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Autore: lostintheecho    04/08/2011    4 recensioni
{FF Neff}
‘Perché…è per la patria. Al nostro ritorno sarò…un eroe.’ gli rispose sorridendo Jeff, bevendo d’un sorso la sua birra.
‘Sciocco.’ Gli rispose Duvall scocciato, facendo cenno di alzarsi.
‘Tu non capisci. La patria…’ introdusse Sterling venendo subito interrotto da Nick ‘La patria di qua, la patria di là. Jeff, parli come un bimbo che crede nei supereroi. E i Supereroi, caro amico mio, non esistono.’ Le sue ultime parole suonarono dure alle orecchie di Jeff.
‘Questo, è quello che pensi tu.’ Il biondo si alzò e portò un braccio a cingere il collo dell’amico, camminando fino alla porta.
‘Lo pensano tutti, Jeffrey.’ Gli rispose guardandolo dolcemente, scoprendo che anche il biondo lo stava facendo. Ritrasse subito il volto, e lo spostò alla sua sinistra vuota.
Genere: Drammatico, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kyaaaaah! Buon giorno **
La vecchia (ma quando mai? x°D) Lisa è ritornata con le sue Neff **
Questa volta è una scritta di mio, non una traduzione (sicuramente piacerà poco me lo sento T^T)
Ma ora vi lascio a questa lagna x°D
P.S. è giusto informarvi, che questa FF mi è nata vedendo 'Capitan America: Il primo vendicatore', e da li sono andata a finire a un video dei My Chemical Romance: The Ghost of you (di cui, io, vi consiglierei di sentire per tutto il tempo della FF x°D)

Ma ora, 

Alla FF u__u
L/J



The Ghost of You.

‘Nicholas Duvall.’
 
Il nome di un ragazzo non troppo alto, moro e muscoloso quanto necessario, risuonò nella saletta d’attesa del dottore.
Il ragazzo si alzò lentamente e si avviò nella stanza del dottore.
Uscì dopo pochi minuti e si avviò alla porta, facendo l’occhiolino al suo amico seduto a pochi passi da lui.
 
‘Jeffrey Sterling.’
 
Era il suo turno.
Era preso dall’assistente del dottore che gli indicava di entrare, e non vide il suo amico uscire, o rispondergli.
Entrò lentamente, come se dovesse affrontare un processo.
 
‘Allora lei è… Jeffrey Sterling?’
 
Il biondo alzò gli occhi da terra, e guardò l’uomo alto quanto lui, ma molto più robusto.
 
‘Cittadinanza: Americana. Altezza: 1.85m’
 
Il dottore si aggiustò gli occhiali, e si schiarì la voce.
 
‘Signor Sterling. I suoi connotati non sono niente male. Ma lei…non è il genere di uomo che cerchiamo per una guerra.’
 
 ‘C-cosa?!’ Jeff impallidì. ‘Io..io devo!’ disse tremante.
 
‘Oh, signor Sterling. Lo sa che questa è una battaglia, e potrebbe morire no?’ voce dell’uomo divenne di un tono più stridula.
 
‘Certo che lo so! Ma..io devo farlo per il bene della patria!’
 
Il medico sbatté una mano sul tavolo.
 
‘Ha 20 anni! Perchè non capisce il pericolo che corre? Io la sto salvando
 
‘Non mi interessa.’ Disse il biondo infilandosi la camicia, che non portava già da fuori nella saletta.
 
‘… come vuole.’ Il dottore prese uno dei tanti timbri posizionati sulla scrivania, e lo posizionò sul foglio, il quale gli indicava dove era stato assegnato. Porgendoglielo gentilmente.
 
Quando Jeff era arrivato sull’uscio della porta sentì un flebile ‘buona fortuna’ che ignorò.
 

 
‘Davvero…io non ti capisco. Perché…perchè vuoi arruolarti a tutti i costi? I tedeschi non sono tipi che demordono facilmente.’ chiese Nick, girando il volto verso il biondo, ancora appoggiato ai suoi gomiti, sul vecchio bancone, di quel vecchio ma affollato locale.
 
‘Perché…è per la patria. Al nostro ritorno sarò…un eroe.’ gli rispose sorridendo Jeff, bevendo d’un sorso la sua birra.
 
‘Sciocco.’ Gli rispose Duvall scocciato, facendo cenno di alzarsi.
 
‘Tu non capisci. La patria…’ introdusse Sterling venendo subito interrotto da Nick ‘La patria di qua, la patria di là. Jeff, parli come un bimbo che crede nei supereroi. E i Supereroi, caro amico mio, non esistono.’ Le sue ultime parole suonarono dure alle orecchie di Jeff.
 
‘Questo, è quello che pensi tu.’ Il biondo si alzò e portò un braccio a cingere il collo dell’amico, camminando fino alla porta.
 
‘Lo pensano tutti, Jeffrey.’ Gli rispose guardandolo dolcemente, scoprendo che anche il biondo lo stava facendo. Ritrasse subito il volto, e lo spostò alla sua sinistra vuota.
 
‘Casa?’ disse a bassa voce che quasi sembrava un filo di vento.
 
‘Certo.’ Il Biondo ritrasse il braccio dalle spalle dell’amico, e con fare incerto, porse la sua mano, attendendo quella dell’amico, che gliela stringesse forte. Ma quel momento non arrivò.
 
‘Jeff, non puoi pretendere questo. In Pubblico.’ Gli rispose Duvall ancora con lo sguardo rivolto al terreno umido sotto i propri piedi.
 

 
Un giorno prima della partenza per l’Europa in pericolo.
In una spoglia camera, di una spoglia casa.
Vivevano insieme. Tutti sapevano, che essendo amici di infanzia, non ci poteva essere niente di ambiguo.
 
‘Hey Nicky…’ Disse Jeff, steso sul suo lettino giocando con una pallina di gomma, girando la testa verso il letto di fronte a lui, quello di Nick.
 
‘Dici in fretta Jeff. Questa sarà l’ultima occasione che potrò leggere…e non so quando potrò farlo di nuovo.’  Rispose Nick, chiudendo il libro, e sistemandosi gli occhiali.
 
‘La nostra…non è amicizia vero?’ disse il biondo alzandosi e andandosi a sedere affianco a lui.
 
‘Sei forse scemo? Vuoi dirmi che non siamo amici?’ gli rispose Nick ridendo, scompigliandogli i capelli, e, cercando di non arrivare al punto. Sapeva cosa stava per dirgli.
 
‘Non intendevo che non siamo amici…volevo dire…noi andiamo…oltre l’amicizia no?’ abbassò il capo verso il pavimento giallo. ‘Allora…è…amore?’
 
‘Jeff, io non so dirti se questo è amore o meno, ma so che… i nostri baci…e tutte le altre effusioni che ci diamo…sono sbagliate.’ Gli rispose il moro, con un tono di amarezza nella voce.
 
‘Sbagliato? Come puoi dire che è sbagliato se è una cosa che ti viene dal cuore?!’ Jeff stava cominciando ad arrabbiarsi, e guardò frustato il suo amico. Non poteva starsene zitto e sentire che quello che provava era sbagliato.
 
Nick si avvicinò a lui e poggiò il capo sul suo.
‘Ma noi continueremo a sbagliare.’ Gli disse rassicurante, sorridendogli dolcemente.
 
Jeff si avvicinò alle labbra dell’amico, fino a catturarle e farle sue. Gli sembrò che il tempo si fosse fermato, e tutto, sarebbe rimasto così per sempre.
Si staccarono molto dopo, solo per bisogno di aria.
Nick si alzò da letto svogliatamente e si avvicinò alla porta del bagno.
 
‘E’ meglio che ci prepariamo…domani dobbiamo partire e…mi mancheranno questi momenti, Jeffrey.’ Disse aprendo la porta, facendo una smorfia di tristezza.
 
‘…mancheranno anche a me.’
 
Nick si chiuse la porta alle spalle e aprì la fontana, sciacquandosi il volto, dalle lacrime, che non tardarono a scendere.
 
Il biondo si alzò e si appoggiò di schiena alla porta.
 
‘Nicky…volevo dirti anche…che ti amo.’
 

 
Erano sbarcati velocemente dalle navi, e entrati nel territorio Italiano.
Ci furono molti bombardamenti, e molti compagni si fecero male.
Male per sempre.
Jeff e Nick camminavano quasi sempre vicino velocemente, nascondendosi spesso dietro le cune di sabbia, o gli edifici ormai andati distrutti.
Erano passati giorni dalla loro partenza.
E quel giorno, sembrava particolarmente calmo.
Quando Nick spostò gli occhi stanchi dalla sua arma, vide solo Jeff gettarsi a terra.
Susseguì un esplosione, e fuoco.
…e sangue.
Nick corse verso Jeff, con le lacrime, che già scendevano dai suoi occhi.
La rabbia e la tristezza lo colmarono.
 
‘COS’HAI FATTO PEZZO DI IDIOTA?!’
 
Jeff alzò di poco il capo, con le ultime forse ‘Nicky…ora…sarò un eroe?’ gli chiese sorridendo, mentre la luce nei suoi occhi spariva.
 
Le lacrime calde di Nick caddero sul corpo privo di vita dell’amico
 
‘Perché..Perchè proprio quando ero pronto a dirti che ti amavo?’
 
Il moro prese la sua mano, e la strinse forte, accasciandosi sul corpo mutilato.

And all the things that you never ever told me
And all the smiles that are ever gonna haunt me 

...

And all the wounds that are ever gonna scar me
For all the ghosts that are never gonna...(*)


 
‘Non sono qui per farvi un discorso senza senso, o troppo lungo.
Sono qui, solo per onorare, gli eroi, che Sessantesei anni fa, sono morti per noi.
Per la nostra patria. E per la pace.
Soprattutto a quei giovani ragazzi, come il soldato Sterling che per salvare gli altri, si fece scudo col suo corpo. E al soldato Duvall…che rimase con lui…fino alla fine, mano nella mano.
 
Il presidente degli Stati Uniti d’America, scese dal piccolo palco allestito fuori dal cimitero. Poggiando sul cancello una ghirlanda.
Ai nostri eroi.






(*)E tutte le cose che non mi hai mai e poi mai detto 
E tutti i sorrisi che mai mi perseguiteranno 
...
E tutte le ferite che non mi sfregeranno mai 
Per tutti i fantasmi che mai mi…

 
   
 
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