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Autore: Drika    01/08/2011    5 recensioni
Un ipotetico proseguo della mia ff "A happly ever after", anche se comunque non è necessario averla letta per comprenderla. Dora e Remus hanno una nuova bambina, Iris, e le danno questo nome particolarmente denso di significato. Quale sarà quando la bambina glielo chiederà?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Nata racchiusa in un raggio di sole -Ancora un piccolo sforzo, Ninfadora...-
Le parole della madre la fecero rabbrividire. La faceva facile lei! Si sentiva spossata e le chiedeva un ultimo sforzo!
Nonostante quei pensieri, però, quando sentì la contrazione arrivare spinse con tutte le sue forze per poi lasciarsi cadere sfinita sul cuscino, con gli occhi chiusi. Respirava a fatica, come se fosse stata svuotata di ogni energia vitale, finché non sentì la mano calda di Remus sfiorarle il volto.
-Sei stata bravissima, Dora...- lo sentì mormorare, mentre le baciava la fronte, asciugandole una goccia di sudore. La ragazza in qualche modo sorrise, riaprendo gli occhi mentre anche Ted le si avvicinava e le sorrideva.
-E tu...- mormorò appena vedendo il bambino accanto la padre.
-Nonno mi ha portato a casa appena la nonna gli ha detto che la sorellina era nata!- rispose eccitato, mentre Andromeda rientrava con la bambina fra le braccia, avvolta in una copertina, e la poneva fra le braccia di Dora.
-Sorellina?- Remus guardò il figlio senza capire, soccorso dalla suocera.
-E' una bambina. Avete già scelto il nome?-
I due scossero la testa, mentre lo sguardo della madre cadeva fuori dalla finestra.
-Remus, adorato, come si chiamava quella divinità babbana di cui mi hai parlato qualche giorno, quella che portava l'arcobaleno...-
-Iris, tesoro mio.- rispose il marito, seguendo lo sguardo della moglie.
-Si chiamerà così, allora.- concluse risoluta lei, con l'approvazione degli altri, per poi tornare a guardarla. Quasi non si accorse di Ted che si avvicinava a carezzarla guidato dal padre, persa com'è in quel primo incontro. Ripensò ai nove mesi appena conclusi, perfetti come quelli di Ted, ma con una nota in più, Remus.
C'era sempre stato, in ogni momento aiutandola e confortandola.

C'era quando gli aveva portato la notizia, timoroso della sua reazione. Invece era stato perfetto, l'aveva abbracciata ricacciando in fondo ai suoi occhi le sue paure, dandosi per un momento solo alla gioia più pura.
C'era quando le nausee mattutine la facevano correre in bagno. Accanto a lei la aiutava per poi sorreggerla alla fine, quando per qualche minuti rimaneva senza forze, sostenendola e coccolandola.
C'era quando la bambina aveva scalciato per la prima volta, facendole cadere di mano tutti i piatti che stava riponendo. All'inizio si era girato con un misto di rabbia e rassegnazione, per poi vederla tenersi il ventre e capire, correndo da lei e baciandoglielo piano, per poi stringerla forte a sé.
C'era quando avevano deciso di dirlo a Teddy. Seduta fra le sue braccia, col bambino a sua volta in braccio eccitatissimo all'idea e Andromeda sorridente in piedi di fronte a loro, per una volta in grado di mostrare le sue emozioni.
C'era ogni sera sdraiato nel lettone con lei, quando i movimenti della piccola erano diventati percepibili anche dall'esterno. Carezzandole il ventre la prendeva in giro perché la bimba non stava ferma un secondo, come se rotolasse sempre per il suo pancione, cadendo sempre come la madre.
C'era quella mattina quando la prima doglia l'aveva presa in contropiede e l'aveva fatta attaccare al lavandino dal dolore. Quando lo spasmo era finito l'aveva dolcemente portata sul loro letto per poi correre a chiamare Andromeda e mandare Ted dal nonno, per poi non spostarsi neanche per un secondo da accanto a lei, tenendole la mano e carezzandole il viso.
Era semplicemente rimasto accanto a lei ed era quello che a lei interessava. Sicuramente aveva avuto gli stessi dubbi, gli stessi terrori che aveva avuto con Ted, ma questa volta era stato in grado di viverli accanto a lei, senza fuggire.
-A cosa pensi Dora?- le parole del marito la fece riscuotere con una scrollata di spalle.
-A nulla, Remus...- mormorò baciandogli dolcemente la guancia per poi tornare a cullare e ad allattare Iris, che aveva mostrato l'intenzione di attaccarsi a lei.

******************

Erano passati quasi nove anni da quel meraviglioso pomeriggio e Iris era diventata una bambina allegra e distratta come Dora, ma allo stesso tempo attenta e intelligente come Remus. Frequentava il penultimo anno alla scuola elementare babbana con la solenne promessa di controllare le sue abilità, soprattutto i capelli, perché quando si era trattato di scegliere non aveva voluto studiare in casa come Ted visti i molti amici babbani che si era fatta andando al parco con la madre o la nonna, soprattutto da quando era arrivato Alyon, il terzo figlio della coppia.
Dora era proprio con lui, controllando che Ted facesse in modo almeno decente il tema di Storia della Magia che stava scrivendo, quando la bambina si avvicinò col quaderno tra le mani.
-Mamma, ho bisogno di una mano per un compito.-
La donna appoggiò il figlio minore nel suo box per poi avvicinarsi a lei e dirle:
-Vediamo se posso aiutarti...- disse guardando il punto che la bambina le indicava.
-Vedi, devo spiegare perché mi è stato dato il mio nome, ma io non so perché mi chiamo con un fiore!- sbottò facendo ridere di gusto la madre.
-Ma tu non ti chiami come un fiore, bambina mia!-
-Come no!- rincarò lei, i capelli di una bizzarra striatura di rosso -Me lo ha anche fatto vedere un iris papà!-
Dora rise di gusto per poi sedersi a terra a gambe incrociate e farla sedere nel suo abbraccio per poi dire:
-Hai ragione, diciamolo meglio... L'iris è un fiore, in effetti, ma tu prendi il nome da una divinità dell'antica Grecia, sai quelle che ti raccontava le storie papà fino a qualche sere fa?- la bambina annuì e quindi Dora proseguì: -Iris, oltre ad essere la messaggera degli dei era ancora la dea dell'arcobaleno, che portava sulla terra subito dopo la pioggia, proprio com'è successo quando sei nata tu.-
-Davvero?- domandò la bambina che stava evidentemente pendendo dalle labbra materne.
-Sì, bambina mia...- Dora le baciò i capelli prima di proseguire il suo racconto -Quando mi hai comunicato per la prima volta che ti sentivi pronta per nascere, la mattina del tuo compleanno, aveva appena iniziato a piovere talmente forte e talmente tanto che quando la nonna arrivò per aiutarmi si dovette asciugare con la magia tanto era bagnata. E così per tutto il pomeriggio, a secchi interi come se tutta l'acqua del mondo voleva cadere qui.- Iris rise sentendo il paragone della madre, per poi tornare ad ascoltarla -Quando però nonna ti ha messo fra le mie braccia, io ho guardato fuori dalla finestra e nel cielo finalmente calmo risplendeva un bellissimo arcobaleno. Proprio come l'Iris della mitologia, venendo a noi avevi portato con te l'arcobaleno, da qui il tuo nome.-
La figlia la guardò eccitata per poi alzarsi felice:
-Ora avrò proprio un bellissimo temino da scrivere per la maestra!- disse, baciando la guancia della madre e, dopo essere inciampata alcune volte nel percorso, andare nella sua camera per scrivere, accompagnata dalle risate allo stesso tempo divertite e orgogliose della madre.

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Come dicevo questa mia ff è un ipotetico proseguo di
 A Happily ever afteruna mia ff sempre di questo paring (ovviamente xD), anche se non è necessario averla letta per comprenderla. Sono (quasi) contenta di come è venuta fuori, anche se in ogni caso aspetto le vostre recensioni positive negative, smontanti, quello che vi riterrete di dovermi dire! Non ho messo l'avviso di OOC, perché mi sembra molto IC, ma anche questo sta a voi dirmi se ho fatto bene o no.
See you qui o sulle altre mie FF :3
   
 
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