UNA LUNGA GIORNATA
Al club di basket del liceo Shohoku la giornata
era cominciata più che bene, i membri erano in gran forma,
l'umore alle stelle, non c'erano stati pestaggi e persino la testa
calda del gruppo, il rosso Hanamichi era stato buono buono per
tutta la durata dell'allenamento. Il capitano Akagi, con l'approvazione
dell'inseparabile Kogure aveva deciso, spinto anche dal meraviglioso
sole primaverile, di finire gli allenamenti prima del solito e
permettere ai suoi giocatori di prepararsi per la festa che avrebbe
avuto luogo il giorno dopo al liceo Kainan e a cui erano stati
invitati alcuni tra i licei della città, tra cui il Ryonan
e appunto lo Shohoku.
Le matricole erano come al solito le più entusiaste, e
furono proprio loro a proporre ai senpai di andare tutti insieme
al Kainan.
"Potrebbe essere una buona idea" rispose Kogure con
la sua solita gentilezza "ma bisogna vedere cosa ne pensa
il resto della squadra"
Il 'resto della squadra' accettò con piacere e persino
Rukawa stranamente si sforzò di mostrare un minimo di entusiasmo.
"E tu Ayako, che fai? Ti unisci al gruppo vero?" chiese
Haruko, che si era subito accodata alla comitiva. "Fujii
e Matsui non potranno venire e così non sarei l'unica ragazza"
"Cosa....? Ah, per domani, non lo so, forse ho altri impegni,
poi vi farò sapere" risposa evasiva la ragazza, contemplando
molto interessata la punta delle proprie scarpe.
Il sole era già tramontato da un po', così tutto
il team si diede appuntamento per l'indomani mattina alle otto
davanti alla scuola, lasciando la palestra alle cure delle matricole,
sorvegliate da un'Ayako assai pensierosa e, contrariamente al
suo carattere solare, piuttosto taciturna.
"Ehi, Aya-chan, cosa ti è successo?" le urlò
Ryota, sbucando fuori all'improvviso da dietro il canestro.
"Idiota, mi hai fatto prendere un infarto, vorresti stare
più attento?!? E si può sapere che cavolo vuoi,
non vedi che sto lavorando?"
La risposta stupì non poco Ryota, poiché Ayako era
sempre stata gentilissima con lui, nonostante non ricambiasse
i suoi sentimenti. Comunque il playmaker dello Shohoku non si
perse d'animo.
"Ma Aya-chan....volevo solo chiederti se...beh...domani volevi....venire
con me alla...alla....festa del Kainan" rispose un Ryota
emozionato ma anche sconvolto dallo strano comportamento della
ragazza. "E' da tanto che volevo chiedertelo, sarebbe come
una specie di....ecco, di appuntamento"
"E perché diavolo dovrei avere un appuntamento con
te? Potrei saperlo? Eh Ryota? Senti, sparisci, oggi non è
proprio giornata!!"
A queste parole, con addosso gli increduli sguardi delle matricole
che mai avevano visto la propria manager così infuriata,
il ragazzo si arrese e uscì dalla palestra decisamente
abbattuto, tanto da non accorgersi della presenza di una sua vecchia
conoscenza, che camminava nella direzione opposta alla sua, con
aria egualmente sconvolta.La 'vecchia conoscenza' in questione
era Nobunaga Kyota, giocatore del Kainan e pericolosa testa calda,
uno tra i pochi a poter rivaleggiare con Hanamichi Sakuragi in
quanto a megalomania.
Ryota, tutto preso dai suoi funebri pensieri, non si accorse della
sua presenza e fu così che andò a sbattergli letteralmente
contro. Scoperta l'identità del ragazzo, Ryota pregustava
già una replica pepata, che avrebbe sicuramente fatto si
che alla fine si fosse venuti alle mani /Sarà una buona
occasione per sfogarmi un po' e dimenticare Aya-chan...../ pensava."Ehi
tu, perché non stai più attento? Per poco non finivo
sotto una macchina...ma , mi stai ascoltando?"
Kyota infatti non aveva dato completamente ascolto alle parole
del suo infuriato interlocutore e continuava a camminare con aria
assente, inseguito da Ryota, che ancora non riusciva a capire
cosa mai avessero tutti quel giorno: Ayako infuriata e Nobunaga
Kyota che non reagiva alle provocazioni. Comunque Miyagi non
si perse d'animo e decise di inseguirlo, "ehi, tu, mi senti?
Oh, dico a te, sei su questo pianeta?"
A queste parole finalmente Kiyota si voltò e, per un attimo
Ryota assisté al più strano spettacolo che avesse
mai visto. Il viso del giocatore del Kainan aveva un'espressione
disperata e sulle sue guance scorrevano lacrime.
"Ma.....Kyota, che ti è successo.....!!Ehi, fermati,
sto parlando con te, ascoltami....." urlava lo sconvolto
Ryota, inseguendolo. Infatti il ragazzo, forse vergognatosi, era
letteralmente fuggito, seguito però da Miyagi, che non
era tipo da arrendersi tanto facilmente.
Finalmente, dopo una lunga corsa fino alla stazione i due si erano
fermati letteralmente senza fiato, così Ryota colse l'occasione
: "allora si può sapere che ti è successo?"
iniziò "stai male? Avete perso una partita, o forse
hai più semplicemente problemi di cuore?"
A questa domanda Kyota reagì diventando di un bel rosso
peperone, facendo capire al suo interlocutore che aveva centrato
in pieno il problema.
"Beh...io..vedi....ecco, più o meno.....ma cosa te
ne importa?" urlò, recuperando un po' di sangue freddo,
"non credo che siano cose che ti riguardano, e poi io....sto
benissimo, mi sono solo fatto male"
"Così tanto male da camminare piangendo per la strada?
Andiamo Kyota, anzi, Nobunaga, guarda che certe cose le capisco
benissimo, dato che anche io soffro per lo stesso motivo"
ribatté Ryota, assumendo un'espressione triste che mai
l'altro ragazzo gli aveva visto in faccia, neanche quando il Kainan
aveva sconfitto lo Shohoku. "Devi sapere che è inutile
disperarsi se lei ti rifiuta. L'importante è non perdersi
mai d'animo e non arrendersi"
"Parli della vostra manager, vero?" rispose Kyota,
addolcendo lo sguardo.
"E tu come diavolo fai a saperlo?"
"Ma se lo sanno ormai tutti, basta vedere come la guardi
durante le partite e come ti fai mettere sotto da lei. Una sua
parola ti fa diventare un cagnolino e ti passano subito i bollenti
spiriti"
"Però, non sapevo di essere così famoso. Comunque
hai ragione tu, è lei il mio problema. Anzi, dato che oggi
abbiamo litigato, domani alla vostra festa cercherò di
fare pace e...chissà cosa può succedere"
"Sai Miyagi, non credo che avverrà"
"Che stai dicendo, cosa ne sai tu di Ayako?!? Se neppure
la conosci?"
"Io non la conosco, ma qualcun altro si, domani te ne accorgerai
da solo" gli sussurrò il giocatore del Kainan, prima
di andare via con uno sguardo tristissimo negli occhi.
"Ehi tu aspetta, dove vaiiiiii" seguitava a urlare Ryota.
Ma Kyota era ormai salito sul treno e raggiungerlo era cosa impossibile.
"Basta, io non ci capisco più niente, e poi cosa voleva
dire quel pazzo sulla mia Ayako. Parlare di lei come se...come
se sapesse qualcosa che io non so. E non sono neanche riuscito
a sapere cosa avesse. Vabbè ormai ci rinuncio".
Il ragazzo ormai rassegnato si avviò così sulla
strada di casa, pensieroso ma pieno di speranza per l'indomani.
Intanto in palestra Ayako continuava a lavorare, taciturna, pensando
e ripensando agli avvenimenti delle ultime due settimane, fatti
che le avevano sconvolto in un certo senso la vita. Non che ciò
che le era capitato le dispiacesse, ma si sentiva come in colpa
nei confronti di qualcuno.
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Tutto aveva avuto inizio alla fine di una delle
solite partite d'allenamento (quel giorno Shohoku contro Kainan)
organizzate dal signor Anzai che si era conclusa in perfetta parità.
Gli atleti non erano certo soddisfatti, specialmente i due capitani.
Maki soprattutto era parecchio nervoso, poiché il risultato
aveva leso il suo orgoglio e continuava a lamentarsi con il fedele
Jin, sempre pronto a sorbirsi i problemi del suo capitano.
"Non è giusto, mi ero allenato duramente ed ero convinto
che avremmo vinto. Uffa, se non fosse stato per quell'invasato
di Sakuragi. Comunque è meglio lasciar perdere, giusto
Nobunaga?" disse Maki rivolgendosi allo scatenato ragazzo
che imprecava contro 'quella scimmia rossa che ha fatto canestro
all'ultimo momento quando ormai stavamo per vincere'.
Alla fine Jin era riuscito a calmare gli ardenti bollori della
squadra, quando si udì un nuovo lamento di Maki : "merda!!
Ho lasciato la divisa nello spogliatoio dello Shohoku, devo tornare
di corsa a prenderla. Ragazzi, ci vediamo domani a scuola"
Dette, anzi, urlate queste parole il capitano del Kainan corse
in tutta fretta verso lo Shohoku, preoccupato di trovare la palestra
chiusa e di perdere quindi la sua preziosa uniforme. Fortunatamente
l'edificio era ancora aperto, così Maki si precipitò
dentro, trovando solamente le matricole che pulivano il pavimento.
"Ehi Maki, che cosa ci fai qui? Non sarai venuto per sfidare
nuovamente il mito vivente vero?" gli disse Hanamichi con
la sua solita faccia tosta.
"Che cavolo vuoi Sakuragi? Non ho tempo da perdere con te,
devo solo recuperare la mia divisa nel vostro spogliatoio"
rispose il ragazzo, correndo verso una porta sul fondo della stanza.
"No fermo, aspetta, non andare, non puoi....." gridava
Rukawa cercando di fermare Maki senza riuscirci.
Maki non aveva neanche ascoltato la frase di Rukawa, così
entrò nello spogliatoio, afferrò la sua uniforme
e....rimase senza parole. Davanti a lui stava una...una dea dai
capelli castani leggermente mossi, vestita solo di un asciugamano.
Il ragazzo era rimasto letteralmente senza fiato, quella che vedeva
era un'apparizione divina. Per qualche momento nella stanza ci
fu solo il silenzio, poi improvvisamente la ragazza parlò,
anzi, strillò : "AHHHHH, MA CHI CAVOLO SEI? VAI VIA
BRUTTO PERVERTITO, COME TI PERMETTI DI ENTRARE MENTRE UNA FANCIULLA
INDIFESA FA LA DOCCIA?"
Infatti quello che Rukawa non era riuscito a dire era che nella
doccia c'era Ayako, che si lavava sempre per ultima. La manager
dello Shohoku ovviamente reagì piuttosto male, lanciando
a Maki un'enorme bottiglia di bagnoschiuma, centrandolo in piena
fronte.
Il povero ragazzo, paonazzo in volto, si affrettò a uscire
dallo spogliatoio, mentre Ayako continuava a lanciargli tutto
ciò che le capitava a tiro urlando : "PORCO! MAIALE!
SE CI RIPROVI TI AMMAZZO CON LE MIE STESSE MANI"
Alle grida della ragazza accorsero Hanamichi e Rukawa, mentre
le altre matricole si tenevano dietro a rispettosa distanza.
"Ayako, tutto bene? Ti ha fatto qualcosa?" si preoccupò
Hanamichi.
"ARGHH, ma cos'è questo, un complotto? Sakuragi ti
ci metti anche tu adesso?!?"
Hanamichi nella foga di aiutare l'amica non aveva riflettuto sul
fatto che lei potesse essere ancora svestita, così anche
lui si beccò la sua dose di oggetti vari in testa, riportandone
un bel bernoccolo.
A risolvere la questione giunse un Rukawa, ormai esasperato :
"Ayako, tu vai di la a vestirti, Maki non sapeva che ci fossi
tu nello spogliatoio. Maki, tu prendi la tua roba e vattene, tu
Sakuragi finiscila di frignare e voi..."disse ai compagni
che osservavano la scena sconvolti "...smettete di guardare
e tornate a lavorare"
Calmata la situazione tutti ripresero il loro lavoro, Ayako, furiosa
per essere stata vista praticamente nuda, se ne andò dalla
palestra senza salutare nessuno mentre Maki alquanto imbarazzato
si avviava verso casa continuando a pensare all'accaduto e soprattutto
ad Ayako. Si perché il fiero capitano del Kainan era stato
colpito dalla bellezza e dalla grinta della ragazza.
/Certo che la manager dello Shohoku è davvero carina e
poi ha un carattere,nulla a vedere con le altre che conosco. Ma
no, che dico/ rifletteva il ragazzo /io ho già chi mi piace,
non posso certo pensare ad un'altra persona con tutti i problemi
che ho da risolvere. Però...in fin dei conti potrei....provare
a rivolgere i miei pensieri a qualcun altro, tanto continuare
così non mi porterebbe a nulla, oltretutto so benissimo
che purtroppo è improbabile che il mio sentimento non sia
ricambiato, quindi....tanto vale lasciar perdere/
Perso in questi pensieri Maki giunse finalmente a casa, ancora
parecchio confuso, ma deciso a rivedere la ragazza che lo aveva
scosso così tanto.
L'indomani, all'uscita da scuola Maki prese
la sua moto (non so se c'e l'abbia davvero, ma per me si. Nd Kai-chan)
e partì alla volta del liceo Shohoku, lasciando sconvolti
i suoi compagni di squadra che si chiedevano dove mai andasse
il loro amico così di fretta. Il più curioso di
tutti era Kyota, che con una punta di amarezza aveva notato lo
strano atteggiamento del suo capitano, di solito sempre così
allegro.
"Chissà che gli è preso" diceva Jin "non
vi è sembrato strano oggi? E' sempre l'ultimo a lasciare
la palestra e oggi è volato via senza dire niente a nessuno.
Magari si è trovato una ragazza. Tu che ne pensi Nobunaga?"
"Sinceramente non me ne frega proprio niente, per me può
fare quello che vuole" aveva risposto questo, piuttosto acido
"anzi, questa faccenda mi ha proprio stufato. Io me ne vado
a fare due tiri al parco!!"
/Ma che cosa ho detto di male? Sembra quasi....geloso?? No, che
vado a pensare, non può essere, a meno che....forse Nobunaga
ne sa qualcosa. Vediamo se riesco ad indagare/ decise Jin, rincorrendo
l'amico: "Nobunaga, ehi...aspettami, vengo con te!"
Intanto Maki ignaro di tutti i commenti suscitati, era finalmente
arrivato allo Shohoku, e si era piazzato davanti all'ingresso
principale nella speranza che passasse Ayako, che quel giorno
era stata addirittura indecisa se andare in palestra, ancora piuttosto
infuriata per la faccenda del giorno prima. I ragazzi della squadra
comunque avevano deciso, di comune accordo di evitare l'argomento
con i compagni e soprattutto con Miyagi, che sarebbe stato capacissimo
di strozzare lo sventurato capitano del Kainan per vendicare l'onore
della sua amata. La ragazza comunque, finiti gli allenamenti si
preparò per andare a casa, uscendo proprio dall'entrata
principale anziché da quella secondaria come faceva di
solito (che fortuna, eh? Nd Kai-chan). E proprio li, appoggiato
al portone, vide un gigante che si guardava intorno con aria stravolta.
/Ma che ci fa qui Maki? Non gli è bastata la scena di ieri?
Che vorrà ancora?/ si chiedeva Ayako continuando a camminare.
"Ehi....scusa..A..Ayako?" la chiamò il ragazzo.
"Si? Ah, ma sei tu" rispose la ragazza con tono assente.
"Beh, io volevo....sai, dopo quello che è successo
ieri...volevo solo scusarmi. Non è stata una cosa voluta
credimi, io non avevo idea che ci fosse qualcuno nello spogliatoio,
volevo solo prendere la mia divisa....mi..mi dispiace moltissimo"
disse Maki, che, oltre a convincere Ayako della sua buonafede
voleva anche trovare un pretesto per poterla rivedere.
"Non ti preoccupare sempai, dopotutto sono cose che possono
succedere. Ieri forse ho esagerato un po', ma adesso dimentica
tutto, ormai è acqua passata" gli rispose lei, sfoderando
un bel sorriso, intenerita dal ragazzo che quasi si inginocchiava
per avere il suo perdono.
"Mi togli un peso, grazie e, a proposito, non chiamarmi sempai,
chiamami Shin'ichi"
"Ok Shin'ichi" Ayako, dopo questa battuta aveva l'aria
molto divertita, tanto che anche il suo interlocutore se ne accorse.
"Perché ridi? Il mio nome è tanto buffo?"
le chiese un po' risentito.
"No, non è il tuo nome semp..Shin'ichi, ma è
la situazione che è piuttosto divertente. Fino a ieri ti
consideravo il fiero e risoluto capitano del Kainan e ora ti vedo
qui quasi inginocchiato ai miei piedi. Devi ammettere che è
una cosa abbastanza....strana"
"Anche i giocatori di basket hanno un cuore....così
come le manager a quanto vedo" esordì Maki con un
sorriso.
"Il dibattito sull'argomento sarebbe interessante, ma si
è fatto tardi e ora devo andare, i compiti mi aspettano
e dovrei finire di sistemare dei dati per la squadra. Beh, ci
vediamo!!" lo salutò Ayako.
"Aspetta, se hai molta fretta posso darti un passaggio con
la moto....sempre se tu sei d'accordo....e magari potremmo bere
qualcosa insieme....che ne pensi?" chiese timoroso lui.
Questa domanda suonò strana alla ragazza. Le sembrava fosse
passato un secolo dall'ultima volta che qualcuno le aveva chiesto
di uscire, precisamente da quando Ryota era entrato nella sua
vita. Difatti, o per amicizia verso il ragazzo, o per paura di
ritorsioni da parte di questi, nessuno osava più avvicinarsi
a lei ne tantomeno chiederle un appuntamento.
La proposta le sembrò davvero molto interessante, tanto
che decise di accettare l'offerta di Maki, tanto più che
questo le era sembrato un ragazzo simpatico e affidabile.
"Per me va benissimo, purché non facciamo troppo tardi
anche perché domani abbiamo una partita contro lo Shoyo
e devo essere presto in palestra" rispose lei, infilandosi
il casco che Maki le porgeva.
Da quel giorno i due avevano iniziato a vedersi
sempre più spesso e, in apparenza le due settimane che
erano passate da allora erano state davvero piacevoli. Maki era
un ragazzo davvero divertente e lui e Ayako avevano molti interessi
in comune oltre al basket.
In realtà però qualcosa turbava i due ragazzi, apparentemente
spensierati. Nessuno dei due voleva ammettere, neppure a se stesso,
che non voleva farsi vedere in compagnia dell'altro, come se le
loro innocenti uscite fossero in qualche modo qualcosa che dovesse
restare assolutamente segreto. Ayako infatti si sentiva, senza
neanche rendersene conto, in colpa verso la squadra, perché
usciva con il capitano di una
squadra avversaria, e soprattutto verso Ryota, a cui lei, in fin
dei conti voleva bene.
Maki, soffriva anch'egli sensi di colpa, gli stessi che lo avevano
assalito la prima volta in cui aveva chiesto ad Ayako di uscire
con lui. Nonostante la ragazza gli piacesse molto, non riusciva
a dimenticare la persona che prima di lei gli aveva fatto battere
il cuore, che gli aveva fatto conoscere sentimenti che mai aveva
provato prima ma alla quale non aveva mai avuto il coraggio di
confessare il proprio amore, se non altro perché si trattava
di un ragazzo e precisamente di un suo compagno di squadra, Nobunaga
Kyota. Lo aveva notato subito la prima volta che era entrato
in palestra con le altre matricole e il suo modo di fare lo aveva
subito conquistato fino a fargli comprendere che la semplice amicizia
si era trasformata in qualcosa di più. Maki però
sapeva che probabilmente Kyota non avrebbe mai compreso i suoi
sentimenti e così aveva nascosto in fondo al cuore la passione
cercando di dimenticarlo. Per questo aveva cercato di dedicarsi
alle ragazze ma senza molti risultati, almeno fino a quando non
aveva incontrato la grintosa Ayako. Il ragazzo aveva capito che
poteva essere lei la persona giusta per lui, ma tuttavia il pensiero
di Kyota continuava ad affacciarsi nella sua mente.