel momento in cui Tai si mise sopra alla ragazza e cominciò a
baciarla con un certo desiderio. Sora cinse, dunque, la vita del ragazzo e si
lasciò trasportare da quel momento di rara intimità facendo cadere all’indietro
la testa e chiudendo gli occhi, fino a quando.. BURP!
Sora non poteva credere alle proprie orecchie: Tai aveva appena digerito e
davanti a lei!
La ragazza gli mollò immediatamente una sberla, lasciando un tatuaggio
lieve di cinque dita sulla guancia di Taichi.
“Sei incorreggibile, perchè devi sempre rovinare tutto?!” pensò
nervosamente la ragazza.
***Fine flashback***
Certo doveva ammetterlo, inizialmente si era arrabbiata tantissimo, ma ora,
ripensando a quell’episodio, le veniva solamente da ridere. Si diede poi della
stupida per aver ridacchiato così apertamente in casa da sola. Si guardò
persino intorno per evitare che qualcuno potesse vederla durante quel momento
di ilarietà.
“Oh, Tai... il mio dolcissimo Tai. Non cambiare mai”.
***
Tai era indeciso se prendere la parola o meno. Matt d’altrocanto era
così silenzioso e ammutolito che non gli
lasciava grande scelta.
-Beh, vecchio mio. Che succede?- irruppé Tai nei pensieri dell’amico in
maniera un pò impacciata.
-Veramente...- tentennò Matt -Chi ti dice che qualcosa non va?-.
-Facile direi. Il vetro rotto, la tua accoglienza pressoché “calorosa”, il
tuo sguardo assassino e quella maledetta vena che ti esce sulla fronte quando
sei incazzato nero- rispose Tai indicandogliela sulla testa.
Matt si tastò per bene la fronte per accertarsi che l’amico stesse dicendo
il vero -E’ solo una sciocchezza- tirò corto poco dopo.
-Ti incazzi per sciocchezze solo
quando si tratta di me- risposte Tai facendolo sorridere -Questa è una cosa
seria, dico bene?-.
-Da quando in qua sei così perspicace?- domandò Matt alzando un
sopracciglio e guardando di sbieco il digiprescelto del coraggio.
-Grazie alla vicinanza della mia amata Sor... Ehi, aspetta, io sono qui che
ti consolo e tu mi prendi pure in giro? Bell’amico che sei!- piagnugolò
scherzosamente Tai.
-E’ per Mimi!- sbottò Matt quasi urlando -Mi manca.. Vorrei scriverle, ma
mi sento un deficiente per quel che le ho fatto-.
“Finalmente l’ho detto a qualcuno” sospirò con tono neutro.
-Ma lo sei, infatti- rispose Tai allegramente. Il suo sorriso si spense,
però, nel momento in cui incrociò quello dell’amico cupo e per nulla scherzoso
-Capisco..-.
-Vorrei chiederti un favore- proseguì il biondo.
-Certo vecchio mio, chiedi pure- lo incitò Tai.
-Sora è molto in confidenza con Mimi, sono migliori amiche e presumo che si
dicano un pò di tutto, giusto?- Taichi annuì -Potresti convincerla a parlare
con Mimi e chiederle cosa ne pensa di me?-.
Matt arrossì violentemente e Taichi capì subito che quella richiesta gli era
costata tanto. Mai e poi mai il suo amico del cuore avrebbe rinunciato al
proprio orgoglio per una ragazza. Capì dunque che la storia si faceva seria e
che al biondo piaceva veramente Mimi.
-Mi passi per favore una lattina di coca? Lassù.- disse Matt indicandola
con una mano all’amico cercando di troncare lì il discorso per evitare
ulteriori domande.
Tai la raccolse e la fece girare tra le mani. Capiva perfettamente la
reazione dell’amico e per una buona volta comprendeva quanto fosse importante
per lui. Gliela passò poco dopo guardandolo fisso negli occhi -Per quella così
lì.. beh, sarà fatto, conta su di me-.
Dopodiché nessuno dei due osò proferire più parola. Finita la spesa si
divisero e oguno andò per la propria strada.
***
Tuuu.. Tuuu.. Tuuu
Un telefono suonava frenetico facendo tremare il comodino di una ragazza un
pò assonnata e con il sorriso da ebete stampato sul volto.
-Pronto?- disse lei.
-Sora, tesoro!- rispose Tai dall’altra parte del capo.
-Testone, sono le 6, ti sei dimenticato che dovevi avvisarmi per questa
sera?- lo rimproverò la rossa.
-Che cosa cucina tua mamma?- domandò lui lasciandola perplessa.
-Che c’entra scusa?- chiese dunque lei.
-Beh, se cucina qualcosa di buono vengo, altrimenti no- rispose lui prima
serio e poi scoppiando a ridere -Figurati tesoro, certo che vengo, era
scontato! Non dovevi neanche aspettarti una mia conferma-.
-Mia mamma più tardi deve uscire, però. Deve passare da mia zia per darle
il cambio con mio nonno. Sai, la notte non può restare solo- la voce della ragazza
pareva quasi tremare.
-Ottimo, non ci sono problemi- rispose invece la voce salda di Taichi -Per
le 7 sono da te, un bacio!-.
Sora sorrise lasciandosi andare nuovamente sul suo letto e stringendo forte
a sé il cuscino: magari questa era la serata buona!
Alle 7 e mezza Taichi arrivò (in ritardo come al suo solito. Nda) a casa di
Sora, sfoggiando un sorriso smagliante e un mazzo con 9 rose rosse.
Sora stava già per urlargli contro che non sopportava più il suo ritardo e
che per colpa sua si era raffreddata tutta la cena, quella cenetta che lei
stessa aveva preparato con le sue mani apposta per il ragazzo. Poi, però, lo
vide con quei fiori in mano e trasalì sciogliendosi in un forte abbraccio.
-Che.. che bella sorpresa- rispose solare.
-Oggi sono 9 mesi che stiamo insieme- disse lui -non volevo spezzare la
nostra tradizione-.
9 rose per 9 mesi insieme. Ogni mese era così, le regalava una rosa in
segno d’amore. La ragazza, però, questa volta se ne era completamente
dimenticata, perciò quell’atto venne apprezzato più del solito.
Sora sorrise e lo fece entrare. Corse in cucina e guardò sua madre con un
sorriso a 32 denti facendole segno di recuperarle un vaso dove porre le rose.
La serata proseguì con gran calma e gioia, come sempre: Taichi aveva
mangiato moltissimo e non aveva smesso un secondo di fare i complimenti alla
cuoca. La madre di Sora, invece, era andata via poco dopo aver cenato e aveva
raccomandato a Tai di badare alla sua Sora e di non fare troppo tardi.
I due ragazzi, dopo aver visto un film d’azione con Nicholas Cage, andarono
in camera di lei e si prepararono per la notte. Taichi non si fece problemi a
togliersi la maglia davanti a lei e a mettersi una canotta bianca che sembrava
scolpire ogni suo singolo muscolo. Poi si tolse anche i suoi soliti
pantaloncini marroni restando in boxer davanti a lei. Sora lo imitò togliendosi
la magliettina che indossava e osservando poi il suo reggiseno, pensando se
fosse il caso di togliere anche quello o meno. Fissò Tai tutto intento a
piegare alla benemeglio i suoi vestiti e all’improvviso arrosì. Alla fine optò
per tenerlo addosso e, quando stava per indossare la sua camcia da notte che le
arrivava a metà coscia, Tai la interruppe.
-Non ti sta scomodo di notte?- le domandò innocentemente senza secondi fini
-In genere lo togli sempre, tesoro-.
La ragazza però arrossì violentemente -Ecco vedi..- e ripensò alle parole
della sua migliore amica ritrovandosi stranamente a disagio davanti al suo
ragazzo.
Tai dunque si voltò dalla parte opposta -Fa presto- la incinitò.
Sora sorrise contenta dell’appoggio che Taichi le stava dando. Si tolse il
reggiseno e si infilò la camicetta da notte ringraziandolo con un bacio sulla
guancia dopo aver completato l’opera.
I due si misero nel letto della ragazza; lei nelle braccia di lui. Tai le
alzò il mento e la fissò per un istante. La ragazza aveva ancora le gote
leggermente arrossate, i capelli sbarazzini che non volevano restare al loro
posto, quegli occhi così profondi color nocciola che si amalgamavano ai suoi.
Alla fine le sussurrò -Sei bellissima, come sempre- dopodiché la baciò lungo
tutto il collo per poi risalire fino alle labbra. La ragazza si sentì
avvampare, ma accolse volentieri le effussioni del ragazzo. Lui dunque la fece
sdraiare sulla schiena e le si mise sopra cercando di fare la massima
attenzione a non schiacciarla. Sora sorrise un paio di volte notando la sua
goffaggine.
Tornò, quindi, a baciarla, appoggiando lentamente le sue mani sulle sue
cosce, cercando poi di farle risalire fino all’ombelico di lei passando sotto
la veste della ragazza. Sora sentì un forte calore al basso ventre proprio
mentre Tai faceva scorrere le sue mani su tutto il suo corpo, quando ad un
tratto..
-Cazzo- sbottò lui.
La ragazza si svegliò quasi per magia da quel momento paradisiaco, ancora
così precoce e privo di un amore intimo, ma già così piacevole e intenso.
Guardò il ragazzo in difficoltà che trafficava proprio lì sotto e si
domandava che diavolo stesse facendo: un filo della canotta di Tai, pressoché
invisibile e inconsistente, si era incastrato in uno dei bottoncini della veste
della ragazza.
E come al solito, quella serata era finita con Taichi che aveva smadonnato
contro la camicia da notte della ragazza e le cuciture della sua canotta.
Dopo una buona mezz’oretta passata a tranquillizzarlo, il ragazzo si era
addormentato abbracciando forte a sé Sora che, come sempre, sbuffava per non
esserci ancora riuscita.
Forse l’amore non è così meccanico come sembra. Non è necessario crearsi
aspettative, perchè ogni volta che lo si fa, beh, queste svaniscono velocemente
senza lasciar traccia del loro passaggio. Al contrario bisogna attuare una
filosofia più oraziana alla carpe diem,
cercando di soffermarsi su ogni singolo dettaglio dell’oggi, senza pianificare
le mosse del domani.
L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso... L'amore non è mai
presuntuoso o pieno di sé, non è mai scortese o egoista, non si offende e non
porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si
delizia della verità. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a
resistere a qualsiasi tempesta.
A walk to remember, uno dei miei
libri preferiti in assoluto.