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Autore: Eliessa    04/08/2011    0 recensioni
Le persone che amiamo non dobbiamo lasciarcele scappare. Quando capiamo di amare qualcuno, dobbiamo lottare per i nostri sentimenti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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… Sono ormai passati alcuni mesi da quando Anna si è trasferita a Trieste, ed ora mi ritrovo solo a casa. Siamo in estate, io e Anna prendevamo le ferie la stessa settimana, per stare insieme come due buoni amici, mentre adesso sono solo, completamente solo.
 Mi è rimasto il lavoro, e se non fosse per Elena che qualche volta prende l’iniziativa per andare a cena fuori, o a casa sua con Davide non avrei più nulla per cui vivere.
Certo, con Anna ci sentiamo spesso, ma non è lo stesso. Non ho trovato il coraggio di andarla a trovare. Rivederla mi fa male, perché so che non potrà mai essere mia. Lei aveva capito tutto, aveva capito ciò che provavo per lei, aveva capito che l’amavo ed era vero. Ero cambiato, però mi sono rifugiato in una bugia.
Pensavo: “Sono gay, non posso stare con Anna”; mentre lei era il mio più grande desiderio.
Passare le giornate insieme, la sera sul divano, con la nostra coperta, un film in tv, io e lei, insieme…
Finalmente potevo averla, ma la paura mi ha fatto commettere il più grande errore della mia vita.
Il giorno mi sembra ancora di sentire i sui passi, lei che gira per casa, la mattina, quando si alzava e mi veniva a svegliare per la colazione… la sera quando torno a casa sono sempre convinto di trovarla ai fornelli, mentre cerca di cucinare, ed io che le faccio da cavia per ogni nuova ricetta che crea… Ma quando arrivo a casa c’è solo silenzio. Un silenzio da far paura.
Che cretino che sono stato, potevo avere una famiglia, la mia, e l’ho persa. Ho perso questa possibilità…
Sono sul divano e sento bussare alla porta. È Elena. Entra, si dirige sul tavolo e dice: “Pizza, birra e c’è anche il dolce. Ceniamo insieme, così parliamo un pò.”
Ecco, a volte lei sembra il mio angelo custode, nei miei momenti di depressione arriva,  e riesce a levarmi il malumore.
Parliamo, ci confidiamo come sempre, ed alla fine l’argomento Anna esce sempre. Anna, la mia Anna….
Elena ripete che sono un cretino, dovrei raggiungerla e confessarle tutto, ma se lei è felice lì, insieme al suo ragazzo, con la sua bambina, perché dovrei andare io a rovinarle la vita per la seconda volta?
Elena: “Cazzo Luca, quando parli di lei ti brillano gli occhi, guardi le sue foto e senti che ti manca, queste sono cose che può provare solo una persona innamorata, e tu lo sei. Devi andare da lei, non puoi stare così. È da mesi che tu non vivi più. Fregati di tutto e tutti, per una volta pensa solo a te stesso.”
Ha ragione, devo andare, anche se ho paura di una sua cattiva reazione. Ma ho deciso, io vado, se andrà male, almeno potrò dire di averci provato.
Luca: “Sai che ti dico, domani mi prendo un giorno di vacanza. Vado da lei.”
Elena: “Hai aspettato anche troppo tempo, dovevi impedire che lei partisse, ma adesso vai e riprenditela, la sua casa… la vostra casa è qui a Roma.”
 
Elena ha ragione, questa volta ho tutte le intenzioni di andare da lei e parlarle con il cuore in mano. Prenderò il primo aereo possibile per raggiungerla, e una volta lì niente e nessuno potrà fermarmi.
Il giorno dopo, mi sveglio e dopo aver preso un caffè, prendo la mia tracolla con il pc, e via.
Non ho intenzione di portarmi nulla, non intendo restare lì. Prendo le chiavi dell’auto ed esco, oltrepasso il cancello… ma qualcosa, o meglio qualcuna…
Una ragazza con un pancione, è lei… Mi avvicino e lei mi viene incontro. Non ci credo, io stavo andando a riprendermela e lei era già qui. Mi sussurra nell’orecchio: “Non posso starti lontana. Ti amo.” Poi… Poi sento un colpo ed Anna non era più tra le mie braccia. Era a terra, stesa in una pozza di sangue. Non ho visto chi le ha sparato, ed anche se il mio senso da poliziotto mi dice di andare dietro di loro non lo faccio. Anna non la lascio.
“Ehi Anna, non puoi lasciarmi. Io stavo venendo a prenderti, ma tu mi hai fatto la più bella sorpresa che potessi ricevere trovandoti qui, non puoi abbandonarmi. E poi, Anna io ti amo, ti ho sempre amato.”
Sono in lacrime, chiamo un ambulanza, e subito dopo Elena. Le comunico la targa della moto, ma le chiedo anche di raggiungermi in ospedale.
In ambulanza, i medici dicono che la situazione è critica. In ospedale Anna viene portata subito in sala operatoria. Ha un proiettile vicino un polmone, ma rischia anche di perdere la bambina.
Mente Anna è sotto i ferri, sento una persone che mi abbraccia da dietro la schiena. È Elena con Davide. La stringo forte, le dico che abbiamo fatto in tempo di dirci che ci amiamo, ma non basta. Lei deve uscire da quella stanza.
Elena mi conforta. Da quella grande porta entrano ed escono medici in continuazione, ma mai un medico che mi aggiornasse sulle condizioni di Anna.
Mi sento sull’orlo di una crisi, non riesco a reggere questa situazione. A nulla in questo momento servono le parole di Elena…
Dure ore dopo un medico si avvicina a me.
“Signor Benvenuto, la ragazza è fuori pericolo. Abbiamo fatto nascere la bambina prematuramente perché stava rischiando di morire, ma è in ottima salute, leggermente sotto peso, ma sta bene.”
“Posso vedere Anna?”
“Tra poco la portiamo nella stanza, e potrà raggiungerla. Arrivederci.”
“Luca, hai visto, non ti ha lasciato solo. Ora vai da lei, noi entriamo dopo.”
 
Arrivo sulla porta della stanza dov’è ricoverata, con una flebo al braccio, e uno sguardo un po’ sofferente, ma felice per aver dato alla luce sua figlia.
Anna mi fa cenno di entrare e mi dirigo da lei. Nella stanza siamo soli, non c’è nessuno.
“Anna, fammi parlare, perché non so se ritroverò mai il coraggio di dirti quello che… Io ti amo e non voglio perderti di nuovo. Non m’importa del tuo nuovo ragazzo, ma io devo dirtelo che non posso stare senza te.”
“Sc… Luca, sono tornata per te. Leandro mi ha abbandonata, lasciandomi sola due mesi fa… E quando ho trovato il coraggio di vederti di nuovo, sono arrivata.”
“Quel bastardo ti ha lasciata?”
“Fare il padre, avere una famiglia… tutte cose lontano dal suo mondo.”
“Anna, mi vuoi sposare?”
“Si, amore mio.”
“Eh, senti… visto che adesso noi formeremo una famiglia, che dici se alla bambina do il mio cognome? In futuro le racconteremo la verità”
“Non voglio che tu ti senta costretto. Non vorrei che ti pesasse questa situazione.”
“Noi saremo una famiglia. Io, te, la piccola… E Abel dov’è?”
“Da un’amica, però noi vivremo qui, e quindi lo andrai a prendere e solo allora saremo una famiglia.”
“Anna, quanto mi sei mancata.”
Ecco che arriva un’infermiera.
“Allora, che nome metto alla bambina?”
“Giulia ti piace come nome?” Luca annuisce. “Metta Giulia Benvenuto.”
“Ecco la bambina, io vado via.” Entrano Elena e Davide.
“Allora, dov’è la piccola?”.
“Elena, che bello vederti. Ecco, lei è… Giulia Benvenuto.” Elena fa una faccia sorpresa.
“Poi parliamo.”
“Allora, auguri.”
“Grazie.”
 
Due giorni dopo. Entro a casa, ma non sono solo, sono con Anna, Giulia e Abel. Sono con la mia famiglia, e adesso nessuno potrà mai dividerci. Ora staremo insieme, per sempre.
   
 
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