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Autore: Kagome008    01/04/2006    3 recensioni
terzo capitolo della mia saga cominciata con "al risveglio delle tenebre". Questa volta Inuyasha e compagni non saranno soli... a loro si unirà anke il gruppo di Ranma, ma per quale motivo? Il tempo sta per collassare su se stesso e l'unico rimedio è la separazione tra Inuyasha e Kagome!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Orbene e rieccomi a tormentarvi la vita, vi eravate dimenticate di me? O meglio, stavate parlando di me?(Alla Paolo Bitta, un uomo chiamato contratto!)
Comunque, tralasciando vaneggiamenti vari, come state? Passate bene le vacanze? Ormai ci conosciamo quindi devo proprio dilungarmi a spiegare qualcosina sulla ff?
Va bene, allora, da dove comincio? Questa ff è il seguito di AL RISVEGLIO DELLE TENEBRE, che è a sua volta il seguito di IL MIO DESTINO è CON TE, quindi, mettiamo caso che tra voi ci siano nuovi lettori, sono tutti cortesemente invitati a leggersi le storie precedenti, sempre, ovviamente, che ne abbiate voglia!^^ Allora, come annunciavo alla fine di AL RISVEGLIO…, questa ff vedrà come protagonisti il gruppo di Inuyasha, il che è ovvio, e quello di Ranma! Inuyasha e Kagome stanno finalmente insieme, molto insieme se mi permettete la citazione dell’ultimo capitolo, e dopo aver sconfitto Naraku e Mahoo, la miko di tenebra conosciuta in AL RISVEGLIO ecc, sembrano condurre una vita normale…dico sembrano perché io ho avuto la bellissima idea di tormentargli ancora la vita, mi vecchia abitudine che voi conoscete bene senza dubbio!^^ Quindi, dopo tutto questo papiro iniziale, vi lascio al primo capitolo di:L’EQUILIBRIO DEL TEMPO!
Ah, quasi dimenticavo, Inuyasha è diventato uno youkai e Kagome un’umana immortale, ma penso già lo sappiate!^^

Leggenda: -< discorso > -“ pensiero”

L’EQUILIBRIO DEL TEMPO
CAPITOLO 1
QUANDO IL PRESENTE SI FRANTUMA

Grandi nubi nere solcavano il cielo plumbeo,disegnandosi alte tra i lampi di gialla tristezza che rigavano la volta di stelle coperta dalla spessa coltre di pioggia.
Gocce… pesanti ed intense gocce di pioggia scendevano a bagnare le alte mura del possente castello di tenebra, mentre i lampi si riflettevano in abbaglianti riflessi sulle lisce tegole delle torri dal tetto spiovente. Un irreale silenzio, interrotto solamente dallo scrosciare della lacrime d’angelo, rimbombava sordo per i lunghi e mal illuminati corridoi del castello, dove la luce tenue delle piccole fiaccole appese alle pareti si spargeva bieca, mossa come di vita propria dal sibilare giocoso del vento, o forse, più suggestivamente, dalla presenza di un qualche spirito eternamente tormentato.
La grande sala del trono, illuminata appena dalla luce del limen, dalla luce di quella soglia che per un soffio stava per essere riaperta, era immersa nel silenzio, mentre due sacerdotesse, vestite di un elegante veste azzurra da miko, sedevano in quella calma irreale nei pressi del grande trono di marmo nero,ora libero e sempre vuoto dalla sua millenaria proprietaria.
Il grande castello di Mahoo era ripiombato in una calma ed una tranquillità quasi irreale da circa un mese, ossia da quando il kokoro ni ha, il colpo segreto di tessaiga e la ai no tama, la sfera dell’amore, avevano definitivamente sconfitto la sacerdotessa nera e il suo demone Yuta, fatto a pezzi in quella stessa sala del potere del nobile principe dei demoni, il potente Sesshomaru.
Dopo la definitiva sconfitta della sacerdotessa di tenebra, il limen, la soglia al mondo dei morti dannati, era costantemente tenuta sotto controllo da un gruppo scelto di miko dell’Ovest, attente e vigili che nulla si strano accadesse in quel luogo di precario equilibrio tra i due mondi.
-< E quindi, dopo aver esaudito il desiderio della figlia di Midoriko, la shikon no tama si è purificata ed è scomparsa, sciogliendo così il sigillo che teneva Mahoo prigioniera negli inferi! > finì di raccontare la sacerdotessa dalla folta chioma bionda, mentre la sua compagna si perdeva nell’ammirare la pallida luce che filtrava dal grande buco sferico sul soffitto nero.
-< Cavoli… mi viene la pelle d’oca al solo pensiero di quello che potrebbe trovarsi oltre quella luce! > disse la seconda sacerdotessa -< Per fortuna siete riusciti a fermare Mahoo… sai Temari, mi sarebbe piaciuto esserci! >
-< è stato davvero difficile! > rispose Temari, volgendo anche lei lo sguardo al limen e toccandosi distrattamente la biglia che le pendeva sul collo, la shiyosoo no tama, la sfera dei 4 elementi -< Se non fosse stato per Inuyasha e Kagome dubito che la cosa si sarebbe poi risolta in nostro favore! > finì di raccontare la miko dell’Ovest.
Temari aveva richiesto ed assunto l’incarico di sorvegliare il limen, ed aveva passato così, quasi un mese intero,ad ispezionare tutto il castello, perdendosi nella vastità di quel possente edificio in compagnia di Kisa,una giovane sacerdotessa, più o meno della sua stessa età, che le era stata affiancata direttamente da sua nonna, la somma e saggia Kyo.
Il carattere e l’atteggiamento della giovane bionda dell’Ovest erano notevolmente migliorati, sebbene la pesante aura che avvolgeva tutta quella grande dimora del male la inquietassero non poco e, la facessero temere, che non tutto era finito, che non tutto si era finalmente concluso con la morte di Mahoo.
-< Temari… > disse d’un tratto Kisa, distraendola dai suoi pensieri.
Un lampo scese dal cielo, seguito a ruota da un intensa serie di squarci ripetitivi, che rigarono tumultuosi il cielo plumbeo, alzando un frastuono quasi assordante.
-< Cosa c’è? > domandò la giovane miko.
-< Cosa… cos’è quello? > chiese con voce febbrile l’aspirante sacerdotessa (Kisa), puntando un dito in direzione del limen.
Temari alzò lo sguardo: sottili venature rosse si stavano disegnando sulla liscia superficie di pallida luce.
-< Ma che… > sussurrò Temari, alzandosi di scatto in piedi.
Una piccola goccia rossa, come tinta di sangue, cadde dal grande buco concavo.
-< O kami-sama… > disse in un bisbiglio Temari -< … è ancora troppo presto… >
***
La grande pendola rintoccava di secondo in secondo, scandendo il passare del tempo.
L’alba era sorta da poco e la calma, quasi irreale, che avvolgeva il piccolo ristorante aveva qualcosa di ristoratore e di magico, qualcosa che, lì, in quel dato posto, era davvero difficile da assaporare. Piccoli spiragli di luce filtravano attraverso la porta d’ingresso, illuminando appena i tavoli vuoti, ma già preparati la sera precedente, del piccolo locale.
Un leggero odore di fritto permaneva nella piccola stanzina, mentre un’anziana donna, apparentemente nel mondo dei sogni, sedeva silenziosa e con gli occhi chiusi ad uno dei tavolini, tenendo sotto braccio sempre il fido bastone.
Durate tutta la sua lunga vita, le notti insonni, soppratutto con il sopravanzare della vecchiaia, erano diventate ormai un abitudine non troppo pesante, che le brevi pennichelle che due ore di fragile sonno le regalavano, sapevano riposarla e tranquillizzarla senza troppi problemi. Ma quella notte, quella notte e quell alba, avevano qualcosa di strano, qualcosa che si agitava sommesso e silenzioso nel prossimo futuro, qualcosa che non le dava pace e che l’avvertiva di un imminente pericolo. Non che non fosse abituata a mostri, maledizioni ed incantesimi di ogni sorta, solo che questa volta la cosa sembrava molto più seria e pericolosa.
Improvvisamente, aprendo i piccoli occhietti vispi, una luce opaca, nascosta sotto le sue vesti abitudinari, la distrasse dai suoi vigili pensieri.
Portandosi una mano sotto la tunica e tirandone fuori la collanina, noto che, il piccolo ciondolo che teneva tra le mani, risplendeva di una luce accecante, che si spargeva per tutto il piccolo locale, allungando le ombre degli oggetti come strumenti per giganti. Constatando quel fatto inspiegabile con un piccolo sorriso tirato sul volto rugoso, si alzò di scatto, aggrappandosi al bastone ed incominciando a saltellare, come era solita fare, spostandosi con una velocità inaudita.
Lo aveva sempre saputo… prima o poi sarebbe giunto quel momento, forse non a lei, forse tra mille anni, ma prima o poi, com’è inevitabile che le cose cambiano, così era inevitabile che il ciondolo si sarebbe messo a brillare. Era solo una bambina, lei, la vecchia Obaba, quando sua madre, la giovane capo tribù delle amazzoni cinesi, le aveva consegnato quella strana collana e le aveva raccontato quell antica leggenda… quanto tempo era passato da allora? Tanto, troppo tempo, eppure sembrava ricordare ancora come fosse stato oggi le sue parole, il modo di raccontare quella storia e la sicurezza che trasmetteva nel spiegarle quella sorta di maledizione, quel segnale che tutto avrebbe avuto inizio e fine al lampeggiare del ciondolo.
-< Shampoo! > urlò con voce gracchiante la vecchia Obaba, giungendo in camera della nipote a furia di piccoli saltelli in groppa al suo vecchio bastone di scuro legno -< Svegliati Shampoo! >
La giovane ragazza cinese, dalla folta chioma violacea, si mosse nervosa nel sonno, scalciando il lenzuolo e tuffando la testa nel suo morbido cuscino.
-< Shampoo! > urlò ancora la vecchia amazzone, avvicinandosi al letto della nipote. -< Che c’è nonna? > sbuffò Shampoo, alzandosi a sedere sul suo soffice letto -< Saranno si e no le tle di mattina! > disse seccata, con il suo solito ed inconfondibile accento cinese.
-< Devi fare una cosa per me! > disse diretta Obaba.
-< Di che si tratta? > domandò la nipote, stropicciandosi gli occhi.
-< Preparati e raggiungimi di sotto! > le rispose in un sorriso la nonna -< Poi corri a chiamare il consorte! >
***
-< Kisa! > urlò Temari, mentre correva a perdifiato lungo i corridoi del buio castello -< Avanti! Dati una mossa! >
La giovane aspirante sacerdotessa correva agitata dietro la bionda dell’Ovest, girandosi a tratti a guardare l’acqua tinta di rosso sangue che le seguiva tumultuosa e violenta.
Dapprima piccole e rade gocce scarlatte ,poi sempre più intense, fino a diventare come una rossa pioggia di sangue, avevano incominciato a scendere d’un tratto dal limen rigato di vene rossastre.
-< Cosa diavolo succede? > urlò Kisa in preda all’agitazione -< Cos’è tutta quest’acqua? > -“ sempre che sia acqua!” pensò, mentre con Temari usciva di corsa dal grande portone del castello, senza fermarsi, continuando a correre a più non posso in preda ad un terrore che forse era veramente caduto dagli inferi. Si fermarono solo dopo parecchi minuti, ormai distanti molti e molti metri dal castello, distinguibile ora solamente dalla metà in su, visto che la fitta foresta e le alte chiome degli alberi ne impedivano la visuale completa.
La pioggia continuava a scrosciare feroce, sempre scandita dai lampi che rumoreggiavano alti nel cielo di tenebra.
-< Cosa… cosa è successo? > chiese Kisa in un filo di voce, con il fiato rotto nel petto.
Un sordo boato riecheggiò in tutta la foresta, rincorrendosi con i tuoni del violento temporale. D’improvviso il castello, imponente e solido, si accartocciò su se stesso, frantumandosi come un castello di carte.
Una grande nuvola di polvere si alzò allora oltre le frasche che separavano le due miko dal cumulo di macerie, alzandosi alta nel cielo quasi a consolidarsi come un nuovo edificio costruito di polvere e frastuono.
-< Il castello è crollato! > disse stupita Kisa, rimanendo immobile a fissare il vuoto di fronte a lei -< Cos’è successo Temari? >
-< Ad Ovest… > disse seria la bionda sacerdotessa -< Andiamo al nostro villaggio, poi diritte verso Edo! >

Continua capitolo 2…

Vi è entrata questa fastidiosissima pulce nell’orecchio?
Ah ah ah… a breve il prossimo capitolo! La storia vi sorprenderà!
Ricordate, commentate, commentate e commentate! Baci, vostra Kagome008
  
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