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Autore: coco1994    01/08/2011    2 recensioni
Stavi sognando. Un sogno meraviglioso.
Volavi sopra un mare di nuvole, libera e leggera, e con quel tuo sguardo intensissimo osservavi diretta il Sole, senza stringere neanche un po' i tuoi occhi strani.
Il Sole, la stella.
E tu brillavi come lui. Una cometa splendente, eri questo nel sogno.
Libera.
E felice.
Tieniti stretto questo ricordo, piccola, tienitelo stretto.
Passerà del tempo, da adesso in poi, prima che tu possa anche solo immaginare di brillare.

Buonasera! Sono di nuovo qua, stavolta con quella che si potrebbe definire la mia personale versione di Digimon Adventure 03. I protagonisti sono i soliti, un po' cresciuti ma neanche più di tanto. Per quanto riguarda il genere, la categoria "Drammatico" doveva esserci per forza, con gli altri due intendevo dire che sto cercando di creare una storia sullo stile dei due anime - combattimenti, digievoluzioni eccetera eccetera. Ho fatto del mio meglio per inserire i fatti di questa storia senza contraddizioni con le serie ufficiali! Se la storia vi piace, scrivetemelo (se non vi fa fatica).
Arrivederci e a presto!
P.S.Una cosa importante: praticamente non considero l'ultima puntata della seconda serie, ma immagino che la cosa non vi stupisca affatto.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP.00_LOOKING BACK


Questa notte è diversa dalle altre.

Ad uno sguardo disattento può sembrare quieta e silenziosa, ma basta un minimo di sensibilità - quella sensibilità che tu hai - per capire... che non è così.

Lo sai.
Lo senti.
Lo percepisci.
Per questo ti svegli.

Stavi sognando. Un sogno meraviglioso.

Volavi sopra un mare di nuvole, libera e leggera, e con quel tuo sguardo intensissimo osservavi diretta il Sole, senza stringere neanche un po' i tuoi occhi strani.
Il Sole, la stella.
E tu brillavi come lui. Una cometa splendente, eri questo nel sogno.

Libera.
E felice.

Tieniti stretto questo ricordo, piccola, tienitelo stretto.
Passerà del tempo, da adesso in poi, prima che tu possa anche solo immaginare di brillare.


Giri la maniglia della finestra, ed esci in terrazza. Non stai seguendo un istinto misterioso. Sai solo che fuori c'è qualcosa. E tu vuoi scoprire cos'è.
Così vedi cosa sta succedendo a pochi passi dal tuo palazzo.
La sorpresa di blocca. Non può essere vero, pensi scuotendo la testa.
Alzi gli occhi, e la luna vi si specchia.
Lontana, e incastrata e in un cielo limpido, pulito e calmo - punteggiato da una miriade di stelle. L'unica parentesi di normalità, aperta e già chiusa, su questa notte strana.
Ti viene uno strano pensiero.
Ti chiedi se sia così che si sente la marmellata - che non ti piace nemmeno più di tanto - schiacciata dalle due fette di pane. Nel tuo caso, poi, qualcuno deve aver anche fatto un errore, perché quello che c'è sopra di te è inuquivocabilmente pane bianco, normale e uniforme, mentre quello sotto è pane integrale, scuro, articolato e pieno di semi.
Nemmeno il buongusto di fare un panino omogeneo.

Le stranezze che stanno avvenendo attraggono ancora il tuo sguardo, che si volge di nuovo verso il basso, dove i tuoi occhi si trovano a ingoiare la scena.
Stavolta, qualcosa scatta dentro di te.
Credi all'evidenza. Sai che è tutto vero.
E ti trovi a desiderare di far parte di ciò che vedi.
Ora lo vuoi. Disperatamente. E forse, soltanto forse, potresti anche ottenerlo.

E resti lì, alla tua ringhiera, gli occhi persi in quello spettacolo, per un tempo che sembra non finire mai.


E' la tua parentesi, il tuo momento magico.
Personale.
Segreto.
Perfetto.
Ma non eterno.

Senza preavviso, arriva qualcosa. Percepisci anche questo. E l'incanto è rotto.

Annaspi, ansimi, cerchi di inghiottire quell'aria che è la stessa di prima, eppure non è uguale.
Le tue mani, strette alla ringhiera, cedono, e tu cadi, cadi di schianto su pavimento della terrazza.

E ti trovi con la schiena a terra, e il tuo volto guarda il cielo, le orecchie ancora piene dei rumori che vengono da sotto, raddoppiati ora da un fischio acuto e penetrante.

Solo allora ti chiedi perché non c'è nessuno. Con tutto quel rumore, non c'è nessuno.

Neanche per te. Per te, e per ciò che sta arrivando e che, ormai, ti è accanto.
E tu sei sola, piccola, abbandonata.

Dai tuoi occhi pieni di Luna spunta una sola lacrima.

Sorpresa nel terrore. Tu non piangi mai.



E allora, solo allora, capisci chiaramente di essere perduta.



Un'intensa luce illumina la strada. Una bianca cupola illumina ogni cosa.
Troppa energia, tutta insieme.
Si consuma su se stessa, lasciando spazio a un timido raggio di Sole che a est fa la sua comparsa.
Non è più la notte. Ma c'è quiete e silenzio. E non c'è più nessuno.


Ora, davvero, non c'è più nessuno.





In un altro mondo, in un altro tempo, un urlo squarciò la notte nera.
Un’altra notte nera.

Era un incubo, ciò che aveva scatenato il grido. Ma non un incubo come tanti.
Un incubo reale, terrificante, terribile, come solo quelli causati da un ricordo sanno esserlo.

Con questa maledizione quell’anima che nella notte si era risvegliata viveva e ricordava, e ricordando soffriva.

Perché si sa che, in fondo, il passato è la cosa da cui non ti libererai mai e quella che spesso, troppo spesso, torna a farti visita.
Quella il cui ricordo può portare alla pazzia.

Ed è inutile chiedersi se sia peggio il rimorso per ciò che si è fatto o il rimpianto per qualcosa che fatto non è stato.
In entrambi casi, resta sempre il dubbio sulla decisione presa.


E il dolore per aver fatto la scelta sbagliata.

Rieccomi! Finalmente, direi. Dopo una lunga e attenta consultazione con me stessa, ho deciso di pubblicare questo capitolo, che ha due caratteristiche principali:

1) è criptico! Volutamente. Non dovevo svelare troppo e al contempo non dovevo scrivere un'accozzaglia di parole che non destassero neanche un briciolo di interesse in chi mi leggerà. Spero di essere riuscita nell'impresa e sarebbe per me una cosa meravigliosa, visto che ho adorato scrivere - e comporre artisticamente - questo capitolo.

2) è un prologo! Il che significa che seguiranno un discreto numero di capitoli, già più o meno decisi qualitativamente ma non quantitativamente. Cercherò di darmi una regolata entro la prossima uscita.

Tengo tantissimo a questa storia. L'idea ha cominciato a svilupparsi in seconda media (N.B. Al momento devo iniziare la quarta superiore), ma della base originale non rimane quasi niente, il che - rileggendo ciò che in quel periodo avevo scritto - non può essere considerato che un bene. Tuttavia, la maturazione della storia dentro la mia testa mi ha fatto compagnia per più di quattro anni, e non posso che sentirmi felice di essere finalmente riuscita a metterla su carta (perdonate la licenza poetica).
In quanto alla storia in sè... beh, il titolo generale è abbastanza esplicativo già di suo, e leggendo tra i personaggi si può capire che i cari vecchi Digiprescelti non saranno lasciati da soli... Ovviamente, non vi dico chi e/o cosa arriverà/arriveranno col proseguire della storia.
Comunque sia... mi auguro davvero che vi piaccia, perché uno scrittore non è nessuno se non ha i suoi lettori!! :) Se questa fic, la mia prima long fic, vi piace, ci terrei a saperlo. Se non vi piace, anche. Gradirei, in quel caso, critiche costruttive, che mi aiutino a migliorare. E non sto parlando solo di questo capitolo, ma in generale.
Bene! Dopo questo piccolo poema vi lascio. Aspetto le vostre recensioni e prometto di aggiornare presto, perché mi rendo perfettamente conto che solo con questo prologo non si capisce granché.

Arrivederci!

coco1994

  
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