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Autore: telesette    02/08/2011    3 recensioni
Sasuke Uchiha, 13 anni, soffre di una particolare forma di autismo a seguito della tragedia familiare che suo fratello ha compiuto davanti ai suoi occhi. L'assistenza sociale e il Tribunale dei Minori ritengono opportuno affidare il ragazzo all'unico parente ancora in vita: Madara "Maddy" Uchiha. L'uomo, un ex artista di circo alcoolizzato, lascia alquanto perplessa la comunità di Konoha tuttavia, attraverso difficoltà e incomprensioni, i due inizieranno a vivere insieme e a comprendersi l'uno con l'altro...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sasuke Uchiha, Tobi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Sangue...

Le mani di Sasuke erano rosse di sangue, si trattava forse del suo ? No, ora che la rabbia era passata, stava cominciando a ricordare: davanti al corpo disteso e sanguinante di quell'imbecille che belava piagnucolante con il naso spaccato; le urla degli altri ragazzi e delle guardie dell'istituto che gli risuonavano nelle orecchie; le braccia bloccate dietro la schiena e il rumore della porta che veniva chiusa dietro le spalle... Finalmente cominciava a ricordare!
Erano passati già tre anni da quando suo fratello Itachi aveva ammazzato la sua intera famiglia, tranne lui. Quel massacro indescrivibile, quella scena raccapricciante ancora davanti agli occhi... Sasuke aveva smesso di parlare da allora, incapace di accettare un orrore troppo più grande di lui. Lo avevano messo in un istituto per orfani ma, a causa del suo mutismo, non era ancora riuscito ad ambientarsi e sovente capitava che qualche ragazzo lo avvicinasse per prenderlo in giro. Così era accaduto anche quella volta: dimenticando per un attimo il suo dolore, gli occhi di Sasuke si accesero di rosso; le sue orecchie registrarono le risate di scherno e lui vide il volto di quell'idiota assumere i tratti del fratello; in men che non si dica, afferrò quel ragazzo per il bavero e cominciò a devastargli la faccia a cazzotti in preda a un furore indescrivibile...
Era la terza volta in un mese che Sasuke mandava qualcuno in infermeria, senza un motivo apparente. Il direttore dell'istituto non sapeva più come comportarsi.

- E' la terza volta che quel ragazzo crea scompiglio all'interno dell'istituto - esclamò il direttore, Danzo Shimura, rivolgendosi al suo interlocutore.
- Capisco il suo disappunto, direttore - rispose il maestro Iruka. - Sasuke è un ragazzo profondamente turbato, ha perso tutta la famiglia in modo tragico, il fratello omicida e...
- Per favore, risparmi le sue considerazioni - tagliò corto Danzo, alzando una mano per metterlo a tacere.

Iruka tacque malvolentieri. Il direttore si avvicinò alla finestra, dandogli le spalle, e sospirò gravemente.

- Abbiamo settecentocinquanta ragazzi qui dentro - fece notare Danzo gravemente. - Alcuni con problemi, altri no, ma NON siamo un "centro medico" per handicappati pericolosi...
- Sasuke non è un handicappato - protestò Iruka energicamente. - E' vero, soffre di una particolare forma di autismo ma la prego tuttavia di considerare che...
- Me ne rendo conto benissimo - lo interruppe ancora l'altro. - Il punto è proprio questo: non possiamo assumerci la responsabilità per Sasuke Uchiha; è evidente che questo non è il luogo adatto per far fronte al suo stato di salute fisico e mentale; per questo devo presentare istanza all'Assistenza Sociale e chiedere che gli venga trovata un'altra sistemazione!
- Ma...
- E' nell'interesse di tutti, Iruka - sottolineò Danzo. - Un altro episodio come quello di oggi e ne andrà di mezzo il nome dell'istituto... Non voglio soggetti disturbati e psicotici qua dentro, sono stato abbastanza chiaro ?

Iruka strinse il pugno, fremendo di rabbia, tuttavia non poté fare altro che annuire.

- Perfettamente, signore, si è espresso molto chiaramente!
- Molto bene, è tutto per ora, puoi andare!

Iruka uscì dall'ufficio del direttore senza dire una parola ma, non riuscì ad evitare di sbattere energicamente la porta dietro di sé.

***

Chiuso nella sua stanza, Sasuke era immobile sul letto con lo sguardo assente e gli occhi incollati sul pavimento. Ormai non aveva più nemmeno il ricordo di una vita "normale", dopo che la sua gli era letteralmente crollata in frantumi, tutto ciò che aveva davanti a sé era un numero insignificante di giorni vuoti. La vita sembrava così priva di significato, senza più alcuna gioia, non c'era più nulla eccetto la rabbia e un odio inspiegabile verso tutto e tutti indistintamente. Attraverso la feritoia della porta, Iruka lo guardò preoccupato; erano mesi che si trovava lì e non aveva ancora detto una parola; come insegnante avrebbe voluto aiutarlo ma, riconoscendo tristemente i suoi limiti, capì che la mente di quel ragazzo era un problema al di sopra delle sue capacità.
Iruka chiuse lo sportello con rassegnazione e attraversò il corridoio, sinceramente preoccupato per la sua sorte, domandandosi se esistesse davvero qualcuno o qualcosa in grado di scuoterlo da quella difficile situazione.

( continua )

 

NOTA DELL'AUTORE:
approfitto di questo spazio per salutare e ringraziare una persona sulle cui parole ho riflettuto molto ultimamente. Saluto dunque scarlett666, ringraziandola tardivamente e dedicandole questa storia con tutta la sincerità possibile.
Grazie!

 

NOTA:

 "Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

   
 
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