-Terapia di Gruppo-

Oliver uscì dalla rimessa delle scope sbattendosi la porta alle spalle, per poi dirigersi di gran lena verso lo spogliatoio del Grifondoro; le finestrelle erano già illuminate e il suo primo, terrificante pensiero fu quello di essere in ritardo per gli allenamenti: di solito arrivava in anticipo, ed era sempre lui a dover aspettare gli altri. Dopo aver controllato l'orologio da taschino il suo animo si risollevò: non solo era in anticipo come sempre, ma il resto della squadra si era finalmente deciso a prendere sul serio il campionato!

Aprì la porta piuttosto energicamente, pronto a lodare – ma mai troppo – i compagni, che però trovò in mezzo alla saletta, schierati uno di fianco all'altro, con le rispettive divise scolastiche. Perchè non avevano già indossato l'uniforme da quidditch?

“Beh', come pensate di allenarvi conciati in questo modo? Voi, ragazze, da quando giocate con la gonna? Svelti a cambiarvi! Non c'è tempo da perdere!”

nessuno si mosse, e Oliver sembrava mezzo confuso e mezzo infuriato. Katie Bell, una delle cacciatrici, fece un passo avanti vincendo la sua celebre timidezza:

“Senti Oliver, prima di iniziare gli allenamenti dovremmo parlare...”

La guardò perplesso: per quanto lo riguardava, non avevano proprio niente da dirsi! “Allora vediamo di fare in fretta, ci sono un sacco di tattiche da provare se vogliamo battere i Corvonero!”

“Proprio di questo dobbiamo parlare: non possiamo andare avanti così! Insomma... questa storia di vincere a tutti i costi, dei doppi allenamenti... ci sta mettendo troppo... in ansia, ecco!” Quella che aveva coraggiosamente preso parola era Alicia Spinnet.

Oliver li fissava stupefatto, ma prima che potesse prender parola e maledirli uno per uno mandando il Karma a fasi friggere, George Weasley, battitore, lo precedette: “Guarda che non è solo per noi, lo facciamo per il tuo bene!” l'altro battitore nonché gemello di Weasley, Fred, annuì “Sì, pensa se perdiamo e dovessi annegare veramente nelle docce dalla disperazione... non ce lo perdoneremmo mai!” naturalmente si riferiva al suicidio del loro capitano inutilmente tentato subito dopo la partita persa contro i Tassorosso.

“E poi quest'anno hai i M.A.G.O.! Sono più importanti del quidditch, no?” provò Potter, il giovane cercatore, ma nemmeno lui parve troppo convinto di quella frase.

Oliver li zittì battendosi le mani: aveva sentito fin troppo. Cos'era quella? Una specie di rivolta? Un ammutinamento al capitano?

“Insomma, cosa volete? E cos'è questa pagliacciata? Vi siete messi d'accordo per farci perdere, forse?” la sua non era un'espressione furiosa, no, era peggio! Angelina Johnson, la loro migliore giocatrice, fu l'unica a farsi avanti “E' una sorta di terapia d gruppo, Oliver!” Spiegò “cioè... i tuoi doppi allenamenti ci stanno sfiancando troppo, e ne va persino del nostro rendimento scolastico! Da un po' di tempo, poi, non parli d'altro se non di quid...” si zittì di botto, rendendosi conto che Oliver parlava solo di quidditch da... sempre!

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Quando la squadra tornò alla propria torre, due ore e mezza dopo, tutti avevano un'espressione stralunata e sconsolata. Lee Jordan, l'amico dei gemelli Weasley, gli corse incontro appena li vide.

“Allora, siete riusciti a farlo ragionare?” Fred scosse la testa “Beh', senza dubbio ha ragionato...” “Sì, e ha ragionato bene di aumentarci ancora gli allenamenti!” concluse George.