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Autore: Izumi V    02/08/2011    8 recensioni
Non fece in tempo a prendere in mano la prima, e a leggerne le poche parole scritte in un angolino, che gli occhi cominciarono a bruciarle, con una lacrima che già premeva per uscire, mentre un sorriso divertito si allargava sulla sua bocca, in contrasto con l’espressione triste degli occhi.
-Shinichi…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza decise finalmente di prendersi un po’ di pausa dal lavoro, il suo preferito, durante le vacanze estive.
Si tolse la bandana e il grembiule e appoggiò lo straccio per la polvere sul davanzale della sua stanza.
Erano due ore che non faceva che mettere a soqquadro la camera spolverando ogni ripiano, ma ora aveva voglia di distrarsi un po’.
Non capita anche a voi che, riordinando la stanza, ritroviate una vecchia scatola di foto e vi venga all’istante una nostalgia tanto forte da attanagliarvi il petto come una morsa mortale?
 
- Forza, Ran, sono solo vecchie foto
Si incoraggiò mentalmente la ragazza, mentre con mano tremante gettava sotto al letto il coperchio della scatola di latta.
Non fece in tempo a prendere in mano la prima, e a leggerne le poche parole scritte in un angolino, che gli occhi cominciarono a bruciarle, con una lacrima che già premeva per uscire, mentre un sorriso divertito si allargava sulla sua bocca, in contrasto con l’espressione triste degli occhi.
-   Shinichi…
 
 
 
 
Agosto inoltrato, di due anni prima.
Spuma, sabbia dorata, ombrelloni colorati.
Quattro amici si erano finalmente messi d’accordo e avevano organizzato la tanta agognata vacanza al mare.
-         Andiamo, non ci credo!! Kudo, hai davvero intenzione di non toglierti quella dannata maglietta?!
-         Hattori, non rompere! Se ho detto che non mi va, non mi va!
-         Buoni, ragazzi, non siamo qui per litigare…
Ran si intromise nella discussione dei due giovani, appoggiata dall’amica Kazuha, per placare gli animi e riportare la tranquillità.
-         Siamo qui per divertirci, ricordate? Se Shinichi non vuole togliersi la maglietta saranno fatti suoi…
-         E a te dispiace molto, vero???
Urlò Kazuha, in modo che la potessero sentire anche a dieci chilometri di distanza.
-         Insomma, Kazuha!
Si limitò a riprenderla l’amica, mentre Shinichi, voltandosi da un’altra parte, si sentì avvampare.
-         Mmmh, che c’è Kudo? Arrossisci adess… AHIA!!
-         Così impari a non tenere la bocca chiusa!
Gli sibilò il detective, dopo avergli rifilato un pugno ben assestato nelle costole.
-         Ah, si, eh? Ora la paghi!!
Heiji gli si gettò addosso rotolando con l’altro giù dal lettino, e finendo a scazzottare per terra, pieni di sabbia.
 
-Che bambini…
Sospirò Ran, tornando a sdraiarsi sul suo lettino e chiudendo gli occhi al sole, con tutta l’intenzione di dormire. Se non fosse stato per una domanda che le ronzava in zucca…
-         Ahah! È inutile che cerchi di fregare anche me. Lo so che muori dalla voglia di sapere perché Kudo non voglia togliersi la maglietta!!
Esclamò convinta Kazuha, con una palese malizia che mise subito l’amica in difficoltà.
-         M-ma che dici?? Non mi interessa per niente! E poi scusa, come fai tu a dirlo?
-         Beh, è una domanda che mi sono fatta anche io…
Rispose quella, con una finta noncuranza che abbindolò Ran senza problemi. Certo che Kazuha era proprio un’ottima attrice…
-         Te lo sei chiesta pure tu?! Scusa Kzuha, mi nascondi qualcosa!? Guarda che se punti a Shinichi…
Ma non potè finire la frase, perché l’altra le scoppiò a ridere in faccia, finalmente soddisfatta della confessione indiretta di Ran.
-         Non ti preoccupare, mia cara. Io ho altri detective per la testa…
Mormorò con aria sognante, guardando i due amici che ancora si rotolavano nella sabbia, ridendo: erano passati all’arma più temibile, il solletico.
-         Almeno lui ti dimostra quanto ti vuole bene.
Sospirò lei, pensando a tutte le volte in cui Shinichi le aveva mostrato le lettere delle sue ammiratrici, tutto soddisfatto…
-         Certo che tu non capisci proprio niente! Sei proprio un’ingenuotta!
Le disse bonariamente Kazuha, sorridendo. Un sorriso che poi le si allargò di colpo, come se fosse appena stata illuminata da un’idea a dir poco geniale.
 
-         Heiji… HEIJI!!!
Lo chiamò lei, tentando con molti sforzi dal distoglierlo dal suo scontro con Kudo.
-         Cosa vuoi, rompiscatole?
Le chiese candidamente lui, portandosi a debita distanza dalla ragazza in modo da evitare qualsiasi vendetta per l’insulto che si era appena presa.
Ma quella aveva ben altro per la testa, e con gli occhi illuminati si avvicinò all’amico per sussurrargli qualcosa nell’orecchio.
-         Grande!! Ci sto!!
Esclamò lui poco dopo, con il sorriso che si allargava in un’espressione tra il felice e il diabolico, e scoccando poi uno sguardo soddisfatto a Shinichi, appena sedutosi sul lettino.
-         Mmh?
 
 
 
-    Noleggiare un pedalò?! E perché?!
Urlò Shinichi, sconvolto, mentre fissava il pedalò al quale Heiji e Kazuha l’avevano condotto, insieme a Ran.
Quest’ultima, arrossendo, non si dispiacque minimamente dell’idea dell’amica, anzi la fissò a lungo sperando che lei cogliesse nei suoi occhi il ringraziamento che le rivolgeva.
-         Ma almeno venite anche voi!!
Tentò Kudo, con il tatto che lo distingueva.
Secondo voi aveva capito? NO, ovviamente.
Ma non ebbe tempo di aggiungere altro, perché i due “amici”, senza troppi complimenti, li gettarono entrambi sul pedalò, spingendolo finchè non fu abbastanza lontano dalla riva. Dopo di che, scapparono via, complici e teneri, sparendo tra gli ombrelloni.
 
-Che idioti…
Sospirò Shinichi, appoggiando il mento su una mano e osservando il mare che si stagliava dinnanzi ai loro occhi. L’azzurro limpido dell’acqua del pomeriggio andava tingendosi sempre più di rosa, riflettendo i tiepidi raggi del sole che pian piano si abbassava all’orizzonte.
-         Beh.. non è un’idea tanto brutta
Tentò di spiccicare parola Ran, che in tutto quel tempo era sottostata ai piani dell’amica senza dire una parola.
 
In tutta risposta, Shinichi si voltò a guardarla sorpreso, alzando un sopracciglio. Ma, subito dopo, le rivolse uno splendido e dolce sorriso, sussurrando:
-         Hai ragione…
Notando lo sguardo attonito di Ran, Kudo si voltò nuovamente, arrossendo a tornando a osservare il mare.
 
Ran sentiva gli occhi incollati a lui come una calamita.
Aveva sentito bene, aveva davvero detto “Hai ragione”?
Ma cosa si scaldava a fare, probabilmente non parlava di lei, se no non si sarebbe concentrato di nuovo sul paesaggio… o forse sì?
Immersa in questi pensieri, nel rilassante silenzio che era calato tra loro, la ragazza ebbe finalmente il tempo di osservarlo bene, in tutta la sua perfetta bellezza.
I capelli corvini, appena mossi dal vento, con quel ciuffo che spesso gli copriva il volto, celando il suo sguardo così prezioso.
I suoi occhi color dell’oceano, profondi e misteriosi. Con quel velo di ironia che li contraddistingueva, e la malizia di certe battute…
La sua bocca, il suo sorriso. Quel sorriso meraviglioso ed eccitante. Quel sorriso che si accendeva nel risolvere un caso, quel sorriso che si apriva orgoglioso e consapevole, nel mettere un criminale con le spalle al muro.
Il suo collo forte e sottile, le sue spalle larghe e allenate.
Le braccia muscolose, che in qualche caso fortuito l’avevano stretta a lui, al suo petto sicuro e in quel momento nascosto da una maglietta nera…
 
-         Perché non ti vuoi togliere la maglietta?
Lo chiese di getto, senza pensare, più a se stessa in realtà. Il fatto era che non credeva di aver parlato ad alta voce!
Infatti, tingendosi le guance di un bel porpora, si portò le mani alla bocca, pentita di tale domanda.
Shinichi non rispose, anzi sbuffò, spingendo Ran a credere di avergli dato noia per l’ennesima volta.
Si maledì per questo.
 
Ma anziché darle della rompipalle, come Heiji con Kazuha un’ora prima, disse
-         Mi imbarazza…
Bofonchiò, come riluttante all’idea di rispondere.
Come poteva Ran immaginarsi che chi lo imbarazzava era proprio lei?
-         Tu? Imbarazzato? Andiamo, qui siamo solo io e te…
Mormorò allora la ragazza, che ovviamente non aveva colto. Con quella domanda aveva usato tutta la sua audacia, tanto che per la vergogna le sembrava quasi di svenire. Come minimo, voleva gettarsi in acqua.
 
Due ingenui al prezzo di uno, bella accoppiata, no?
 
Con l’ennesimo sbuffo, Shinichi afferrò i lembi della maglia, per togliersela.
Almeno con se stesso poteva ammetterlo, non vedeva l’ora di farlo. Sollevò la maglietta, nascondendo dietro di essa il sorriso nato dal pensiero malizioso appena fatto.
Di fronte a lui, senza nemmeno accorgersene, Ran stava trattenendo il respiro. Il cuore le batteva a mille, e il viso le era come in fiamme. Cominciarono pure a sudarle le mani: Shinichi la faceva letteralmente impazzire, con ogni minimo gesto.
Con un leggero tonfo, la maglietta finì ai loro piedi, e Ran potè godersi lo spettacolo.
 
Perfetti, bellissimi, scultorei.
Pettorali e addominali definiti e stupendi.
Ecco di cosa impazzivano le fan di Shinichi alle partite di calcio. Forse, avrebbe dovuto andarci più spesso…
Avrebbe voluto dire qualsiasi cosa, per rompere l’imbarazzante silenzio calato tra loro. Un qualcosa di buffo, se possibile, per sdrammatizzare un po’. E invece…
-         Urgh!!
Fu l’unico verso che le salì in gola, seguito poi da una tosse incontrollabile: le era andata la saliva di traverso.
Di fronte a lei, Shinichi scoppiò a ridere, a causa del buffo verso dell’amica.
Ma accorgendosi che la tosse si faceva insistente, si alzò dal sedile per inginocchiarsi davanti a lei, battendole qualche colpo sulla schiena.
Dopo un buon minuto, in cui Shinichi non mancò di sorriderle intenerito, Ran finalmente si calmò riprendendo il controllo di sé… più o meno. Non aveva fatto caso al fatto di avere il ragazzo di cui era innamorata a pochi centimetri dal viso.
 
-         Tutto ok, ora?
Le chiese premuroso, con quel sorrisetto che non lo abbandonava mai.
-         S-sì….
Rispose lei in un soffio, sentendo il respiro mancarle di nuovo, ma stavolta per una ragione diversa.
Con la domanda che Kudo le aveva fatto, aveva potuto sentire il suo fiato sul collo, fresco e buono…
Contrariamente a quanto avrebbe voluto, anche Shinichi sentì il respiro farsi pesante, accorgendosi della distanza di qualche centimetro che separava i loro visi, e le loro bocche umide.
 
Per la prima volta in vita sua in difficoltà, il detective deglutì con forza, spostando una mano verso…
-         Ecco, ora si alzerà e tornerà a sedersi lì per osservare il mare…
Si convinse Ran, con rammarico, pensando che la mano del ragazzo stesse per appoggiarsi sul bordo del pedalò, per farsi leva.
E invece…
 
La mano di Shinichi finì sul volto di lei, accarezzandola con dolcezza.
Ran chiuse automaticamente gli occhi, beandosi di quel contatto a lungo desiderato ma mai sperato davvero. Sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto, eccitato per quella semplice carezza.
Non potè prepararsi, quindi, perché non vide Kudo chiudere gli occhi e avvicinarsi sempre di più a lei.
Quello che successe dopo, fu solo un ricordo confuso.
 
Shinichi poggiò le labbra sulle sue, confondendone i sapori.
Lei, la salsedine del tuffo di qualche ore prima.
Lui, che ancora sapeva del dolce gusto dell’anguria mangiata la mattina.
Labbra umide e incerte, ansiose e vogliose.
La mano di Shinichi continuava ad accarezzarla, spostandosi tra i suoi capelli lisci e leggermente umidi.
Ad un tratto, Ran sembrò sentire qualcosa di morbido e caldo solleticarle le labbra ancora chiuse, ma non potè mai capire.
 
Un potente urlo, infatti, ruppe il silenzio che li avvolgeva.
-         E’ scaduto il tempo, piccioncini!!!!
Quell’idiota di Heiji.
Con uno scatto, Kudo si gettò letteralmente dall’altra parte del pedalò, infilandosi in fretta la maglietta nera. Senza dire una parola, cominciò a pedalare raggiungendo in fretta la riva, evitando bene di guardare Ran negli occhi.
Lei, dal canto suo, non fu turbata da un tale comportamento: in fondo, se lo aspettava da lui. Anzi non fu che felice, e giurò a se stessa che mai avrebbe dimenticato quel momento.
Quel bacio, che mai ebbe occasione di ripetersi, sarebbe rimasto indelebile nei suoi ricordi, insieme alla consapevolezza, già ottenuta ma ora più forte, di amare alla follia quel detective da strapazzo.
 
-         Ma quanto ci avete messo?! Rischiavamo di pagare di più se non foste tornati in tempo!!
Li rimproverò con finta aria seccata Hattori, con Kazuha che ridacchiava alle sue spalle.
Kudo non rispose, si limitò a fulminarli con lo sguardo, mentre Heiji cominciava ad avere seriamente paura per la sua incolumità.
-         Ehm… sentite… ci facciamo fare una foto?
Propose allora il detective dell’Est, sudando freddo e volendo cambiare discorso.
E prima che gli altri potessero esprimere il loro parere, si stava già sbracciando in direzione del bagnino.
-         Ehiiiii, scusa, ci faresti una fotoooo?
 
CLICK!
Ed eccoli, loro quattro, al mare.
Heiji e Kazuha abbracciati come fratellini, Ran attaccata forte al braccio di Shinichi che finge di guardare altrove.
Tutti, per un motivo o per l’altro, per un abbraccio inaspettato o un bacio rimasto sospeso nell’aria, rossi in viso come peperoni.
 
 
 
Ran lasciò che la lacrima le scorresse sulla guancia, e solo allora si accorse che aveva le dita sulle labbra, come a ripescare nella memoria quella dolce sensazione. Nell’altra, teneva stretta la foto, in corrispondenza della piccola scritta nell’angolo.
-         Raaan! Sono a casa!!!
La voce del piccolo Conan la ridestò totalmente dai suoi pensieri.
Come scottata, lasciò cadere la foto nella scatola, ma non la rimise a posto, per andare ad accogliere subito il fratellino.
-         Ciao Conan! Hai fame? Ti preparo qualcosa!
Disse tutta in un fiato, con le guance imporporate. Aveva ancora nella memoria il ricordo di quel pomeriggio, ed era difficile da scacciare in pochi secondi.
Usando la scusa di andare in bagno, seguendo l’istinto, Conan lasciò sola in cucina Ran, e giunse in camera sua. La sua attenzione fu subito attratta dalla scatola di latta sul pavimento, tanto che non perse tempo per andare a curiosare.
 
Dopo qualche minuto, il piccolo detective ritornò nuovamente in cucina, anche lui imbarazzato e tremante, con in testa la frase scritta sulla foto, che lui stesso aveva dedicato alla ragazza nel momento di fargliela avere.
Come dimenticarla? Era proprio…
 
- Senti, Conan, non è che ti andrebbe un po' di anguria stasera? 

  
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