NOTE
DELL’AUTRICE:
Ciao
a tutti! Questa è
la prima volta che scrivo, quindi sono abbastanza inesperta. Ho voluto
provare
perché ho sempre adorato la lettura, e volevo creare
qualcosa di mio sulle mie
due Sailor preferite. Detto ciò, spero che la storia vi
piaccia e che non sia
troppo noiosa!
DESCLAIMER:
I
personaggi
appartengono all’immensa Naoko Takeuchi, la trama
è frutto della fantasia
dell’autrice e le appartiene.
PROLOGO:
DOVE FINISCE LA VITA
Era
tutto
buio.
Non
riusciva
a vedere altro che nero intorno a lei e non capiva dove si trovava,
sembrava
come se fluttuasse: una sensazione di torpore caldo pervadeva il suo
corpo,
come se stesse per rinascere di nuovo dal ventre materno.
Si
sentiva
intorpidita e aveva tanto sonno, così chiuse gli occhi e,
come lampi nel cielo,
delle immagini balenarono nella sua mente, veloci come saette ma chiare
e
limpide come la pellicola tagliata di un film.
Vide una
ragazza bellissima: aveva gli occhi di un blu intenso come lo zaffiro,
i
capelli fluidi e del colore del mare, la sua pelle candida e perfetta
era
avvolta da un abito lungo fino ai piedi dello stesso colore
dell’acqua marina
più limpida e pura.
Non
riuscì a
riconoscerla subito, l’aveva già vista ma non
ricordava dove... più la guardava
e più le batteva forte il cuore, le mozzava il fiato, come
se quella eterea
figura fosse stata il suo ossigeno per tutta la vita... già,
vita. Ma quale
vita?
Divenne
ancora più confusa, non riusciva a capire...
Perché quella ragazza la colpiva
tanto?
Poi vide una
battaglia: persone che urlavano, tutto veniva distrutto sotto i suoi
occhi,
tutto cadeva in rovina; rivide la ragazza dai capelli acqua marina, era
ferita
e poteva vedere il terrore della morte nei suoi occhi.
Infine un
boato, tanto forte da far svenire, e poi... Il silenzio. Un pesante,
insopportabile silenzio, di quelli che ti fanno smarrire la mente e
perdere la
ragione.
“Ma
cosa
diavolo mi è successo? Chi è quella ragazza?
Cos’è questa sensazione di... morte?”
Improvvisamente
tutto si fece chiaro, come quando il vento porta via le nuvole cariche
di
pioggia permettendo alla Luna di inondare tutto con la sua luce.
Sentì
come
una scossa che le attraversava la spina dorsale, la memoria offuscata
divenne
limpida e chiara come acqua di sorgente.
... E si
sentì morire.
I suoi occhi
verdi come smeraldi si riempirono di lacrime, non aveva mai provato
tanto
dolore in vita sua: frustrazione, delusione... Disperazione. Una colpa
peggiore
di ogni dannazione divina, un peccato mortale.
“Ho
fallito
la missione... tutto è stato distrutto... e ho perso loro...
e lei. Ho perso
lei.”
Ricordò
di
un combattimento, durissimo e sofferto, qualcosa che mai avrebbe mai
nemmeno
potuto immaginare di affrontare: tutto ciò che era la sua
vita qualche mese
prima crollò come un castello di carte nel giro di pochi
secondi, nel tempo di
movimento di una mano che cala il colpo fatale.
Delle fredde
lacrime rigarono il suo viso, se avesse avuto la possibilità
di scomparire lo
avrebbe fatto senza indugiare un istante... forse era quello che stava
succedendo.
“Cosa
ne
sarà di me ora?”
Sentì
freddo,
come se lentamente il fuoco che animava il suo corpo si stesse
spegnendo: la
sonnolenza diventava più pesante e invitante, una tentazione
irrefrenabile ed
irresistibile a cui abbandonarsi, così chiuse gli occhi
carichi di dolore e
cadde in un lungo sonno.
Quella
però
non era la fine, ma l’inizio di una nuova vita... o di una
nuova maledizione,
ciò dipendeva unicamente da lei e dal fato.
Nel suo
profondo riposo, rivisse ciò che era la sua esistenza prima
dell’oblio, come
monito per il futuro in avvenire.