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Autore: Feny_    01/08/2011    0 recensioni
Song-fic scritta per puro sfizio personale, ispirata alla canzone 'Marry You' di Bruno Mars interpretata dal cast di Glee.
E se Elizabetta, in un momento di euforia generale, si ritrovasse sposata con Gilbert? Cosa accadrebbe? Leggete per scoprirlo ~
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ancora una! Ancora una!»
Urlò Elizabetta al povero barman che sopportava quel gruppetto che era nel locale da ore ormai.
«Secondo me non ce la fai Hédérvary!»
Urlò di rimando Gilbert che si trovava dall’altra parte del bancone.
«Sta a vedere Beilschmidt!»
Ribatté la ragazza convinta mentre afferrava il boccale di birra che traboccava di alcool, lo portò alle labbra e ne bevve una grande quantità, svuotandolo per metà.
‘Com’è che sono finita a bere con Beilschmidt e quegli altri due idioti?!’
Si chiese la ragazza buttando uno sguardo ai suddetti idioti che erano intenti a rimorchiare due povere ragazze fin troppo svestite.
Tutto era cominciato proprio quella mattina, Roderich si era diretto a casa di Vash per… Per una riunione.
Così aveva detto alla ragazza, che razza di bugiardo che era.
Vedendo che il suo amato non tornava, Elizabetta decise di andare a cercarlo a casa dello svizzero.
Mai decisione fu più sbagliata.
Bussò varie volte ma non vi fu risposta, così fece il giro sul lato della piccola casa dello svizzero e notò che c’era una finestra aperta, certo non era il modo più educato di entrare ma doveva riportare Rod a casa dopotutto no?
Se le avessero chiesto qualcosa avrebbe potuto tranquillamente dire che la porta era aperta e che era entrata per vedere a che punto fossero arrivati con la riunione no?
Appena messo piede in casa sentì dei gemiti provenire dal piano superiore dell’abitazione.
‘Non sarebbe cortese andare a vedere…
Ma se stesse succedendo qualcosa di brutto?!’
Con questo pensiero l’ungherese si diresse su per le scale sentendo i gemiti aumentare, si avvicinò ad una porta e si rese conto che tutto quel rumore proveniva da lì.
Prese un grande respiro ed afferrò saldamente il pomello della porta dando un grande spinta.
La scena che le si presentò di fronte le fece fermare il cuore.
Era entrata nella camera da letto di Vash.
E appunto sul letto c’era lo svizzero intento a baciare Roderich.
E Roderich era intento ad infilare la mano nei pantaloni dello svizzero.
«No…. Non è possibile…»
La ragazza si portò una mano alle labbra scuotendo la testa, tutto quello non stava accadendo davvero, magari era tutto un sogno e lei si sarebbe svegliata a breve.
Quanto avrebbe voluto che fosse tutto un sogno.
Ma quello era un incubo, un incubo reale, uno dal quale non poteva risvegliarsi.
Corse via giù per le scale, scendendo gli scalini a tre alla volta, rischiando anche di cadere rovinosamente. Arrivò alla porta, che scoprì essere chiusa dall’interno, cercò la chiave situata accanto alla finestra dalla quale era entrata, la prese, aprì la porta e corse via piangendo.
‘Roderich… Roderich…’
Era tutto quello a cui riusciva a pensare.
Il viso dell’austriaco spalmato beatamente su quello dello svizzero era troppo per lei, voleva cancellare quell’immagine dalla sua vista ma il suo cervello sembrava contrario visto che davanti agli occhi aveva solo ed esclusivamente quell’immagine.
Continuò a correre, in preda alla rabbia e alla tristezza e senza neanche rendersene conto era arrivata alle porte della villa di quell’idiota.
Anzi di quel ‘Magnifico’ idiota.
L’ungherese sospirò affranta, stava passando dalla padella alla brace, se quel grandissimo egocentrico idiota l’avesse vista in quelle condizioni di certo avrebbe cominciato a prenderla in giro a più non posso e lei non era proprio dell’umore adatto per discutere.
Incominciò a tornare indietro sui suoi passi, in modo da poter intraprendere un’altra via e non incontrarlo ma non aveva mosso neanche due passi che andò a sbattere contro qualcuno.
«Oh.. Mi dispiace molto, mi scusi»
«Hédérvary che fai qui?»
‘Oh no… ’
Fu tutto quello che riusciva a pensare mentre alzava gli occhi e incontrava quelli rossi come rubini di Gilbert.
«Sono affari miei e ora scusami ma ho una certa fretta»
Sorpassò il ragazzo e si asciugò le piccole lacrime che erano sfuggite al suo ferreo controllo, purtroppo però la sua grande uscita fu interrotta dalla presa dell’albino sul suo braccio.
«Perché piangi? »
Chiese lui ingenuamente mentre la riportava nella posizione iniziale.
«Non sono affari… Non sono affari che ti riguardano»
Ribatté lei guardinga mentre voltava il viso nella speranza che il prussiano non notasse anche le altre lacrime che copiose le scendevano dalle guance.
«Andiamo maschiaccio, dimmi chi è il bastardo che ti ha fatto piangere, devo picchiare l’austriaco per caso? »
Ad Elizabetta mancò il fiato e per un secondo vide il mondo attorno a sé girare e girare, in lontananza sentiva la voce dell’amico che la chiamava ma lei non era più con lui, il dolore l’aveva risucchiata.
Il solo fatto che Gilbert avesse nominato l’austriaco bastò a farla quasi svenire, si riprese subito dopo ma il ragazzo notò il repentino cambiamento.
«E’ stato davvero lui? Che ti ha fatto? »
Chiese mettendo da parte il solito tono scherzoso, vedere la ragazza ridotta in quello stato aveva subito mosso in lui un sentimento di protezione, voleva abbracciarla e confortarla per poi andare ad uccidere quel damerino del cavolo che si era permesso di farla piangere.
«Elizabetta…. Parlami»
Il prussiano aveva parlato con un tono calmo ma deciso, era davvero interessato a sapere qual’era stato il motivo di tante lacrime.
«Roderich…. Vash…»
Fu tutto quello che la ragazza riuscì a pronunciare prima di scoppiare a piangere proprio davanti a lui.
Singhiozzò amaramente e subito sentì il calore del corpo del ragazzo avvolgerla in un abbraccio, abbraccio che la ragazza ricambiò in men che non si dica.
Il corpo di Elizabetta era ancora scosso dai tremori mentre Gilbert la prendeva in braccio e la portava in casa sua, ma nonostante le lacrime e la tristezza la ragazza opponeva lo stesso una grande resistenza.
«Si vede proprio che sei sempre la solita ‘Non ho bisogno di nessuno io!’»
Disse sbuffando il ragazzo cercando di imitare la voce dell’altra, mentre faceva sedere l’amica sul divano nel soggiorno.
Quel piccolo commento fece scappare una piccola risata dalla bocca arrossata della ragazza.
«E tu sei sempre il solito idiota megalomane e narcisista! »
Disse dandogli un pugno non tanto leggero sul torace.
«Ehi non usarmi come punch ball! »
Un’altra fragorosa risata uscì fuori dalle labbra dell’ungherese, Gilbert non poté fare a meno di guardarla ridere, era così carina in quel momento. Anzi per Gilbert, Elizabetta era sempre carina.
«Ti va di dirmi cos’è successo? »
Chiese con un tono più gentile il ragazzo, l’ungherese abbassò lo sguardo e strinse il grembiule che ancora indossava, ormai bagnato di lacrime.
Prese un grande respiro e con uno sforzo immane raccontò quello che aveva visto, evitando opportunamente il fatto che si fosse introdotta impropriamente in casa dello svizzero.
«Capisco…. Bè sapevo che quel damerino era dell’altra sponda! »
Esclamò il prussiano mentre portava le braccia dietro alla testa e si appoggiava allo schienale del divano con nonchalance.
«L’avevo sempre sospettato e tu che gli sbavavi dietro! Povera illusa!»
Il ragazzo rise di gusto poco prima di vedere l’amata padella della ragazza abbattersi rovinosamente sulla sua tempia destra. Lasciando un ben poco magnifico bernccolo.
Quel pomeriggio passò velocemente, tra una padellata da parte della ragazza e una battutina ben poco carina sui gusti in fatto di amore della ragazza.
«E basta! Sono ore che mi padelli! Smettila che ho un impegno e devo prepararmi! »
«E dov’è che devi andare? Sull’autostrada da qualche tua amichetta? »
Chiese con malizia la ragazza.
«No devo uscire con Francis e Antonio….
E verrai anche tu! »
Esordì il ragazzo con un sorriso smagliante.
«Eh? Io? Bè….E dove andate? E poi perché dovrei venire?!»
«In un qualche locale in ovviamente, solo locali all’ultima moda per il magnifico qui presente! Perché a chi importa che quel damerino non ti vuole?! Ci sono un migliaio di ragazzi là fuori pronti a stare con te.
Bè magari un migliaio proprio no, forse sono solo due o tre, ma comunque non devi deprimerti pensando a quell’idiota»
«Mh… Un invito a bere, gratis per di più, non si rifiuta mai! E poi… Ci sono molti ragazzi che vorrebbero stare con me!»


























‘Ecco come ci sono finita qui’
Pensò amaramente la ragazza mentre buttava giù l’ennesimo bicchiere di quella serata.
‘Certo che questi qui sono proprio insaziabili!’
Osservò guardando di nuovo Francis e Antonio ora impegnati con tre ragazze, probabilmente la nuova arrivata doveva essere sorella di quella che Francis teneva seduta sulle ginocchia data la somiglianza.
Arrivata alla trentesima birra o giù di lì la vista incominciò ad appannarsi e la stanza a girare, segno che il suo corpo incominciava a non reggere più il ritmo così frenetico della serata.
Vide che gli amici del prussiano avevano abbandonato le ragazze per tornare al bancone e parlare fitto fitto con Gilbert, anche lui ormai brillo.
Ecco si stavano alzando e stavano venendo verso di lei..
Chi era che la stava sollevando?
Sentì il classico odore d’idiota e cominciò ad imprecare verso Gilbert sul fatto che voleva ancora rimanere e che odiava farsi prendere in braccio stile sacco di patate da uno come lui.
Erano usciti tutti e quattro dal bar ed avevano intrapreso una stradina secondaria ed erano arrivati davanti….
Ad una cappella?
  
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