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Autore: SakiJune    02/08/2011    5 recensioni
Alastor si era trasformato in un Cacciatore, anche se a Quidditch giocava in tutt'altro ruolo. Nessuna frase romantica, certo, ma sguardi impossibili da fraintendere, a cui istintivamente lei rispondeva in un gioco che, pure lo sentiva, era pericoloso come un'Acromantula.
Una giovane Minerva McGonagall ai tempi di Hogwarts. Mentre Grindelwald mette a soqquadro l'Europa, qualcuno vuole fare altrettanto con i suoi sentimenti...
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Minerva McGranitt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Another kind of courage



"Non so, non ho ancora deciso. Mi piacerebbe insegnare, un giorno. Magari proprio qui."
"Che spreco, Minerva." Alastor ruminava una caramella schioccando la bocca, nonostante lei gli avesse detto mille volte che le dava fastidio sentirlo masticare così rumorosamente.
Spreco. Con una parola sapeva distruggere tutto ciò che lei immaginava, sognava, sperava.

Come se ci fossero solo maghi oscuri da combattere, e nessun sorriso da donare.

Non che Minerva non provasse rabbia al pensiero di tutto quello che stava accadendo, di Gellert Grindelwald e dei suoi seguaci, di come avessero saputo trascinare non solo il Mondo Magico, ma anche quello Babbano, in una spirale di odio e follia. Eccome se li temeva... ma non era questo il punto. Per Alastor, chiunque fosse in grado di tenere in mano una bacchetta aveva il dovere di andar fuori a combattere.

Come se non esistesse nient'altro che morte, morte, e nessuna poesia da dedicare.

Gli era presa una fissazione assurda: di incarnare l'ideale del vendicatore, come il nome impostogli suggeriva. Avrebbe dedicato l'intera vita ad "estirpare il Male dalla faccia della Terra", parole sue, nonché a convincere gli altri a fare altrettanto, se li considerava capaci di intraprendere la stessa strada. Quel ragazzo riusciva a farla sentire in colpa, quando gli ricordava che per se stessa aveva in mente un altro futuro:

"No, no, NO! Sei così intelligente, così dotata, Merlino mi sia testimone! Sei stata persino più brava di me nel GUFO di Trasfigurazione..."

"Forse perché è la mia materia preferita, ma non c'entra." Era la sua materia preferita perché adorava il suo insegnante. Una cotta da adolescente, dapprima, una stima inesauribile più tardi, man mano che imparava a conoscerlo.

"Certo che c'entra, eccome. Ascolta: non è facile per una donna diventare Auror, lo so, ma tu saresti perfetta. Sei una strega con i fiocchi, i tuoi voti lo dimostrano. Non hai le fatine in testa come le altre. Sei coraggiosa, e su questo non ci piove..."
Quasi la convinceva, in quei momenti, gli occhi brillanti e indagatori puntati nei suoi - ma senza malizia, almeno non ancora. Forse per questo riusciva a tenergli testa:

"Ho un bel coraggio, già, a starti a sentire."

"È uno spreco, ti dico!"

Era stato sempre così, tra loro due. La Sala Comune di Gryffindor ronzava continuamente dei loro litigi, sussurrati e non gridati, è vero, ma pur sempre vissuti con frustrazione.


Poi lui aveva cominciato a guardarla in un altro modo. Ormai Minerva non l'ascoltava più del tutto, non controbatteva, fingeva di essere d'accordo con le sue decisioni. Alastor si era trasformato in un Cacciatore, anche se a Quidditch giocava in tutt'altro ruolo. Nessuna frase romantica, certo, ma sguardi impossibili da fraintendere, a cui istintivamente lei rispondeva in un gioco che, pure lo sentiva, era pericoloso come un'Acromantula.
Si era lasciata andare. L'adolescente magra che conosceva un solo piacere, quello della conoscenza e degli Oltre Ogni Previsione vergati dalla mano antica ma salda di Albus Dumbledore, suggello delle sue aspirazioni e incentivo a dare sempre il massimo per raggiungerle, aveva imparato a sperimentarne una nuova forma, che si raggiungeva con molta meno fatica. Il problema era che lasciava, una volta conclusa la battaglia, un non so che di morboso a echeggiare tra i battiti del cuore e la nuova consapevolezza del suo corpo. Una fame, una dipendenza preoccupante.
Conoscevano i luoghi dove nessuno li avrebbe scoperti, e ogni volta ne riemergevano odorosi di erba o solvente magico.
Aveva tutt'altro odore e sapore, però, quel punto esclamativo che lui le offriva, risorsa inaspettata ed emblema del suo temperamento.

Mi vuole incastrare. L'anno prossimo andrà all'Accademia e se non voglio perderlo, dovrò seguirlo.

Finivano incastrati davvero, gambe e braccia, le bocche l'una nell'altra per non gemere e farsi scoprire dal custode. Iniziava a fare freddo, ma lui non se ne curava, prendendo in blocco i brividi sulla pelle di Minerva come scintille del suo personale trionfo.

"Verrai con me, allora?"

Quello fu il risveglio. Era ancora l'alba della loro storia, eppure Minerva si era svegliata, cercando a tastoni la via per uscire da quell'immenso equivoco.


"Forse non sei affatto coraggiosa come credevo."

No, non era il coraggio che le mancava. Solo, si rendeva conto che l'attrazione che pure provava per lui non era riuscita a renderla così ipocrita e falsa da scegliere una professione per cui non si sentiva portata. Alastor era tutto ciò che desiderava in un ragazzo, ma non in un uomo; e più si sentiva donna, più capiva qual era il suo ideale. Un uomo che combatte i nemici, li chiama con il loro nome e rifugge le tentazioni del potere e dell'agiatezza, ma che sa anche ridere di mille sciocchezze, ascoltare davvero gli altri e condividere le loro gioie e sofferenze, trovare quanto c'è di buono in tutte le cose e le persone. Il suo ideale aveva un volto, nonostante non volesse ammetterlo. Era colui che, mentre le insegnava a modificare la natura degli oggetti, le trasmetteva un senso di pace e infinita fiducia nel genere umano.

"Ti sbagli, Alastor. Ho il coraggio di rinunciare a te."

Non sapeva cosa quelle parole avrebbero scatenato in lui, ma Alastor la stupì. Forse si era già rassegnato, forse non la desiderava più: erano abbastanza vicini da iniziare un'altra guerra, un'altra schermaglia di lingue e capezzoli e dita sicure, ma lui non la sfiorò nemmeno.
Solo più tardi, quando si guardò nello specchio della Sala Comune, capì perché lui non l'aveva considerata una sconfitta totale. Erano gli occhi arrossati dal pianto, che non era riuscita a nascondere, ad avergli lasciato quel briciolo di soddisfazione...


Passarono gli anni. Minerva tornò a Hogwarts come insegnante, proprio come aveva sempre sognato. Il professor Dumbledore, il suo eroe, aveva sconfitto Grindelwald (come aveva capito già allora, non era necessario aver frequentato l'Accademia per essere il migliore) e anche il mondo Babbano era tornato in pace.
Non si pentì mai della sua scelta. Lavorare accanto al più grande mago del mondo era non soltanto un onore, ma la gioia più grande che avesse potuto desiderare; con la sua nomina a Preside il suo umorismo, le sue piccole stranezze, la sua saggezza diventarono parte integrante di Hogwarts, di quel mondo in cui Minerva aveva deciso di vivere.
E lei lo amava. Segretamente, teneramente, in un modo che non c'entrava nulla con la passione, un amore costante più che intenso. Fedeltà, al limite dell'adorazione.

Albus, il bianco, non Alastor, il vendicatore.

Ormai una donna matura, non poteva fare a meno di provare dentro di sé un duplice sentimento, ogni volta che l'Auror più famoso del Regno Unito compiva una nuova impresa. Era sinceramente ammirata, anche se di certo non stupita; e d'altro canto... sollevata. Alastor Moody era stato il suo primo amore, ma non l'ultimo, e non il più grande.





Scritta in risposta alla sfida di Lily_Snape, con i seguenti prompt: gioco di sguardi, profumo d'erba, occhi rossi (il quarto non voglio e non posso mettercelo!) + la canzone Turning Tables di Adele e il suo verso "Close enough to start a war", rating alto e almeno 1000 parole.
Alastor è abbastanza OOC, lo so, ma non lo segno tra gli avvertimenti perché a diciassette anni non aveva vissuto ancora nulla di ciò che lo avrebbe reso il tizio misantropo e guardingo che conosciamo. Idem per Minerva, insomma, ci siamo capiti.
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Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
   
 
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