In anticipo, perchè per il giorno preciso sarò definitivamente sperso tra le capre- da queste parti non sappiamo fare bene nemmeno i regali di compleanno,
Buon Compleanno Rodrick.
Dorian abbracciò la ragazza, ma invece di godere del piacere del suo corpo caldo, pensava al ritratto.
Si era sicuramente sporcato di rosso, ancora.
Rosso di lussuria, e dell'impronta di sangue lasciata accanto ad un'ombra, tempo fa. Uccidere un ombra non era un delitto, non poteva esserlo; e d'altronde lui era già morto.
Baciò le labbra rosse della consolatrice (che parola avvilente, quando quello che la consolatrice faceva era solo imprimere più a fondo nella sua carne il peccato), mentre pensava al sangue che macchiava la tela maledetta.
Si alzò lasciando sulle lenzuola luride e madide di sudore i soldi che doveva, per poi uscire nelle ombre della notte impietosa.
Il vento lo frustava, non riuscendo però a punirlo a sufficienza per gli abomini che quotidianamente compiva. Era una preghiera che aveva rivolto al cielo tempo prima, colpisci noi per i nostri peccati, ma evidentemente non esisteva nessuno di abbastanza misericordioso per esaudire le suppliche di un mostro come lui.
Sorrise, non riuscendo nemmeno con quella smorfia crudele a macchiare la purezza del suo viso da fanciullo.
Chissà se qualche altra non-esistenza avrebbe potuto biasimarlo per tutto questo: in fondo, quella donna aveva un buon sapore.