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Autore: Sselene    01/08/2011    1 recensioni
Breve fanfiction sulle notte de "La Promessa" di Matteo. Un uomo, il giorno del suo matrimonio, ricorda il passato, il presente e il futuro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo il battito del cuore assordarmi come se battesse direttamente nella mia testa; la gola secca come se avessi appena ingoiato una o anche due manciate di sabbia; le mani tanto sudate che pareva di averle appena ritirate dall’acqua; la cravatta mi stringeva il pomo d’adamo tanto che avevo voglia di strapparmela e buttarla via.
Sapevo bene che era necessario che lei si facesse attendere, ma ogni istante il mio stomaco si annodava più strettamente ed ero quasi certo che sarei impazzito ben prima che arrivasse il fatale momento della marcia, in cui lei sarebbe entrata dalla porta.
E pensare che neanche tre anni prima non avrei neanche sognato di ritrovarmi in una situazione del genere, in attesa di colei che sarebbe diventata mia moglie.
Neanche tre anni fa, io ero sposato: sposato a Dio. Lui era il mio Unico e mai mi sarei permesso di immaginare altro non perché fosse illegale o immorale, ma perché mi sentivo sinceramente unito a lui e solo a lui e sinceramente credevo e ritenevo che mai avrei potuto sciogliere la promessa che mi legava così strettamente a lui.
Ma Dio agisce per vie misteriose e quel giorno la mia convinzione aveva vacillato.
Ricordavo bene i campi di fiori blu, le rondini che volavano nel cielo a ricordare a noi uomini che la primavera stava tornando e che ancora tutto sarebbe tornato a vivere. E lei, al centro del campo, con il morbido vestito dalla gonna a ruota, azzurro come i suoi occhi.
Avevo capito subito che era quella la mia strada, a quel punto, che era lei.
Non sapevo perché, né mi interessava: era evidente che Dio aveva un piano per me e io l’avrei seguito, perché sapevo che era quello giusto per me.
Nessuno a parte Lui poteva sapere come andavano le cose, cosa sarebbe successo, cosa ci riservava il futuro. Potevo solo sperare che mi riservasse la felicità più totale, in compagnia della donna di cui mi ero innamorato grazie a Lui. Non potevo sapere cosa sarebbe successo, ma sapevo che io, davanti a Dio, le avrei detto si e l’avrei fatta mia per sempre.
Per quanto conoscessi la Grandezza del Signore, ancora ero sorpreso da tutto quello che era successo. Innamorarmi di lei era stato naturale: era una persona splendida, ricolma di grandi qualità, gentile, generosa, operosa, buona con il prossimo, religiosa, fedele. Ma che si innamorasse di me, mi aveva colto di sorpresa.
Cosa potevo darle io? Ero solo un frate, non avevo nulla e non potevo garantirle la vita agiata a cui era abituata, né nient’altro. Non potevo darle niente eppure si era innamorata di me e aveva accettato di sposarmi.
“Non ci serve nient’altro che l’amore e la fede in Dio, Matteo.”
E ora attendevo il suo arrivo, con il cuore che palpitava, la cravatta che soffocava, le mani sudate e lo stomaco arrotolato.
E non sapevo, non potevo sapere, cosa sarebbe successo dopo a me e ad Elisa e a noi e al nostro futuro insieme. Solo Dio sapeva, poiché lui organizzava il nostro cammino e ci accompagnava lungo esso per poter raggiungere la Felicità.
Non potevo sapere cosa sarebbe successo nel futuro, ma sapevo che, davanti a Dio, io avrei accolto la mia Elisa e le avrei detto di si e l’avrei resa mia per la vita intera.
E mentre lentamente attraversava la navata, di bianco vestita, avvicinandosi a me con un sorriso emozionato e gli occhi brillanti di felicità, capii che qualunque cosa Dio avesse avuto in serbo per noi, saremmo stati felici, insieme.
Perché avevamo bisogno solo di noi.
   
 
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