Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: foschi    02/08/2011    1 recensioni
L'ombra si frapponeva fra i due giovani quasi a voler ostacolare il loro amore. Il suo sguardo grave gli pesava, lo sentiva costantemente addosso: gli mozzava il fiato in gola tanto che a volte doveva inspirare profondamente e poi espirare; lo svegliava la notte facendolo sudare; lo faceva addormentare cullandolo in pensieri oscuri che gli procuravano incubi; lo induceva quasi a lasciare il suo ragazzo, il suo amore, l'amore che, tacitamente, aveva sempre cercato e sperato...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Taiki, Yaten
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
    Here with and whitout you

                                                                                                                                                                                        
[Beetween reality and memories]



L'ombra si frapponeva fra i due giovani quasi a voler ostacolare il loro amore. Il suo sguardo grave gli pesava, lo sentiva costantemente addosso: gli mozzava il fiato in gola tanto che a volte doveva inspirare profondamente e poi espirare; lo svegliava la notte facendolo sudare; lo faceva addormentare cullandolo in pensieri oscuri che gli procuravano incubi; lo induceva quasi a lasciare il suo ragazzo, il suo amore, l'amore che, tacitamente, aveva sempre cercato e sperato...

A grandi passi, misurava la stradina del parco che aveva imboccato senza in realtà sapere il motivo preciso. Vagava con la mente persa in oscuri pensieri, pensieri che non gli appartenevano, che erano manovrati da qualcun altro che aveva disgregato la corazza tanto da denudarlo ed in aggiunta, lo scherniva! Rideva mentre lui, nudo ed indifeso, cercava consolazione fra braccia che sapientemente lo sapevano accogliere, cullare, consolare, ma non placare quel senso di angoscia che lo attanagliava, che lo privava della forza per lottare per ciò che voleva, doveva difendere!...
Avvertì gli occhi inumidirsi ed una lacrima cadere giù, rigando una diafana guancia: perché? Perché si doveva sentire così, perché? Chi poteva dargli una risposta? Solo lui... lui che lo aveva messo in quella situazione senza un'apparente via d'uscita, lui che si divertiva ad umiliarlo, lui che, lo sapeva, non avrebbe mai lasciato la presa su quella mente ormai sconvolta...

Camminò per un po', a testa china: odiava farsi vedere piangere. Svoltò e si fermò, avvertendo la sua presenza, una presenza puntuale, sempre cosciente di quali fossero i suoi pensieri, le sue sensazioni. Una presenza che avvertiva sempre quando c'era qualcosa che non andava e quasi sempre c'era qualcosa che non andava!
Da canto suo il ragazzo, davanti cui il giovane dai capelli di luna si era fermato, aveva chiuso il libro su cui era era posata la sua attenzione e lo guardò, stupito nel trovarlo lì:
- Yaten! - esclamò, il ragazzo lo guardò con quegli occhi che un tempo erano stati di un verde prato acceso. Sembrava titubante, come se non volesse dirgli qualcosa di importante che lo angosciava: le labbra, dischiuse nell'atto di pronunciare qualcosa, si erano subito chiuse. Lo sguardo, che dapprima era fisso negli occhi del compagno come se sembrasse chiedere “aiuto”, era ora rivolto in basso: il giovane si sentiva distrutto.
- Yaten? - il ragazzo non rispose, si gettò fra le sue braccia pronte ad accoglierlo, si aggrappò alla sua giacca ed iniziò a piangere lacrime salate nella disperata ricerca di un pianto liberatorio che, tuttavia, neanche questa volta, era riuscito ad ottenere...

                                                                                                                                                 
*****
La luna brillava sul paesaggio brullo spandendo sul pianeta il suo pallore argenteo. Tutt'intorno desolazione: del luogo felice e rigoglioso che un tempo quel pianeta era stato, rimanevano solo le colonne testimoni di una piazza, un tempo rigogliosa di bellissimi parchi e verdi prati e gremita delle voci allegre dei bambini che giocavano, delle grida dei mercanti, dei pettegolezzi delle donne.

La ragazza o meglio la donna, già perché quella fragile creatura era stata strappata brutalmente alle braccia di quel periodo che ogni giovane ha il diritto di vivere perché costretta a diventare donna troppo in fretta per adempiere al suo onorevole compito, vagava in quel luogo desolato ed abbandonato. Intorno silenzio e distruzione: da secoli regnava il silenzio e in quel momento, l'unico rumore percettibile era quello dei suoi passi sotto cui rimbombava un rumore sordo. La donna si fermò al centro di quella che un tempo era stata la piazza e si poggiò ad un pozzo abbandonato. Guardò l'ambiente circostante: a cosa era servito divenire guardia del corpo di quella principessa che un tempo, secoli addietro, aveva governato quel luogo bellissimo se si era giunti a quella conclusione? A nulla era valso abbandonare il suo sogno! Perché il suo sogno era stato quello di vivere tranquillamente la magia di quel periodo che non sarebbe più tornato, quel periodo in cui ci si perde in dolci sogni, in romantiche favole, nella ricerca del vero amore, in lunghi silenzi, nelle litigate coi genitori, nei dolori, nelle delusioni....
Sospirò ed abbassò lo sguardo: un miscuglio di rabbia, tristezza, dolore mentre il suo volto si oscurava ed i suoi occhi di prato divenivano ancora più opachi perdendo quell'ultima lucentezza che avevano, quella lucentezza che non sarebbe più tornata. Le lacrime, gocce di mare, cadevano dai suoi occhi infrangendosi a terra come stelle comete che spesso solcavano quel cielo scuro.
Un rumore l'avvertì di un' altro essere vivente, ma non ebbe paura: ormai non provava più nulla, si spegneva inesorabilmente ed in silenzio. 
- Chi va là? - mormorò con voce spenta. Un'ombra le annunciò che si trattava di una figura alta e slanciata, che aveva un incidere lento e regale - Sailor Star Maker...sei tu... -
- Salve, Sailor Star Healer - e la nuova venuta le si accostò. Tra le due amiche - se si poteva definire amicizia il loro rapporto! - c'era silenzio e Sailor Star Healer, con la speranza di rompere quel silenzio, aveva accostato, con il cuore palpitante, pronto ad uscire dal suo petto, la mano a quella della suo compagna e la sua compagna colse la sua tacita richiesta ed acconsentì: strinse tra le sue dita lunghe e affusolate quelle lunghe e sottili di lei, come per rassicurarla, dirle che non era sola a quel mondo, che poteva contare su di lei.
La magia di quel momento durò un attimo, un lunghissimo ed interminabile attimo in cui la sua compagna, che poteva essere considerata anche lei una donna nonostante la giovanissima età dei sedici anni che aveva, sciolse quel dolce contatto e si allontanò da lei: ecco, era tutto finito, quello che aveva sentito, quella piacevole sensazione di calore che l'aveva perversa, era scivolata via troppo bruscamente da non prepararla al rinnovato contatto con il vuoto che sentiva dentro
- Sailor Star Maker io... - ma le parole le si bloccarono in gola alla vista della sua compagna che spariva; tornò a guardare in basso decidendo che non sarebbe servito a nulla dato che le sue parole si sarebbero perse nel vento. Guardava in basso mentre qualcuno l'abbracciò da dietro, spaventandola e stupendola. Guardò timorosa il lungo e sottile braccio coperto da un guanto di morbida stoffa viola che le cingeva le spalle e poi, come se fosse stata colta in qualcosa che non avrebbe dovuto fare, si voltò di scattò, per non incontrare lo sguardo della persona dietro di lei...
- Sailor Star Maker...io...- ma la ragazza la zittì scuotendo la testa e sorridendo con occhi chiusi, la cullandola piano:
- Non dire nulla...so tutto – la ragazza dai capelli di luna rimase stupita e sgranò gli occhi cercando di capire cosa volesse dire. Stava traendo mille ipotesi quando, con sua sorpresa, si accorse di una mano che aveva preso i suoi seni delicati e sodi e li stava carezzando leggermente facendola arrossire. Iniziò quindi a palpare con più foga, stringendo fra le dita i capezzoli turgidi, strizzandoli tanto quanto bastava per far gemere la sua compagna. Quando si accorse che la donna, certamente non preparata a quell'avvenimento, aveva raggiunto l'apice della sopportazione, sciolse l'abbraccio lasciandola poggiata al pozzo abbandonato e gemente per posizionarsi di fronte a lei. Si guardarono negli occhi per un istante che sembrava interminabile: gli occhi di prato di Sailor Star Healer si rispecchiavano in quelli di primule di Sailor Star Maker e quest' ultima colse tutti i battiti di un cuore impazzito non per quanto fosse successo poco prima, ma per quanto stesse cercando disperatamente di comunicargli. E lei lo capì, colse quanto cercasse di dirgli e per rassicurarla, per confermarle che aveva compreso, poggiò delicatamente, una mano sul suo cuore come a volerlo fermare. Sailor Star Healer afferrò piano, con un movimento elegante e quasi invisibile, la mano della ragazza, levandole il guanto prendendo, poi, a baciarle e leccarle le dita lunghe, causandole un lungo sospiro di pura eccitazione.
La lasciò per guardarla e fu allora che Sailor Star Maker si gettò su di lei, come un'aquila sulla sua preda, iniziando a baciarla, bruciando di passione. 
Sailor Star Healer ricambiò con la stessa passione e mentre le baciava il mento, il collo, il pomo d'Adamo, la donna, gemendo, la privò dell'indumento che le copriva i seni, baciandoli con infinita voluttà mordendo e tirando i capezzoli turgidi. Proseguì nel baciarle i seni tondi, affondando la testa tra essi mordendoli un po' per volta. Quindi si inginocchiò, carezzando il corpo perfetto della ragazza, assaggiando con la lingua umida e maliziosa la pelle lattea fino a giungere l'ombelico. Introdusse la punta della lingua in quella piccola cavità che schiudeva le porte ad un mondo di puro piacere anche se non era niente in confronto a quello che le attendeva...
Decise di stuzzicarla ancora un po', introducendo ed estraendo prima lentamente poi più velocemente la lingua; quando la compagna stava per trarre un sospiro, ella fece scivolare una mano all'interno dei suoi vestiti, verso le sue intimità, sentendo tra le dita la superficie calda e bagnata della sua vagina, passando un dito lungo la fessura alla ricerca del clitoride trovandolo e iniziando a massaggiarlo prima lentamente, poi con più vigore. Senza indugiare oltre, avvicinò le labbra al suo organo e lasciò giocare la sua lingua con esso mentre con le dita la penetrava dolcemente mentre lei era scossa dagli spasimi. Venne, infine, dopo un lungo giocare, quindi portò la mano bagnata di un liquido bianco alla bocca, leccando lentamente ma avidamente quella sostanza che le colò giù dalle dita sui suoi seni, senza mai distogliere lo sguardo dalla compagna che la guardava rapita, con un tremolio negli occhi di prato ed il viso color porpora, le labbra semi aperte.
Quando ebbe finito anche quel rituale, strinse a sé la donna tenendole la vita con un braccio i: la guardò per un lungo ed interminabile istante baciandola poi con trasporto; stavolta erano le mani della donna dai capelli di luna a stringere i capezzoli ed i seni nudi della compagna, stavolta era la lingua della donna dagli occhi di prato a correre tra i suoi seni, a leccare voluttuosamente il liquido bianco cadutole – casualmente o di proposito? - sui seni e fu la volta della donna dagli occhi di primula a gemere mentre le pressioni sui suoi seni divenivano man mano più forti, così da forti da farla urlare: un misto di dolore e piacere.
Quindi ripeté il rituale già compiuto dalla sua compagna mentre i loro gemiti andavano echeggiando nel silenzio eterno di quel pianeta deserto, disperdendosi nello spazio sconfinato.
Rimasero stese a terra, l'una accanto all'altra, l'una stretta all'altra: le dita sfioravano la pelle e le membra di fuoco, i loro occhi stanchi persi nel rispettivo tremolio e subito dopo, le labbra posate su quelle della rispettiva compagna in un bacio che schiudeva le porte al Paradiso, al loro Paradiso...

                                                                                                                                                           
*****

“Cosa c'è amore mio? Cosa ha il tuo cuore tormentato? Cosa non riesci a dirmi? Quale insopportabile fardello non riesci ad eliminare con i tuoi pianti?... 
Ti ho visto piangere lì, seduto su quella fredda panchina in quella giornata di leggero vento autunnale mentre la gente ti passava davanti ignorandoti. A fatica cercavi di nascondere le lacrime che ti scendevano lungo le gote arrossate. Ti ho visto così triste e solo che mi sono sentito morire: avrei volentieri dato la mia vita pur di curarti la ferita che quello schiaffo ti aveva aperto! Una piccola incrinatura all'interno della tua armatura fragile. Ed ora, questa tua armatura è crollata lasciandoti inerme, indifeso, nudo e piangente tra le mie braccia - l'unico luogo che possa darti sollievo! - e... distrutto! Come vorrei sapere cosa ti ha distrutto, amore mio!...

Non avrei mai pensato di poter sentire quello che sento; non avrei mai pensato di poter provare qualcosa di meraviglioso come il nostro amore: da quando ti ho conosciuta, l'amore ha bussato alla mia porta, mi hai indotto ad aprirla e tutta la mia vita da allora è cambiata...
Ma ora anche la tua – la nostra! - vita è cambiata troppo bruscamente perché possa capire cosa è successo! Vorrei aprire il tuo cuore e stare lì, per sapere quale oscuro e doloroso segreto serbi dentro te, quale oscuro e doloroso segreto non riesci a rivelarmi! Vorrei vederti felice per sempre, vorrei mantenere la magia del nostro amore per sempre perché è quanto di meraviglioso mi sia capitato! L'unica cosa che vorrei vedere ogni giorno, in ogni momento è la tua felicità: i tuoi meravigliosi occhi di prato splendere di magia, i tuoi morbidi boccioli di pesco schiudersi in un meraviglioso sorriso!... rivoglio il mio Yaten!”...

 

“Amore mio...come vorrei possedere il coraggio di dirti ciò che mi attanaglia il cuore ma non ce l'ho! Non conosco il “perché” di questo; non è codardia la mia è solo che non voglio metterti in pericolo! Tutta questa storia è incominciata per causa mia, è con me che lui ce l'ha! Ma non capisco il perché di questo suo accanimento! Non capisco più nulla... 

Tutto questo è cominciato da quello schiaffo che nostro fratello – sorella – mi diede in quel giorno d'autunno appena tornato a casa: non comprendo il perché del suo gesto ma la cosa che mi fece più male furono le parole taglienti che mi rivolse: “apri gli occhi, Yaten: siamo qui per cercare la nostra principessa, l'amore è secondario se non l'ultima cosa! Concentrati sulla nostra missione o ti giuro che non rivedrai mai più Taiki” e fu allora che mi resi conto della mia fragilità, fu con la mia fuga che mi resi conto che la mia corazza si stava sgretolando...
Ed ebbe quindi inizio il periodo più buio e freddo della mia vita: l'unica mia fonte di sollievo e di calore erano - e sono - le tue calde braccia, pronte a lenire le mie sofferenze...
Come vorrei essere come te: così forte, coraggioso/a, risoluto/a...come mi sento piccolo/a in confronto a te, sei sempre pronto/a a mettere a repentaglio la tua vita per me... ma sono sicuro/a che finiresti per farti molto male continuando a stare con me ed io non lo posso permettere: sei il mio mondo, la mia ragione di vita...no, amore mio, è meglio tenerti fuori da questa faccenda, non voglio perderti, non voglio...no, non voglio...” 

 

*****

 

Il suo fiatone, dovuto alla corsa sfrenata che aveva appena compiuto, era l'unica cosa che riuscisse a sentire in mezzo al vociferare infinito di quella folla, in mezzo il rumore delle auto e quei suoni andavano ad unirsi dando origine ad una musica fastidiosa, ad un lungo ed inquietante lamento...
- Taiki! - l'uomo si voltò lentamente, con sguardo tremante, carico di addio e di tristezza, di gratitudine ed amore, di dolcezza e lacrime. Le labbra, boccioli di rose, si schiusero lentamente in un sorriso mormorando un “grazie” e gli occhi tornarono a posarsi su quelle luci di festa che di festa non avevano niente, quelle luci che avevano attirato la sua attenzione e che mai più sarebbero comparse nella sua vita...


Si ritrovò a guardare il pavimento, perso, assorto, ma non era assorto e lo sapeva bene: il suo abbandono l'aveva distrutto. 
Non ci sarebbero stati più giorni felici: si sarebbero susseguiti tutti uguali e monotoni, niente lo avrebbe più risollevato da quell'oblio. Il cuore era spento, talvolta mancava di qualche battito: no, non avrebbe mai più ripreso a battere come prima prostrato com'era da quell'indescrivibile dolore. 
Non ricordava più tanto bene neanche i suoi occhi, quegli occhi pieni di tenerezza che, come si era ripromesso, non doveva dimenticare! 
Vagamente ricordava la sua voce: dolce e calda pronta sempre a cantargli dolce nenie per calmarlo quando la notte veniva colto da qualche incubo.
Ma era tutto finito! Tutto distrutto! Aveva compiuto un bellissimo viaggio alla scoperta della sua vita tanto che ora era privo di una meta da raggiungere dato che ora era stato distrutto proprio da una vita che aveva disperatamente cercato di cambiare.
Il faro che aveva sempre tenuto come punto di riferimento fra le tumultuose onde della sua anima, era stato spento improvvisamente e troppo bruscamente ed ora lui si ritrovava ad annegare in quel mare di disperazione.
Ed ora era lì, solo, perso, smarrito per scherzo del destino: sapeva benissimo di essersene andato con lui dato eppure era ancora lì, lì senza di lui!! 
Forse era solo anche lui! Forse vagava senza una destinazione precisa nella disperata ricerca di rivedere, ritrovare una povera creatura agonizzante che aveva lasciato troppo presto vittima del proprio dolore ed in balia di se stessa.

La distanza che li divideva era immensa e faceva troppo male: ora lui sarebbe stato contento, pensava Yaten, per aver spezzato la vita di due creature che l'unico peccato che avevano commesso era stato quello di amarsi così intensamente da ritrovarsi privi dei mezzi per raggiungersi. 

Tutto era finito, distrutto come quel castello di sogni che aveva creato poiché lui aveva distrutto la sua, la loro vita. Si era quindi ritrovato a confermare la stupidità della leggenda che più volte da piccola aveva rifiutato di credere: “coloro che se ne vanno salgono in cielo e diventano stelle che ci sorvegliano sempre e ci restano accanto per aiutarci” ma non lui! No, lui non l'aveva mai più sentito accanto a sé! No, non l'avrebbe MAI più sentito accanto a sé: era tutto finito, la loro storia si era persa con il tempo, non avrebbe mai più incontrato il suo sguardo in segreto: né fra i banchi di scuola quando gli passava suggerimenti durante i compiti in classe né la mattina quando si svegliavano l'uno accanto all'altro bruciati da quell'amore che tuttavia non era riuscito a tenerli uniti. Si era inventato una favola ma alla fine, lui, l'ombra che si era sempre frapposta tra i due cercando di impedire il loro amore, aveva vinto: tutto quello che avevano sognato era stato cancellato, tutto il loro amore si era perso! 
Ma non riusciva ad accettarlo Yaten, non poteva accettarlo! E nella speranza, anzi, nella convinzione che l'avrebbe ritrovato lassù, decise di abbandonare quella vita da fantasma che si era ritrovato a vivere.
E lasciando tutto e tutti, senza una spiegazione, si gettò tra le braccia delle tenebre.

 

 

Nel cielo splendono stelle d’amore e poi
s’alza la luna che dolce ci avvolgerà
la mia principessa sarai.
Io canterò per te fino al giorno che
non ti ritroverò tra le stelle lassù.

...

Io ti cercherò.
Dai ascolta l’anima mia!!

Chi lo sa se tu mi ascolterai
là nel blu del cielo immenso
canterò il sentimento
e solo te sognerò

Cercherò (su nel cielo)
fin lassù (su nel cielo)
,are blu (su nel cielo)
sentirai (su nel cielo) 
...


 

Aspettami amore mio, aspettami: ti cercherò tra le stelle fino a ritrovarti; te lo giuro, amore mio, ti ritroverò...”

“Povero Yaten, dopo la morte vi è il nulla, non lo troverai mai. Ti prego, perdonami”.

                                                                                                                                                                                          

Fine



Angolo Autrice:

Salve cari lettori! Sono tornata con questa nuova storia su Sailor Moon, la prima che scrivo su quest'anime!! ^_^''
Spero vi sia piaciuta, ho tentato di fare del mio meglio ^_^''

Devo solo lasciare qualche segnalazione:

1.) La storia è ambientata sulla Terra dove i personaggi hanno sembianze maschili;
2.) La parte in corsivo (“La luna brillava... Paradiso”) corrisponde ai ricordi di Yaten/Sailor Star Healer quando sono ancora sul loro pianeta natale;
3.) Il personaggio che si è sempre frapposto tra i due e che pronuncia la frase finale è Seiya.
4.) La canzone presente alla fine - “Tra terra e cielo" dei Three Lights - è stata utilizzata con il solo scopo di esprimere meglio i pensieri finali di Yaten.
Con questo vi saluto! ^^

foschi=)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: foschi