Mars was
bright
that night
I.
Erano i
primi giorni di giugno. Le stelle erano comete gialle e rosse.
Sinestesia: i
colori erano sapori. Le stelle gialle sapevano di limone e quelle rosse
di
fragola. Sirio brillava così intensamente che pareva
sorridesse. Aveva un vago
odore di Whisky Incendiario. Ciao, Sirius. Poi schizzò via,
il malandrino. Vagò
come un bolide nel cielo buio e si scontrò con
‹‹Non
credo, signorina Weasley, che le stelle siano visibili a occhi
chiusi.››
Ginny
sobbalzò e sbatté la fronte contro il suo
telescopio. ‹‹Mi scusi, professoressa
Sinistra, mi scusi…››
‹‹Dovrai
impegnarti
un po’ di più se intendi passare i tuoi G.U.F.O.
col massimo dei voti, Weasley,››
disse la professoressa.
‹‹Stai
bene, Ginny?›› chiese Luna. Era al telescopio
accanto e annotava con la sua
calligrafia ariosa i dati delle costellazioni.
‹‹Sì.Uh,
un
po’ di stanchezza. Dove devo puntare?››
‹‹Gemelli.
Stiamo studiando Polluce.››
Il suo
era un vecchio telescopio d’ottone, e per puntarlo servivano ore.
C’era
qualcosa di rosso e vivace nel suo campo visivo.
Aumentò
la profondità. Marte era rosso e luminoso.
‹‹Luna,
guarda qui.››
‹‹Cos’è
quello?››
‹‹Non
lo
so.››
‹‹Sembra
che…››
‹‹…
bruci…››
*
Nota
dell’Autrice.
Classica
idea marittima, direte voi. Nata a causa di una felice insolazione,
credo. Sono
sempre stata attratta dalle apocalissi, ho sempre trovato
l’idea molto poetica.
E sono sempre stata innamorata delle stelle e delle costellazioni, che
ho
potuto citare abbondantemente in questo capitolo. Questa storia non
intende
essere deprimente, in un certo senso credo che sia molto fluff; i
capitoli
saranno sempre corti. Non leggete se siete un po’
impressionabili, o temete la
profezia dei Maya:)