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Autore: Nicknothing    03/08/2011    0 recensioni
Storia scritta per partecipare al contest "colori & oggetti magici" iniziata con molto entusiasmo forse i primi giorni del contest stesso, e ma conclusasi in solo due battute. Causa esami e faccende varie infatti ho avuto problemi a terminarla, tanto che mi sono ridotto a scrivere la seconda metà il 12 luglio, due giorni prima della scadenza.
La qualità è scarsa, così come il piazzamento mi ha fatto notare xD diciamo che l'idea di fondo era carina, ma non ho saputo sfruttarla :P
E' innocente nonostante il pairing omo, ovviamente se slash e affini non vi aggradano, semplicemente non aprite :)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Niente papiro di commento iniziale stavolta. Questa storia mi sta vagamente antipatica :P Si è rivelata un'amante scadente xD o forse lo sono stato io per lei :)
Vi lascio alla lettura sperando di non annoiarvi in manera eccessiva :)

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La svolta

-hei! Cos’è ?-

-N-niente, niente- si affrettò a rispondere Scorpius mentre, rosso in viso, allontanava dalla portata di Rose numerose pergamene scritte in una grafia sottilissima.

-Come niente? Dai.. siamo amici Scorp!- chiese Rose fingendosi indignata.-E io che ti passo persino gli appunti di storia della magia!-

-Mi passi gli appunti di storia della magia perché, per qualche strano motivo, sei l’unica studentessa in un tutto il castello immune all’effetto soporifero di quel cataplasma- concluse sprezzante Scorpius mentre metteva definitivamente via i suoi fogli.

-In ogni caso non erano appunti di scuola.- Aggiunse tentando di rabbonire la ragazza che sembrava essersi offesa.

-Credi ti avrei chiesto di leggerli se avessi pensato che fossero stati degli appunti di qualche materia?- Rispose in tono fintamente acido la rossa, prima di lasciarsi andare ad un ampio sorriso.

I due si guardarono negli occhi per alcuni istanti.

-Sbruffona-

Gli occhi grigi, quasi argentei di lui, in quelli azzurri come il mare di lei. Per un istante Scorpius ebbe la sensazione che la ragazza avesse ancora intenzione di leggere quello che aveva scritto, ma poi la vide arrossire violentemente mentre, imbarazzata, si voltava dall’altra parte per nascondersi.

-Tutto ok Rose?-

-Si, si…. Mi sono solo ricordata che ho dei compiti da finire-  e, senza aggiungere altro, si alzò per andare via di corsa.

 

Il giovane Serpeverde, ora, si sentiva a disagio seduto al tavolo dei Grifondoro .

Lui e Rose erano certamente diventati amici, ma le amicizie nascevano di rado tra quelli delle loro due case. Guardingo stava raccogliendo la sua roba per allontanarsi alla svelta, ma qualcosa lo fermò.

Da lontano James Potter aveva assistito alla scenetta divertito. Non poteva fare a meno di stuzzicare il biondino, incredibile quanto somigliasse ai suoi omonimi… un malandrino in piena regola!

Era bello, alto, affascinante e soprattutto arrogante. Malfoy invece, sembrava non aver ereditato nulla dei suoi parenti. Era un ragazzo calmo, pacato.. intelligente e molto dedito allo studio, forse troppo.

 

Era così che lui e Rose si erano conosciuti.

Una mattina, alcune settimane dopo l’inizio del loro primo anno, si erano incontrati in biblioteca.

Rose piangeva sommessamente nascosta in un angolo, mentre Scorpius cercava un libro per poter svolgere i compiti di  incantesimi.

Si era spaventato nel trovarla in quel settore della biblioteca, una delle ultime file, che,  generalmente, era sempre vuota. Amava andare lì per studiare, era l’unico posto dove riusciva a godere della tranquillità che tanto bramava.

Rose aveva cercato di nascondere le lacrime, si era asciugata in fretta e furia mentre con gli occhi ancora gonfi di pianto e uno “scusa” appena accennato aveva provato ad allontanarsi di corsa.

Scorpius la conosceva solo di vista, sapeva chi era e sapeva che suo padre non avrebbe assolutamente approvato quel rapporto, non poté però  fare a meno di trattenerla per un braccio.

-Che ti è successo?- le  aveva chiesto ansioso mentre lei lo guardava stupita. Gli occhi arrossati avevano provato a reggere fieramente il confronto, l’orgoglio le aveva imposto di non piangere, ma non ci era riuscita, in un attimo aveva ripreso a singhiozzare violentemente.

Inconsapevolmente,Scorpius l’aveva stretta a se.

 

Si era sentito solo in quei giorni, sapeva cosa voleva dire essere soli ed era convinto che lo stesso motivo avesse portato Rose in quell’angolo della biblioteca a piangere. Lei era diversa dagli altri, lo sentiva.

Rose quella reazione non se l’era aspettata, ma non si sottrasse a quel contatto umano, a quella vicinanza che tanto gli era mancata da quando era arrivata a scuola.

Stando tra le sue braccia era arrossita violentemente, ma Malfoy non se ne accorse. Ah,se nonno Arthur avesse saputo…

E pensare che sua madre molti anni addietro si era trovata a piangere per la solitudine proprio come lei.

Erano rimasti così per alcuni minuti, Rose sembrava finalmente aver ritrovato la calma. Il suo corpo non sobbalzava più ritmicamente per i singhiozzi e il suo volto si era disteso.

Alla fine Scorpius l’aveva scostata dolcemente per poi guardarla negli occhi sorridendole in maniera rassicurante.

 

 

Era così che la loro amicizia era nata. Essendo entrambi del primo anno avevano frequentato insieme la maggior parte delle lezioni, e ogni volta che ce n’era la possibilità si chiudevano in biblioteca o scappavano nel parco per parlare. Parlavano di tutto, della scuola, dello studio, degli amici e dei parenti. Qualche volta litigavano per sciocchezze ma le faide non duravano mai troppo.

Rose aveva provato più volte a fargli conoscere i suoi amici, che in questo caso erano anche i suoi parenti,ma  la cosa non aveva funzionato.

Albus Potter era sempre stato cortese nei riguardi di Scorpius, ma James, suo fratello, per qualche stupido motivo sembrava odiarlo, e Rose odiava lui per questo.

Ormai il ragazzo non perdeva occasione per punzecchiare Malfoy, che pian piano era diventata la sua vittima preferita.

 

Neanche allora, dopo sei anni le cose erano cambiate.

 

Tutti erano cresciuti;  James era ormai arrivato al suo ultimo anno al castello, e, sebbene fosse diventato inspiegabilmente caposcuola, in realtà non era cresciuto affatto.

Il fisico emaciato e fragile di Scorpius si era sviluppato fino a diventare alto tanto quanto James. Era rimasto però  magro come quando aveva undici anni, ma nell’insieme si poteva dire che sembrasse atletico e slanciato. Il suo volto affilato, negli anni era diventato sempre più imperscrutabile, tanto che persino Rose aveva difficoltà a capire cosa gli passasse per la testa il più delle volte.

James invece era diverso, aveva due spalle enormi e un fisico quasi scolpito. Il quidditch, dove giocava come portiere, lo aveva trasformato completamente in quegli anni. Il fisico possente  e il suo volto ammaliante lo avevano reso l’idolo di un gran numero di ragazze lì a scuola, ragazze e non solo.

 

Proprio come alcuni anni prima, Scorpius faceva colazione al tavolo dei Grifondoro . Una mosca bianca, così come una mosca bianca era la relazione duratura che si era stabilita e ormai saldata da tempo fra lui e Rose.

La ragazza era diventata la sua confidente, lo era sempre stata, ma ora custodiva per lui quelli che Scorpius riteneva i suoi segreti più oscuri.

Quando lo venne a sapere ci rimase quasi male, la delusione era legata al fatto che si sentiva lesa in prima persona. La rabbia e il rancore però scivolarono via rapidamente, lasciando il posto ad un sentimento dolce e delicato. Un’amicizia forte  e duratura basata per alcuni istanti anche solo su semplici scambi di sguardi.

Rose si alzò con calma raccogliendo nella sua borsa i libri e le pergamene che aveva sparso sul tavolo. Lui la guardava ammaliato, riteneva che la ragazza avesse una mente più che brillante, Senza contare che impazziva per quei capelli rosso mogano che sembravano brillare ai pallidi raggi del timido sole di novembre.

Rose gli sorrise complice, mentre alzando lo sguardo vide quelli che non potevano che essere definiti come “guai in vista” . La sua espressione cambiò di colpo. Basto un istante e Scorpius seppe.

Nella sala era appena entrato James che con la sacca in spalla e il passo fiero si avvicinava pericolosamente a  loro  tavolo.

-E’ meglio che vada- disse con tranquillità Scorpius che in un attimo aveva sistemato tutto ed era anche già in piedi. Ma non fu svelto abbastanza.

-Vieni qui tu!-  tuonò con prepotenza il Grifondoro  mentre già  teneva una mano sulla spalla del biondino. La presa diventava sempre più forte, tanto che lo costrinse a voltarsi.

-Desideri, James? O dovrei riferirmi a te come … Caposcuola?- Rispose indispettito il serpe verde che non mancava di ricordare a tutti a quale casa appartenesse mentre caricava le sue parole di veleno.

Il tono non piacque a James che con un’unica fluida spinta rimise a sedere il ragazzo con un tonfo.

-Certo, mi sembra più che giusto, infondo è quel che sono, CAPOSCUOLA- rispose con calma mentre scandiva in maniera quasi irritante l’ultima parola.

-Fermati con noi a fare colazione!- Continuò gioviale il Grifondoro , come se niente fosse appena successo.

-Ho già fatto, grazie-

-Non si rifiutano le cortesie, sei mio ospite, forza!-

Scorpius sapeva che non poteva rifiutare, e sapeva che James avrebbe trovato il modo per umiliarlo, come sempre, l’unica era assecondarlo.

-James, lascialo stare!- Eruppe Rose con  tono di sfida. Il tono era lo stesso di sua madre o di sua nonna. E a James la cosa non piacque affatto. Sentire i richiami di quella strega di Ginevra Weasley anche a scuola… era snervante.

-Non ti preoccupare Rose, sono sicuro che James vuole solo essere gentile- si intromise allora Scorpius che non voleva i due finissero per litigare, era pur sempre cugini…

-Allora, cosa mi offri?- continuò come se niente fosse per rassicurare la ragazza. Rose per tutta risposta, tirò su la borsa e se ne andò visibilmente scocciata.

Nell’attimo stesso in cui Scorpius si era voltato a guardare l’amica che andava via, James si era seduto accanto a lui, quasi sbalzandolo via dal suo posto.

-Guarda cosa ho qui- continuò James mentre posava sul tavolo la sua sacca e ne usciva  fuori una bottiglia di vetro con all’interno un liquido di un colore lievemente ambrato..

-Sarebbe…?- rispose il Serpeverde onestamente ignaro.

-Whiskey, Whiskey incendiario per essere precisi… e tu lo berrai con me… ho deciso di condividere questo nettare sublime proprio con te vermeverde- Rispose allegro con un sorriso che non lasciava intendere nulla di buono.

-Ma ho lezion..-

-La salti-

-Il regolamento lo vieta..-

-Al diavolo il regolamento, è la tua occasione di dimostrare alla scuola quanto sei uomo… ammesso che ad un verme come te la parola uomo sia associabile…-

Scorpius si limitò ad una rapida smorfia. Sapeva che probabilmente James  ne avrebbe approfittato per qualche tiro mancino, e sapeva anche che non poteva rifiutarsi se voleva che l’umiliazione ormai palese venisse ritardata il più possibile.

-Ok, come vuoi… dobbiamo farlo qui?- rispose il Serpeverde con sufficienza sperando che la sua ansia non trasparisse.

-Oh, certo che no… non vorrai mica che  altri si aggiungano alla nostra bevuta- concluse James in tono fin troppo amichevole.

 

I due facevano una strana accoppiata mentre camminavano guardinghi per i corridoi del castello semi deserti. La prima ora di lezione era iniziata, e loro non erano in aula. A dirla tutta solo Scorpius non era in aula, James se l’era studiata bene visto che aveva la prima ora di buca.

 

-Qui è perfetto- Annunciò il Grifondoro  quando furono davanti una minuscola porta in un imprecisato corridoio del terzo  piano.

-… Un’armadio delle scope?-  chiese lievemente disgustato Malfoy, più preoccupato di dover stare a stretto contatto con James in un cubicolo che dello sporco che ci si annidava.

-Cosa volevi, un bar?-

 

I due entrarono dentro assicurandosi che nessuno fosse nei paragi. La cosa era di per sé molto ambigua. Chiusa la porta poi, lo stanzino sembrava anche più angusto del previsto e il buio non fece che aumentare i problemi.

Dopo un po’ infatti, James “accese” la bacchetta, sghignazzando nel vedere Scorpius a terra con la testa dentro un secchio di stracci.

-Devo dire che ti dona molto!- lo schernì.

Scorpius gli mollò un calcio diretto alla gamba, ma James prontamente fermo il suo piede schiacciandolo contro il pavimento prima che arrivasse a destinazione.

-Attento a te,  Malfoy..- e il suo tono suonò realmente minaccioso per alcuni attimi.

-E ora… Beviamo!-

Era incredibile come riuscisse a passare da uno stato d’umore ad un altro, in pochi secondi.

Un istante prima sembrava voler uccidere il Serpeverde, e un istante dopo sembrava fossero amici da una vita …

Stappò con i denti una delle bottiglie che aveva con se e la porse al suo “amico”

-Prima tu forza, e rimettiti in piedi-

Scorpius eseguì dolorante, probabilmente un grosso livido aveva già fatto capolino nel punto in cui James l’aveva colpito con il piede. Si tirò su.

Avvicinò la bottiglia alla bocca, e per un attimo gli parve di vedere James farsi più vicino e il suo respiro più ansioso, ma probabilmente era solo una sensazione.

Mandò giù una sorsata e immediatamente il fuoco iniziò ad avvampare nella sua gola, se avesse potuto avrebbe lanciato fiamme dal naso.

In pochi secondi era a terra a tossire mentre lacrime gli uscivano dagli occhi e il volto era diventato paonazzo.

-Lo reggi male l’alcool eh?-  Disse seriamente sorpreso James mentre stappava con i denti un’altra bottiglia e tracannava un sorso d’alcol doppio rispetto a quello del novellino.

Dopo averlo mandato giù si assicurò che il suo complice stesse bene. Lo scostò delicatamente con un piede e quello si rotolò per terra mostrando il volto sporco e gli occhi umidi.

-Vuoi che ti chiami la mamma..?- fece James con un tono fintamente ansioso.

-Piantala idiota, ora che abbiamo bevuto che altro vuoi?-

Scorpius iniziava a credere di non riuscire a reggere ancora a lungo le angherie del Grifondoro , più il tempo passava più la sua pazienza veniva meno. Eppure c’era qualcosa in lui che non gli permetteva di odiarlo, non del tutto.

-Oh beh, in realtà questa era la prima parte … ma non pensavo sarebbe stata così divertente anche questa. Vedi nel tuo whiskey avevo versato una cosina che ho trafugato la settimana scorsa dall’armadietto delle pozioni giù nelle segrete …-

James la prendeva per le lunghe, e la mente di Scorpius, nel panico, volò a tutti i possibili veleni e simili custoditi nella scuola.

James lo sapeva, lo vide dal sudore che iniziò a scendere come perle sulla fronte pallida del ragazzo.

-Oh, non ti preoccupare non morirai- Disse dopo che furono passati alcuni minuti, minuti in cui aveva goduto dell’inebriante sensazione che derivava dal saper di aver spinto la sua più cara vittima nel baratro.

-Vedi- proseguì - L’altro giorno mi trovavo a girare per le segrete, quando l’occhio mi è caduto sullo sportello dell’armadietto di pozioni… qualche stolto deve averlo lasciato aperto. E indovina un po’ ? ad aspettarmi ho trovato questa piccola ampolla-

Nel dirlo aveva sventolato davanti agli occhi del biondo una boccetta di cristallo con attaccata un’etichetta  ingiallita che però Scorpius non riusciva a leggere.

-Dice … Veritaserum. Sai cos’è vero?-

Non attese risposta, semplicemente assunse la sua aria più dotta e carismatica e cominciò a spiegare

-Il veritaserum, o siero della verità, è quel preparato magico che rientra nelle pozioni proibite dal ministero. La sua preparazione esatta richiede diversi mesi, e la sua consistenza deve essere tale  e quale quella dell’acqua … se non più inerte. Se non sei stupido come sembri avrai capito la sua funzione. Basterebbero alcune gocce di questo, e il più potente dei maghi sarebbe soggiogato, costretto a rispondere a tutte le domande che gli si potrebbero porre.

Nel tuo caso ho voluto esagerare, 5 gocce e  passa la paura-  Concluse con un sorriso, uno dei suoi soliti.

E questa volta più del solito Scorpius non riuscì a trattenere un’espressione estasiata nel guardarlo scintillare al buio.

-E a cosa ti serve farmi delle domande?- Chiese con tono vago Scorpius che si sentiva come galleggiare in una bolla d’acqua.

-Mi serve che le domande le faccia io intanto, quindi tu sta zitto. Iniziamo … poi vedremo come sfruttare meglio la cosa, se sei d’accordo ovviamente.- e sorrise ancora, nuovamente. Quei suoi sorrisi carichi di astio, ma così ammalianti..

-Si sono d’accordo-

-Bene, intanto toglimi una curiosità, tu e mia cugina state  insieme- 

-No-

-Sicuro??-

-Credevo sapessi che non posso mentire, genio- I tendini dei pugni stretti di James si tesero.

-rispondi e basta, sei sicuro?-

-Si sono sicuro-

-Ma lei ti piace-

-No-

-Lei lo sa?-

-Cosa deve sapere scusa?-

-Imbecille, lei lo sa che non ti piace, che non sei interessato!?-  James stava iniziando a perdere visibilmente la calma, e non Scorpius non capiva perché sembrasse tenerci tanto a sapere che tipo di rapporto ci fosse tra  lui e sua cugina Rose

-Si lei lo sa-

-Glie l’hai detto quindi …-

-No- non era una domanda quella di James, ma Scorpius la interpretò come tale. La risposta quindi fece suonare un campanello nella testa del Grifondoro .

-Aspetta! Non puoi essere sincero, devi per forza star mentendo … ma come è possibile, ti ho visto mentre bevevi il whiskey …-

-Perché starei mentendo?-

-Hai risposto che non ti dispiaceva se ti facevo delle domande, il che è assurdo considerato quanto bene ci vogliamo io e te, e poi hai detto che Rose sa per certo di non interessarti, ma tu hai detto

anche di non averglielo detto… insomma  se non stai mentendo tutto ciò non ha senso… devi star mentendo, per forza …-

-Se non sei sicuro perché non provi il mio whiskey tu stesso?-

Ormai erano in gioco, entrambi, e Scorpius decise di sfruttare la questione a suo favore.

-Ma che diavolo vai blaterando..-

-E’ l’unico modo che hai per sapere se sto mentendo-

-Ma…-

-Paura potter?-

-Ti piacerebbe.!- e nel dirlo aveva già mandato giù un quarto del contenuto della bottiglia dalla quale aveva bevuto Scorpius poco prima.

-Bene come ti senti?-

-Ah sta zitto…- Rispose James stizzito per l’idiozia appena fatta.

-Beh devo farti delle domande per assicurarti che tu non possa mentire e che quindi neanche tu l’abbia fatto- concluse vittorioso Scorpius che già sapeva cosa doveva fare per ribaltare la situazione e avere qualche appiglio anche lui.

-e va bene..-

-Chi ti interessa?- domandò a bruciapelo il ragazzo convinto di aver fatto centro.

James rimase per un attimo interdetto, poi andò per rispondere, sapeva che dire e non c’era pericolo che la cosa non funzionasse.

-Tu-

….

-hei no aspetta!- James era impallidito, persino alla luce fioca della bacchetta poteva vedersi. Questa volta era lui quello che sudava in preda al panico. Non aveva idea che la pozione funzionasse in quel modo. Se anche uno avesse voluto rispondere mentendo, la convinzione di star mentendo era presente solo fino all’istante precedente il pronunciare della risposta.

Solo riascoltando come un’eco esterno la propria voce ci si rendeva conto di quel che era stato detto. La pozione e prende possesso della bocca, non del fiato. Solo che è la bocca a modulare il fiato.

-Io volevo dire “nessuno”-

-Si lo so, e so che posso crederti, anche questa volta… a quanto pare hai realizzato come funziona solo che, wow… non mi aspettavo che tu, il grande sciupa streghe…wow, davvero. Sai che sei fottuto, vero?-

La serpe aveva affondato pienamente i denti nella carne, James sembrava sull’orlo di una crisi. Non solo odiava ammettere di poter provare attrazione per un ragazzo, la cosa che odiava di più era il provare quell’attrazione stessa.

In un lampo rosso fu sopra Malfoy,  la schiena curva su di lui, la bacchetta puntata alla gola.

-Protego!- eruppe l’altro che durante tutta la loro permanenza lì aveva avuto tempo a valanghe per prepararsi.

Il fiato di James era diventato pesante, sembrava un animale braccato, i suoi occhi rimandavano istinti omicidi.

-Non devi farlo… io ti capisco…- Scorpius ruppe il silenzio in maniera inaspettata, questa volta davvero non voleva ferirlo, neanche con  le parole.

visto che James sembrava non volerne sapere di calmarsi, continuò

-Sirius ...    - Era la prima volta che lo chiamava con il suo secondo nome, -quando mi hai chiesto di Rose, e del fatto che  lei sapesse o meno  di non piacermi, io ti ho detto di si, e ho detto di si anche quando mi hai chiesto se lei lo sapesse… Lei lo sa, perché sa che a me… si insomma, a me non piacciono le ragazza- Disse l’ultima frase in un soffio, e questa sola sembrò riuscire a calmare i nervi di James che apparentemente si fece più piccolo.

Indietreggio fino al muro e si lasciò cadere lì, seduto.

Il segreto del Veritaserum è che date l’immensità del concetto di Verità, se nessuno la chiede nessuno la dice tutta, e la verità in questo caso, prevedeva che Scorpius ammettesse che l’unico ragazzo che gli fosse mai interessato, nonostante le continue vessazioni, era proprio James.

 

I due rimasero lì seduti per svariati minuti, il tempo passava e nessuno dei due ci faceva caso.

A un certo punto la campanella della seconda ora suonò. Senza dire una Parola James si alzò e corse via, lasciando Scorpius solo al buio.

Con lo sguardo accarezzo le scope e le bottiglie che nel trambusto generale si erano riversate a terra. Poteva mettere in ordine, ma non voleva. Si limitò a guardarle con non curanza, perso in altri pensieri. Perso in un altro mondo: Lui interessava a James.

  
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